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samedi, 15 octobre 2011

Il progetto Eurasiatico, una minaccia al Nuovo Ordine Mondiale

 

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Il progetto Eurasiatico, una minaccia al Nuovo Ordine Mondiale

di Elena Ponomareva - 11/10/2011

Fonte: aurorasito.wordpress

Si potrebbe essere tentati di considerare il documento del premier russo Vladimir Putin, “Un nuovo progetto per l’integrazione del Eurasia: Il futuro in divenire“, che è stato pubblicato sulle Izvestia del 3 ottobre 2011, come un programma tracciato sommariamente da un concorrente delle elezioni presidenziali; ma dopo un controllo, sembra essere solo una parte di un quadro più ampio. L’articolo di opinione, ha momentaneamente acceso ampie polemiche in Russia e all’estero, ed ha evidenziato lo scontro di posizioni in corso sullo sviluppo globale…

 


Indipendentemente dalla interpretazione dei dettagli, la reazione dei media occidentali al progetto di integrazione presentato dal premier russo, è uniformemente negativo e riflette con estrema chiarezza una ostilità aprioristica verso la Russia e le iniziative che avanza. Mao Zedong, però, era solito dire che affrontare la pressione dei propri nemici è meglio che essere in una condizione in cui non si preoccupano di tenerti sotto pressione.
Aiuta a capire perché, al momento, i titoli in stile Guerra Fredda spuntano costantemente sui media occidentali e perché la recente presentazione dell’integrazione eurasiatica di Putin, è percepita dall’Occidente come una minaccia. La spiegazione più ovvia è che, se attuato, il piano diverrebbe  una sfida geopolitica al nuovo ordine mondiale, al dominio della NATO, del FMI, dell’Unione europea e degli altri organismi sovranazionali, e al primato palese degli Stati Uniti. Oggi, una sempre più assertiva Russia suggerisce, ed è pronta ad iniziare a costruire, un’ampia alleanza basata su principi che forniscono una valida alternativa al neoliberismo e all’atlantismo. E’ un segreto di pulcinella, che in questi giorni l’Occidente sta mettendo in pratica una serie di progetti geopolitici di vasta portata, per riconfigurare l’Europa sulla scia dei conflitti balcanici e, sullo sfondo della crisi provocata in Grecia e a Cipro, assemblare il Grande Medio Oriente sulla base di cambiamenti di regime in serie, in tutto il mondo arabo e, come progetto relativamente nuovo, la realizzazione del progetto per l’Asia, il cui recente disastro in Giappone, è stata una fase attiva.
Nel 2011, l’intensità delle dinamiche geopolitiche è senza precedenti dal crollo dell’Unione Sovietica e del blocco orientale, con tutti i principali paesi e organismi internazionali che vi contribuiscono. Inoltre, l’impressione attuale è che la forza militare, in qualche modo, sia diventata uno strumento legittimo nella politica internazionale. Solo pochi giorni fa, Mosca ha attirato una  valanga di critiche dopo aver posto il veto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che potrebbe autorizzare la replica dello scenario libico in Siria. Come risultato, l’inviata permanente degli USA all’ONU, S. Rice, ha rimproverato la Russia e la Cina per il veto, mentre il ministro degli esteri francese, Alain Juppé, ha dichiarato che “è un giorno triste per il popolo siriano. E’ un giorno triste per il Consiglio di Sicurezza“. Durante l’acceso dibattito al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 5 settembre, il rappresentante siriano ha redarguito Germania e Francia, ed ha accusato gli USA del genocidio perpetrato in Medio Oriente. Dopo di che, S. Rice ha accusato la Russia e la Cina di sperare di vendere armi al regime siriano, invece di stare dalla parte del popolo siriano, e ha abbandonato precipitosamente la riunione, e l’inviato francese Gérard Araud ha rilevato che “Nessun veto può cancellare la  responsabilità delle autorità siriane, che hanno perso qualsiasi legittimità uccidendo il proprio popolo“, lasciando l’impressione che uccidere i popoli, come in Jugoslavia, Afghanistan, Iraq e Libia, dovrebbe essere un privilegio della NATO.

 


I “partner” occidentali di Mosca si indignano quando la Russia, di concerto con la Cina, pone ostacoli sulla strada del nuovo ordine mondiale. La Siria, anche se un paese di notevole valenza regionale, giunge ad emergere nell’ordine del giorno solo fugacemente, ma l’ambizioso piano di Putin per l’intera Eurasia – “per raggiungere un più alto livello di integrazione – una Unione Euroasiatica” – avrebbe dovuto aspettarsi di evocare le preoccupazioni profonde e durature dell’Occidente. Mosca sfida apertamente il dominio globale da parte dell’Occidente “suggerendo un modello di una potente unione sovranazionale che può diventare uno dei poli del mondo di oggi, pur essendo un efficace collegamento tra l’Europa e la dinamica regione Asia-Pacifico“. Senza dubbio, il messaggio di Putin che “la combinazione di risorse naturali, di capitale e di forte potenziale umano, renderà l’Unione Euroasiatica competitiva nella gara industriale e tecnologico e nella corsa al denaro degli investitori, in nuovi posti di lavoro e negli impianti di produzione all’avanguardia” e che “insieme con altri protagonisti e istituzioni regionali come l’Unione Europea, USA, Cina e l’APEC, garantirà la sostenibilità dello sviluppo globale“, sembra allarmante per i leader occidentali.

 


Né il crollo dell’URSS e del mondo bipolare, né la conseguente proliferazione di “democrazie” filo-occidentali, ha segnato un punto finale nella lotta per il primato mondiale. Ciò che seguì fu un periodo di interventi militari e rovesciamenti di regimi sfidanti, con l’ausilio della guerra dell’informazione e l’onnipresente soft power occidentale. In questo gioco, l’Eurasia rimane il primo premio in linea con l’imperativo geopolitico di John Mackinder, per cui “Chi governa l’Est Europa comanda l’Heartland, chi governa l’Heartland comanda l’Isola-Mondo, chi governa l’Isola-Mondo controlla il mondo“.
Alla fine del XX secolo gli USA sono diventati il primo paese non eurasiatico a combinare i ruoli di potenza più importante del mondo e di arbitro finale negli affari eurasiatici. Nel quadro della dottrina del nuovo ordine mondiale, gli Stati Uniti e l’Occidente nel suo complesso, vedono l’Eurasia come una zona di importanza fondamentale per il loro sviluppo economico e crescente potere politico. Il dominio globale è un obiettivo dichiarato apertamente e costantemente perseguito della comunità euro-atlantica e dalle sue istituzioni militari e finanziarie – la NATO, il FMI e la Banca Mondiale – insieme con i media occidentali e le innumerevoli ONG. Nel processo, l’establishment occidentale rimane pienamente consapevole del fatto che, nelle parole Z. Brzezinski, il “primato globale dell’America è direttamente dipendente da quanto tempo e quanto efficacemente la sua preponderanza sul continente eurasiatico è sostenuta“. Sostenere la “preponderanza“, a sua volta, significa assumere il controllo di Europa, Russia, Cina, Medio Oriente e Asia Centrale.
L’aperta egemonia occidentale in Europa, Asia centrale e, quindi, in Medio Oriente e anche in Russia, conta quale risultato indiscutibile degli ultimi due decenni, ma al momento la situazione appare fluida. Gli osservatori occidentali, cinesi e russi prevedono un fallimento imminente del modello di globalizzazione neoliberista integrata nel nuovo ordine mondiale, ed è in arrivo il tempo, per la classe politica, di adottare una visione.

 


Aprendo nuove opportunità per proteggere gli originali modelli di sviluppo nazionali dalla pressione atlantista, e per mantenere una reale sicurezza internazionale, il nuovo progetto di integrazione di Putin mantiene una promessa importante, per la Russia e i suoi alleati, e presenta quindi ai nemici della Russia un problema serio. Né la Russia, né alcun altra repubblica post-post-sovietica può sopravvivere nel mondo di oggi da sola, e la Russia come attore chiave geopolitico dell’Eurasia, con una potenzialità economica, politica e militare senza precedenti in tutto lo spazio post-sovietico, può e deve, giocare l’offerta di una architettura mondiale alternativa.


L’allergia dell’Occidente al piano di Putin è dunque spiegabile, ma, a prescindere dalla opposizione che il progetto può incontrare, la debolezza di alcuni dei suoi elementi, e la potenziale difficoltà nel metterlo in pratica, il progetto di integrazione eurasiatica nasce dalla vita nello spazio geopolitico e culturale post-sovietico ed è affine alle attuali tendenze globali. Sopravvivere, conservando le basi economiche e materiali dell’esistenza nazionale, mantenendo vive le tradizioni e costruendo un futuro sicuro per i figli, sono gli obiettivi che le nazioni eurasiatiche possono realizzare solo se rimangono allineate con la Russia. In caso contrario, l’isolamento, le sanzioni e gli interventi militari le attendono…
 
E’ gradita la ripubblicazione con riferimento alla rivista on-line della Fondazione per la Cultura Strategica.
 
Traduzione di Alessandro Lattanzio -  SitoAurora


Tante altre notizie su www.ariannaeditrice.it

vendredi, 14 octobre 2011

L’industrie militaire US derrière la «défense intelligente» de l’Otan

L’industrie militaire US derrière la «défense intelligente» de l’Otan

Ex: http://fortune.fdesouche.com/

Derrière le concept de « défense intelligente » de l’Otan, on trouve les intérêts du complexe militaro-industriel américain, estime l’ambassadeur de Russie auprès de l’Alliance, Dmitri Rogozine.

La vache sacrée du complexe militaro-industriel à 1.000 milliards de dollars par an, au milieu de la pièce. "D'autres possibilités de réductions budgétaires ?" (caricature américaine)

« Derrière l’idée de mettre en place une ‘défense intelligente’, examinée la veille lors d’une réunion des ministres de la Défense de l’Otan, on trouve sans doute les ambitions du complexe militaro-industriel des Etats-Unis », a-t-il déclaré vendredi à RIA Novosti.

 

Réunis les 5 et 6 octobre à Bruxelles, les ministres de la Défense des 28 pays de l’Otan ont approuvé l’initiative de « défense intelligente » proposée par le secrétaire général de l’Alliance, Anders Fogh Rasmussen. Selon ce dernier, il s’agit d’améliorer le niveau militaire et technique de l’Alliance, tout en réduisant les ressources nécessaires à cet effet.

D’après l’ambassadeur russe, l’initiative de M. Rasmussen vise à « répartir les responsabilités » parmi les alliés européens de façon à « créer une grande armée atlantique placée sous le commandement de l’état-major militaire l’Otan ».

Dans ce cas, certains pays de l’Alliance seraient contraints de renoncer à leur armée nationale composée de différents types d’unités « pour accepter la spécialisation qui leur sera imposée par le commandement central », estime M. Rogozine. Cela signifie que les uns ne développeront que la flotte de surface, d’autres la flotte sous-marine, d’autres encore les troupes de débarquement, d’autres enfin les troupes aérospatiales.

« Si un pays forme seul ses forces armées, il est libre d’acheter des armes là où il veut, mais s’il intègre le système de ‘défense intelligente’, dont les paramètres seront définis par l’état-major de l’Otan, les achats d’armes seront décidés par Washington », a indiqué le diplomate.

RIA Novosti

jeudi, 13 octobre 2011

« Sarkozy sous BHL » : une grenade dégoupillée dans la cour de l'Elysée !

« Sarkozy sous BHL » : une grenade dégoupillée dans la cour de l'Elysée !

Interview de Roland Dumas et Jacques Vergès

Propos recueillis par Gilles Munier

Il y a quelque chose de pourri au royaume de France ! On attendait les révélations de Saif al-islam sur le financement de la campagne présidentielle de Nicolas Sarkozy par la Libye... À la place, on a eu droit, sur le même sujet, à la relance de l'affaire Bettencourt, le scandale politico-fiscal de la principale actionnaire de la société L'Oréal, puis à un déluge de révélations sur la remise de valises de billets en provenance de présidents africains, par l'entremise de l'avocat de la Françafrique Robert Bourgi (l'un des dénonciateurs, qui reconnaît avoir porté des valises) à des hommes politiques français, toutes tendances confondues. Dans cette atmosphère de fin de règne, on lira avec délectation le pamphlet de Jacques Vergès et Roland Dumas qui connaissent bien les dessous crapuleux du renversement du colonel Kadhafi. Un pamphlet à lire d'une traite*. 

Afrique Asie : « Sarkozy sous BHL », le pamphlet que vous venez de publier, est une volée de bois vert contre le pouvoir de l'argent en politique. Pouvoir et argent ont toujours cohabité, sauf peut-être dans certains pays socialistes. Qu'apporte de nouveau la présidence Sarkozy dans ce domaine ? 

Roland Dumas : Le pouvoir de l'argent a toujours existé. Au travers des siècles. Dans tous les régimes. Il est triste de voir une grande démocratie ou « prétendue telle » comme la République française, être en proie à un phénomène aujourd'hui décuplé. 

Les révélations qui sortent chaque jour sont édifiantes à ce sujet mais la « France Afrique » n'est pas simplement un problème d'argent et de valises de billets. C'est aussi une méthode qui nous ramène des siècles en arrière et qui repose sur des actions militaires, en bref, sur le colonialisme : « Un régime vous déplaît, on le change, on en installe un autre ». Peut-on dire que c'est là le progrès ? 

Jacques Vergès : Ce que la présidence Sarkozy apporte de nouveau dans les relations entre pouvoir et argent est l'hypertrophie du rôle de l'argent sale et de la corruption qui s'ensuit, faisant de la République française une République bananière. Ses relations avec les pays africains et arabes ne se font plus à travers des diplomates mais à travers des affairistes douteux. 

Afrique Asie : Vous vous en prenez à « Lévy d'Arabie »... BHL. Est-ce la première fois, sous la République, qu'un intellectuel détient publiquement un tel pouvoir? Peut-on comparer son influence à celle de Jacques Attali sur François Mitterrand ou de Marie-France Garaud sur Georges Pompidou puis Jacques Chirac ? 

Jacques Vergès : On ne peut comparer les rôles discrets de M. Attali auprès du président Mitterrand ou de Madame Garaud auprès de Georges Pompidou avec le rôle de M. Lévy auprès de Sarkozy qui est un rôle de décideur. Le président Sarkozy entérine les conciliabules de M. Lévy avec des émissaires libyens dans les hôtels parisiens. 

Roland Dumas : C'est sans doute la première fois qu'un intellectuel aussi médiocre que M. Bernard-Henry Lévy joue un rôle aussi important dans la République. On ne peut le comparer ni à Jacques Attali qui était une institution dans la République ou à Marie-France Garaud qui disposait d'une relation personnelle avec Georges Pompidou. La situation insolite de M. BHL ne relève ni d'un cas ni d'un autre. Il n'est rien dans la République. Il s'impose. Il virevolte. Il joue les « mouches du coche ». 

Afrique Asie : En Libye, le CNT occupe Tripoli. Qu'en est-il de la plainte que vous comptiez déposer accusant Nicolas Sarkozy de crime de guerre ? 

Jacques Vergès : Cette plainte attend que M. Sarkozy ne soit plus à même d'empêcher cette plainte de suivre son cours. 

Afrique Asie : Après la Libye, Sarkozy menace la Syrie et l'Iran. Où s'arrêtera-t-il ? 

Jacques Vergès : M. Sarkozy est irresponsable, il est capable désormais de toutes les folies à moins que le peuple français ne lui passe une camisole de force auparavant. 

Roland Dumas : C'est cela qui nous inquiète. Les menaces contre la Syrie sont précises. Elles sont sérieuses. Les menaces contre l'Iran existent. On a l'impression que tout est fait pour embraser le Proche-Orient. A quoi cela correspond-il ? On peut se le demander. Je ne peux séparer la situation actuelle de ce qui se passe à l'ONU au sujet des Palestiniens. 

L'humanité se déshonore en laissant tomber le peuple palestinien qui est raisonnable, paisible et ne demande pour lui que ce que les israéliens ont obtenu pour eux-mêmes. 

Afrique Asie : Après le renversement de Saddam Hussein, de Laurent Gbagbo et du colonel Kadhafi, ne sommes-nous pas en définitive en train d'assister à un retour accéléré du colonialisme ? 

Roland Dumas : Tout à fait. Nous assistons à un retour, non seulement accéléré mais amplifié, démultiplié du colonialisme avec des moyens énormes. Saura-t-on un jour le coût des campagnes de l'Afghanistan et de la Libye ? Le peuple français a le droit de savoir. Au moment où tout le monde s'agite autour de la crise, n'est-il pas raisonnable de poser la question du coût de guerres inutiles et monstrueuses ? 

Jacques Vergès : C'est évident que la politique de M. Sarkozy marque un retour du colonialisme à un moment où la France et l'Occident en général n'en ont plus les moyens. Il peut renverser les gouvernements mais ne peut assurer l'ordre ensuite. 

Afrique Asie : Pensez-vous que l'Algérie soit sur la liste des « pays à casser » ? 

Roland Dumas : Pourquoi pas. Le contentieux entre la France et l'Algérie est durable. Quand vous imaginez que les Français n'ont pas encore souscrit à la proposition de négociations avec l'Algérie sur un contrat d'amitié, parce que trop de blessures sont encore saignantes... Tout est à craindre pour l'Algérie, mais ce sera pour M. Sarkozy un autre « morceau »...

Notes

* Lire « Bonnes feuilles » dans Afrique Asie d'octobre 2011 

** « Sarkozy sous BHL », par Roland Dumas et Jacques Vergès (Ed. Pierre-Guillaume de Roux) - 126 pages - 13,90 euros 

Source Afrique Asie via Vox NR cliquez ici et NDP Ile-de-France cliquez là

 

Krantenkoppen - Oktober 2011 (3)

Krantenkoppen
 
Oktober 2011 (3)
 
PUTIN'S RETURN MARKS RUSSIA'S GEOSTRATEGIC SHIFT:
‎"That Russian President Dmitry Medvedev and Prime Minister Vladimir Putin plan to switch positions in March is being portrayed by the international press in terms of personal relations between the 2 men. (...) Reducing Russian policy to these 2 figures is a ploy by the corporate media to hide what is really at stake: the recovery of Russia’s energy sovereignty and its military rapprochement with (...) China":
http://www.voltairenet.org/Putin-s-return-marks-Russia-s
 
 
NEXT STOP IS PAKISTAN:
‎"Washington’s priority is seizing Pakistan’s nuclear booty (....). The only obstacle remaining was to create an environment acceptable to world public opinion that would justify a multinational intervention in Pakistan. Over the past year and a half, Washington has been attempting to do just that through a crescendo of uninterrupted provocations":
http://www.voltairenet.org/Next-Stop-is-Pakistan
 
 
LES BANQUES PROGRAMMENT LA CRISE POUR GAGNER AVEC ELLE:
‎"C’est une guerre entre factions, qui ne se définissent pas nécessairement par des limites géographiques. Il y a une ligne de banques étatuniennes et britanniques d’un côté, qui se disputent les affaires avec les principales banques européennes de l’autre. Mais en même temps il y a une grande banque française plus liée aux capitaux anglo-américains, et d’autres nord-américaines liées au capital européen":
http://www.legrandsoir.info/les-banques-programment-la-crise-pour-gagner-avec-elle-pagina-12.
 
 
DEXIA EN HET WERELDWIJDE PIRAMIDESPEL:
‎"De bibliografie van Charles Ponzi zou standaardlectuur moeten zijn, want een Ponzischema of piramidespel is tot een kunst verheven in de huidige westerse wereld. Een schema waarbij de beloften groter zijn dan de mogelijkheden. (...) Charles Ponzi zou een verdiende winnaar van de Nobelprijs economie zijn, nu het ook postuum kan, want de wereld is een Ponzi-economie geworden.
Het banksysteem zoals het zich in de afgelopen 30 jaar heeft ontwikkeld, is daar een voorbeel...d van. Een groot piramidespel gebaseerd op onhoudbare beloften. Een groeiende massa kredieten verleend aan gezinnen, bedrijven en landen. Het Grote Ponzischema is steeds op zoek naar de volgende gezonde balans om zijn niet aflatende vraatzucht naar goed geld te stillen. In Angelsaksische landen werden de gezinsbalansen vergiftigd. Toen dit potentieel was opgebruikt, ging Ponzi globaal. Verpakt met een strikje werden de schulden aangeboden in onaangetaste sparende landen. Deze Ponzi had veel handlangers nodig maar vond die gemakkelijk in de sector, mits het schuiven van wat penningen. De overheden knepen een oogje toe, misleid door de 'economische groei' van MegaPonzi, tenminste volgens hun statistici. (...)
Dexia is maar een episode in dit verhaal, maar wel erg een exemplarische. De opgebouwde piramide van wankele beloften, dubieuze kwaliteit en gestolde hebzucht werd deskundig opgebouwd door een groot aantal architecten in het afgelopen decennium. Nu wordt de staat en de centrale bank gevraagd dit vergif tot zich te nemen. Meer nog, er is zelfs geen schroom om het toxische aan de burgers en de centrale bank te laten, en te vragen om mede-eigenaar te mogen blijven van het gezonde
":
http://www.demorgen.be/dm/nl/2461/De-Gedachte/article/detail/1329656/2011/10/06/Dexia-en-het-wereldwijde-piramidespel.dhtml
 
 
CHE GUEVARA EN HET SOCIALISME VAN DE 21ste EEUW:
‎"Na de overwinning was [Che Guevara] één van de belangrijkste architecten van de nieuwe uit te bouwen socialistische economie. Hij deed heel wat grondig en theoretisch studiewerk en ging daarbij in debat met toenmalige marxistische topeconomen. (...)
Guevara herinterpreteerde Marx op een verfrissende wijze vanuit de traditie en strijdervaringen van Latijns-Amerika en wees daarbij op het belang van het bewustzijn, de ethiek en de cultuur voor de uitbouw van het socialisme. Hij schuwde het debat niet en gaf een scherpe kritische analyse van het ‘reëel bestaand socialisme’ en dat op een moment dat Cuba sterk was aangewezen op de Sovjet-Unie voor militaire en economische steun. Hij rebelleerde tegen het gevaar van de bureaucratie en sluipende kapitalistische elementen in de economie. Hij pleitte voor een sterke en bewuste betrokkenheid van de arbeider in het productieproces en opteerde voor een echte en effectieve basisdemocratie":
http://www.dewereldmorgen.be/artikels/2011/06/14/che-guevara-en-het-socialisme-van-de-21ste-eeuw
 
 
THOMAS SANKARA: DE AFRIKAANSE CHE STIERF OP 15 OKTOBER 1987:
‎"Afrika zou onbekwaam zijn om verantwoordelijke leiders voort te brengen. (...)Tenminste, dat is wat de massamedia van de oude koloniale mogendheden je willen wijsmaken. (...)
[Sankara] heeft nooit een kans gekregen om zich te bewijzen. Daar is maar één reden voor: het rijke Westen hield niet van het programma waar Sankara en consoorten voor stonden. Ze dienden de belangen van de vroegere kolonisatoren niet. De komende 15 oktober zullen de Europese massamedia geen hoofdartikels verspillen aan Thomas Sankara, misschien een paar lijnen op de achterpagina's met enkele neerbuigende commentaren. Voor miljoenen Afrikanen blijft Sankara echter onverminderd een held, de Afrikaanse 'Che'.
Dat er geen verantwoordelijk Afrikaans leiderschap zou bestaan, is een mythe. Dat het Westen verantwoordelijk Afrikaans leiderschap heeft genekt, is een realiteit."
":
http://www.dewereldmorgen.be/artikels/2011/10/10/thomas-sankara-de-afrikaanse-che-stierf-op-15-oktober-1987
 
 
GADDAFI'S MESSAGE: "DONT'T GIVE UP!"
‎"All the people in Libya, all true Libyans will never surrender to the invaders and the colonizers. We will fight for our freedom and we are willing to sacrifice more. (...) I call on all Libyan people to go out and march in their millions in every square, in every city, in every village. Go peacefully and go with pride. Be courageous, rise up, go forth! Forward! Go to the streets and raise our Green Flag to the skies.
Even if there comes a time when you don’t hear my voice anymore, don’t stop fighting. Don’t panic. Don’t give up. Keep fighting for your freedom till victory arrives!":
http://americanfront.info/2011/10/10/gaddafis-message-dont-give-up/
 
 
RAMPZALIGE HUMANITAIRE SITUATIE IN LIBIE:
‎"In Tripoli gaan de gevechten tussen de rebellen, die gesteund worden door de NAVO, en strijders (...) van Kolonel Kadaffi door. Er is een massale staking uitgebroken en er vinden massaal arrestaties plaats.
In Sirte heerst een totale humane catastrofe. Er zijn zeker 4.000 burgers gedood door de bombardementen. Het Groene Verzet houdt de CIA en Al Qaida-strijders, die door het Westen rebellen worden genoemd, buiten. (...) Er is een enorm gebrek aan voedsel en medicijnen, terwijl er zich 150.000 burgers in Sirte bevinden. Honderden rebellen kwamen om bij de aanvallen op Sirte":
http://nicodegeit.wordpress.com/2011/10/10/rampzalige-humanitaire-situatie-in-libie/
 
 
SIRTE: 200 DEAD FOR 1 MINUTE TV VICTORY:
‎"A massive storm on Sirte resulted in the brief occupation of a University Campus and Hospital in the South Eastern Suburbs. After the battle raged back and forth all day, a massive counter attack that left 200 TNC-fighters dead and countless wounded was enough for Mahmud Jibril, who is pulling the fighters (...) out of the battle":
http://nsnbc.wordpress.com/2011/10/10/sirte-200-dead-for-1-minute-tv-victory-jibril-withdraws-tnc-fighters-from-sirte/
 
 
LES RAISONS DU GENOCIDE DE SYRTE:
‎"Syrt (...) est située à proximité du (...) principal champ pétrolifère de la Libye. Ras Lanouf est à proximité aussi et, c’est la plus grande raffinerie de pétrole du pays (220 000 barils/jour) soit les 2 tiers de la capacité de raffinage de la Libye. Là se situe en réalité le coeur de la guerre, la reprise du fonctionnement en toute sécurité de cette raffinerie":
http://allainjules.com/2011/10/10/libye-les-raisons-du-genocide-de-syrte/
 
 
LIBIE: LOYALISTEN WINNEN OVERAL TERREIN:
‎"De rebellen zijn op verschillende plaatsen onderling slaags geraakt. Onbevestigde berichten komen binnen over de mogelijke dood van rebellenleider Bel Haj.
In Misrata vechten de rebellen onderling over een lading wapens. (...) De rebellen die vanuit het oosten Sirte probeerden binnen te dringen, werden teruggedreven de woestijn in. Zeker 300 rebellen kwamen daarbij om het leven en er werden 9 tanks vernietigd. Veel wapens werden buitgemaakt op de rebellen. De rebellen aan het oostfront in Sirte werden door loyalisten in de rug aangevallen waardoor onrust onder de rebellen ontstond.
In Zawijah, waar de groene vlag wappert, arriveerde versterking uit Bani Walid":
http://nicodegeit.wordpress.com/2011/10/09/libie-loyalisten-winnen-overal-terrein/
 
 
YOUTUBE VERWIJDERT FILMPJES OORLOGSMISDADEN NAVO:
‎"De NAVO doet veel moeite om te voorkomen dat berichten rond oorlogsmisdaden die door hen worden begaan naar buiten komen. Alle voorzieningen om te communiceren vanuit het oorlogsgebied worden door de NAVO structureel gebombardeerd of op andere wijze verstoord. Berichten die toch naar buiten komen worden alsnog gecensureerd door internetbedrijven als Youtube":
http://nicodegeit.wordpress.com/2011/10/07/youtube-verwijdert-filmpjes-oorlogsmisdaden-navo/
 
 
FRANSE KATHOLIEKEN WOEDEND OVER EERBETOON AAN LESBISCHE FILOSOFE:
"Tot woede van demonstranten die haar achteraf uitjouwden, heeft de universiteit Bordeaux-III 'Michel de Montaigne' woensdag de Amerikaanse filosofe, lesbienne en joodse feministe Judith Butler geëerd (...) tot doctor honoris causa (...). Butler heeft het eredoctoraat te danken aan haar gender-studies":
http://www.katholieknieuwsblad.nl/nieuws/item/1098-franse-katholieken-woedend-over-eerbewijs-aan-lesbische-filosofe.html
 
 
CHAVEZ WIL NIEUW KARTEL VAN 4 OF 5 OLIESUPERMACHTEN:
‎"Chavez wil een kartel van 4 of 5 oliesupermachten oprichten dat parallel opereert naast de Opec. (...) Volgens Chavez zijn zowel Rusland als Venezuela 2 van ‘s werelds superproducenten en kan zo’n superkartel naast de Opec bestaan. (...) Venezuela (...) is ‘s werelds op 7 na grootste olieproducent (...) [wiens] bewezen reserves met 300 miljard vaten nu groter zijn dan die van Saoedi-Arabië":
http://www.express.be/sectors/nl/energy/chavez-wil-nieuw-kartel-van-4-of-5-oliesupermachten/153854.htm
 
 
DE AMERIKAANSE NACHTMERRIE: HELFT VS LEEFT VAN STAATSSSTEUN:
[In] het eerste kwartaal van 2010 (...) bleek dat 48,5 % van de [Amerikaanse] bevolking in een gezin leeft dat door de staat geholpen wordt":
http://www.demorgen.be/dm/nl/990/Buitenland/article/detail/1330075/2011/10/06/De-Amerikaanse-nachtmerrie-helft-VS-leeft-van-staatssteun.dhtml
 

mercredi, 12 octobre 2011

Karzai s’éloigne du Pakistan et se rapproche de l’Inde

Ferdinando CALDA:

Karzai s’éloigne du Pakistan et se rapproche de l’Inde

Le Président afghan rencontre Singh pour renforcer les rapports bilatéraux

inde,afghanistan,pakistan,moyen orient,politique internationale,géopolitiqueLe Président de l’Afghanistan, Hamid Karzai, revient d’une mission en Inde, à un moment plutôt délicat pour les équilibres et les alliances qui sont en train de se modifier dans la région. La visite du leader afghan —qui, le 4 octobre 2011, a rencontré le premier ministre indien Manmohan Singh et le ministre des affaires étrangères S. M. Krishna—  revêt une signification particulière, à la lumière des tensions récentes entre les Afghans et leurs voisins pakistanais, ennemis historiques de la Nouvelle Dehli.

Tout en rappelant qu’Islamabad est l’unique interlocuteur plausible pour chercher à faire avancer un processus de paix avec les Talibans (vus les rapports présumés et privilégiés des services secrets pakistanais de l’ISI avec les miliciens islamistes et vu le fait que “tous les sanctuaires des terroristes se trouvent sur le territoire pakistanais), Karzai et quelques autres ministres de son gouvernement ont accusé le gouvernement du Pakistan de “ne pas soutenir nos efforts pour ramener la paix et la sécurité en Afghanistan”. L’assassinat récent de Burhanuddin Rabbani, chef du Haut Conseil de Paix afghan en charge des négociations avec les Talibans, a refroidi les rapports entre l’Afghanistan et le Pakistan. Une commission d’enquête afghane a affirmé que le fauteur de l’attentat est venu du Pakistan; hier, Kaboul a accusé les Pakistanais de ne pas collaborer à l’enquête.

Et tandis que le gouvernement afghan envoie des inspecteurs à Islamabad, Karzai s’envole vers la Nouvelle Dehli, pour la deuxième fois en un an, avec la ferme intention de renforcer dans l’avenir la coopération entre son pays et l’Inde. L’Inde ne peut certes étendre “militairement” son influence sur l’Afghanistan (du fait qu’elle n’a pas de frontière commune avec ce pays) mais pourrait très bien devenir un important partenaire commercial de Kaboul. Ce n’est pas un hasard si l’Inde est de fait l’un des principaux donateurs pour l’Afghanistan, où elle a investi plus de deux milliards de dollars depuis 2001. Cet effort semble avoir donné ses fruits, si l’on considère qu’au cours de l’année fiscale 2009-2010, le volume des échanges commerciaux entre les deux pays a atteint le chiffres de 588 millions de dollars. Il faut souliger tout particulièrement que l’Inde est aujourd’hui l’un des plus importants marchés pour les exportations afghanes de produits agricoles, un secteur sur lequel le gouvernement de Kaboul mise beaucoup. Cette nouvelle visite de Karzai devrait renforcer ultérieurement l’implication indienne en Afghanistan. Certaines sources évoquent d’ores et déjà un “accord de partenariat stratégique”, qui impliquerait les Indiens dans l’entraînement et la formation des forces de sécurité afghanes.

Mais l’Inde n’est pas le seul pays à vouloir occuper une place de première importance en Afghanistan, dès que les troupes de l’OTAN auront quitté le pays. Par sa position stratégique, tant économique que militaire, l’Afghanistan, comme depuis toujours, suscite bien des convoitises. Mis à part les Etats-Unis, qui sont en train de négocier avec Kaboul le droit de maintenir leurs bases pendant quelques décennies, il y a aussi la Russie et, surtout, la Chine qui investissent déjà dans la reconstruction du pays, dans l’espoir de s’accaparer des riches ressources du sous-sol afghan et de se réserver une présence garantie et stable sur le territoire. Il ne faut pas oublier non plus deux autres puissances régionales, l’Iran et l’Arabie Saoudite, dont la présence potentielle n’est certes pas aussi affichée, mais qui ne voudront sûrement pas courir le risque d’être exclus de tout contact avec l’Afghanistan dans les prochaines décennies.

Enfin, et ce n’est certainement pas là le moins important des facteurs en jeu, le Pakistan continue à voir dans les massifs montagneux afghans un éventuel refuge inaccessible, tout comme sont inaccessibles les dangereux sanctuaires des groupes armés islamistes, en cas de nouvelle guerre avec l’Inde.

Ferdinando CALDA.

( f.calda@rinascita.eu ).

(article paru dans “Rinascita”, Rome, 5 octobre 2011 – http://www.rinascita.eu ).

Poutine relance l’idée d’une Union Eurasiatique

Andrea PERRONE:

Poutine relance l’idée d’une Union Eurasiatique

LA-RUSSIE-DE-VLADIMIR-POUTINE-.jpgDans un article publié dans le quotidien Izvestia, Poutine, nouveau candidat au Kremlin, souligne la nécessité de créer un espace économique commun de l’Atlantique au Pacifique

L’Eurasie, c’est l’avenir, a dit le premier ministre russe Vladimir Poutine, qui vient de relancer son projet d’une “Union Eurasiatique”, c’est-à-dire d’une union de toutes les anciennes républiques soviétiques en un espace économique unique et commun.

Il a annoncé ce projet dans un article intitulé “Projet d’intégration pour la nouvelle Eurasie: le futur en train de naître aujourd’hui”, et publié dans le quotidien de langue russe Izvestia. Le nouveau candidat à la présidence russe prévoit également, dans cet article, l’entrée possible du Kirghizistan et du Tadjikistan dans l’Union douanière existant déjà entre la Russie, la Biélorussie et la Kazakstan. Cette union recevrait pour nom “Communauté économique eurasiatique” et prendrait effet dès le 1 janvier prochain: elle se développera graduellement pour devenir un espace économique commun qui abolira toutes les barrières encore en place aujourd’hui. Dans son article, Poutine souligne que la Communauté aura une législation uniformisée et autorisera la libre circulation des citoyens de tous les pays qui en feront partie. Le nouveau candidat au Kremlin explique ensuite en détail quelles seront les perspectives que cette union rendra possibles, et déplore qu’en Occident on la stigmatise déjà comme un retour au passé. Poutine déclare alors que cette interprétation occidentale est “ingénue”. “Nous proposons un modèle d’union supranationale puissante capable de devenir l’un des pôles du monde moderne et de déployer un rôle efficace”. Cette union, ensuite, constituera un pont “entre l’Europe et la dynamique région de l’Asie-Pacifique”, le tout en une époque de globalisation accélérée. Depuis le 1 juillet 2011, a rappelé le premier ministre russe, “tout contrôle a été aboli sur la circulation des marchandises aux frontières intérieures de nos trois pays”. Cette mesure a permis de parachever un système douanier unique, dont les perspectives sont claires et permettront rapidement de réaliser de plus vastes initiatives commerciales. Et, ajoute Poutine, au départ de cette union douanière, “nous ferons un pas en avant vers un espace économique commun; nous sommes en train de créer un marché colossal, avec plus de 165 millions de consommateurs, avec une législation uniforme et une libre circulation des capitaux, des services et des forces de travail”.

C’est là un projet, précise Poutine, qui trouve ses racines dans l’actuelle union douanière entre la Russie, la Biélorussie et le Kazakstan: “La création d’une union douanière et d’espaces économiques communs ouvrent la porte à l’émergence, dans l’avenir, d’une union économique eurasiatique”. Grâce à cela, poursuit Poutine, “entrer dans cette Union Eurasiatique apportera des bénéfices économiques mais permettra aussi à tous les pays qui en feront partie, de s’intégrer à l’Europe plus rapidement, en partant d’une position de force”.

Poutine: “Le parcours pour en arriver à ce point fondamental a commencé il y a vingt ans, lorsque, après l’effondrement de l’Union Soviétique, on a créé la “Communauté des Etats Indépendants”. En règle général, nous pouvons dire que nous avions trouvé là un modèle qui a contribué à sauver une myriade de liens spirituels, de liens de civilisation, qui avaient uni nos peuples. Aujourd’hui nous agissons pour sauver la production, l’économie et les autres rapports, sans lequels notre vie serait inconcevable”, a conclu le premier ministre russe.

Le projet soutenu avec force par Poutine existe déjà dans les faits: il a été amorcé par l’Union douanière entre la Russie, la Biélorussie et la Kazakstan, qui, a affirmé Poutine, sera déjà complètement formalisée en 2012; une intégration plus ample verra ensuite le jour un an plus tard, en 2013. Telle qu’elle est conçue par le nouveau candidat au Kremlin, l’Union Eurasiatique est destinée à faire de sérieux bonds en avant à partir du 1 janvier prochain, par la création d’une énorme marché à trois, avec plus de 165 millions d’habitants, où citoyens et entreprises pourront se mouvoir librement pour asseoir la modernisation d’un vaste espace économique capable d’entrer en compétition avec l’UE mais aussi de dialoguer avec le Vieux Continent pour favoriser les échanges commerciaux et le rapprochement, tant sur le plan politique que sur le plan économique.

Andrea PERRONE

( a.perrone@rinascita.eu )

(article paru dans “Rinascita”, Rome, 5 octobre 2011, http://www.rinascita.eu ).

Mega-US-Botschaften im Zentrum des »Eurasischen Balkans«

Mega-US-Botschaften im Zentrum des »Eurasischen Balkans«

Wolfgang Effenberger

 

Mit Neugier und Interesse folgte der Verfasser einer außergewöhnlichen Offerte nach Armenien. Die Einladung an die Wiege des Christentums und die Schnittstelle  der Welten hatte der Präsident der DUA (Deutsche Universität in Armenien), Herr Eduard Saroyan, ausgesprochen. Vorgesehen waren jeweils ein Vortrag am Orientalischen Institut der Akademie der Wissenschaften von Armenien zum Thema »Armenien – Opfer geo-strategischer Interessen« sowie an der DUA. Hier sollte die Schwierigkeit im Umgang mit dem Völkermord an den Armeniern beleuchtet werden.

 

Quelle: the armenian reporter

Schon auf der Fahrt vom modernen Flughafen nach Eriwan fiel dem Verfasser  entlang der Ausfallstraße ein kaum enden wollendes, mauerbewehrtes Areal auf.

Von meinem Gastgeber und Fahrer wurde ich unvermittelt aufgeklärt:

Es handelt sich um die US-Botschaft in Armenien! Dem Verfasser drängte sich sofort die Frage nach dem Zweck und den Motiven dieser ungewöhnlich großen und außerhalb der Hauptstadt liegenden Botschaft für einen Staat von drei Millionen Einwohnern auf.

Mehr: http://info.kopp-verlag.de/hintergruende/geostrategie/wolfgang-effenberger/mega-us-botschaften-im-zentrum-des-eurasischen-balkans-.html

mardi, 11 octobre 2011

Manger local : S’approvisionner et produire ensemble

Manger local : S’approvisionner et produire ensemble

Ex: http://fortune.fdesouche.com/

Notre système alimentaire présente une grave faiblesse, trop souvent ignorée : la France, comme la plupart des nations du monde, a perdu sa souveraineté alimentaire. A partir des années 1950, la logique de l’agriculture intensive a conduit chaque zone géographique à se spécialiser dans quelques cultures et à importer le reste d’autres pays, parfois lointains.

"Vendeuse de marché aux fruits, légumes et volailles" - Joachim Beuckelaer, 1567

Aujourd’hui où se dessine l’ère de l’après-pétrole, il apparaît donc nécessaire de retrouver la maîtrise de notre alimentation, en privilégiant les “circuits courts” et les producteurs locaux, ou en produisant soi-même légumes, fruits ou œufs.

Il suffit que les transports soient interrompus quelques jours pour que les pays, au nord comme au sud, se retrouvent en situation de pénurie.

Cette relocalisation permet de savoir comment sont produits et transformés les aliments, mais aussi de renouer un dialogue avec les agriculteurs et de leur garantir un revenu à la hauteur de leur travail et de leur rôle nourricier. Il y a au moins trois bonnes raisons de manger local.

D’abord, parce que notre approvisionnement dépend pour une trop large part d’importations en provenance de pays parfois lointains, ce qui le rend fragile. On a calculé que, si les transports étaient interrompus, une ville comme Paris, par exemple, n’avait que trois ou quatre jours d’autonomie alimentaire.

Ensuite, parce que ces importations sont coûteuses en pétrole, une énergie qui va devenir rare et chère, et en pollutions. Enfin, parce que renouer un lien avec les producteurs locaux permet de savoir comment est produit ce que l’on mange.

Cependant, comment faire pour manger local ? Retrouver la maîtrise de son alimentation oblige à réapprendre des gestes souvent oubliés (jardiner, préparer des conserves…) et à redécouvrir la coopération et l’entraide qui conditionnent le plus souvent la réussite. Pour aider à cette grande “requalification,” les auteurs de Manger local proposent vingt-six initiatives qui reposent sur des expériences vécues, réussies et facilement reproductibles, ordonnées de manière à amener le lecteur des actions les plus simples à mettre en œuvre (créer un marché de producteurs, un réseau de paniers, approvisionner une cantine en produits bio et locaux ou démarrer son potager) aux plus “engagées” (se réunir autour d’un jardin partagé, créer un éco-hameau, mettre les initiatives locales en réseau…).

Chaque initiative est exposée de manière pragmatique, avec ses succès et ses accidents de parcours. Une liste de conseils pratiques suit chacun de ces récits et donne une idée juste du travail à accomplir et de la marche à suivre pour adapter les différentes idées maîtresses à son propre territoire (quartier, village, ville, vallée…). Cette liste est accompagnée d’un annuaire très fourni qui permet au lecteur de poursuivre sa réflexion pour s’engager localement.

« Manger local : s’approvisionner et produire ensemble » de Lionel Astruc et Cécile Cros Tamzin Pinkerton et Rob Hopkins, initiateurs du mouvement locavore (manger local) signent la préface de ce livre.

Extrait : « La convergence du pic pétrolier, des changements climatiques et de la contraction de l’économie implique que le travail qui consiste à redonner vie à la production alimentaire locale à travers le monde s’effectue avec un sentiment d’urgence nouveau. La sensibilisation à ces questions et la détermination à en atténuer les conséquences ne cessent de croître. Partout dans le monde, les listes d’attente pour obtenir une parcelle à jardiner s’allongent, les ventes de graines de plantes comestibles augmentent et les consommateurs recherchent activement des produits locaux.

Les projets décrits dans ce livre traitent de la transformation des pelouses, des terrains de jeux et des champs en lieux de créativité et de pédagogie autour des aliments. C’est le bon côté des défis auxquels nous sommes confrontés – et ce n’est que le début. En rendant hommage au travail extraordinaire qui a été réalisé jusqu’ici par le mouvement international en faveur d’une alimentation locale, nous devons également reconnaître la nécessité d’aller encore plus loin dans cette voie. »

- Les auteurs :

Après des études de sciences politiques, Lionel Astruc est devenu journaliste spécialisé dans l’environnement. Ses enquêtes le conduisent à visiter des projets écologiques pionniers. Ses reportages paraissent dans la presse et ont fait l’objet de nombreux livres, parmi lesquels Voyage en Terre durable (Glénat), Échappées vertes (Terre Vivante), Aux sources de l’alimentation durable (Glénat)… Cécile Cros, titulaire d’un master en gestion de l’environnement de l’université de Plymouth, en Grande-Bretagne, est chargée des relations extérieures et rédactrice à la Fondation Goodplanet.

- Références :

Manger local : s’approvisionner et produire ensemble de Lionel Astruc et Cécile Cros – Coédition Actes Sud/Colibris – Collection : Domaine du possible – Date de parution : 5 octobre 2011 – 220 pages – ISBN 978-2-7427-9893-3 – Prix indicatif : 19,00€

CDurable

Krantenkoppen Oktober 2011 (2)

Krantenkoppen
Oktober 2011 (2)
WIR KONNEN DIE HERAUSFORDRUNGEN DER ZUKUNFT NUR ZUSAMMEN MIT RUSSLAND MEISTERN:
‎"Die Deutschen sind das Lieblingsvolk der Russen. Russland will eine Modernisierungs-Partnerschaft mit Deutschland":
http://www.eurasischesmagazin.de/artikel/?artikelID=20111004
 
 
RUSSIA'S PUTIN SAYS WANTS TO BUILD 'EURASIAN UNION':
‎"Putin said the new union would build on an existing Customs Union with Belarus and Kazakhstan which from next year will remove all barriers to trade, capital and labor movement between the 3 countries. 'We are not going to stop there and are setting an ambitious goal - to achieve an even higher integration level in the Eurasian Union'."
http://goldsilver.com/news/russia-s-putin-says-wants-to-build-eurasian-union/
 
 
SPECIALE RECHTBANK OM IJSLANDSE PREMIER TE BERECHTEN:
‎"Ex-premier Geir Haarde van IJsland zal zich weldra voor een speciale rechtbank moeten verantwoorden voor de instorting van het IJslandse financiële systeem in 2008":
http://www.knack.be/belga-algemeen/speciale-rechtbank-om-ijslandse-ex-premier-te-berechten/article-1195113246525.htm
 
 
HET PROBLEEM IS NIET TE WEINIG GROEI, HET PROBLEEM IS TE VEEL GROEI ...:
‎"De EU is zo groot geworden dat ze nog moeilijk ter verantwoording kan worden geroepen. Zo groot dat ze onder haar eigen gewicht dreigt te bezwijken. Bedrijven zijn zo groot geworden dat ze democratieën bedreigen en globale plutocratieën worden die enkel nog hun eigen belangen verdedigen":
http://www.express.be/business/nl/economy/het-probleem-is-niet-te-weinig-groei-het-probleem-is-te-veel-groei/153619.htm
 
 
STRAKS BREEKT DE PLEURIS ECHT UIT:
"Als de beer los is, gaan we een echte crash meemaken zoals die in de VS al lang heeft plaatsgevonden. In scenario’s die het ministerie van Financiën onlangs heeft vrijgegeven, dalen de huizenprijzen bij een nieuwe financiële crisis wel me...t zo’n 20% – een enorm vermogensverlies. Dat heeft een vernietigende invloed op het consumentenvertrouwen, waardoor de huizenmarkt volledig tot stilstand komt en de bereidheid om geld uit te geven tot een nulpunt daalt. De bouw van nieuwe woningen valt ver terug, wat opnieuw voedsel geeft aan de economische krimp.
De crash betekent dat zeker de helft van de huishoudens straks een hypotheeklening heeft die groter is dan de waarde van de woning."
 
 
GEHEIMPLAN D-MARK:
"Duitsland bereidt in het diepste geheim terugkeer van de D-Mark voor":
http://www.ftm.nl/original/complot-van-de-dag-geheimplan-d-mark.aspx
 
 
'OCCUPY'-BEWEGING SLAAT OVER NAAR NEDERLAND:
‎"Er staan demonstraties op stapel in het financiële centrum van Londen en ook in Den Haag en Amsterdam. (...) Het protest op Wall Street gericht tegen de financiële elite en de bankensector, vindt elders navolging. (...) Maar OccupyDenHaag gaat verder dan alleen een betoging tegen het financiële systeem":
http://www.rnw.nl/nederlands/article/occupy-beweging-slaat-over-naar-nederland
 
 
LES VICTOIRES DU PROTECTIONNISME EN AMERIQUE DU SUD:
‎"L'economie va bien. (...) Le taux de chômage, qui avait dépassé 20% en 2002 est retombé à 7.3%. Bref, le protectionnisme, bien utilisé, peut permettre la croissance. Mieux, au contraire, il semble plutôt un pré requis pour la croissance. Les ayatollahs de l’anarchie commerciale oublient bien souvent qu’il est au cœur de la réussite économique asiatique":
p://www.gaullistelibre.com/2011/10/les-victoires-du-protectionnisme-en.html#more
 
 
LIBIE: TOEAREG VERNIETIGEN TANKS EN PANTSERVOERTUIGEN:
‎"Met een interval van enkele minuten werden gisteren 35 NAVO-tanks en pantservoertuigen uitgeschakeld nabij Zintan":
http://nicodegeit.wordpress.com/2011/10/04/libie-touareg-vernietigen-tanks-en-pantservoertuigen/
 
 
LIBIE UPDATE: MACHTSSTRIJD, MASSAMOORD, SIRTE SOS:
‎"Tussen de verschillende rebellengroeperingen woedt een (soms gewapende) machtsstrijd en in Sirte pleegt de NATO-rebellen-NTC een massamoord op 75.000 inwoners":
http://www.boublog.nl/04/10/2011/libie-update-chaos-machtsstrijd-sirte-sos/#more-12274
 
 
LIBYAN CONFLICT LURCHES OUT OF NATO CONTROL:
‎"The TNC is in utter disarray and chaos, now with in-fighting in Misurat and in Benghazi (...). Bani Walid is Green, Sirt is Green, Tobruk is Green, Ghadames is Green, Al Jufra is Green, Sabha is Green, Fezzan is Green, Tarouna is Green, all the South is Green and the huge majority of the tribes are with Colonel Gaddafi. Al-Zawiyah is Green. Large parts of Tripoli are Green. Areas along the Tunisian frontier are Green":
http://english.pravda.ru/hotspots/conflicts/04-10-2011/119217-libya_nato-0/
 
 
LIBYE: DERNIERES NOUVELLES DU FRONT (05/10/2011):
"Les Touaregs ont infligé de lourdes pertes aux mercenaires du CNT/OTAN avec brio. (...) Le chef militaire de Tripoli, l’islamiste Beladj aurait fui la ville (...).
Des Tribus algériennes ont conclu un pacte avec des chefs tribaux libyens dans une déclaration intitulée « La Guerre pour la Libération de l’Afrique du Nord » dans un silence médiatique de l’Occident. C’est la naissance du Front nord africaine contre l’OTAN":
http://allainjules.com/2011/10/06/libye-dernieres-nouvelles-du-front-05-10-2011/
 
 
DEXIA ONTMANTELD, BELGEN GEPLUIMD:
‎"Dexia investeerde heel veel geld in rommelkredieten die hoge winsten beloofden maar uiteindelijk een luchtbel bleken te zijn zoals eertijds de Amerikaanse huizenmarkt en nu de overheidsobligaties van landen uit het zuiden van Europa. Dexia staat voor 20,9 miljard euro bloot aan obligaties van noodlijdende Europese overheden":
http://www.dewereldmorgen.be/artikels/2011/10/04/dexia-ontmanteld-belgen-gepluimd
 
 
HACKERSVERENIGING 'ANONYMOUS' DREIGT MET VERNIETIGING FACEBOOK OP 5 NOVEMBER 2011:
‎"Facebook verkoopt informatie aan overheden en veiligheidsbedrijven opdat die op een clandestiene manier mensen van overal ter wereld kunnen bespioneren. Anonymous benadrukt dat Facebook enkel en alleen gratis is omdat persoonlijke informatie wordt doorverkocht. Facebook kan ook alle informatie die je ooit op Facebook hebt gezet recupereren, ongeacht of je ze hebt verwijderd. Facebook weet meer over je dan je eigen familie":
http://www.express.be/business/nl/technology/hackersvereniging-anonymous-vernietigt-facebook-op-5-november-2011/150539.htm
 
 
3 OP 4 VLAMINGEN ZIJN TROTSE BELG:
‎"Driekwart van de Vlamingen is trots Belg te zijn en ziet Vlaanderen liever niet onafhankelijk worden. Twee op de drie denken dat België nog lang overleeft":
http://www.hln.be/hln/nl/957/Belgie/article/detail/1329551/2011/10/06/Drie-op-vier-Vlamingen-zijn-trotse-Belg.dhtml
 
 
12.000 BETOGERS BIJ NIEUW PROTEST TEGEN WALL STREET:
‎"De actie wordt gesteund door verschillende syndicale organisaties, lokale groepen en Democratische verkozenen":
http://www.hln.be/hln/nl/3424/economische-crisis/article/detail/1329481/2011/10/06/12-000-betogers-bij-nieuw-protest-tegen-Wall-Street.dhtml#.To1TVy7QRQU.facebook
 

Thilo Sarrazin im Interview mit dem österreichischen »Kurier«

Thilo Sarrazin im Interview mit dem österreichischen »Kurier«: »Wo man recht hat, muss man es sagen können.«

Laura Küchler

 

Anlässlich des Jahresjubiläums von Deutschland schafft sich ab hat der ehemalige Bundesbankvorstand und Ex-Berliner Finanzsenator Thilo Sarrazin dem österreichischen Kurier ein sehr detailliertes Interview über die demografische Situation Deutschlands und die Nachteile von ungesteuerter Einwanderung gegeben. Er hatte durch seine aus Sicht der Mainstream-Medien provokant formulierten Thesen eine längst überfällige Debatte in Deutschland angestoßen, deren Gegenstand zunächst die Migrationssituation in unserem Land war. Durch die empörten Reaktionen der politischen Klasse auf seine Aussagen einerseits und die im Gegenzug überdimensionale Zustimmung und Sympathie der Bevölkerung andererseits hatte sich diese Debatte ausgeweitet auf die Frage nach Meinungs- und Redefreiheit in unserem Land.

 

Dass Sarrazins Thesen und Feststellungen nicht einfach unter den Tisch gekehrt werden können, belegen schon die Verkaufszahlen seines Buches: Allein im September vergangenen Jahres verkaufte er über 800.000 Exemplare. Mittlerweile ist Deutschland schafft sich ab 1,3 Millionen Mal über die Ladentheken der Buchhandlungen gegangen. Der Bestseller wird ein Longseller, was die enorme Bedeutung des Buches belegt und immer wieder erneut bestätigt. Im Interview mit dem österreichischen Kurier ist unter anderem die derzeitige Schuldenkrise in der Europäischen Union ein Thema.

Mehr: http://info.kopp-verlag.de/hintergruende/deutschland/laura-kuechler/thilo-sarrazin-im-interview-mit-dem-oesterreichischen-kurier-wo-man-recht-hat-muss-man-es-sagen.html

lundi, 10 octobre 2011

Le territoire de l’euro, môle de la résistance et de la reconquête européennes

« Le territoire de l’euro, môle de la résistance et de la reconquête européennes »

Par Gérard Dussouy

Ex: http://fortune.fdesouche.com/

Gérard Dussouy, universitaire, professeur de géopolitique à Bordeaux IV, fait autorité dans son domaine. Il a été l’un des conférenciers de l’Université de rentrée du Bloc Identitaire qui s’est tenue les 9, 10 et 11 septembre devant 150 personnes. Il livre en exclusivité pour Novopress son analyse sur la crise de la dette et en particulier sur l’actualité grecque : une bouffée bien nécessaire d’optimisme, notamment appuyée par les travaux du très important “Laboratoire européen d’anticipation économique” (LEAP) qui publie l’excellent bulletin mensuel appelé GEAB.

Gustave Moreau - Europe et le taureau (1869)

La mondialisation, contrairement à ce qu’en disent les adeptes d’Adam Smith (ceux qui voient en elle l’émergence d’une société globale, démocratique et pacifiée par la prospérité du marché), est un état de guerre. Les principaux enjeux n’en sont plus militaires, pour combien de temps nul ne le sait, mais commerciaux, financiers et monétaires.

Les assauts sont aujourd’hui dirigés contre le territoire de l’euro, le seul territoire européen authentique réalisé à ce jour puisqu’il réunit 17 États qui disposent des mêmes signes monétaires et qui sont dirigés depuis un centre unique (la Banque centrale européenne sise à Francfort/Main). C’est donc une situation inédite dans l’Histoire, inhérente aux transformations du monde, qui veut qu’une construction politique, celle de l’Europe, se cristallise maintenant autour de sa défense monétaire.

 

Les ennemis sont désignés (GEAB n° 57, 15 septembre 2011), à savoir les opérateurs financiers de Wall Street et de la City qui sont devenus les grands féodaux d’une mondialisation qu’ils ont mise en coupe réglée et qui n’entendent pas voir s’organiser face à eux une puissance de type étatique, susceptible de conduire une politique économique contraire à leurs intérêts, et qui leur échapperait.

Ils tirent parti, bien entendu, de l’insuffisante intégration de l’Union européenne, des disparités économiques qui la caractérisent, et des gestions approximatives de trop nombreux gouvernements. Les alliés potentiels existent aussi en la personne des BRICS (économies émergentes), parce qu’ils ont besoin des débouchés européens, mais à condition de régler certains différends commerciaux. Ce qui pourrait se faire grâce à la substitution du néomercantilisme régionalisé au multilatéralisme ultralibéral en vigueur.

La situation de la zone euro est certes difficile en raison du mauvais état des finances publiques de plusieurs États-partenaires. Mais cela justifie-t-il l’alarmisme qui règne à son encontre ?

Des économistes de divers horizons ont annoncé sa dislocation à brève échéance, suite à la défaillance de la Grèce (annoncée pour octobre ou novembre 2011) et à l’emballement consécutif des crises italienne, portugaise, espagnole et irlandaise… Certains chiffres, s’ils devaient se vérifier, sont impressionnants, puisque pour sauver la Grèce, il faudrait lui procurer de 340 à 380 milliards d’euros entre 2012 et 2019, tandis qu’à plus court terme, de 390 à 440 milliards d’euros seraient nécessaires pour soutenir les autres pays en difficulté.

A cela, on peut tout de même opposer les énormes capacités de l’Europe de l’euro (Ee) qui dispose du second PNB du monde avec un total de 8400 milliards d’euros en 2010 ; ce qui présuppose un pouvoir de négociation d’importance pour peu que l’on arrête une stratégie unitaire. Le PNB de la Grèce, quant à lui, en représente moins de 3%, ce qui relativise le pays à risque qu’elle peut être aux yeux de certains, et a fortiori l’impact de sa sortie éventuelle. L’Ee détient un fonds de solidarité, le Fonds européen de stabilité financière (FESF) d’environ 500 milliards d’euros.

Et surtout, comme le souligne le LEAP/2020, grâce à la prise de conscience née de la crise, l’Ee est devenue un espace permanent de discussion en quête de solutions. Parmi celles-ci, la monétisation des dettes des pays les plus en difficulté (ce qui permet de réduire la pression des marchés sur ces États), sachant que dans ce domaine la BCE dispose d’une énorme capacité de rachat. D’autres procédés financiers et monétaires sont à l’étude, comme le renforcement du FESF, et comme la restructuration de la dette de la Grèce qui ne veut pas quitter le territoire monétaire européen, parce qu’elle n’y a aucun intérêt.

A quoi bon se retrouver sur la scène internationale avec une monnaie dévaluée, qui ne vaut pas un kopeck (surtout quand il faut emprunter à un taux alors usuraire), quand il faut importer toute son énergie, ses biens d’équipement, et que l’on n’a rien à exporter ? Et cela vaut pour beaucoup d’autres en Europe, même pour ceux qui ont la prétention d’être encore une grande nation.

La situation actuelle est donc moins désespérée qu’elle n’y paraît ou que les grands médias anglo-saxons se plaisent à le dire et à l’écrire. Mieux encore, elle devrait permettre un pas en avant dans l’intégration européenne et un autre vers l’homogénéisation des systèmes sociaux et économiques des pays européens, dont plusieurs ne peuvent plus faire l’impasse sur leur rationalisation (voir leur modernisation). Techniquement parlant, le territoire de l’euro a les moyens de traverser la crise qu’il connaît.

Beaucoup dépend de la clairvoyance, de la sérénité et de la volonté des dirigeants des États européens. Des échéances électorales s’annoncent dans plusieurs pays. En France, quel que soit l’élu (ou l’élue) parmi les candidats qui ont les meilleures chances, on peut craindre malheureusement, encore une fois, l’exercice d’un « quinquennat inutile ». Pourtant, l’Ee, malgré les défaillances des uns et des autres, devrait assumer son rôle de bouclier quand la crise américaine, annoncée comme inéluctable par beaucoup, va se transmettre au reste du monde.

Car la situation des États-Unis, comme celle de la Grande Bretagne, pays qui est le plus endetté du monde si l’on cumule la dette privée et la dette publique, est bien plus comprise et même inextricable que la nôtre (GEAB n° 57). Le déficit public américain va encore s’accroître, tandis que les coupes budgétaires vont rendre le climat social insupportable. Il est donc peu probable que l’Administration Obama soit reconduite en 2012.

Et en 2013, il est bien possible qu’une nouvelle présidence républicaine dure donne le signal du retour au protectionnisme (seul cadre dans lequel les États-Unis peuvent se ressourcer, et ils en ont les moyens), pour peu qu’elle trouve un compromis avec la Chine, son principal bailleur de fonds. Les gouvernants américains n’ont pas d’état d’âme quand il s’agit de l’intérêt économique des États-Unis : business is business.

En 1934, Franklin Roosevelt n’a pas hésité à dévaluer le dollar de 40% pour essayer de surmonter, en vain, la Grande crise qu’ils n’ont vaincue que grâce à la Seconde guerre mondiale. Mais en déclenchant une cascade de dévaluations et en déstabilisant le commerce international. En 1971 puis en 1973, Richard Nixon a d’abord suspendu la convertibilité en or du dollar, puis l’a dévalué de près de 30 %, ne tenant pas compte du fait que la monnaie américaine était le pilier principal des accords de Bretton Woods (1944) voulus par les États-Unis.

Face à un contexte économique mondial qui risque fort de changer, d’être bousculé sinon bouleversé, les États de l’Ee ont tout intérêt à demeurer soudés autour de leur monnaie unique. Car le retour à des monnaies nationales sans aucun pouvoir d’achat n’ajouterait qu’au désarroi, et ferait le jeu d’un dollar en déshérence.

En revanche, le territoire de l’euro, au delà de la résistance qu’il est en mesure d’offrir aux tourmentes de l’économie mondiale en récession, peut permettre à l’Europe de reconquérir toute sa souveraineté. Il faudra pour cela que les Européens se décident enfin, et le moment sera venu, à utiliser l’euro comme leur véritable monnaie internationale, monnaie de réserve mais aussi monnaie paiement, et à en faire l’instrument d’une véritable politique conjoncturelle européenne. Ce qui est une façon de poser la question de l’Etat européen…

Novopress

dimanche, 09 octobre 2011

Une génération instable a-t-elle surgi en Europe ?

Une génération instable a-t-elle surgi en Europe ?

Ex: http://fortune.fdesouche.com/

Des voitures ont été brûlées en banlieue de Paris, des bagarres se sont produites dans le centre d’Athènes, des manifestations ont eu lieu à Madrid avec la participation de quelque dix mille personnes et Londres a été le théâtre d’émeutes. Du fait de la crise financière, l’Europe est en proie à une crise sociale si profonde que les jeunes européens ont de la peine à contenir leur colère.

La génération instable en Europe peut être divisée en trois catégories : un petit nombre de nécessiteux comme des voyous. Ils ont tendance à la criminalité. La deuxième catégorie : les jeunes ayant reçu une bonne éducation ont espéré pouvoir trouver un bon travail. Mais leur désir ne peut pas être satisfait. Pour la troisième catégorie, les jeunes salariés, qui avaient une expérience de travail, ont perdu leur position ancienne, du fait de la crise économique. Ils ont alors reporté leur colère sur les étrangers.

Cette catégorie de personnes est vulnérable à la démagogie des éléments d’extrême droite et devient des facteurs dangereux susceptibles d’ébranler le mode social de l’Occident. Le vrai danger est la croissance de la xénophobie et des forces nationalistes hostiles à l’intégration de l’Europe.

Les jeunes sont les premières victimes de la crise économique. A l’heure actuelle, le taux de chômage parmi les jeunes âgés d’entre 15 et 24 ans s’est élevé à 20,4%, soit une augmentation de plus de 30% par rapport à celui de 2008.

Parmi les pays européens, la situation est la plus désastreuse en Slovénie et en Pologne : parmi les employés âgés de moins de 25 ans, 60% sont ceux à temps partiels. Et ce pourcentage a dépassé 50% en Allemagne, en France, en Suède, en Espagne et au Portugal. En Espagne, le salaire des jeunes âgés d’entre 16 et 19 ans ne représente que 45,5% de celui des adultes. Le salaire des jeunes âgés d’entre 20 et 24 ans ne représente que 60,7% de celui des personnes d’âge moyen.

Un professeur de l’Université de Bath en Grande-Bretagne indique que la crise économique a fait naître une nouvelle couche dangereuse : une génération instable.

La génération instable touche non seulement à la stabilité de l’État, mais aussi aux relations entre les jeunes et les personnes âgées. L’Europe a fourni un bon système de bien-être aux jeunes, les plaçant sous protection. Tant que ce système commençait à vaciller, les élites politiques qui vieillissent en Europe pensent d’abord à protéger les intérêts de leur génération. Ce qui ne peut qu’accroître le désespoir de la jeune génération.

Les jeunes européens qui ont participé à une manifestation, ont porté une large banderole sur laquelle on lisait : « Nous ne sommes pas opposés au régime. C’est le régime qui ne nous aide pas. » Tenant compte que leur propre avenir est affecté, les jeunes européens ont commencé à s’interroger si les idées de la vieille génération conviennent encore ou non à la situation de nos jours.

En fait, l’Europe devrait permettre aux jeunes de créer une occasion de se transformer et d’améliorer le système. Et cela est plus important que l’aide matérielle.

Le Quotidien du Peuple (Chine)

samedi, 08 octobre 2011

« Les Anglo-américains attaquent l’euro pour le détruire »

« Les Anglo-américains attaquent l’euro pour le détruire »

Ex: http://fortune.fdesouche.com/

« Les banquiers zombies de Wall Street ambitionnent une dislocation chaotique de l’euro avec l’intention de racheter le vieux continent à des prix bradés. Les chacals de la City de Londres veulent détruire l’euro pour redonner un nouveau souffle à la livre moribonde, et pour masquer ainsi le fait que l’Angleterre est plus en faillite que la vaste majorité des membres de l’Union Européenne. »

Ainsi s’exprime le journaliste américain Webster Tarpley, sur son site Tarpley.net. Pour lui, les hedge funds et les banquiers de Wall Street et de la City redoublent d’effort pour mettre l’euro à terre, pour détourner l’attention du monde de la crise aux États Unis et au Royaume Uni. Les agences de notations corrompues seraient les complices de leurs agissements.

« Les Anglo-américains agissent aussi pour détruire l’euro en tant que concurrent possible du dollar dans le rôle de monnaie de réserve mondiale pour le cours du pétrole, les activités de prêt des institutions internationales, et d’autres fonctions. Le dollar est désormais tellement faible et instable qu’il peut seulement survivre au travers de la chute des autres devises. »

« Du fait de l’arrogance et de la stupidité des Eurocrates qui dirigent Bruxelles aujourd’hui, et en particulier du fait de l’incompétence monétariste de Trichet et des autres officiels de la Banque Centrale Européenne (BCE), la rancœur contre l’Euro et la BCE monte dans un certain nombre de pays européens. Mais ceux qui se laissent emporter par l’hystérie anti-euro doivent se poser la question de ce qui les motive à avoir choisi d’avancer la destruction de l’euro, alors que ce projet coïncide tellement avec les intérêts des financiers anglo-américains, qui son clairement les plus grands ennemis de l’Europe, et de l’humanité civilisée en général.

 

Beaucoup parmi les agitateurs anti-euro n’ont pas réfléchi concrètement sur ce vers quoi leurs campagnes actuelles pourraient les mener. Il est certainement imprudent et irresponsable de proposer la destruction de l’euro sans avoir d’alternative concrète et viable à l’esprit », poursuit Tarpley.

Sur son site, il propose toute une liste de solutions pour la zone euro, et parmi elles, l’interdiction du recours aux CDS (Credit Default swaps) et aux CDO (collateralized debt obligations, ou « obligations adossées à des actifs »), en d’autres termes, des produits très spéculatifs, et l’application de la taxe « Tobin » de 1% sur les opérations des marchés financiers.

Express Be

vendredi, 07 octobre 2011

Krantenkoppen Oktober 2011 (1)

Krantenkoppen
Oktober 2011 (1)
LIBYE -DERNIERES NOUVELLES DU FRONT (03/10/2011):
East-Libya: Tobruk and 50% of Benghazi are back in Kadhaffi's hands:
http://allainjules.com/2011/10/03/libye-dernieres-nouvelles-de-front-03-10-2011/
 
 
GROENE VLAG WAPPERT IN 80% VAN TRIPOLI:
‎"De NAVO is overweldigend superieur in de lucht, maar wordt verslagen op de grond. (...) De belegering van Bani Walid en Sirte is mislukt, hoewel er ernstige gevechten zijn geweest rond beide steden":
http://nicodegeit.wordpress.com/2011/10/02/groene-vlag-wappert-in-80-tripoli/
 
 
LAATSTE ONTWIKKELINGEN IN LIBIE:
‎"Donderdagochtend rond 5.00 uur werd na hevige gevechten door de Khamisbrigade de groene vlag gehesen op het gebouw in Tripoli waar de CIA en de NAVO 3 weken geleden hun intrek namen":
http://nicodegeit.wordpress.com/2011/09/30/30-09-2011-laatste-ontwikkelingen-libie/
 
 
REBELLEN LIBIE BLIJVEN TERREIN VERLIEZEN:
‎"De westerse mainstream media schetsen een beeld alsof de ‘bevrijding van Libië’ bijna afgerond is. Uit Libië komen heel andere berichten: de door de NAVO gesteunde rebellen, die bestaan uit speciale eenheden uit westerse landen en Qatar, criminele bendes en radicale islamisten waaronder leden van de terreurbeweging Al Qaida, hebben nog geen 15% van het land in handen en ze verliezen terrein":
http://nicodegeit.wordpress.com/2011/09/28/rebellen-libie-blijven-terrein-verliezen
 
 
NATO'S WAR ON CHINA IS DIRECTED AGAINST CHINA:
‎"In a matter of perhaps 2 to 5 years, depending on how the rest of the world reacts or plays their cards, the Peoples' Republic of China will emerge in the controlled Western media painted as the new 'Hitler Germany'."
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=26763
 
 
STEEDS MEER BELGEN LIJDEN HONGER:
"Het aantal mensen dat beroep doet op hulporganisaties blijft stijgen en onder hen zijn steeds meer Belgen":
 
 
LIBANESISCHER BISSCHOF: ANGST VOR DER US-WUHLARBEIT IN SYRIEN:
""Sobald in Syrien ein US-Marionettenregime eingesetzt ist, können die Katholiken und alle anderen Christen einpacken. Dann werden – wie in allen arabischen Satellitenstaaten der USA – christenfeindliche Moslems wüten": 
 
 
DE ISRAELI'S STELEN, BRANDEN EN VERNIELEN WATERBRONNEN:
‎"De 3 VN-rapporteurs - Raquel Rolnik, Catarina de Albuquerque en [de Belg] Olivier De Schutter - laten er geen twijfel over bestaan dat het gaat om criminele daden van de Israëlische autoriteiten":
http://www.dewereldmorgen.be/artikels/2011/09/29/de-isra-lis-stelen-branden-en-vernielen-waterbronnen
 
 
MGR. WILLIAMSON: 'LE CAPITALISME PARASITE LES AMES':
‎"Tant que Jesus Christ n’absout pas les hommes de leurs péchés par l’intermédiaire de ses prêtres, aucun système de société post-chrétien, ne peut, en dernier recours, fonctionner. Le capitalisme n’a pu fonctionner qu’en parasitant ce qui restait encore du Catholicisme des siècles précédents":
http://ripoublik.com/2011/10/mgr-williamson-le-capitalisme-parasite-les-ames/
 
 
IT'S TIME TO SHOVE OFF TO BELARUS:
"Belarus can indeed be described as the East-European Switzerland":
http://www.sublimeoblivion.com/2011/10/02/translation-shove-off-to-belarus/
 
 
HOE DE MEDIA EEN REEEL DEMOCRATISCHE BEWEGING ACTIEF SABOTEREN:
"De mainstream media zijn onderdeel van een systeem dat door die opstanden in vraag wordt gesteld":
http://www.dewereldmorgen.be/blog/danielverhoeven/2011/09/29/hoe-de-media-een-re-el-democratische-beweging-actief-saboteren
 
 
GAY PRIDE BELGRADO VERBODEN:
‎"Onder de tegenstanders schaarde zich de Servisch-orthodoxe patriarch Irinej. Die had de autoriteiten opgeroepen de 'parade van de schande' te verbieden":
http://www.demorgen.be/dm/nl/990/Buitenland/article/detail/1327149/2011/09/30/Gay-Pride-Belgrado-verboden.dhtml
 
 
AMERIKAANSE FINANCIELE SITUATIE VEEL ERNSTIGER DAN DE EUROPESE:
‎"Europa heeft een paar failliete staten, de VS ook. We hebben Illinois, dat groter is dan Griekenland, we hebben Californië, we hebben New York, allemaal grote staten die zeer ernstige problemen hebben. Dan hebben we nog een reeks pensioenfondsen die nog amper het hoofd boven water kunnen houden":
http://www.express.be/business/nl/economy/amerikaanse-financiele-situatie-veel-ernstiger-dan-de-europese/153239.htm
 
 
EX-VOORZITTER HONGAARSE BEURS SCHETST APOCALYPTISCH BEELD VAN HET EINDE VAN DE EUROZONE:
‎"De euro is zo goed als dood en Europa staat voor een financiële aardbeving eens Griekenland failliet gaat":
http://www.express.be/business/nl/economy/ex-voorzitter-hongaarse-beurs-schets-apocalyptisch-beeld-van-het-einde-van-de-eurozone/153384.htm
 
 
DES MONNAIES LOCALES DEFIENT L'EURO ET LE DOLLAR:
‎"De nombreuses villes et régions misent sur la relocalisation de l’économie. Elles ont, pour ce faire, décidé de se passer de l’euro en inventant leur propre monnaie":
http://marches.lefigaro.fr/news/societes.html?OFFSET=0&ID_NEWS=206277866&
 
 
L'IRAN ANNONCE L'ENOI DES NAVIRES PRES DES COTES AMERICAINES:
‎"Téhéran ne cesse de dénoncer la présence de bâtiments étrangers dans le golfe Persique et en particulier celle des navires de Ve Flotte américaine basée à Bahrein. Tout comme l’oppression mondiale est présente non loin de notre frontière maritime notre marine va avoir une présence forte non loin des eaux territoriales des Etats-Unis":
http://www.opex360.com/2011/09/28/liran-annonce-lenvoi-de-navires-pres-des-cotes-americaines/
 

jeudi, 06 octobre 2011

Pakistan und das »Haqqani-Netzwerk«: Die jüngste, inszenierte Bedrohung Amerikas und das Ende der Geschichte

Pakistan und das »Haqqani-Netzwerk«: Die jüngste, inszenierte Bedrohung Amerikas und das Ende der Geschichte

Paul Craig Roberts

 

Haben Sie schon einmal von den Haqqanis gehört? Ich kann es mir kaum vorstellen. Ähnlich wie das Al-Qaida-Netzwerk, von dem vor dem 11. September noch keiner gehört hatte, tauchte das »Haqqani-Netzwerk« genau zur richtigen Zeit aus der Versenkung auf, um den nächsten Krieg Amerikas zu rechtfertigen – gegen Pakistan.

 

Mit der Behauptung Präsident Obamas, der Al-Qaida-Anführer Osama bin Laden sei zur Strecke gebracht worden, ging der Bedrohung durch dieses altgediente Schreckgespenst die Luft aus. Eine Terrororganisation, die ihren Anführer unbewaffnet und schutzlos zurücklässt und ihn damit zum leichten Ziel eines Mordanschlags macht, wirkt nicht länger furchterregend. Es wird Zeit für ein neues, noch bedrohlicheres Schreckgespenst, das dem »Krieg gegen den Terror« neue Nahrung geben soll.

Mehr: http://info.kopp-verlag.de/hintergruende/geostrategie/paul-craig-roberts/pakistan-und-das-haqqani-netzwerk-die-juengste-inszenierte-bedrohung-amerikas-und-das-ende-der-g.html

Israël et les exigences surréalistes du Pentagone

Israël et les exigences surréalistes du Pentagone

 
04/10/2011 - Ex:  www.dedefensa.org

     
Quelques remarques du nouveau secrétaire à la défense Leon Panetta, hier en route pour une visite en Israël (avant un passage à Bruxelles, pour une réunion des ministres de la défense de l’OTAN), ont douloureusement résonné dans les oreilles des dirigeants israéliens. En un mot, Panetta reproche à Israël son isolement actuel, à cause du “printemps arabe“ et tout ce qui s’ensuit, et recommande avec insistance à ce pays de reprendre les négociations avec les Palestiniens et de se réconcilier avec l’Egypte et la Turquie. Venant du Pentagone et des USA, cette recommandation peut sembler assez peu ordinaire, notamment à cause de la politique erratique et maladroite de Washington vis-à-vis des derniers événements, qui a constitué une des causes de l’isolement d’Israël, peut-être la cause fondamentale de cet isolement. Mais cette sorte de contradiction typiquement washingtonienne n’est ni la première, ni la dernière.
Le Guardian du 3 octobre 2011 fait rapport des déclarations de Panetta.
«In a blunt assessment made by Leon Panetta, the US defence secretary, as he was travelling to Israel, he said the ongoing upheaval in the Middle East made it critical for the Israelis to find ways to communicate with other nations in the region in order to have stability. “There's not much question in my mind that they maintain that [military] edge,” Panetta told reporters travelling with him. “But the question you have to ask: is it enough to maintain a military edge if you're isolating yourself in the diplomatic arena? Real security can only be achieved by both a strong diplomatic effort as well as a strong effort to project your military strength.”[…]
»The Pentagon chief said Israel risks eroding its own security if it does not reach out to its neighbours. “It's pretty clear that at this dramatic time in the Middle East, when there have been so many changes, that it is not a good situation for Israel to become increasingly isolated. And that's what's happening,” he said. Panetta said the most important thing was for Israel and its neighbours “to try to develop better relationships so in the very least they can communicate with each other rather than taking these issues to the Streets”.»
Les milieux les plus “durs” israéliens ont réagi avec amertume et vigueur aux propos de Panetta. Encore une fois, DEBKAFiles (le 3 octobre 2011) donne une bonne idée de ces réactions, surtout venues des milieux de la sécurité nationale. L’argumentation développée se fait en plusieurs points.
 
 
• Si Israël est isolé, ce qui est un fait indéniable, c’est parce que ce pays a suivi les recommandations de Washington (ce que DEBKAFiles a d’ailleurs souvent reproché à Netanyahou), en suivant la politique de Washington. D’ailleurs, observe justement DEBKAFiles, «The United States – and not just Israel – appears to be increasingly isolated in the Middle East with the resulting curtailment of its leeway for determining events.» En recommandant une ligne plutôt conciliante mais surtout hésitante et incertaine vis-à-vis du “printemps arabe”, – comme eux-mêmes faisaient, – les USA ont ôté à Israël l’argument de sa fermeté et de sa force sans rien gagner en échange, mais au contraire en paraissant faible et désorienté. DEBKAFiles cite en exemple, comme attitude exemplaire vis-à-vis du “printemps arabe”, la politique suivie par l’Arabie Saoudite, – extrêmement ferme.
DEBKAFiles va jusqu’à accuser les USA d’une complète hypocrisie, interprétant (un peu audacieusement) la phrase de Panetta «Real security can only be achieved by both a strong diplomatic effort as well as a strong effort to project your military strength» comme un reproche fait à Israël de n’avoir pas attaqué l’Iran pour avoir une position de force, alors que les USA empêchent Israël d’attaquer l’Iran depuis 2007. C’est une interprétation extrêmement sollicitée, qui marque surtout le reproche majeur de ces milieux extrémistes israéliens contre le gouvernement israélien de n’avoir pas réalisé cette opération.
• Le reproche majeur de l’hypocrisie et de l’incohérence US fait dans cette appréciation se trouve substantivée notamment dans la critique de l’actuelle politique US en Libye, en Syrie et en Egypte. Dans ces trois pays, les USA sont accusés par les Israéliens de soutenir les islamistes, ceux qui se trouvent chez les “rebelles” libyens, ceux qu’on trouve dans l’opposition syrienne anti-Assad, et les Frères Musulmans en Egypte que les USA voudraient voir participer au prochain gouvernement. Ce faisant, les USA affaiblissent et éloignent leurs “alliés naturels”, comme les militaires en Egypte, qui sont découragés par cette politique US de maintenir la “ligne Moubarak”.
• Enfin, il y a le reproche majeur d’avoir “assigné” à Erdogan et à la Turquie un rôle majeur d’influence dans les pays arabes, basé sur un antagonisme forcené contre Israël. («President Obama chose to assign Turkish Prime Minister Tayyip Erdogan the role of bridge to Muslim forces in the region.») De ce point de vue, selon cette perception israélienne, la Turquie remplacerait, dans les plans US, l’Iran qui polarisait jusqu’alors l’opposition anti-Israël. L’argument est faiblard, sinon complètement sollicitée : les USA ne peuvent à la fois être complètement isolés au Moyen-Orient, exactement comme Israël, et en même temps continuer à manipuler leurs pions comme s’ils dominaient le Moyen-Orient ; à cet égard, on jugera un peu court, sinon complètement déformé par la vindicte perceptible dans l'argumentation, l'affirmation concernant Erdogan, – lequel est tout ce qu'on veut sauf un “pion” dans les mains de quiconque, surtout des USA…
(On notera que dans une autre analyse, le 2 octobre 2011, DEBKAFiles rapporte que la marine turque effectue des manœuvres de pression et d’intimidation contre des navires marchands israéliens en Méditerranée orientale, près de Chypre. DEBKAFiles écrit que l’OTAN est très inquiète de la chose, ainsi que les USA. Le SACEUR de l’OTAN, l’amiral Stavridis s’est rendu en Isaël puis en Turquie, et a demandé aux Turcs qu’ils cessent cette politique de pression. DEBKAFiles note : «Turkish harassment of Israeli cargo vessels began after those interchanges, indicating that the Erdogan government has no intention of meeting exasperated US and NATO efforts to cool rising tensions in the eastern Mediterranean.» C’est au moins la démonstration de la très faible influence des USA sur la Turquie, ridiculisant l’affirmation ci-dessus qu’Erdogan est un pion des USA…)
Cet incident de l'intervention de Panetta, pris par les Israéliens activistes et extrémistes pour un double jeu hypocrite et cynique des USA, prouverait plutôt, à notre sens, que même les Israéliens n’ont pas vraiment perçu la façon dont fonctionne aujourd’hui le pouvoir aux USA. Il n’y a aucune ligne directrice, aucun “double jeu”, etc., notamment vis-à-vis de la situation au Moyen-Orient et du “printemps arabe”. On a pu avoir une belle démonstration de cette impuissance et de ce désordre complets, assortis de la fragmentation complète du pouvoir US. Devant l’ONU, Obama fait un discours, sur la question palestinienne, que Netanyahou aurait pu reprendre mot pour mot. Ce n’est pas de l’hypocrisie, c’est le plus complet cynisme qui règne, dans le chef d’un président réduit aux acquêts minables de la recherche d’un électorat pour une réélection bien compromise : Obama n’a fait ce discours que pour rassembler l’électorat juif aux USA, et les fortunes juives pour son soutien – absolument rien d’autre en fait de “pensée politique”. La “sortie” de Panetta, elle, concerne les intérêts du Pentagone, qui veut garder ses liens avec Israël mais qui veut aussi, aussi fortement et peut-être même plus, éviter une détérioration supplémentaire de ses liens avec ces deux pays qui étaient deux formidables points d’appui stratégiques de sa politique au Moyen-Orient : l’Egypte et la Turquie. Panetta demande donc l’impossible à Israël, dans une situation où les USA portent évidemment l’essentiel des responsabilités pour ce qui est des influences extérieures (on ne parle pas de la dynamique intérieure du “printemps arabe” qui est un facteur également essentiel et ne dépend certainement pas d’une hypothétique “politique US”) ; “l’impossible”, c’est-à-dire rester l’Israël dont le Pentagone a besoin, puissant et militairement dominateur au Moyen-Orient, et en même temps suffisamment arrangeant pour se réconcilier avec la Turquie et l’Egypte.
“Arrangeant” avec la Turquie, par exemple ? Panetta sait-il que pour se réconcilier avec la Turquie, Israël doit aller a Canossa et s’excuser platement auprès d’Erdogan, à propos de l’affaire de la “flottille de la liberté”, c’est-à-dire perdre la face par rapport à ses positions antérieures, – et perdre évidemment et complètement, du même coup, les pauvres restes de sa position de force au Moyen-Orient… Mais Panetta se fout de cette sorte de contradictions, puisqu’il obéit au Système, dans ce cas suivant les recommandations de la bureaucratie du Pentagone préoccupée de sa seule logique interne de puissance, sans soucis des vérités extérieures. De toutes les façons, les pressions US, c’est-à-dire du Pentagone, sur Israël, aboutissent à cette sorte d’impasse par contradiction directe. Le Pentagone veut conserver des positions de puissance qu’il n’a d’ores et déjà plus et, pour cela, fait porter le poids de cette contradiction sur ses alliés les plus privilégiés, disons sur ses “annexes extérieures” dont Israël est la plus évidente, en exigeant pour ce cas d’Israël qu’il rétablisse à lui seul la situation antérieure. La mission que Panetta assigne à Israël est donc complètement absurde et (bis repetitat) Panetta s’en fout puisque cet aspect-là de la logique des situations ne l’intéresse pas.
La même indifférence à la logique des situations, aux véritables intérêts et enjeux, pousse effectivement les USA à soutenir les islamistes, éventuellement en Syrie, en Libye et en Egypte, plongeant Israël dans l’horreur supplémentaire d’une contradiction qui détruit toute sa politique maximaliste développée depuis 9/11 et réduit à mesure sa “position de force” qu’il devrait pourtant conserver selon les “plans” (!) US. Washington répondrait éventuellement, s’il reconnaissait honnêtement sa contradiction politique, qu’il n’a pas le choix devant l’ampleur des dégâts et les pressions politiques, – ce qui, d’ailleurs, serait reconnaître sa déroute et son isolement dans la région. Israël reconnaîtrait alors qu’il se trouve désormais dans une situation où sa sécurité militaire et matérielle (la quincaillerie militaire, sur laquelle est basée toute sa politique de force) dépend d’une force militaro-politique (les USA) en complètes perdition et déroute, qui lance des initiatives désespérées dans tous les sens, sans ne tenir plus aucun compte des intérêts réels de ses “annexes”, dont Israël est le fleuron.
Curieuse dichotomie : dans la rhétorique, un soutien presque hystérique de Washington à Israël, aussi bien du pauvre président Obama que du Congrès plongé dans le désordre de son impuissance face aux questions les plus pressantes (économie, maintien de la cohésion intérieure). (Cela, avec l’habituelle aide financière venue d’une dette colossale et d’une monnaie réduite au papier sur lequel elle est imprimée, et l’obligation d’acheter la quincaillerie US.) Dans la vérité de la situation, une force de pression grandissante sur Israël pour une politique constituée d’axes absolument contradictoires, donc une politique impossible à appliquer. Le soutien de Washington à Israël tend à faire de plus en plus partie d’un univers qui n'a plus le moindre rapport, même fortuit, avec la vérité de la situation, tandis que le “printemps arabe”, lui, met en pleine lumière cette “vérité de la situation”. Israël est en train de mesurer combien le pouvoir d’influence (le lobbying à Washington) poussé à l’extrême, basé sur la corruption et la rhétorique terroriste, contient, à son terme, un double pervers qui contient peut-être, lui, les germes de sa perte.

Poutine dessine les contours d’une « Union eurasienne »

Poutine dessine les contours d’une « Union eurasienne »

4.10.2011: www.ruvr.ru
 
 
 
 
L'Union douanière et l'espace économique commun mis en place par la Russie, la Biélorussie et le Kazakhstan serviront de base à la création d'une Union économique eurasienne, indique le Premier ministre russe Vladimir Poutine dans son article "Un nouveau projet d'intégration pour l'Eurasie - un avenir qui naît aujourd'hui", publié ce mardi dans le quotidien Izvestia.
"La création de l'Union douanière et de l'espace économique commun jette les fondements de la future Union économique eurasienne. Parallèlement, le cercle des membres de l'Union douanière et de l'espace économique commun s'élargira progressivement grâce à l'implication complète du Kirghizstan et du Tadjikistan", souligne-t-il.
"Nous ne nous arrêterons pas là et nous fixons un objectif ambitieux - celui de conférer une nouvelle dimension, plus élevée, à l'intégration vers l'Union eurasienne", précise le Premier ministre russe.
 
"Nous proposons un modèle d'union supranationale puissante, capable de devenir l'un des pôles du monde contemporain tout en servant de lien efficace entre l'Europe et la région dynamique d'Asie-Pacifique. Cela signifie entre autres qu'il faut commencer à coordonner plus étroitement les politiques économique et monétaire, et créer une union économique efficace", explique-t-il.
"Il ne s'agit pas de restituer d'une manière ou d'une autre l'URSS ", fait remarquer le chef du gouvernement russe. "Il serait naïf de tenter de reconstruire ou de calquer ce qui appartient déjà au passé. Ce qui est impératif, c'est de parvenir à une étroite intégration sur une nouvelle base politique et économique, avec un nouveau système des valeurs".
Selon Vladimir Poutine, l'Union eurasienne est un "projet ouvert, et d'autres partenaires, en premier lieu les pays de la Communauté des Etats Indépendants y sont les bienvenus". "Nous ne voulons pas forcer le pas à qui que ce soit. Cela doit être une décision souveraine d'un pays, dictée par ses propres intérêts nationaux à long terme", souligne-t-il dans son article.
"Certains de nos voisins expliquent leur réticence à participer aux projets d'intégration avancés dans l'espace postsoviétique par le fait que ceux-ci seraient contraires à leur choix européen. A mon avis, c'est un faux argument ".
" Nous ne voulons pas nous isoler ou prendre le contrepied de qui que ce soit. L'Union eurasienne sera créée selon les principes intégrationnistes universels, en tant que partie intégrante de la Grande Europe, unie par des valeurs communes de la liberté, de la démocratie et des lois de marché ", ajoute le Premier-ministre russe.
C'est en 2003 que la Russie et l'Union européenne ont décidé de mettre en place un espace économique commun et de coordonner les règles économiques sans créer de structures supranationales. Dans l'article du journal Izvestia, Poutine souligne que la Russie a proposé "de réfléchir ensemble à la création d'une communauté économique harmonieuse qui s'étalerait de Lisbonne à Vladivostok". "Ces propositions ne sont pas restées en suspens. Elles sont étudiées en détail par les collègues européens ", précise-t-il.
"Outre les avantages économiques évidents, l'adhésion à l'Union eurasienne permettra à chacun de ses membres de s'intégrer plus rapidement et sur des positions plus fortes dans l'Europe", assure Vladimir Poutine dans le quotidien.

Presseschau Oktober 2011 (1)

Presseschau

Oktober 2011 (1)

AUßENPOLITISCHES

Skurriler TV-Auftritt
Börsenhändler hält Goldman Sachs für die Weltregierung
http://www.ftd.de/finanzen/:skurriler-tv-auftritt-boersenhaendler-haelt-goldman-sachs-fuer-die-weltregierung/60109605.html

Trader on the BBC says Eurozone Market will crash
http://www.youtube.com/watch?v=aC19fEqR5bA

9/11
Wer steuerte die Flugzeuge?
http://www.heise.de/tp/artikel/35/35438/1.html

9/11
Die Zeit der Angst
http://www.welt.de/print/die_welt/debatte/article13594191/Die-Zeit-der-Angst.html

9/11, die USA und Carepaket-Syndrom
http://www.sezession.de/27834/911-die-usa-und-carepaket-syndrom.html

Broders Verschwörung
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5326d554a76.0.html

Einsatz am Hindukusch
Deutschland drängte sich für Afghanistan-Krieg auf
http://www.spiegel.de/politik/deutschland/0,1518,784255,00.html

Verräterische Dokumente
Westliche Geheimdienste sollen eng mit Gaddafi zusammengearbeitet haben
http://www.welt.de/print/welt_kompakt/print_politik/article13584609/Verraeterische-Dokumente.html

NATO-Einsatz in Libyen: Immer mehr Enthüllungen über Zusammenarbeit
http://www.mainpost.de/ueberregional/politik/zeitgeschehen/NATO-Einsatz-in-Libyen-Immer-mehr-Enthuellungen-ueber-Zusammenarbeit;art16698,6314400

(Selig sind die Erklärungsmuster der Boulevardpresse…)
Schöne Frauen!
Deshalb leisten Gaddafi-Kämpfer Widerstand
http://www.blick.ch/news/ausland/deshalb-koennen-die-rebellen-bani-walid-nicht-stuermen-181558

Neuer Beruf des Tages: Targeter
http://www.jungewelt.de/2011/09-03/036.php
(Fließtext:
Neuer Beruf des Tages: Targeter
Derzeit sucht der US-Geheimdienst CIA jede Menge »Targeter«, was sich ungefähr mit »Richtschütze« übersetzen läßt. Wer sich von Kindesbeinen an täglich stundenlang Computer-Killerspiele reinzog und auf alles schoß, was sich bewegte, hat beste Chancen, in der mit 30 Milliarden Dollar Jahresbudget versehenen Regierungsagentur eine neue Arbeitsstelle zu bekommen. Auf ihn wartet ein gut eingerichtetes, klimatisiertes Büro, in dem er nach Herzenslust seinem Hobby frönen kann, mit dem Unterschied, daß die auf seinem Monitor zu sehenden zerfetzten Leichen und die Trümmer, zwischen denen sie liegen, vor seinem Knopfdruck keine virtuellen Männer, Frauen und Kinder, sondern lebendige Menschen waren und ihre Häuser keine Datei, sondern real.
Nach getaner Arbeit, so läßt sich der Job beschreiben, kann sich der »Pilot« in sein Auto setzen und nach Hause in die Vorstadtidylle amerikanischer Städte fahren, wo am Pool im Garten z. B. ein Kinderfest zu Töchterchens Geburtstag stattfindet. Die von ihm gesteuerte unbemannte Killerdrohne hat Tausende Kilometer von Washington entfernt in Afghanistan, Pakistan, Jemen oder anderswo auf dem Globus mit ihren Hellfire-Raketen vielleicht gerade eine verdächtige Behausung mit »Terroristen« in die Luft gejagt.
Inzwischen sind 20 Prozent der CIA-Mitarbeiter »Targeter«. Spionage im klassischen Sinn scheint immer weniger Aufgabe der Agency zu sein. Zwar hat die CIA noch nie in ihrer Geschichte vor Mord und Totschlag zurückgeschreckt, aber man war darum bemüht, daß die von ihr als »nasse Sachen« bezeichneten Aktivitäten im Verborgen stattfanden. Unter den Augen der Weltöffentlichkeit ist nun der Geschäftszweig illegale Tötung so dominierend geworden, daß sich die Agentur mehr und mehr zu einem reinen Killerunternehmen gewandelt hat. Für die Ermordung ganzer Familien reicht ein bloßer Verdacht.(rwr))

Brutales Computerspiel empört amerikanische Konservative
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M58642fdf527.0.html

Gleiches Recht für alle
US-Soldaten dürfen zu ihrer sexuellen Orientierung stehen
http://www.tagesspiegel.de/weltspiegel/us-soldaten-duerfen-zu-ihrer-sexuellen-orientierung-stehen/4628752.html

(Dabei gibt es kaum ein schöneres Wort; wahrscheinlich Neid, denn schließlich gibt es ja auch kaum hässlichere Frauen als Feministinnen…)
Frankreich
Sexismus
Feministinnen bekämpfen das traditionelle "Mademoiselle"
http://www.morgenpost.de/printarchiv/panorama/article1777706/Feministinnen-bekaempfen-das-traditionelle-Mademoiselle.html

New York
Drogenboss aus Jamaika bekennt sich schuldig
http://www.focus.de/panorama/welt/kriminal-drogenboss-aus-jamaika-bekennt-sich-schuldig_aid_661048.html

Idee für Königsberg-Referendum löst Protest aus
Kommunisten und Ultranationalisten fürchten das Ende Russlands
http://derstandard.at/1316390251469/Idee-fuer-Koenigsberg-Referendum-loest-Protest-aus

Angebliches Sklaven-Camp in England: Polizei ermittelt
http://www.abendblatt.de/vermischtes/article2024217/Angebliches-Sklaven-Camp-in-England-Polizei-ermittelt.html

Kriminalität
Mexiko: Leichenfund erschüttert Veracruz
http://www.focus.de/panorama/welt/kriminalitaet-mexiko-leichenfund-erschuettert-veracruz_aid_667440.html

Drogen-Krieg
Mexiko: Journalistin grausam ermordet
http://www.bz-berlin.de/aktuell/welt/mexiko-journalistin-grausam-ermordet-article1280574.html

Mexiko
Organisierte Kriminalität
Mafia wirft Menschenköpfe in mexikanische Schule
http://www.focus.de/panorama/welt/organisierte-kriminalitaet-mafia-wirft-menschenkoepfe-in-mexikanische-schule_aid_670036.html

Bluttat in Brasilien
10-Jähriger schießt auf Lehrerin und richtet sich selbst
http://www.krone.at/Welt/10-Jaehriger_schiesst_auf_Lehrerin_und_richtet_sich_selbst-Bluttat_in_Brasilien-Story-297099

Angriff auf Touristen
Britischer Urlauber in Kenia getötet
http://www.spiegel.de/panorama/0,1518,785749,00.html

Piratenattacke im Luxusresort
Safari-Tourist in Kenia getötet
http://www.blick.ch/news/ausland/britischer-tourist-in-kenia-getoetet-181538

Südafrikanisches Gericht verbietet Hasslied
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M588a060efa3.0.html

Zigeunerproblem in Tschechien
Sozial unangepasst
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M57bbaf21dd6.0.html

(Wenn man die genaue Wortwahl betrachtet, ein Schmarrn-Artikel…)
Wahlerfolg für "Roten Block"
Dänemark rückt nach links
http://www.spiegel.de/politik/ausland/0,1518,786557,00.html

(noch ne Spur schmarrniger und wirklichkeitsverzerrender…)
Parlamentswahlen in Dänemark
Sozialdemokraten steuern auf Wahlsieg zu
http://www.zeit.de/politik/ausland/2011-09/daenemark-wahl-parlament

Populisten verlieren Wahl in Norwegen
Dennoch kaum "Utøya-Effekt"
http://www.badische-zeitung.de/ausland-1/populisten-verlieren-wahl-in-norwegen--49511947.html

INNENPOLITISCHES / GESELLSCHAFT / VERGANGENHEITSPOLITIK

Demokratiesimulation und Gegenöffentlichkeit
http://www.sezession.de/27713/demokratiesimulation-und-gegenoffentlichkeit.html

(treffender Kommentar zur Berlin-Wahl)
Nacht der einsamen Herzen
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5bf4f175777.0.html

Finanzkrise Unterwegs zur Plutokratie
Hemmungsloser Reichtum, betrogene Bürger: Der entfesselte Markt bringt die Demokratie in Gefahr
http://www.zeit.de/2011/36/Finanzkrise-Demokratie/seite-1

Chin Meyer erklärt "Finanzspekulation" - Markus Lanz - Finanzkrise - Bankenkrise +ppf+
http://www.youtube.com/watch?v=h_hnY3KHpa0

Fachkräftemangel - richtig oder falsch?
http://rundertischdgf.wordpress.com/2011/09/03/fachkraftemangel-richtig-oder-falsch/

Stoppt EU-Schuldenunion (ESM-Vertrag)!
http://www.youtube.com/watch?v=d6JKlbbvcu0

König DAX beherrscht Europa
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5bb46778208.0.html

Rettungsschirme und Scheuklappen
http://eos-o-ton.20six.de/eos-o-ton/art/626099/Rettungsschirme-und-Scheuklappen

(Schuldenkrise)
Die Party muß weitergehen
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M50638511533.0.html

Gewerkschaften werben für Euro-Rettung
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M50ee4580ee0.0.html

„Titanic“ vorm Eisberg: Piraten ahoi!
Vor der Kollision noch etwas Party
http://www.freie-waehler-frankfurt.de/artikel/index.php?id=172

Konservativer Anti-Schick
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5f53ce6d09f.0.html

„Wenn nicht wir, wer dann?“
Demo gegen den Euro - mit Bankangestellten
http://www.faz.net/artikel/C30214/wenn-nicht-wir-wer-dann-demo-gegen-den-euro-mit-bankangestellten-30685555.html

(Auch eine Euro-Sorge…)
Hakenkreuz auf 2-Euro-Münze Welcher Nazi hat mein Geld verschandelt?
http://www.bild.de/news/leserreporter/hakenkreuz/hakenkreuz-in-zwei-euro-muenze-17447422.bild.html

Erfolgreicher Antikriegstag in Dortmund
http://blog.antikriegstag.org/

(Zur Polizei-Situation)
Freund sucht Helfer
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M512db761407.0.html

Suizid
Polizist nahm sich das Leben – Kollegen sprechen von Mobbing
http://www.tagesspiegel.de/berlin/polizei-justiz/polizist-nahm-sich-das-leben-kollegen-sprechen-von-mobbing/4602028.html

Polizisten nehmen Auto-Brandstifter fest
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M53d094138d2.0.html

Polizei
Erfolg gegen Autobrandstifter
http://www.morgenpost.de/printarchiv/berlin/article1774898/Erfolg-gegen-Autobrandstifter.html

Tobias P.
Erst zündeln, dann Geld verdienen?
Tobias P., der als mutmaßlicher Brandstifter in U-Haft sitzt, gab sich als politischer Journalist aus
http://www.bz-berlin.de/aktuell/berlin/erst-zuendeln-dann-geld-verdienen-article1280878.html

(Lesenswert zum feministischen und sozialistischen Regulierungswahn!)
Geschlechterkrampf in der Alpenrepublik
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5530cd7e801.0.html

Die Claudia, die Indianer und die Toleranz
http://www.youtube.com/user/DieClownUnion#p/u/3/QcHzJyabR34

Öffentlich-rechtliche Medien fordern 1,47 Milliarden mehr
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M546dec4d8b5.0.html

Beck warnt Papst vor Schulterschluß mit Pius-Brüdern
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5a259893553.0.html

(Betr. „Spiegel“ gegen Papstbesuch)
Der Unbelehrbare
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5b9dca14102.0.html

Papst in Berlin: „Das Heil kommt von den Juden“
(woher auch sonst)
http://www.oecumene.radiovaticana.org/ted/articolo.asp?c=522720

(Verhetzung? Weil Plasberg richtig gesagt haben, dass Mütter in katholische Kindergärten flüchten, um ihre Kinder keiner muslimischen Mehrheit auszusetzen?)
Bruder Paulus regt sich über „Verhetzung“ des Moderators auf – „Würde aber wieder hingehen“
http://www.extratipp.com/nachrichten/regionales/stars-sternchen/moench-geraet-plasberg-aneinander-1417776.html

(Gutmenschen und „autonome“ Szene engagieren sich für das wilde Lager- und Urinierrecht Hamburger Penner; mit dabei die CDU. Dabei könnten sie jenen doch einfach ihre Vorgärten oder die Rote Flora zur Verfügung stellen…)
Ein Zaun empört Hamburg
Sprecher aller Bürgerschaftsparteien kritisieren die Absperrung auf St. Pauli. Sie soll Obdachlose fernhalten.
http://www.abendblatt.de/hamburg/article2038918/Ein-Zaun-empoert-Hamburg.html

Hamburg
St. Pauli hält Obdachlose mit Zaun auf Distanz
http://www.sueddeutsche.de/politik/hamburg-st-pauli-haelt-obdachlose-mit-zaun-auf-distanz-1.1151916

Hessen verbietet Hells-Angels-Vereine
http://www.sueddeutsche.de/55m383/232796/Hessen-verbietet-Hells-Angels-Verein.html

Rockerbande
Wenn ein Hells Angel einen Innenminister lobt
http://www.welt.de/politik/deutschland/article13636124/Wenn-ein-Hells-Angel-einen-Innenminister-lobt.html

Plagiatsfall Margarita Mathiopoulos
Wieder ein böses Ende für eine Dissertation?
http://www.faz.net/artikel/C31373/plagiatsfall-margarita-mathiopoulos-wieder-ein-boeses-ende-fuer-eine-dissertation-30685835.html

Korrumpierte Wissenschaft
http://www.sezession.de/27926/korrumpierte-wissenschaft.html#more-27926

Senioren-Union fordert Verbot von DDR-Symbolen
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M50e60316ed2.0.html

Kritik an Versendung von Broschüre zur Vertreibung
http://www.dnews.de/hessen/615181/kritik-versendung-broschure-vertreibung.html

Umstrittene Broschüre
„Krieg war Anlass, nicht Ursache der Vertreibung“
http://www.faz.net/artikel/C30840/umstrittene-broschuere-krieg-war-anlass-nicht-ursache-der-vertreibung-30687323.html

Museumsverband: Mit Zeit nach 1945 befassen
http://www.dnews.de/hessen/615867/museumsverband-zeit-1945-befassen.html

Verstümmelte Demokratie
Von Thorsten Hinz
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5f4cf8cfb2e.0.html

Unsere andere Fahne
http://www.pi-news.net/2011/09/unsere-andere-fahne/#more-212737

(Wieder mal eine „vergangenheitspolitische“ Groteske dieser Zeit…)
TV-Panne
Kandidat stimmt Horst-Wessel-Lied in österreichischer Talentshow an
http://www.spiegel.de/panorama/0,1518,787453,00.html

Eklat im ORF
Kandidat trägt Nazi-Hymne in TV-Show vor
http://www.20min.ch/life/tv/story/Kandidat-traegt-Nazi-Hymne-in-TV-Show--vor-31556325

LINKE / KAMPF GEGEN RECHTS / ANTIFASCHISMUS

(…na so was aber auch. Wo das Steuergeld in Euro-Bonds viel besser angelegt wäre…)
Wahl in Mecklenburg-Vorpommern
NPD kann weiter mit Steuergeld rechnen
http://www.derwesten.de/nachrichten/politik/NPD-kann-weiter-mit-Steuergeld-rechnen-id5032400.html

(…oder besser Steuergelder hierfür. Eine neue Broschüre des hessischen Innenministeriums…)
Rechtsextremisten frühzeitig erkennen und stoppen
http://www.cop2cop.de/2011/08/17/rechtsextremisten-fruhzeitig-erkennen-und-stoppen/

(ein mehrfach gedruckter dpa-Text)
Die Fakten zum rechtsextremen Schreckgespenst
http://www.focus.de/politik/deutschland/wahlen-2011/mecklenburg-vorpommern/tid-23532/npd-zieht-in-schweriner-landtag-ein-die-fakten-zum-rechtsextremen-schreckgespenst_aid_662393.html

Parteien verbünden sich gegen NPD
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M513524f35f8.0.html

(nach jedem „Wahlerfolg“ die gleiche Kammelle…)
Extremismus
Neuer Anlauf für NPD-Verbot umstritten
http://www.focus.de/politik/deutschland/extremismus-neuer-anlauf-fuer-npd-verbot-umstritten_aid_662913.html

(zwar vom März, aber dennoch mal wieder die gesamte Mischpoke versammelt…)
Neues Bündnis "Nazifrei in Plauen" gegründet
17 Gruppierungen haben sich zu einer Gegeninitiative zusammengeschlossen
http://www.freiepresse.de/LOKALES/VOGTLAND/PLAUEN/Neues-Buendnis-Nazifrei-in-Plauen-gegruendet-artikel7617680.php

Haftstrafe nach Angriff auf Parteimitglieder der Freiheit
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M55edd0a51fe.0.html

Verfassungsschutz warnt
Neonazis provozieren mit Aktionen in Hannover
http://www.haz.de/Hannover/Aus-der-Stadt/Uebersicht/Neonazis-provozieren-mit-Aktionen-in-Hannover

Nazi-Verein
Innenminister Friedrich verbietet HNG
http://www.focus.de/politik/weitere-meldungen/nazi-verein-innenminister-friedrich-verbietet-hng_aid_667490.html

Rechtsextremismus
Bundesregierung verbietet größten Neonazi-Verein
http://www.spiegel.de/politik/deutschland/0,1518,787612,00.html

Neonazi-Verein verboten: Razzia auch bei "Nazi-Müller" in Mainz
http://www.rhein-zeitung.de/regionales_artikel,-Razzia-bei-Nazi-Mueller-Organisation-verboten-_arid,309379.html

Die ehemalige HNG-Vorsitzende Daniela Wegener zum HNG-Verbot
http://altermedia-deutschland.info/2011/09/22/dissidenten/die-ehemalige-hng-vorsitzende-daniela-wegener-zum-hng-verbot-22-09-11/
http://www.loaditup.de/files/650948_zfz92vmqbn.pdf

Linkspartei fordert schärfere Überwachung islamkritischer Internetseiten
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M521ca50b2c8.0.html

(Entweder hat jemand den Server geknackt oder es gibt einen Informanten aus dem inneren PI-Kreis…)
„Politically Incorrect“
Im Netz der Islamfeinde
http://www.fr-online.de/die-neue-rechte/-politically-incorrect--im-netz-der-islamfeinde,10834438,10835026,item,0.html

Schwere linksextreme Krawalle in Dortmund
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5ea7228c77e.0.html

Gewalt gegen Polizisten: Polizei ermittelt gegen Geschäftsführer der Linksjugend
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5a3854f73f1.0.html

„Bündnis Rechtspopulismus stoppen“ kooperiert mit Linksextremisten
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5834aada6f7.0.html

Technische Universität verbietet linksextremes Blockadetraining
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M56e59c129c4.0.html

(Folgenden Begleittext enthielt eine dazu mitgelieferte Rundmail: „Weil FPÖ-Vize Hofer dem Theorieorgan `hier&jetzt´ des Bildungswerkes für Heimat und nationale Identität e. V. (das als `Neonazi-Zeitschrift´ verunglimpft wird) ein Interview gegeben hat, in dem er u. a. Auskunft zur Euratom-Politik der Freiheitlichen gibt, wird von linksextremer Seite eine Schmutzkampagne gegen ihn losgetreten, die auch mit Gesinnungsschnüffelei bei Facebook (!) arbeitet (siehe unten). Hofer befindet sich allerdings in guter Gesellschaft, denn vor ihm gaben u. a. auch Ernst Nolte, Günter Maschke, Hans-D. Sander, Alain de Benoist oder Volkmar Weiss `hier&jetzt´ Interviews.)
Norbert Hofer (FPÖ): Braune Freundschaften
http://www.stopptdierechten.at/2011/09/22/norbert-hofer-fpo-braune-freundschaften/

(Internes Dokument, das bezeichnend das geistige Niveau des heutigen Antifantismus darlegt)
Ratschlag von Storch Heinar wegen des Verdachts der Nazi-Propaganda
http://www.handicap-fernuni.com/images/downloads/OB_AStA_Nazi_12092011.pdf

Erfolg für die „Campus drei“ im Studentischen Konvent – Martin Böcker bleibt Chefredakteur
http://www.sezession.de/28113/erfolg-fur-die-campus-drei-im-studentischen-konvent-martin-bocker-bleibt-chefredakteur.html#more-28113

EINWANDERUNG / MULTIKULTURELLE GESELLSCHAFT

(Wertvoller Grundlagentext)
Liberale und konservative Islamkritik
http://www.pi-news.net/2011/09/liberale-und-konservative-islamkritik/

Lampedusa
Die Lage eskaliert
http://www.focus.de/politik/weitere-meldungen/lampedusa-die-lage-eskaliert_aid_667742.html

Lampedusa: Migrantenunruhen weiten sich aus
http://diepresse.com/home/panorama/welt/694975/Lampedusa_Migrantenunruhen-weiten-sich-aus?_vl_backlink=/home/index.do

Italien geht rigoros gegen Flüchtlinge auf Lampedusa vor
http://www.tagesschau.sf.tv/Nachrichten/Archiv/2011/09/21/International/Italien-geht-rigoros-gegen-Fluechtlinge-auf-Lampedusa-vor

Niederlande schaffen Sprachtest für Türken ab
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5f0435985ae.0.html

Güglingen und der Brief des Bürgermeisters über das „Integrationsproblem“
http://www.sezession.de/27664/guglingen-und-der-brief-des-burgermeisters-uber-das-integrationsproblem.html#more-27664

(Wenn „Grüne“ applaudieren, hat man oft eine CDU-Regierung…)
Niedersachsen schafft Residenzpflicht für Asylanten ab
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M507ccd4d56b.0.html

(Böhmers alte Leier…)
Böhmer fordert mehr ausländischstämmige Lehrer
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M597cdf6a0c3.0.html

Die Politik der Mehrheitsverhältnisse
http://www.sezession.de/28023/die-politik-der-mehrheitsverhaltnisse.html#more-28023

Radikale Islamisten: Kein Seminar in der Rhön
http://www.hna.de/nachrichten/hessen/radikale-islamisten-duerfen-kein-seminar-rhoen-abhalten-1427814.html

Gewalt gegen Polizisten, Teil I
http://www.sezession.de/27683/gewalt-gegen-polizisten-teil-i.html

Gewalt gegen Polizisten, Teil II
http://www.sezession.de/27702/gewalt-gegen-polizisten-teil-ii.html#more-27702

Zweifel an rassistischer Diskriminierung von Ibraimo Alberto
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5728e2a3488.0.html

Rabiater Radler in Offenbach
http://www.op-online.de/nachrichten/offenbach/rabiater-radler-1386478.html

(„Simon G.“ bald wieder frei…)
Fünf Jahre Haft für Mehrfachtäter
http://www.fnp.de/nnp/region/hessen/fuenf-jahre-haft-fuer-mehrfacht-ter_rmn01.c.9174625.de.html

Wettbüro überfallen - Offenbach Zwei männliche Personen befanden sich am 09.09.2011 kurzzeitig in einem Wettbüro in der Waldstraße und sahen sich die Fußballergebnisse an. Offensichtlich wurde das Lokal ausbaldowert. Gegen 20:00 Uhr wurde die Lokalität verlassen. Etwa um 20:18 Uhr kam ein Täter zurück und bedrohte den 43 Jahre alten Bediensteten, wohnh. in Offenbach, mit einem Messer und forderte die Herausgabe von Bargeld. Nach Aushändigung des Kasseninhaltes flüchtete der Täter zu Fuß in unbekannte Richtung. Die Höhe der Beute steht noch nicht genau fest. Der Haupttäter soll ca. 30 Jahre alt gewesen sein, Südländer, ca. 175 cm groß, schlank, Dreitagebart, kurze Haare, schmales Gesicht, trug Bluejeans, einen schwarzen Kapuzenpullover und dunkle Sportschuhe. Der Mittäter war ca. 180 cm. groß, athletische Figur, kurze Haare, Südländer, Dreitagebart, trug schwarze Lederjacke, Bluejeans und helle Sportschuhe. Zeugenhinweise nimmt die Kripo Offenbach unter der Telefonnummer 069-80981234 entgegen.
http://www.presseportal.de/polizeipresse/pm/43561/2110077/pol-of-polizeipressebericht-des-polizeipraesidiums-suedosthessen-vom-samstag-10-09-2011

Räuberische Erpressung - Offenbach Am 09.09.2011, gg. 20:55 Uhr, befanden sich 3 junge Männer aus Offenbach auf dem Turm im Wetterpark. Nach dort kamen 3 männliche Personen und forderten Wertgegenstände. Nachdem die Geschädigten herumgeschubst wurden, händigten sie ihren Handys aus. Die Täter flüchteten zu Fuß in unbekannte Richtung. Bei den Täters soll es sich um 2 südländisch Typen, beide 175 cm groß und eine hellhäutige Person, ca. 190 cm. groß gehandelt haben.
http://www.presseportal.de/polizeipresse/pm/43561/2110077/pol-of-polizeipressebericht-des-polizeipraesidiums-suedosthessen-vom-samstag-10-09-2011

Straßenräuber bleibt ohne Beute - Hanau
(iz) Ohne die als Beute erhoffte Handtasche einer älteren Dame blieb am Dienstagnachmittag ein Straßenräuber am Rande der City. Der Gangster war der Frau wohl zuvor auf der Frankfurter Straße bis zum St.Vincenz-Krankenhauses gefolgt; an der Rampe des Haupteingangs riss der Ganoven dann von hinten am Trageriemen der Tasche. Der heftige Ruck führte allerdings nur dazu, dass die überraschte Seniorin mit aller Macht ihr Eigentum festhielt und anschließend zu Boden stürzte; sie zog sich dabei Verletzungen zu, die später eine Versorgung in der nahegelegenen Klinik notwendig machten. Noch während die 72-Jährige am Boden lag, rannte der Halunke - kurz verfolgt von einem Passanten - bis zur Herrnstraße und dann vermutlich durch die Langstraße davon. Der Übeltäter hatte eine schwarze Jacke sowie eine blaue oder graue Jogginghose an und wurde als etwa 20 Jahre alter Südländer beschrieben.
http://www.presseportal.de/polizeipresse/pm/43561/2112419/pol-of-pressebericht-des-polizeipraesidiums-suedosthessen-von-mittwoch-14-09-2011

Massenschlägerei nach Kreisligaspiel
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5d374c58057.0.html

(dazu wüsste man gerne näheres…)
Jugendliche attackieren 53-Jährigen in Wiesbaden
http://www.bild.de/regional/frankfurt/frankfurt-regional/jugendliche-attackieren-53jaehrigen-in-wiesbaden-20162054.bild.html

KULTUR / UMWELT / ZEITGEIST / SONSTIGES

Stadt als (vergessenes) Sinnversprechen
http://www.heise.de/tp/artikel/35/35280/1.html

Wesel
Historische Rathausfassade: über 1.000 feierten Einweihung
http://www.rp-online.de/niederrhein-nord/wesel/nachrichten/historische-rathausfassade-ueber-1000-feierten-einweihung-1.2026960

Streitgespräch
Sind Hochhausmonster Denkmäler?
http://www.ksta.de/html/artikel/1315562770670.shtml

Die 4. Revolution - EnergyAutonomy
Der visionäre Kinodokumentarfilm "Die vierte Revolution - EnergyAutonomy" beobachtet in einer Reise um die Welt das Leben und Wirken von zehn Menschen, die ein Ziel verbindet: Energieautonomie - der vollständigen Wechsel der Energieversorgung der Menschheit weg von fossilen und nuklearen Brennstoffen hin zu 100 Prozent erneuerbaren Energien.
http://www.youtube.com/watch?v=m_QPATE0rBU

Google interessierts nicht
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M50a5425adf4.0.html

Kaum Einsprüche gegen "Streetside" von Microsoft
http://www.radiobremen.de/bremenvier/programm/themen/streetside108.html

WikiLeaks-Gründer
Unautorisierte Autobiografie Julian Assanges erscheint
http://www.spiegel.de/netzwelt/netzpolitik/0,1518,787651,00.html

"Die Guantánamo-Falle" im NDR
Der Terror als Privatperson
http://www.taz.de/Die-Guantnamo-Falle-im-NDR/!77312/

Norbert Bolz auf den Spuren von Peter Sloterdijk
Konvertiten unter sich
http://titel-magazin.de/artikel/25/9870/norbert-bolz-auf-den-spuren-von-peter-sloterdijk.html

Wackernagels RAF-Buch "es"
Drei Spalten Widersprüche
http://www.taz.de/Wackernagels-RAF-Buch-es/!77948/

Antisemitische Pöbeleien
Milde Strafe für John Galliano
http://www.stern.de/lifestyle/leute/antisemitische-poebeleien-milde-strafe-fuer-john-galliano-1725562.html

Modeschöpfer
Der Tresenrassist John Galliano muss zahlen
http://www.welt.de/lifestyle/article13593552/Der-Tresenrassist-John-Galliano-muss-zahlen.html

Der wahnsinnige Sklave – Teil II
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5e9ce5d7c4c.0.html

Generation „Dümpel“?
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M53c6ab49582.0.html

Neuer Typus des Revolutionärs
Adieu idéologie
http://www.sueddeutsche.de/kultur/neuer-typus-des-revolutionaers-adieu-ideologie-1.1141878

Landeskindertrachtenfest eröffnet
http://www.bild.de/regional/frankfurt/frankfurt-regional/landeskindertrachtenfest-eroeffnet-19748114.bild.html

Aussteiger leben auf Polens Vergangenheit
http://www.dw-world.de/dw/article/0,,14801202,00.html

Musik hören und den Widerstand unterstützen
http://www.besseres-hannover.info/wordpress/?p=406
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mercredi, 05 octobre 2011

Guerre secrète: les drones d'Obama débarquent aux Seychelles

 

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Ferdinando CALDA:

Guerre secrète: les drones d’Obama débarquent aux Seychelles

La CIA est en train de créer un chapelet de bases dans la Corne de l’Afrique et en Arabie pour augmenter les attaques illégales contre le Yémen et la Somalie

La guerre secrète que mène la CIA par le truchement de bombardements effectués par des appareils sans pilote se répand actuellement dans le monde entier: des montagnes de l’Afghanistan, elle s’est portée récemment dans la péninsule arabique et dans la Corne de l’Afrique. Ce seront principalement le Yémen et la Somalie qui, bientôt, verront, sur leur sol, croître la pratique des “mises à mort” venues du ciel et perpétrées par les fameux drones “hunter-killers” (chasseurs-tueurs). Juge, jury et bourreau ne font plus qu’une personne dans de telles opérations: ces exécutions raffinées ont été et seront en effet menées “à bonne fin” par un seul opérateur de la CIA, installé devant un écran d’ordinateur, situé dans une base secrète et lointaine, à des centaines et des centaines de kilomètres de distance. Cet opérateur décidera du sort à infliger aux “objectifs” apparaissant sur l’écran via les senseurs des drones.

Cette pratique a déjà fait ses preuves au Pakistan, le long de la frontière afghane. Elle a déjà provoqué la mort de près de trois mille personnes (dont plusieurs centaines de civils), à la suite de près de trois cents raids effectués entre 2004 et aujourd’hui, mais surtout depuis l’accession à la présidence de Barack Obama.

A ce propos, le “Washington Post”, citant des officiers américains souhaitant conserver l’anonymat, rapporte que les Etats-Unis cherchent à exporter massivement cette pratique vers d’autres “zones chaudes”, comme le Yémen et la Somalie. Pour cette raison, les Américains créent en secret un chapelet de bases pour la CIA dans la Corne de l’Afrique, dans la péninsule arabique et ailleurs.

Le “Washington Post” écrit que l’une de ces nouvelles bases est en voie d’achèvement en Ethiopie, un pays qui a déjà aidé la CIA à “interroger” des suspects de terrorisme, en des lieux bien éloignés des lois sur les droits de l’homme. Djibouti sera une autre de ces bases. Une troisième sera installée aux Seychelles, archipel d’où sont parties les opérations par drones d’août 2011, après qu’une mission expérimentale, officiellement déployée pour lutter contre la piraterie dans l’Océan Indien, avait démontré la parfaite faisabilité des opérations de patrouille à une telle distance. L’archipel, de fait, se trouve à presque 1300 km au Sud-Est de Mogadisciu. Le quotidien américain ajoute qu’en plus la CIA achèvera bientôt de construire une base complémentaire dans la péninsule arabique pour pouvoir frapper au Yémen.

Pour ce qui concerne la base dans les Seychelles, on notera que, depuis la fin de l’année 2009, le petit archipel au nord de Madagascar abrite une flotte réduite de drones “MQ-9 Reaper”. Officiellement, ces appareils ne seraient utilisés que pour des missions de reconnaissance destinées à repérer les pirates qui infestent les eaux de l’Océan Indien. En novembre 2009, les autorités militaires américaines ont organisé une petite démonstration pour une trentaine de journalistes à l’aéroport de Victoria, en exposant un des quatre “Reapers” américains rangé dans un hangar tout près du terminal où débarquent les touristes friands des belles plages de l’archipel.

Cependant quelques câbles diplomatiques révélés par Wikileaks nous ont appris que des drones partis de cette base ont mené des raids armés en Somalie. Tout cela s’est passé avec la bénédiction du gouvernement local qui n’a finalement qu’un souci: que l’opinion publique n’apprenne rien de ce dispositif.

Lors d’une rencontre avec le Président James Micheles, le 18 septembre 2009, les diplomates américains auraient expliqué que le gouvernement des Etats-Unis aurait “demandé, sur un mode réservé, l’autorisation d’armer les Reapers”, “si le désir de le faire se présentait”. Pour sa part, Micheles a déclaré qu’il “n’était pas opposé par principe” à l’utilisation de drones pour des missions armées, mais aurait, par la même occcasion, demander aux Américains de ne jamais soulever la question “avec d’autres membres du gouvernement mis à part le Président”, comme vient de le rappeler le chef de l’état-major politique de Micheles, aujourd’hui devenu ministre des affaires étrangères.

Ferdinando CALDA.

( f.calda@rinascita.eu )

(article tiré de “Rinascita”, Rome, 22 septembre 2011, http://www.rinascita.eu  ).

Une armée très secrète aux ordres d'Obama

Ferdinando CALDA:

Une armée très secrète aux ordres d’Obama

8834623580387898.jpgLe “Washington Post” révèle quelles ont été les opérations menées par le “Joint Special Operation Command”, une unité de combat qui a reçu l’autorisation de tuer et qui n’est aux ordres que du seul Président

Mardi 6 septembre 2011, le général américain David Petraeus a pris officiellement la direction de la CIA, en succédant à Leon Panetta, devenu, lui, secrétaire à la défense. La nomination de l’ancien commandant des forces américaines en Irak puis de la coalition internationale en Afghanistan est considérée par bon nombre d’observateurs comme un pas de plus vers la “militarisation” de l’agence de renseignement américaine.

Ce dangereux glissement vient d’être confirmé par un article récent du “Washington Post”, dans lequel l’auteur démontre que, depuis l’attaque du 11 septembre 2001 contre les tours jumelles, la CIA est devenue de plus en plus “un groupe paramilitaire, sans pour autant avoir le devoir de responsabilité et de transparence que l’armée est tenue de garantir”. C’est là, pour d’aucuns, un véritable “retournement mortel”, qui a transformé les renseignements américains en une agence d’espionnage et en une “incroyable machine à produire la mort”, pour paraphraser un ancien agent secret. Il suffit de penser que de 2001 à aujourd’hui les bombardements par drones ont tué un peu moins de trois mille personnes.

Mais le “Washington Post” rappelle quelques aspects plus particuliers encore de cette évolution: la guerre secrète détient actuellement une portée bien plus vaste et la lutte contre le terrorisme, telle qu’elle est envisagée par la Maison Blanche, est désormais soustraite à tout contrôle de l’opinion publique et, surtout, du Congrès. En citant un extrait du livre, récemment publié, de deux journalistes, Dana Priest et William M. Arkin, intitulé “Top Secret America: The Rise of the New American Security State”, le quotidien explique comment s’organise depuis quelques années le “Joint Special Operation Command” (JSOC), une unité militaire d’élite, ultra-secrète, qui opère au-delà de toutes les obligations qui incombent normalement à la CIA elle-même. Il s’agit d’une véritable armée parallèle aux effectifs de 25.000 hommes, dotés de leurs propres drones, de leurs propres avions de reconnaissance et même de leurs propres satellites. Et surtout, il ne faut pas oublier ceci: ils ont le droit de tuer. Le Président —l’unique personne, mis à part le chef du Pentagone, à laquelle ils doivent rendre des comptes— a autorisé les hommes du JSOC de sélectionner des particuliers dans la liste noire qu’ils ont reçue et de les tuer (inutile de préciser: sans aucune autre forme de procès et sans justification de la moindre preuve).

C’est donc ce qui s’est passé en mai dernier, lorsque ces hommes ont pénétré sur le territoire pakistanais pour éliminer Ousama Ben Laden. Ou encore en avril 2006, quand ils ont tué le chef d’al-Qaeda en Irak, Abou Moussab al-Zarqawi. De plus, grâce au caractère secret de leurs missions, ils ont pu mener des actions dans des pays qui ne sont pas en guerre avec les Etats-Unis, comme le Yémen, la Somalie, les Philippines, le Nigéria et, finalement, la Syrie.

“Nous sommes la matière obscure. Nous sommes la force qui meut l’univers, mais que l’on ne peut pas voir”, a dit, en se vantant, un membre du Corps d’élite des Navy Seals. Et cet homme ajoute: “La CIA n’a ni les dimensions ni l’autorité requise pour faire les choses que nous, nous faisons”.

En effet, les deux journalistes du “Washington Post” notent dans leur livre que si la CIA, avec ses propres drones et forces paramilitaires, a tué des milliers de persones, chefs d’Al-Qaeda et moudjahiddins de cette mouvance, la JSOC en a tué beaucoup plus. Ainsi, si la CIA a capturé et interrogé avec des “méthodes peu orthodoxes” une centaine de “suspects de terrorisme”, la JSOC en a capturé et interrogé “dix fois plus”.

Ferdinando CALDA.

( f.calda@rinascita.eu ).

(article tiré de “Rinascita”, Rome, 9 septembre 2011, http://www.rinascita.eu ).

mardi, 04 octobre 2011

Erdogan et le “printemps arabe”

 

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Matthias HELLNER:

Erdogan et le “printemps arabe”

Le voyage qu’a récemment entrepris le premier ministre turc Recep Tayyip Erdogan en Egypte, en Tunisie et en Libye a suscité la méfiance des observateurs occidentaux. Il ne s’agit pas tant de la visite d’un chef d’Etat mais de la réorientation générale de la politique extérieure turque pour les prochaines années. Comme l’adhésion de la Turquie à l’UE ne se fera pas dans de brefs délais, en dépit des avocats de cette candidature à Bruxelles, Erdogan cherche un nouveau champs d’action. D’après le député européen des Verts, Daniel Cohn-Bendit, qui participe allègrement au lobbying pro-turc qui sévit au Parlement européen, “Merkel et Sarközy ont tout fait pour que la Turquie ne puisse adhérer prochainement”. L’Europe aurait ainsi refusé pendant trop longtemps l’intégration de la Turquie et Erdogan n’a plus guère d’autre choix: il doit jouer la carte de la “puissance régionale” dans le monde arabe, prétend Cohn-Bendit, pour qui les dérapages d’Erdogan s’expliquent “par l’attitude intransigeante d’Israël”.

Or c’est bien par sa nouvelle politique à l’égard d’Israël qu’Erdogan pourra effectivement réussir à installer solidement la Turquie dans le rôle d’une puissance régionale et d’asseoir sa crédibilité en tant que telle. Déjà, la Turquie semble être un pays plus démocratique et plus séculier que les autres dans la région et, ainsi, servir de modèle pour tous les Etats qui se trouvent aujourd’hui dans une phase de transition. C’est pourquoi, sans doute, les insurgés libyens prétendent désormais avoir la Turquie pour modèle, quand ils bâtiront leur nouvel Etat post-Khadafi. “Nous voulons devenir un pays démocratique et musulman selon le modèle turc”, a déclaré le chef du “Conseil de Transition”, Moustafa Abd al-Djalil, lors d’une rencontre avec Erdogan. On aurait toutefois pu penser que la visite d’Erdogan en Libye aurait soulevé bon nombre de complications car Erdogan a pendant très longtemps soutenu l’ancien régime libyen de Khadafi – à ce propos, il faut mentionner qu’il y a eu des manifestations anti-Erdogan à Benghazi. Cependant, Erdogan se trouvait en Libye pour affaires commerciales: des consortiums turcs de la construction avaient signé des contrats pour des milliards avec le régime de Khadafi. Il s’agit bien entendu de sauver ces contrats dans le cadre de l’ère nouvelle. La Turquie entend égalemet intensifier ses relations économiques avec l’Egypte. Les investissements turcs pourraient, en deux ans, passer de 1,1 milliard à 5 milliards de dollars.

Sur le plan politique, l’effet que fait aujourd’hui la Turquie, modèle qui inspirent les acteurs du printemps arabe, semble intact et inaltéré. D’après le journal “Zaman”, proche des milieux gouvernementaux turcs, un grand nombre d’intellectuels égyptiens plaident pour que leur pays suive le modèle turc et mette un terme aux relations qu’il entretient avec Israël. Pour ne pas envenimer encore davantage le conflit qui oppose dorénavant la Turquie à Israël et pour ne pas alourdir les liens déjà fort distendus avec l’UE, Erdogan a renoncé à rendre visite aux Palestiniens de la Bande de Gaza. Il a toutefois rencontré le président palestinien pour soutenir la requête en reconnaissance qu’a formulée l’entité palestinienne auprès de l’ONU et qui a été présentée fin septembre à New York.

Matthias HELLNER.

(Article paru dans “zur Zeit”, Vienne, n°38/2011 - http://www.zurzeit.at/ ).

Dans le monde, l’obésité tue plus que la faim

Dans le monde, l’obésité tue plus que la faim

Ex: http://fortune.fdesouche.com/

D’après le rapport annuel de la Fédération internationale de la Croix-Rouge, il y a plus de personnes obèses dans le monde que de personnes souffrant de malnutrition. Une constatation qui soulève la question de l’accessibilité aux denrées alimentaires d’une part, et celle du déséquilibre alimentaire d’autre part.

Le monde compte désormais plus d’obèses que de personnes souffrant de malnutrition mais le poids des privations augmente dans un contexte de crise alimentaire croissante, a mis en garde la Fédération internationale de la Croix-Rouge dans un rapport publié jeudi à New Delhi.

L’organisme humanitaire basé à Genève a centré son rapport annuel sur les catastrophes dans le monde sur les problèmes de nutrition en soulignant la disparité entre riches et pauvres ainsi que la récente envolée des prix. Selon les statistiques de la Croix-Rouge, 1,5 milliard de personnes souffraient d’obésité dans le monde en 2010 tandis que 925 millions d’autres souffraient de malnutrition.

« Si la libre interaction du marché a abouti à une situation où 15 % de l’humanité a faim tandis que 20 % est en surpoids, il y a quelque chose qui n’a pas marché quelque part », a résumé le secrétaire général Bekele Geleta, cité dans un communiqué.

 

Le directeur de la Croix-Rouge pour la région Asie-Pacifique, Jagan Chapagain, a qualifié ces statistiques « de scandale à double tranchant », lors d’une conférence de presse dans la capitale indienne. Il a souligné que « les excès de l’alimentation tuent aujourd’hui plus que la faim ».

En 2011, les prix des denrées alimentaires ont flambé

Selon lui, le problème de la faim n’est pas dû à une pénurie de nourriture dans le monde mais à une mauvaise distribution, au gâchis et à une hausse des prix qui rend les denrées alimentaires moins accessibles. Les prix des denrées alimentaires ont flambé en 2011 à l’échelle mondiale, faisant craindre une crise alimentaire similaire à celle de 2008 qui avait provoqué des émeutes et une instabilité politique dans de nombreux pays.

La hausse des prix alimentaires, que la Croix-Rouge attribue entre autres facteurs à la spéculation sur le marché des matières premières et au changement climatique, a été perçue comme l’un des éléments déclencheurs des mouvements de protestation populaire au Mahgreb et au Moyen-Orient cette année.

« Un nouveau cycle d’inflation [...] plonge un grand nombre de personnes parmi les plus pauvres au monde dans une plus grande pauvreté et dans des situations de grave malnutrition », a dénoncé l’organisation.

Futura Sciences

lundi, 03 octobre 2011

La Chine veut y voir plus clair avant d’aider la zone euro

La Chine veut y voir plus clair avant d’aider la zone euro

Ex: http://fortune.fdesouche.com/

La Chine ne peut prêter assistance aux pays lourdement endettés de la zone euro sans avoir un aperçu clair des solutions au problème de la dette souveraine, a déclaré jeudi le président du fonds souverain chinois CIC.

Jin Liqun, président du conseil de surveillance de China Investment Corporation (CIC) qui gère un actif de l’ordre de 230 milliards de dollars, a également jugé que l’Europe devait supprimer les obstacles aux flux d’investissement et commerciaux en provenance de Chine et d’autres pays à forte croissance.

« Nous sommes en Chine préoccupés par la façon dont la situation évolue dans la zone euro. La Chine ne peut apporter son soutien les yeux fermés. On ne peut attendre de la Chine qu’elle achète des instruments à haut risque de la zone euro sans avoir un aperçu clair des programmes de gestion de la dette.« 

« Les pays de l’Union européenne jouissent encore d’un avantage compétitif dans bien des domaines, comme la science et la technologie, la fabrication industrielle et les produits de luxe (..) Avec le temps, les économies de l’UE se tireront d’affaire ; nous sommes optimistes pour leurs perspectives.« 

Les épargnants chinois boudent les banques

 

On pouvait le redouter en Europe… mais c’est en Chine que cela se passe. Selon la presse officielle, les quatre plus grandes banques commerciales chinoises voient les épargnants se tourner vers d’autres alternatives – telles que particuliers et entreprises privées – pour déposer leur argent, poussés en cela par une inflation élevée et des taux d’intérêt faibles.

Selon le Zhongguo Zhengjuan Bao (Journal des valeurs mobilières de Chine), les dépôts de l’Industrial and Commercial Bank of China (ICBC), de la China Construction Bank (CCB), de la Bank of China et de l’Agricultural Bank of China (ABC) ont régressé de 420 milliards de yuans (48,6 milliards d’euros) durant les 15 premiers jours de septembre. Le quotidien économique affirme par ailleurs qu’une grande partie des fonds ont été placés sur un marché du crédit parallèle.

Si particuliers et des entreprises ne sont certes pas dotés de statut d’établissement bancaire, ils offrent néanmoins des rémunérations environ dix fois plus élevées que celles des dépôts bancaires. Rappelons que la hausse des prix à la consommation s’est élevée à 6,2% au mois d’août, alors que la rémunération des dépôts à un an n’est que de 3,5%. Au final, les épargnants perdent donc du pouvoir d’achat en plaçant leur argent en banque.

Précisons par ailleurs que début septembre, l’agence de notation Fitch a indiqué  qu’elle pourrait baisser la note souveraine de la Chine dans les deux prochaines années. Raisons invoquées : les lourdes créances du secteur bancaire chinois, ce dernier ayant massivement octroyé des crédits ces derniers mois.

Investir & Le Blog Finance

La Turquie demeure l’ “homme malade du Bosphore”

 Richard MELISCH:

La Turquie demeure l’ “homme malade du Bosphore”

Analyse des rapports entre la Turquie et le monde arabe et entre la Turquie et Israël

Depuis les pentes de l’Atlas jusqu’aux rivages de l’Océan Indien, de l’Europe centrale jusqu’à la première cataracte du Nil et jusqu’aux littoraux de la Caspienne et de la Mer Rouge, toutes les traditions, que ce soient celles des Arabes ou des Berbères, des Kurdes ou des Arméniens, des Grecs ou des Hongrois, des Serbes ou des Autrichiens, parlent de raids turcs ou de rafles d’esclaves pendant les cinq ou six siècles qu’a duré la terrible domination ottomane. Les oppresseurs turcs suscitaient rejet et horreur, au point que lorsqu’éclate la première guerre mondiale et que le Sultan Mehmet V, calife des musulmans, appelle à la guerre sainte contre les puissances de l’Entente, aucun peuple ou tribu du monde musulman sous domination française ou britannique, que ce soit en Afrique ou en Inde, ne se déclare prêt à se joindre à une djihad sous l’égide turque. Au contraire: la plupart des cheiks arabes et des princes musulmans se sont rangés derrière les Britanniques (qui, bien entendu, ont promis et donné subsides et formulé moults promesses).

En 1919, après que les vainqueurs de la première guerre mondiale soient parvenus à imposer aux Allemands, aux Autrichiens et aux Hongrois vaincus les clauses scandaleuses des “Diktate” de Versailles, de Saint Germain et du Trianon, ce fut le tour des Turcs à Sèvres un an plus tard. Les conditions imposées à la Turquie étaient si inacceptables qu’un mouvement nationaliste turc, sous la houlette de Mustafa Kemal, a pu appeler la population à la révolte et à la résistance. Kemal a réussi à rassembler derrière sa personne les restes de l’armée ottomane et, pendant l’été 1921, à arrêter et à repousser la puissante offensive grecque en direction d’Ankara. En 1923, Kemal devint le premier Président de la République turque. En 1924, il put signer à Lausanne un traité de paix favorable à son pays. Le successeur de Kemal, Inönü, a réussi, pour sa part, à maintenir la Turquie hors du second conflit mondial, grâce à une magistrale et habile politique d’équilibre entre les puissances occidentales, l’Union Soviétique et le Troisième Reich.

N’importe quel touriste qui visiterait les pays arabes du Machrek ou du Maghreb pourrait admirer les monuments prestigieux construits jadis par les Anciens Egyptiens, les Phéniciens, les Babyloniens, les Grecs ou les Byzantins mais chercherait en vain les témoignages tangibles de la culture turque... alors que les Turcs ont dominé souverainement ces pays du 14ème au 20ème siècle. La mémoire vive de tous les peuples de la région retient en revanche l’oppression et l’exploitation qu’ils ont subies par la volonté des pachas ottomans et par l’arbitraire des sultans auxquels ils ont été soumis pendant plusieurs générations.

Ces mauvais souvenirs légués par l’histoire font en sorte, aujourd’hui, que les anciennes colonies ottomanes, devenues des Etats arabes souverains, ne prêtent finalement qu’une oreille assez inattentive aux chants de sirène que profèrent les dirigeants turcs actuels, qui leur promettent d’avantageuses alliances. A cela s’ajoute qu’au ballast de l’histoire, s’ajoute un nouveau ballast:

-          La Syrie réclame aux Turcs le retour de la province d’Hatay, avec le port d’Iskenderun (Alexandrette) et la ville d’Antakya (l’antique Antioche), qu’elle avait dû céder à la Turquie à l’époque du mandat français, en 1939. La France avait cédé cette province arabe/syrienne contre la promesse turque de ne pas se ranger derrière le Troisième Reich pendant la guerre.

-          Les Etats arabes, surtout les pays qui se trouvent en état de guerre permanente avec Israël, comme la Syrie, le Liban, l’Egypte ainsi que le mouvement de libération de la Palestine, n’oublieront jamais que la Turquie, membre de l’OTAN, est restée neutre (au mieux) au cours de quatre guerres israélo-arabes dans la région, mais, si l’occasion s’était présentée, aurait été tout aussi prête à se tenir aux côtés d’Israël. En 1996, la Turquie a signé un traité d’alliance avec Israël. Et, lorsque, la même année, les troupes de Tsahal entrèrent une nouvelle fois en territoire libanais, les Turcs organisaient des grandes manoeuvres le long de la frontière syrienne, afin de clouer au Nord les régiments de Damas.

-          Les Irakiens, qui, comme on le sait, ont été “libérés” par les Américains, n’oublieront jamais que les Turcs ont cherché l’appui américain pour obtenir la sécession des provinces du Nord de l’Irak autour des régions pétrolifères de Kirkouk et Mossoul. Les Turcs espéraient faire de ces provinces kurdes de l’Irak un Etat kurde “indépendant et souverain”, qui aurait eu la bénédiction de Washington et d’Ankara. De cette façon, les Turcs auraient pu devenir indirectement une puissance pétrolière, entrer dans le club du “Big Oil” et, par la même occasion, refouler vers cette nouvelle république “souveraine” kurde, les révoltés kurdes d’Anatolie orientale, que les autorités d’Ankara baptisent “Turcs des Montagnes”.

-          Plus de 70% des entreprises agricoles syriennes et irakiennes dépendent des barrages anatoliens (sur territoire turc) que les autorités d’Ankara ont construits sur le cours supérieur des deux fleuves mésopotamiens que sont le Tigre et l’Euphrate. Ces fleuves prennent leur source dans le massif montagneux anatolien. Pour les Syriens comme pour les Irakiens, il est plus qu’évident que les Turcs jouent sur le niveau et le débit des deux fleuves, selon que les positions politiques ou militaires de Damas ou de Bagdad leur conviennent ou leur déplaisent. A plusieurs reprises, les Turcs ont d’ailleurs prétexté de “pannes techniques” pour stopper temporairement l’alimentation en eau. Tout cela constitue pour les Mésopotamiens de dangereux précédents. Leur question est dès lors la suivante: que se passera-t-il si le temps de la mise à sec de nos fleuves dure plus longtemps? La Turquie va-t-elle toujours accorder la quantité convenue de 500 m3 par seconde ou va-t-elle consacrer la bonne eau de ses barrages à l’agriculture et à l’industrie d’Anatolie centrale, dont les besoins ont centuplé?

Tandis que le creuset urbain et métropolitain d’Istanbul était dominé par une “élite”, superficiellement occidentalisée, d’affairistes levantins de tous poils bénéficiant de relais internationaux, 90% du peuple entre Üsküdar et Kisilçakçak demeuraient constitué de pauvres paysans et artisans, restant fidèles au Coran, qui voyaient d’un très mauvais oeil les campagnes de modernisation entreprises par le gouvernement laïque.

L’ “élite” levantine pensait pouvoir recouvrir d’un fin vernis d’européisme la Turquie tout entière au fil des décennies. Mais ce vernis présentait de plus en plus de lézardes et de fissures au fur et à mesure que l’on s’éloignait de la Corne d’Or pour s’enfoncer loin dans les territoires de l’Asie mineure. Au cours des deux dernières décennies, des partis politiques islamistes se sont constitués et ont ainsi contribué à affaiblir les détenteurs du pouvoir qui jouaient aux occidentalisés.

C’est un secret de polichinelle de dire que toute la politique turque, jusqu’à un passé encore fort récent, était entièrement formatée à Washington. Pour les partisans de la globalisation, la Turquie représentait l’un des meilleurs tremplins territoriaux contre les “Etats voyous” qu’étaient l’Irak, la Syrie et l’Iran, d’une part, et l’hegemon régional russe, réveillé, d’autre part. C’est surtout pour cette raison que les Etats-Unis exerçaient une pression constante sur l’UE pour que celle-ci accepte l’adhésion et l’intégration politique et économique de la Turquie, pays musulman dont le territoire se situe à 95% en Asie.

Les Turcs se sont mis à régimber progressivement et à refuser cette inféodation à la politique globalisatrice et ce rôle de vassal au service des Etats-Unis, au fur et à mesure qu’ils se laissaient influencer par les effets de leur renaissance islamique. Ils se sont rappelé leur rôle d’antan, celui d’une puissance hégémonique, à la fois spirituelle et géopolitique.

Dans les années 90 et jusqu’en 2010, les plans GAP (Great Anatolian Projects) avaient été conçus pour faire accéder la Turquie à un âge d’or économique, où un nouveau Jardin d’Eden verrait le jour en Anatolie. Ces projets devaient réduire à néant le retard turc et faire fondre la légende de “l’homme malade du Bosphore”. On allait exporter de l’électricité, des productions industrielles et agricoles, des véhicules automobiles modernes et du matériel pour chemin de fer loin au-delà des frontières turques, vers les pays de l’espace transcaucasien, vers l’Asie centrale pour faire advenir une nouvelle civilisation touranienne, qu’on dominerait sans problème. Hélas, cette grande offensive axée sur l’exportation a échoué lamentablement. Les acheteurs et clients potentiels se sont vite aperçu que la qualité des produits turcs, comparés aux produits européens, laissait à désirer, que leurs prix avaient été gonflés, que les délais de livraison et les garanties n’étaient que rarement respectés. Après cet échec, les Turcs ont essayé de prendre pied sur les marchés très convoités des riches Etats pétroliers du Golfe Persique mais ont subi, là aussi, la même déveine qu’en Asie centrale, et pour les mêmes raisons. Le rêve de faire partie de la “ligue des champions” du “Big Business” mondial s’était évanoui.

En l’an 2000, la Turquie a voulu faire des affaires avec Israël: en échange d’une livraison annuelle de 50 à 100 millions de m3 d’eau potable, les Israéliens devaient s’atteler à moderniser l’arme blindée turque. En mars 2002, le journal turc en langue anglaise, “Daily News” annonçait: “Il y a longtemps déjà que nous parlons avec les Israéliens à propos de la vente d’eau. Ils s’insurgent contre les prix trop élevés. En réalité, ils craignent que nous collaborions avec un autre Etat musulman et ils voudraient avoir l’eau pour rien. Maintenant, ils veulent ajouter à ce contrat six contrats supplémentaires pour la construction de systèmes d’irrigation...”. Cette transaction a elle aussi échoué.

Après la victoire de son parti politique, l’AKP, Recep T. Erdogan est devenu premier ministre en mars 2003; l’islam avait acquis le pouvoir au sein de l’Etat turc. Depuis lors, Ankara a pratiqué une politique étrangère en zigzag, tant et si bien que la Turquie se trouve aujourd’hui entre six chaises, sans avoir trouvé sa place! En effet:

·         le fait que la Turquie soit membre de l’OTAN fait d’elle une sorte de “mouton noir” dans la communauté des Etats musulmans;

·         sa nouvelle politique d’islamisation rigoureuse lui interdit l’accès à l’UE;

·         Moscou n’abandonnera jamais ses visées, désormais pluriséculaires, de contrôler au moins un port en eaux chaudes dans les Dardanelles;

·         en souvenir d’expériences douloureuses, vécues dans le passé, les Arabes n’offriront jamais une place pleine et entière à la Turquie;

·         Israël ne considèrera jamais la Turquie comme un partenaire égal;

·         les positions islamistes, assez tranchées, que prennent Erdogan et l’AKP puis la menace proférée par le premier ministre turc de geler les relations entre la Turquie et l’UE si la république de Chypre assume la présidence de l’UE pendant six mois de juillet à fin décembre 2012 comme le veut la règle de fonctionnement des institutions européennes, lesquelles prévoient un changement de présidence tous les semestres; cette attitude intransigeante exclut définitivement la Turquie de toute adhésion à l’UE;

·         les Etats-Unis, qui ont protégé la Turquie pendant des décennies, ont eux-mêmes besoin d’aide, et d’urgence.

Alors, quo vadis, Osman?

Richard MELISCH.

(article paru dans “zur Zeit”, Vienne, n°38/2011; http://www.zurzeit.at/ ).

dimanche, 02 octobre 2011

Les anxiétés anti-européennes de la Turquie

 Andrea PERRONE:

Les anxiétés anti-européennes de la Turquie

Ankara persiste dans sa demande d’adhésion à l’UE mais, simultanément, élève la voix contre Bruxelles et contre Chypre

La Turquie est prête à respecter n’importe quelle décision de l’UE quant à la demande d’adhésion turque, même un “non”, mais le processus des négociations doit être mené jusqu’au bout. Telle est la teneur de la requête formulée récemment à Berlin par le président turc Abdullah Gül, au cours d’une visite de quatre jours en Allemagne, pays où vivent 3,5 millions de personnes d’origine turque, et en présence de son homologue allemand, Christian Wulff. “Nous accepterons de ne pas être membres de l’UE si le peuple d’un seul pays de l’UE le refuse ou considère que la Turquie constituera un poids”, a souligné Gül lors d’une conférence de presse, en présence de Wulff; Gül se référait à l’éventualité d’organiser des référendums nationaux à propos de l’adhésion d’Ankara à l’Union. “Je pense que les débats récents sur l’adhésion ou la non adhésion de la Turquie ne sont pas nécessaires. Avant toute chose, la Turquie doit recevoir la possibilité de mener les négociations jusqu’au bout”, a poursuivi Gül. Ces paroles ont reçu l’accord du président allemand, qui semble avoir pris ses distances par rapport à la Chancelière Merkel, qui demeure ferme dans son opposition claire et nette à toute adhésion turque. Pendant le dîner officiel organisé en l’honneur de son hôte turc, Wulff a affirmé que les négociations en vue d’une adhésion à l’UE doivent être menées de manière plus correcte, plus ouvertes aux espérances turques. “L’UE, elle aussi, doit travailler de manière plus active, afin que le processus d’adhésion puisse progresser, et doit également garantir à ses interlocuteurs turcs une attitude réceptive jusqu’au moment où la Turquie, finalement, aura concrétisé toutes les conditions nécessaires pour entrer dans l’Union”, a souligné le chef de l’Etat allemand.

Madame Merkel, tout comme le chef de l’Elysée Nicolas Sarközy, propose un partenariat privilégié entre l’UE et la Turquie, soit un projet que Gül a défini “difficile à comprendre”, vu que l’Union douanière en vigueur consent déjà des rapports privilégiés. Ankara, en 2005, avait entamé les négociations en vue de l’adhésion après avoir reçu le feu vert unanime des partenaires de l’Union. Mais ces négociations se déroulent au ralenti: seuls treize chapitres sur vingt-cinq ont été abordés. Qui plus est, la Chancelière allemande a exprimé au Président turc ses préoccupations à propos des tensions croissantes entre Ankara et le gouvernement israélien, tiraillements qui ont miné les rapports entre les deux pays du Proche Orient.

Lors de l’entrevue qui eut lieu dans les bureaux de la Chancellerie, les deux parties ont réitéré leurs positions quant à l’entrée de la Turquie dans l’UE et abordé ensuite la question du printemps arabe. Gül a répété publiquement que la Turquie demeurait toujours candidate à devenir membre à part entière de l’UE. Officiellement, l’Allemagne est ouverte à cette éventualité mais le parti de la Chancelière, la CDU, entend offrir aux Turcs une forme différente d’association, c’est-à-dire un partenariat stratégique qui excluerait l’adhésion à plein titre à l’UE. Au cours de la même journée, les interlocuteurs ont abordé aussi les attaques proférées par le ministre turc des affaires étrangères Ahmet Davutoglu contre les pays européens, accusés par lui de donner asile aux séparatistes kurdes du PKK (Parti des Travailleurs du Kurdistan) qui, au départ de l’Europe, continuent à financer des activités terroristes, à procéder à du recrutement, à diffuser de la propagande et à se livrer au trafic d’armes. Cette attaque du chef de la diplomatie turque s’est effectuée à l’occasion d’une conférence sur la lutte internationale contre le terrorisme, qui s’est tenue à New York pendant la 66ème Assemblée générale des Nations-Unies. Davutoglu a expliqué qu’au cours de ces derniers mois, la Turquie a été confrontée à une recrudescence des attaques du PKK, une formation politique, a-t-il ajouté, “qu’Ankara continuera à combattre avec toutes les mesures qui s’avèreront nécessaires”, toutefois dans le respect des principes démocratiques.

Mais les tensions entre Ankara et Bruxelles ne se limitent pas à la question kurde. Il y a aussi les rebondissements dans la question cypriote: Nicosie entend aller de l’avant dans les travaux de prospection, lancés en vue de découvrir des gisements d’hydrocarbures dans la zone économique exclusive de la République de Chypre. Or cette zone d’exclusivité cypriote, les Turcs la réclament pour eux aussi. Un fonctionnaire responsable de l’énergie auprès du département du commerce à Nicosie a confirmé que la firme “Noble Energy”, basée à Houston, a commencé ses explorations en vue de trouver pétrole et gaz au large de la côte méridionale de Chypre. Entretemps, un communiqué, publié sur le site du ministère des affaires étrangères de Nicosie, a répété “que la République de Chypre maintient ses propres droits souverains sur la plateforme continentale en accord avec les lois internationales et aucun autre accord ou aucune décision de la part de la Turquie aura des conséquences sur l’exercice de ces droits”. Et le communiqué souligne: “L’annonce faite par la Turquie constitue un nouvel acte de provocation contraire aux lois internationales”. Ces termes condamnent expressis verbis la décision du gouvernement turc de faire surveiller par des navires de guerre et des avions militaires, prêts à intervenir, les opérations de forage et de sondage que Chypre vient d’entamer en mer. Ces moyens militaires devront en outre défendre le bon déroulement de travaux de même nature que la Turquie commencera très prochainement.

Les tensions actuelles éloignent encore davantage dans le temps le projet de réunifier l’île, divisé en un sud grec-cypriote et un nord colonisé par les Turcs. Ankara a en outre menacé de suspendre les relations avec l’Union Européenne si, l’an prochain, Bruxelles concède à Chypre la présidence des institutions européennes, à laquelle l’île a droit selon le principe de rotation en vigueur. Nous faisons donc face à une ligne politique, délibérément choisie par Ankara, qui contribue à éloigner toujours davantage la Turquie de l’UE. La Turquie a donc bel et bien opté pour une stratégie néo-ottomane visant le contrôle direct et absolu d’Ankara sur toute les zones voisines, au Proche Orient comme en Méditerranée orientale.

Andrea PERRONE;

( a.perrone@rinascita.eu ).

(article paru dans “Rinascita”, Rome, 21 septembre 2011; http://www.rinascita.eu ).