dimanche, 18 mars 2007
Sulev S. Kaja, Estonian writer in Belgium, an Astonishing Destiny
About Sulev S. Kaja, Estonian Writer in Belgium, an Astonishing Destiny
http://www.einst.ee/literary/spring2003/16_01.htm
Michel B. Fincoeur: Jacques Baruch, alias Sulev J. Kaja, Finland and Estonia
Jacques Baruch (1919-2002), a Belgian journalist and writer, spared no efforts, at the end of the 30s and in the 40s, to make the Belgian public become familiar with his two adoptive countries, Finland and Estonia, and with their national literatures. Having taken on, in 1939, the pseudonym of 'Sulev Kaja', he travelled through Estonia just before the Soviet invasion, and started learning Estonian. In occupied Belgium, he embarked on an ambitious strategy for promoting Finnish and Estonian writers. He wrote numerous articles, published a newsletter, gave lectures, and adapted literary works into French among which a novel by the Estonian writer August Gailit, Toomas Nipernaadi. Working clandestinely in the publishing world of the post-war era, he provided the inspiration for one of Hergé's (the Belgian comics writer's) characters the Estonian fighter pilot, Piotr Szut.
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Religion celtica en la peninsula ibérica
La Religión Céltica en la Península Ibérica
Juan Carlos Olivares Pedreño
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I neo-cons sono dentro fino al collo nelle provocazioni del Caucaso
I neo-cons sono dentro fino al collo nelle provocazioni del Caucaso
di Jeffrey Steinberg (tratto dal numero del 17 settembre di EIR)
Criticando espressamente i paesi occidentali in un discorso dell'8 settembre, il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha detto che essi "hanno responsabilità dirette per la tragedia del popolo ceceno perché danno asilo politico ai terroristi. Quando i nostri partner occidentali dicono che dobbiamo rivedere la nostra politica, che essi chiamano tattiche, io li inviterei a non interferire negli affari interni della Russia".
Lavrov faceva così riferimento alle decisioni di Stati Uniti ed Inghilterra di dare asilo politico a due leader separatisti ceceni, Ilyas Akhmadov e Akhmed Zakayev, che oggi vivono rispettivamente a Washington e a Londra. I due hanno avuto legami con Aslan Maskhadov e Shamil Basayev, i dirigenti di due fazioni indipendentiste cecene. Ma questa decisione di autorità inglesi e americane di ospitare e proteggere gente vicina alla recente ondata di terrore che ha scosso la Russia è solo la punta dell'iceberg. L'EIR ha iniziato una ricerca sulla strategia degli ambienti liberal-imperialisti, in Inghilterra e negli USA, che mirano a sottrarre alla Russia tutta la regione caucasica ricca di petrolio. Si tratta di una strategia che procede a tutto vapore dal 1999 e che s'inquadra più generalmente nel contesto del Piano Bernard Lewis, che diventò operativo negli anni Settanta, con cui ci si riproponeva di minare tutta la regione meridionale dell'allora Unione Sovietica, trasformandola in un "Arco di crisi". I punti focali del piano di destabilizzazione a lungo termine, che contava di fare leva soprattutto sull'istigazione del fondamentalismo islamico, erano l'Afghanistan e la Cecenia.
Brzezisnki, Haig e Solarz
Chi segue regolarmente l'EIR non si meraviglierà del fatto che tra gli architetti delle provocazioni oggi in atto nel Caucaso spicchi Zbigniew Brzezinski, il consigliere di sicurezza nazionale di Carter che per primo adottò i piani geopolitici messi a punto da Lewis all'Arab Bureau di Londra, che contavano di usare il radicalismo islamico contro il comunismo sovietico.
"L'arco di crisi" di Brzezinski e Lewis fu ereditato in blocco dall'amministrazione Reagan-Bush nel 1981. Questo fu in parte dovuto ai buoni uffici del direttore della CIA William Casey e dall'allora capo dei servizi francesi Alexandre de Maranches. La promozione dei mujhaiedeen diventò un progetto curato dalla banda dei neo-con che si trasferì al Pentagono ed al Consiglio di Sicurezza nazionale con Reagan, con i soliti noti in testa: Douglas Feith, Michael Ledeen e Richard Perle.
Nel 1999 un centro di coordinazione delle destabilizzazioni che i neo-con giustificano in nome dei diritti umani, la Freedom House fondata da Leo Cherne, lanciò un organismo chiamato American Committee for Peace in Chechnya (ACPC). L'obiettivo dichiarato: interferire negli affari interni della Russia ricorrendo alla scusa secondo cui "la guerra russo-cecena" deve essere risolta "pacificamente".
A guardare la lista dei presunti pacifisti dell'ACPC si resta però perplessi. I fondatori sono infatti Brzezinski, Alexander Haig (segretario di stato che disse "ci sono io al comando" quando Reagan fu vittima dell'attentato del 1982), e l'ex deputato Stephen Solarz. Tra i membri: Elliot Abrams, Kenneth Adelman, Richard Allen, Richard Burt, Elliot Cohen, Midge Decter, Thomas Donohoue, Charles Pairbanks, Frank Gaffney, Irving Louis Horowitz, Bruce Jackson, Robert Kagan, Max Kampelman, William Kristol, Michael Ledeen, Seymour Martin Lipset, Joshua Muravchik, Richard Perle, Richard Pipes, Norman Podhoretz, Arch Puddington, Gary Schmitt, Helmut Sonnenfeldt, Caspar Weinberger e James Woolsey. Oltre che delle strutture della Freedom House, l'ACPC si serve anche della Jamestown Foundation, un centro studi della guerra fredda diretto da Brzezisnki e Woolsey, la cui causa è promuovere operazioni di "democratizzazione" negli stati "totalitari". Questo centro studi produce la newsletter "Chechnya Weekly" per l'ACPC insieme a altre lettere di propaganda contro la Cina, la Corea del Nord e altri paesi eurasitici nel mirino dei neo-con.
Obiettivo Cecenia
I piani attuali dell'AIPAC sono stati presentati in un commento di Richard Pipes sul New York Times del 9 settembre 2004. Sotto il titolo "Dare ai ceceni la propria terra", Pipes sostiene che il presidente Putin ha sbagliato di grosso nel paragonare l'attacco terroristico di Beslan, nell'Ossetia del Nord, agli attacchi dell'11 settembre 2001 negli USA. Pipes ha minacciato il governo russo che i leader del terrorismo ceceno non si fermeranno fino a quando la Russia non concederà l'indipendenza. Citando l'esperienza francese con il movimento indipendentista algerino negli anni Cinquanta, Pipes scrive: "I russi dovrebbero imparare dai francesi. Anche la Francia una volta fu implicata in una sanguinosa guerra coloniale in cui migliaia furono le vittime del terrorismo. La guerra d'Algeria iniziò nel 1954, si protrasse senza una fine in vista fino a quando nel 1962 Charles de Gaulle non risolse coraggiosamente il conflitto garantendo all'Algeria l'indipendenza. Questa decisione si può considerare molto più dura di quella che deve prendere oggi Putin, perché l'Algeria è molto più grande e contribuiva molto di più all'economia francese di quanto oggi la Cecenia contribuisce alla Russia, e c'erano centinaia di migliaia di cittadini francesi che ci vivevano". Pipes poi minaccia: "Fino a quando Mosca non decide di seguire l'esempio francese, la minaccia terroristica non diminuirà ... la Russia, il più grande paese della terra, può certamente permettersi di lasciar andare una piccola dipendenza coloniale, e dovrebbe farlo senza indugi".
Il numero dell'8 settembre di Chechnya Weekly criticava Putin per non aver convocato "il diplomatico separatista ceceno Akhmad Zakayev", residente a Londra, per negoziare con i terroristi il rilascio degli ostaggi.
Gli inglesi hanno reclutato i terroristi del Caucaso
Ciò che nel governo russo sanno bene è che mentre negli USA si fondava l'ACPC, il governo inglese concedeva aiuti sempre più diretti agli ambienti terroristici. In una documentazione del 21 gennaio 2000, diretta al segretario di stato USA Madeleine Albright e intitolata "L'Inghilterra deve essere messa sulla lista degli stati che promuovono il terrorismo" l'EIR riferiva come le autorità inglesi avrebbero facilitato il reclutamento di elementi della jihad in Inghilterra da portare poi clandestinamente in Cecenia. Nel documento dell'EIR si poteva leggere tra l'altro: "Il 10 novembre 1999 il governo russo aveva già presentato formale protesta diplomatica, attraverso la sua ambasciata a Londra, per gli attacchi ai giornalisti russi e per l'ospitalità concessa allo sceicco Omar Bakri Mohammd, capo di Al Muhajiroon, 'ala politica' dell'organizzazione di Bin Laden, che era il gruppo che reclutava musulmani in Inghilterra da mandare a combattere in Cecenia contro l'esercito russo. L'organizzazione di Bakri operava liberamente da uffici nel sobborgo londinese di Lee Valley -- due stanze in un centro informatico -- e gestivano una propria impresa di internet. Bakri ha ammesso che ufficiali militari 'in congedo' provvedono agli addestramenti delle nuove reclute a Lee Valley, prima di essere inviate nei campi in Afghanistan o Pakistan, o vengono fatti entrare cladestinamente direttamente in Cecenia".
Movimento internazionale per i diritti civili – Solidarietà
http://www.movisol.org
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La fin de l'Occident tel qu'on le connait depuis 1945
La fin de l’Occident tel qu’on le connaît depuis 1945
Franck Biancheri, Directeur des Etudes, pour le groupe LEAP/E2020, 16 février 2006
Analyse de ce rapport de Biancheri par la revue belge "De Defensa": http://www.dedefensa.org/article.php?art_id=2438
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