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lundi, 07 janvier 2013

Chi ha ucciso Slobodan Miloševic e perché

Chi ha ucciso Slobodan Miloševic e perché

Slobodan-MilosevicX

L’improvvisa morte sospetta del presidente jugoslavo e serbo Slobodan Miloševic in una cella del tribunale dell’Aja, continua a suscitare interrogativi tra i ricercatori e i media indipendenti sei anni dopo. Robin de Ruiter, pubblicista e storico olandese cresciuto in Spagna, ha scritto un libro affascinante (di prossima pubblicazione in Serbia, ma non ancora disponibile in italiano), che non mette in discussione se l’ex presidente della Serbia sia stato ucciso a L’Aia, ma si concentra sui mandanti e gli esecutori di questo crimine.

Demonizzazione brutale tesa all’omicidio premeditato
De Ruiter utilizza fatti verificabili per smantellare il mito occidentale del “macellaio dei Balcani”, ed esamina le ragioni dietro la brutale propaganda di demonizzazione volta a trasformare l’ex presidente serbo in un mostro, insieme all’intera nazione serba. Utilizzando un metodo semplice, mettendo insieme il ritratto di una persona reale e i fatti storici, andando oltre le caricature grottesche create dall’occidente, l’autore presenta una forte prova sulla ragione principale per cui la NATO e e le potenze occidentali guidate da Washington, hanno voluto far tacere per sempre Miloševic.
Contrariamente a quanto sostenuto in generale e alle premesse dell’imputazione del tribunale dell’Aja, “l’obiettivo politico di Miloševic era mantenere il Kosovo all’interno dei confini della Serbia e impedire alla maggioranza albanese di scacciare la minoranza serba dal Kosovo. Non vi era alcun incitamento all’odio nazionalista, né è stata effettuata una pulizia etnica. Al contrario, i membri del Partito socialista di Milosevic hanno sempre sottolineato i vantaggi della multietnicità per la Serbia“, scrive Robin de Ruiter. L’autore, che si sentiva obbligato a scrivere questo libro “per amore della verità”, cita una serie di giuristi, storici e giornalisti investigativi indipendenti che l’hanno aiutato nella sua ricerca approfondita, mettendo insieme il materiale presentato.

Un aspirina al giorno toglie il medico di torno
L’11 marzo 2006, alle 10:00, a 65 anni, Miloševic veniva trovato morto nella sua cella situata a  Scheveningen, all’Aja, Paesi Bassi, mentre il suo processo per presunti crimini di guerra era in pieno svolgimento, con la presentazione delle prove della difesa. Secondo i patologi olandesi, la causa della morte fu un arresto cardiaco. Oltre alla autopsia, un’analisi tossicologia venne richiesta. Secondo i funzionari dell’Aja, la salute di Miloševic aveva iniziato a peggiorare bruscamente e progressivamente quando era iniziato il processo, ed era sotto costante supervisione da parte di “personale medico altamente qualificato”.
L’autore, tuttavia, ha scoperto il fatto che solo un medico generico e un infermiere componevano l’intera squadra del centro di detenzione dell’Aja composto da ‘personale medico altamente qualificato’. De Ruiter rivela anche che la ‘terapia’ che Miloševic ricevette durante il primo anno di detenzione, consisteva in una singola aspirina al giorno, nonostante il fatto che fosse noto che soffrisse di problemi cardiaci e di pressione alta. L’avvocato di Miloševic, Zdenko Tomanovic, afferma che d’allora la salute del suo cliente venne sistematicamente erosa.

Quando il presidente Miloševic morì, lo specialista russo Dr. Leo Bokeria, del famoso Istituto Bakulev, rivelò ai media: “Negli ultimi tre anni abbiamo sempre insistito, senza successo, che Miloševic venisse ricoverato in un ospedale per essere correttamente diagnosticato. Se a Miloševic fosse stato consentito l’accesso a una qualsiasi clinica specialistica, avrebbe avuto un trattamento adeguato e avrebbe vissuto molti anni.”
All’inizio di maggio 2003, un gruppo di tredici medici tedeschi inviarono al tribunale un testo, esprimendo la loro preoccupazione per la salute di Miloševi? e l’assenza di un trattamento adeguato. Ma tutti i suggerimenti dei medici specialisti vennero scartati e una terapia adeguata rimase indisponibile. Inoltre, non vi fu alcuna risposta a questa e ad altre proteste scritte dallo stesso gruppo di medici.

Farmaci sconosciuti nel sangue di Miloševic
Dopo un anno di trattamento della miracolosa aspirina quotidiana come panacea per malattie cardiovascolari, un gruppo di medici messo su dai burocrati del tribunale emise la seguente diagnosi: danni secondari a vari organi e pressione estremamente alta che in determinate condizioni potrebbe portare a ictus, arresto cardiaco e coronarico o morte prematura. In contrasto con questi risultati, il procuratore generale dell’Aja Carla del Ponte, che sembrava saperne di più, affermò che secondo lei Miloševic “stava eccezionalmente bene”.
L’analisi medica nel 2005 aveva mostrato la presenza di sostanze chimiche “sconosciute” presenti nei sangue di Miloševic, che annullavano gli effetti dei farmaci per la pressione alta. A causa di questa scoperta, Miloševic chiese di essere curato da specialisti russi. Anche se il governo russo il 18 gennaio 2006 offrì la garanzia che Miloševic sarebbe stato messo a disposizione del tribunale, dopo le cure, la richiesta di Miloševic venne negata a febbraio. Poche settimane dopo era già troppo tardi: Miloševic subì l’annunciato e atteso infarto. Tra gli altri, De Ruiter cita la conclusione della rivista olandese Obiettivi:Il fatto stesso che i giudici [Robinson, Kwon e Bonomy] si rifiutassero di dar seguito alla sua richiesta di cure, è sufficiente motivo per sporgere denuncia contro il Tribunale per omicidio premeditato.”
Ulteriori sospetti vennero sollevati dal fatto che le ripetute richieste della famiglia di Miloševic, di un’autopsia indipendente al di fuori dei Paesi Bassi, vennero negate e ignorate. Robin de Ruiter cita anche la dichiarazione di Hikeline Verine Stewart di Amnesty International, che ha sottolineato che la morte prematura di Miloševic era stata conseguenza diretta dei farmaci controindicati trovati nel suo sangue. “Siamo certi che siano la causa della morte. La morte per cause naturali è assolutamente fuori questione“, disse.

Purè di patate con rifampicina
L’autore prende in esame una serie di speculazioni circa l’avvelenamento prolungato dell’ex presidente, nel centro di detenzione di Scheveningen, e conclude che sono tutt’altro che infondate. Nel 2002 si scoprì che a Miloševic venivano somministrati farmaci sbagliati che alzavano la pressione già alta. De Ruiter cita il quotidiano olandese NRC Hadelsblad dal 23 novembre 2002: “Slobodan Miloševic assumeva farmaci sbagliati nel centro di detenzione di Scheveningen, che  aumentavano la sua pressione sanguigna. Questo fu il motivo per cui il processo all’ex presidente jugoslavo dovette essere sospeso all’inizio di novembre. Uno dei commentatori del tribunale sosteneva questo non era un errore. Rifiutò ulteriori commenti.”
Una delle prove che dimostra che Miloševic è stato probabilmente avvelenato durante il suo processo, fu un incidente alla fine di agosto 2004, quando il personale di Scheveningen fu assai  allarmato dopo aver scoperto che un altro detenuto aveva ricevuto la cena di Miloševic. Nel settembre 2004, durante il processo, Miloševic citò questo episodio: “Per tre anni i medici di qui mi hanno considerato in salute e in grado di condurre la mia difesa. E poi qualcosa di veramente strano ha avuto luogo: tutto ad un tratto un ‘medico indipendente’ arrivato dal Belgio, paese in cui ha sede la NATO, annunciava che la mia salute non era abbastanza buona perché continuassi la mia difesa. E tutti i medici qui furono improvvisamente d’accordo in modo unanime su ciò [...] Sentitevi liberi di raggiungere le vostre conclusioni, ma vi prego di tenere presente che sto usando farmaci che i medici hanno prescritto. Io non sono molto sicuro di quello che sta succedendo qui, ma potrei chiamare il personale di guardia a testimoniare su tutto ciò che è accaduto quando mi è stato dato un pasto preparato per una persona dell’altro lato del corridoio. Ci fu un grande clamore per darmi del cibo che era stato preparato specificatamente per me, anche se tutti i pasti sembrano esattamente uguali. Non ne ho fatto un problema, non avevo idea di ciò che stava accadendo. Ma ho alcune ipotesi che possono essere giustificate o meno, ma non vi è una chiara prova… ” A quel punto, il giudice Robinson fece tacere Miloševic chiudendo il suo microfono.
Questo incidente allarmante non è mai stato discusso o indagato. Nel frattempo, la salute di Miloševic continuava a deteriorarsi rapidamente e quotidianamente. Aveva riferito un malessere quotidiano, una terribile pressione dietro gli occhi e nelle orecchie. L’ex ambasciatore canadese James Bissett testimoniò, dopo aver visitato il presidente serbo Milosevic a Scheveningen, che improvvisamente era diventato terribilmente rosso in faccia e che si prese la testa fra le mani. Miloševic disse che la testa riecheggiava quando parlava, come una pentola di metallo.
Nel marzo 2006, Miloševic espresse le sue preoccupazioni per l’ennesima volta: “Nel corso di cinque anni di detenzione non ho preso un solo antibiotico, non ho avuto infezioni, tranne un’influenza e ancora, nel referto medico del 12 gennaio 2006 [che ricevette due mesi dopo] diceva che vi era un farmaco nel mio sangue, usato per trattare la tubercolosi e la lebbra, la Rifampicina.” Commentando questi risultati dei test che avevano rilevato la rifampicina, altamente tossica, nel sangue di Miloševic, Verine Stewart disse: “E’ un mistero inspiegabile perché dessero a Miloševic e ai suoi avvocati i risultati dei suoi test medici del 12 gennaio, solo due mesi dopo, il 7 marzo.”
Un’altra domanda rimasta senza risposta era perché la morte di Milosevic venne scoperta così tardi, nel più sicuro centro di detenzione, il più tecnologicamente avanzato e dotato di telecamere in ogni cellula, e con controlli ogni mezz’ora. Alla conferenza stampa seguente Carla del Ponte sostenne che non vi furono controlli ogni mezz’ora, durante la notte in cui Miloševic morì. Inoltre, per qualche ragione, tutte le telecamere erano spente quella notte. Quando gli chiesero perché, Del Ponte semplicemente rispose che “non era responsabile delle cose che accadono in prigione“.

L’ambasciatore tedesco: le accuse a Miloševic non valgono la carta su cui sono scritte
Nel frattempo, secondo De Ruiter, emerse una serie di dichiarazioni ufficiali dal mondo del diritto internazionale e degli esperti di crimini di guerra, che sottolineava che il processo a Miloševic, in un primo momento annunciato come il ‘processo del secolo’, si era trasformato in un processo segreto. Secondo l’ex ambasciatore tedesco Ralph Hartmann, “già nel suo discorso di apertura, Miloševic ha rivelato fatti sensazionali, dimostrando il ruolo attivo di Stati Uniti, Germania ed altri paesi della NATO giocato nello smembramento e nelle guerre della ex-Jugoslavia. Si può ignorare la verità, ma non la si può sconfiggere“. Mentre il processo progrediva divenne evidente che l’accusa del tribunale dell’Aja valeva solo la carta su cui era scritta.

Meglio … se muore nella sentenza
Molti giuristi, in tutto il mondo, criticarono la sciarada dell’Aja, sottolineando pubblicamente che il  tribunale dell’Aja chiaramente non aveva alcuna prova reale contro Miloševic e che le accuse contro di lui sfumavano senza tanti complimenti. Un certo numero di commentatori, alcuni dei quali citati da De Ruiter, in realtà avevano sottolineato che l’unico modo per l’Aja di uscire da quella situazione era che Miloševic morisse.
Sarebbe meglio se Miloševic muore mentre si è ancora in ballo, disse James Gaw, esperto e consulente del tribunale per i crimini di guerra dell’Aja. Perché, se il processo continua fino alla fine l’unica cosa che può eventualmente essere condannata è una violazione secondaria della legge”, disse Gaw. L’autore conclude che il tribunale può senza dubbio essere accusato di omicidio colposo, e forse anche di omicidio premeditato per cui, come alcuni resoconti dei media hanno affermato, dovrebbe rispondere. Non vi è alcun dubbio che la responsabilità per la morte di Miloševic ricada in pieno sul Tribunale dell’Aja e su Washington, scrive de Ruiter.

Effetto boomerang
Il 25 agosto del 2005 il procuratore dell’Aja Geoffrey Nice, annunciava che Miloševic non era più accusato del tentativo di creare la mitologica ‘Grande Serbia’. La rimozione di un elemento importante dell’accusa contro il presidente serbo aveva leso radicalmente l’intera costruzione. In effetti, le fondamenta su cui tutte le accuse dell’Aja contro Slobodan Miloševic riposavano e si reggevano tutti insieme, era la premessa che tutto ciò che aveva fatto Miloševic avrebbe avuto un unico obiettivo: creare la ‘Grande Serbia’.
Dolorosamente, il Tribunale comprese che la possibilità di ottenere una condanna anche nominalmente credibile, stava diventando sempre più esigua. L’avvocato olandese NMP Steijnen disse: “Il caos è sempre più evidente. Le accuse cominciano a rivoltarsi contro i pubblici ministeri, come un boomerang. Il tribunale teme che Miloševic e i suoi testimoni riveleranno il ruolo svolto dall’occidente nello smembramento della Jugoslavia, e come l’occidente ha sistematicamente diffuso bugie sulla presunta unità serba per la ‘Grande Serbia’, ed i crimini commessi dalla NATO nella guerra di aggressione contro la Jugoslavia e la Serbia e, quindi, che Miloševic e i suoi testimoni avrebbero in conclusione dimostrato chi doveva essere trascinato davanti ai giudici. Miloševic presentò più e più volte, e con l’aiuto di testimoni occidentali, le prove patenti che il Kosovo non affrontava una ‘catastrofe umanitaria’, alla vigilia del bombardamento NATO della Jugoslavia nel 1999. Non era Miloševi? che stava perdendo il processo, ma il tribunale“.
In un articolo, il signor Steijnen scrisse: “Nel corso degli anni del processo, in 466 sessioni, i pubblici ministeri portarono centinaia di testimoni contro Milosevic, accumulando più di 5.000 documenti su di lui, e non hanno dimostrato nulla. Questa assenza di dati reali, la condiscendente  contrattazione dell’azione penale verso sospetti che si rifiutarono di testimoniare contro Miloševic per ottenere riduzioni di pena in cambio, tutto ciò poteva solo danneggiare il tribunale. Gli adoratori del tribunale, nel loro ruolo di reporter, fecero attentamente di tutto per impedire al pubblico di sapere che Miloševic, con i suoi testimoni, aveva inflitto colpi mortali ai ciò che restava delle accuse.”

Seri motivi per un omicidio a sangue freddo
De Ruiter prende atto che il tribunale dell’Aja era già in guai seri, ma le cose sarebbero di molto peggiorate quando sarebbe stato finalmente il turno di Miloševic per la sua difesa. I testimoni che avrebbero testimoniato in difesa di Miloševic, senza eccezione, erano eminenti, autorevoli e credibili, e avrebbero causato gravi mal di testa al tribunale, soprattutto se si tiene presente il fatto che diverse testimonianze dell’accusa ‘erano state smontate e dimostrate delle falsità, a volte fino al punto di diventare ridicole e grottesche.
La situazione era diventata estremamente tesa quando, alla fine di febbraio 2006, Miloševic aveva annunciato che avrebbe chiamato Wesley Clark e Bill Clinton alla sbarra. Aveva intenzione di dimostrare, al di là di ogni dubbio, che gli Stati Uniti avevano condotto una guerra illegale contro la Jugoslavia, e consapevolmente e volutamente bombardato obiettivi civili, presentando in tal modo il vero crimine contro l’umanità. Secondo De Ruiter, l’intenzione di Miloševic non era solo inaccettabile per la NATO, ma anche per il tribunale, che sarebbe stato completamente distrutto se tali prove venivano presentate.
James Bissett, ambasciatore del Canada nell’ex Jugoslavia dal 1990-1992, disse: “Sono sempre stato scettico nei confronti di tribunale, perché sono convinto che è uno strumento utilizzato dagli Stati Uniti e dai loro alleati per mascherare i propri errori nella tragedia dei Balcani. Il tribunale serve per presentare Miloševic e la nazione serba come i responsabili di tutti i mali che colpirono quello sfortunato paese.” Il Generale russo Leonid Ivashov disse: “Slobodan Miloševic era l’unico che potesse testimoniare  nettamente e in modo chiaro sul ruolo che gli Stati Uniti hanno svolto nel sanguinoso smembramento della Jugoslavia degli anni novanta, e che potrebbe farlo completamente e fino al più piccolo dettaglio. Questo è esattamente ciò per cui aveva combattuto mentre era sotto processo.” Secondo il Generale Ivashov, se Miloševic veniva dichiarato innocente, tale sentenza avrebbe avuto conseguenze di vasta portata sia per il tribunale che per la NATO. Il Generale Ivashov ritiene che fu questo il motivo dell’omicidio di Miloševic. “Si tratta di un assassinio politico su mandato”, disse Ivashov.
Slobodan Miloševic è morto nella sua cella proprio nel momento in cui la sua difesa era in pieno svolgimento. Era preoccupato per la sua salute, ma bruciava dal desiderio di esporre la verità su ciò che era realmente avvenuto nei Balcani. Non aveva motivo di suicidarsi. D’altra parte, il tribunale dell’Aja aveva un motivo evidente e considerevole per l’omicidio. La NATO, creatrice e finanziatrice del tribunale, stava perdendo il controllo del caso Miloševic. Miloševic doveva essere messo a tacere prima di poter esercitare il proprio diritto di parlare?”, si chiede Ruiter.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

dimanche, 06 janvier 2013

Europas verschleierter Bankrott

Es heißt, Europa, und damit wird von vielen meist die EU gemeint, sei, streng genommen, nicht nur geistig und moralisch bankrott. Es  müßte deshalb den Konkurs anmelden. Das Wort Versteigerung steht im Raum. An Bietern soll es nicht mangeln.

Eine Überzeichnung vielleicht, aber daß etwas mehr als faul ist, zumindest  in dieser Europäischen Union, kann wohl kaum mehr bestritten werden. Aber wäre eigentlich nicht schon Nachwuchsverweigerung – wie in deutschen Landen, auch Österreich, besonders gang und gäbe – ein untrügliches Zeichen für Bankrott?

Und so reagiert die Politik darauf:  Sie kratzt das wenig und  schummelt sich mit Massen von Einwanderern und fremdem  Nachwuchs mehr schlecht als recht durch die Statistik. So wie sich die Regierungen durch Neuverschuldung ihr Überleben in einer verotteten Gesellschaft sichern.

Da flüchten andere, nein, nicht nur in den Konsum oder  in märchenhafte Konjunkturprognosen, sondern auch bereits in die Vergangenheit. Sie suchen die „gute alte Zeit“ auf, huldigen einem Historismus dem jegliche vernünftige politische Dimension fehlt.

Dieses Aufsuchen eines neuen Biedermeiers wird aber zur  gefährlichen Droge, wenn man sich darin zu sehr suhlt. Wer sich dem „Vollglück in der Beschränkung“ (Jean Paul) zu intensiv hingibt, der könnte am Ende beschränkt in seiner Freiheit daraus hervorgehen. Sozusagen als „politische Nullität  (Hegel).                                                                                                                                                                      Auch sollte dabei eines nicht übersehen werden:  man überläßt als Aussteiger das Feld  jenen, Politikern z. B., die dieses Europa zu einem Schleuderpreis zu veräußern begonnen haben (Siehe Landnahme durch Konzerne und Einwanderer-Heere). Mit den erkennbaren fatalen Konsequenzen.

Doch die Politik übt sich – angesichts des  von ihr angerichteten Desasters  - weiter in der Flucht nach vorne, in eine so genannte Verschlimmbesserung. Weist den Weg in eine fragwürdige  Zukunft,  deren wahrscheinliche bzw. politisch erwünschte Beschaffenheit der Mehrheit verborgen bleiben soll.

Während Einzelne also der Last des überforderten Daseins durch das Eintauchen  in eine vergangene Welt zu entrinnen versuchen (sich damit aber ein unsicheres Dereinst einhandeln),  nehmen  maßgebliche und weniger maßgebliche  Politiker, mit genügend Sitzfleisch ausgestattet, die Gegenwart in Beschlag (besonders  vor Wahlen oder bei Neujahrsansprachen) um ihre mickrige Macht und Herrlichkeit „mit leerem Schwulst und Schall“ (Vergil) bis an das Ende ihrer Tage sichern zu versuchen.

Von der Gnade der  Erinnerung verlassen, unbeeinflußt  und unbeeindruckt von einer mehrtausendjährigen Geschichte, ehrfurchtslos vor dem geistigen und kulturellen Erbe und höchstwahrscheinlich ohne Idee von sich selbst, so präsentieren sich die Ausschlachter dieses Europas.

Diese Herrschaften  möchten so bald wie möglich am Souverän vorbei einen den  transatlantischen und sonstigen raumfremden Interessen entsprechenden und diesen dienlichen zentralistischen Bundesstaat oder ähnlich “Unumkehrbares”  errichten. In dem selbst heute oppositionell sich Gebärdende  durch klammheimliche Rückversicherung bei Freunden ihr Auskommen zu finden hoffen.

Doch so verheißungsvoll solche Entwürfe und Planungen auch sein mögen, sind sie ja doch nur von der Güte jener von höchsten Stellen besungenen,  längst aber hinterfragungswürdigen „europäischen Grundwerte“ wie Demokratie, Menschenrechte usw. Diese sind nachweislich längst das Papier nicht mehr wert, auf dem sie einst gedruckt wurden.

Der Vertrauensschwund gegenüber denen da oben ist infolgedessen an der Wahl-Urne längst amtsbekannt. Was die Verantwortlichen aber erst recht an ihrem Irrweg festhalten läßt. Denn anders als trotzigen Kindern, winkt ihnen auch späterhin hoher Lohn.

Nun wären die laufenden  Bittgänge der Regierungen zu  internationalen Wucherern, um wenigstens die Zinslasten der Altschulden mit Hilfe neuer Kredite zu bewältigen, schon für sich allein ein abendfüllender  Krimi. Auch deshalb, da das tatsächliche Ausmaß der Staatsschulden beinahe überall verschleiert wird .

Aber  der  Mensch lebt ja bekanntlich nicht vom Brot allein. Deshalb möchte man doch gerne auch einmal einige nicht bloß vom Ökonomischen diktierte  Fragen dieses zukünftige neue Europa betreffend beantwortet wissen.

Was ist denn eigentlich dieses vielbeschworene „europäische Volk“, was zeichnet seine Besonderheit  aus? Woher will man eine natürlich gewachsene europäische Identität  nehmen und welches gemeinsame Geschichtsverständnis soll die Herausbildung einer solchen ermöglichen? Woran erkennt man die neue geistige Gestalt Europas denn?

Aber auch: Wie soll denn die Meinungsfreiheit endlich gewährleistet werden, wenn dieselben, die sie heute einschränken und dem Gesinnungsterror freien Lauf  lassen, morgen weiter das Sagen haben werden? Wodurch soll denn die Rechenschaftspflicht, die jetzt schon mit Füßen getreten wird, plötzlich garantiert werden können? Nicht zuletzt, wie will man nach all den Rechtsbrüchen, Skandalen  und Drüberfahr-Methoden  noch Legitimität und Vertrauen zuerkannt bekommen?

Selbstverständlich wird kein vernünftiger Europäer die Notwendigkeit einer europäischen Einigung und die der viel zitierten Einheit in Vielfalt bestreiten. Aber vielleicht haben die von unterschiedlichen Mentalitäten und Normen, Traditionen und Verhaltensweisen geprägten Völker dieses Kontinents dazu etwas andere Vorstellungen.

Ganz andere wahrscheinlich als selbstherrliche Politiker, Bürokraten und Technokraten oder  die eine oder andere „Pressure Group“. Schon die Nationalsozialisten und auch die Kommunisten hatten diese Tatsache außer acht gelassen. Wandeln die EU-Zentralisten nicht auf deren Spuren?                                                                                                                                                           Außerdem gilt es abseits von Wachstums- und Gleichheitswahn, von US-Hörigkeit und europäischen Großmachtträumen neben den bekannten ja auch Probleme zu lösen, an denen  sieben Jahrzehnte nach WK-II-Ende in einer so genannten Wertegemeinschaft normalerweise kein Endziel versprechender Weg vorbei führen dürfte.

Wer, zum Beispiel, Fragen der Zeitgeschichte weiter nur der Beurteilung von antifaschistisch geeichten Ideologen und politisch korrekten Staatshistorikern überläßt oder nicht geheilte Wunden und weiter  bestehendes Unrecht  bloß mit blumiger Versöhnungsrhetorik zudeckt, der kann das Unternehmen Neues Europa gleich abbrechen. Dem würde die Geschichte irgendwann ordentlich in die Zügel fallen.                                                                                                                                                                   Aber wir haben es ja nicht nur mit unerledigten Altlasten zu tun. Man häuft und häuft neue hinzu. Eine der schwerwiegendsten und folgenreichsten zählt  ja ebenso zu der bereits erwähnten Tabuzone: Die Überfremdung und deren von der Politik zu verantwortenden Folgen.

Keine Region, keine Großstadt*, die nicht schon dadurch – in einem ausgesprochen negativen Sinne – nachhaltig betroffen wären.  Neben schwerwiegenden Sicherheitsproblemen unter anderem auch Raubzüge durch das Sozialsystem und schwere Umweltverwüstungen in Ballungszentren in Milliardenhöhe.

Und um Milliarden geht es auch weiterhin: Zur aktuellen Krise sagt der  angesehene Schweizer Finanzexperte Felix W. Zulauf:Die Politik und die EZB brechen alle Regeln und belügen das europäische Volk (das es natürlich noch nicht gibt, Anm.). Früher gab es für die Notenbanken noch disziplinierende Faktoren wie den Goldstandard. Heute werden immer mehr Euro gedruckt – für keine Arbeit. Nur weil die Politik ein Gebäude namens Eurozone zusammenhalten will, bei dem man beim Dach statt bei den Grundmauern zu bauen begonnen hat . Derselbe bezeichnet die EU als ein „Anti-Friedensprojekt“.**                                                                                                                                                                          Eben zu den erwähnten  Grundmauern gehört an erster Stelle aber die Kultur, mit der, wie der  längst verstorbene transatlantisch gestimmte Europapolitiker Jean Monnet angeblich einmal gemeint haben soll, er beginnen würde, könnte er  das europäische Einigungswerk noch einmal von vorne anfangen.

Kultur -  beim Zeus! -  wie viele heutige Politiker in ihrem Multikulti-Fimmel haben überhaupt eine Ahnung was das ist, was dazu gehört, wie  sich eine solche gründet, zur Hochkultur wird? Offensichtlich  zu wenige, sonst stünde nicht eine durch maßlose Gier und Korruption ermöglichte Mißachtung des Souveräns und seiner Kultur auf der Tagesordnung dieser Union.

Als Problemlösung und Ausweg aus ihrem Schlamassel  bietet die in Saus und Braus  lebende politische Klasse, ob an der Regierung oder nicht, allerdings nichts als Luftschlösser, bewohnt von Lüge und Heuchelei. Wenn, um es mit Albert Camus zu sagen, die Wahrheit bei irgendjemand zu finden ist, dann ganz  bestimmt nicht bei Politikern und Parteien, die sie zu besitzen behaupten.

Finden wir in ihren Reihen nicht auch schon einen hochgejubelten deutschen Bundespräsident?  In seiner Weihnachtsbotschaft vermeinte dieser wohl Einäugige trotz überbordender Ausländergewalt sagen zu müssen: „Sorge bereitet uns auch die Gewalt in U-Bahnhöfen oder auf Straßen, wo Menschen auch deshalb angegriffen werden, weil sie schwarze Haare und eine dunkle Haut haben.”  Wer hätte denn gedacht, daß auch dieser Herr Gauck ein Schelm sein kann.

Keine Frage, auch jedes ausländische Opfer ist eines zu viel, aber  daß  die überwiegende Mehrheit der Opfer  „rassistischer“ Gewalt in der Bundesrepublik Deutschland wie in Österreich oder England weiße  „Eingeborene“ und die Gefängnisse in einigen Staaten  mit kriminellen Ausländern überfrachtet  sind, kann  dem allseits  hochgelobten deutschen Moralhüter ja nicht entgangen sein.

Übrigens wohl  dem Rest der  einer abstrakten Menschheitsideologie ergebenen Verantwortungsträger auch nicht, die sich ja schon von politischen Desperados  und Scheinasylanten vor sich hertreiben lassen. Ihr Volk und ihre Nation dabei kaltschnäuzig, aber politisch korrekt in Stich lassend. In Berlin wie  in Wien oder Brüssel.                                                                                                                                                     Unweigerlich kommt einen dabei das eine oder andere in den Sinn. So der Titel des 1962 im Leopold Stocker Verlag in Graz erschienen Buches „Was bleibt“,  das eine „Bestandsaufnahme des Wesens, der Wege und Werke des Deutschen“ zum Ziele hatte.  Ein Buch das, übrigens,  Halbgebildeten und Ignoranten empfohlen werden kann.

Nun wäre aber, nicht ganz nebenbei bemerkt, eine Inventur  dessen, was deutsches Wesen noch sei und wohin es noch streben könnte,  längst fällig. Eine solche Initiative würde aber, wenn es dazu käme, entweder hämisch angegriffen oder völlig ignoriert werden. Wie an geistiger Immunkrankheit Leidende in solchen Fällen eben reagieren.                                                                                                                                                                   Doch  inzwischen stellt sich ja bereits die ebenso wichtige Frage: Was aber bleibt einmal von Europa, seinem Geist, seinen Menschen und deren jeweils einzigartigen Kultur? Und welche tragende  Rolle wird der bodenstämmige Europäer darin überhaupt noch spielen können? Wenn überhaupt.

Die Antworten der politischen Klasse dazu sind völlig unmaßgeblich (und im Voraus bekannt). Wir selbst, als Volk und Europäer,  müssen diese Fragen als Eidgenossen des 21. Jahrhunderts  beantworten und danach unser Handeln ausrichten. Solange dazu noch Zeit ist.

 So wünsche ich auf diesem Wege allen aufrechten Europäern Kraft und Zuversicht für 2013!

*In London, z.B. sind die Weißen bereits eine Minderheit.

**Ich weise noch einmal auf die vorzügliche Schrift „Friedensprojekt oder Europas Untergang“  (Zahlen und Fakten zur EU) des freien Journalisten Klaus Faißner hin. Zu bestellen bei: Klaus Faißner, Postfach 15, A-1133 Wien oder Tel.: 0043/650 7132350 oder k.faissner@gmx.at.

mardi, 25 décembre 2012

Croatia’s Patron Saints; the House of Habsburg and the Idea of the Reich

Ex: http://www.theoccidentalobserver.net/2012/12/croatias-patron-saints-the-house-of-habsburg-and-the-idea-of-the-reich/#more-17020
 

Croatia’s Patron Saints; the House of Habsburg and the Idea of the Reich

Tom Sunic

 

St. George (engraving) by Albrecht Dürer

What follow is the English translation of my lecture given in the German language for the gentlemen of the Order of St. George, held on September 29, 2012 in the city of Varaždin, Croatia, under the patronage of the House of Habsburg and the crown prince Karl von Habsburg. The speech was subsequently published in the December 2012 issue of the Austrian literary monthly Die Aula.

*         *          *

The word ‘Reich’ (empire) and “the idea of the Reich” have become ugly ideas. In accordance with new politically correct language rules, these words trigger feelings of unease among German and Austrian politicians. If one were to push it further in a poignant manner, one might just as well dispose of the German language altogether. In the United States, but also in England, the word ‘Reich’ reminds many people of something sinister, something threatening, of the proverbial Hitler — and of the Third Reich. Yet the idea of a Reich has a thousand-year long history and one encounters this word in the Weimar Republic and in post-war Western Germany. In fact one could say that the EU bears also some traits of the Holy Roman (German Reich) Empire, or at least should have had them in the first place.
The idea of the Reich is also a question of identity. For a long time this idea was — in a figurative sense — a patron saint of Central Europeans. The word ‘identity’ or the “imperial idea”, however, is not appropriate for deeper social analyses, since these words are ambiguous and may convey distorted meanings.

In Central Europe of yesteryear, during the time of the Danube Monarchy and within the Holy Roman Empire, every city, every village, every estate had its respective patron saint who provided each peasant, each citizen, each knight with prowess and power. In today’s Europe the patron saints are no longer the saints like St. George, or St. Michael, or St. Isidore, but soccer players, filmmakers, Hollywood stars — or the European Central Bank speculators. This was aptly predicted, one hundred years ago, by Oswald Spengler, namely that the rootless citizens of Europe would strive for “second religiousness” (Der Untergang des Abendlandes,  p. 941) (The Decline of the West). Now, instead of the old identities new patron saints or “idols” must be worshiped.  Spengler adds: “To this corresponds in today’s Euro-American world the occult and theosophical swindle, the American Christian Science, the mendacious lounge bar Buddhism, the religious arts and crafts.”
One encounters such “second religiousness” or “substitute patron saints” everywhere in Europe today. Our new patron saints are the reflection of a mindset that comes from America and manifests itself in a particular political moralizing  and fancy feel-good talks. The American political class and their eager imitators in the EU posture today as new patron saints for a new kind of the world improvement.
 
The idea of the Reich as an Opportunity
The revival of the imperial idea is the best solution for all European nations today. It can be a good remedy against both roolness globalism and chauvinism. In Eastern Europe the interethnic situation continues to be tense. Here are some examples:
  • The national identity of a Polish nationalist, who may otherwise agree on all issues with his counterpart from Germany, such as their common criticism of globalism or their anticommunism and anti-capitalism, is often rooted in his anti-German feelings.
  • One third of Hungarians—more than 2 million people—reside in Slovakia, Serbia and Romania; their national identity is often framed by their rejection of their neighbors.
  • Despite an apparent peace between Serbs and Croats, these similar and neighboring peoples have two completely different historical narratives and two completely mutually hostile victimhoods. In short, Serbs and Croats, despite their astonishing similarity display two radically and mutually exclusive identities. For a Croatian nationalist, it is difficult to become “a good Croat” without first describing himself as a “good anti-Serb”.
After the collapse of the Habsburg Empire in 1918, the imperial idea came to an end. But the era of eternal peace did not materialize. Quite the contrary. Without the Habsburgs, the course of the 20th century soon shifted into fifth gear. The year 1945 was a biological disaster for the Croatian people, but also for countless German-born Croatian citizens who had settled in this area during the reign of Emperor Leopold and the Empress Maria Theresa. Here we are facing time and again a timeless yet useless subjunctive question: What would have happened had the monarchy not collapsed? What would Prince Eugene of Savoy say regarding the present situation inside the gates of Vienna?

The St. George’s Order inherited the legacy of the 14th-century crusaders who opposed the infidels who had pushed their way into Central Europe — of course, not to preach human rights or integration, but rather to impose on Europeans their own values and their own religion. At that time Saint George knights had no intention of acting as world improvers preaching multicultural diversity. Rather, they needed to defend themselves against the incoming Turkish threat. Had the Order of Saint George pontificated about pacifism, the city of Varaždin would look very different today. In a state of emergency, “to live means to kill” as the German writer Ernst Jünger  once wrote. Or, more aptly put, “a free man is a fighter”, as Nietzsche once wrote and as the Croatian volunteers demonstrated 20 years ago during their war of independence.
 
The Reich, the opposite of the Empire
The idea of the Reich has nothing in common with the idea of the empire, a notion which is to be found in the history of France and England.  And therefore the word ‘Reich’ remains untranslatable, just as its political application should not be confused with the English or the French word ‘empire’. Centralism had always played a major role in the development of the French “empire” — and later on during the birth of modern nationalism. This had never been the case with the Hapsburg Empire where multiethnic, supranational and federal currents had remained for centuries a guiding principle of the ruling elites.
 
The idea of the Reich excludes rabid nationalism and searches instead for its main goal in the diversity of its imperial peoples. In retrospect, one can see the disastrous legacy left by the nation- state, which has left us, over the last hundred years, devastating civil wars, false national myths, permanent territorial disputes, land grabbing and petty state particularism. In an ideal, yet feasible European future, the revival of the European Reich in Central Europe should be the only solution. This would enable the warring European nations, such as Serbs and Croats, Hungarians and Romanians, Slovaks and Czechs, Poles and Germans to retain their national and territorial sovereignty, to continue upholding their specific identity, and to best accomplish their spiritual endeavors.

But any revival of the idea of the Reich requires unconditionally a new hierarchy of values, values which stand in sharp contrast to today’s liberal values. In today’s egalitarian and economy-driven systems, where money rules and where the sameness of individuals and cultures plays the leading role, the idea of the Reich cannot take root. The Reich not only presupposes a geopolitical large space, but means first and foremost a spiritual and transcendental duty for all its citizens.
Otto von Habsburg was a big proponent of the idea of the Reich—but also of the EU. Yet he was also a strong critic of the EU. Many Eurocrats should learn something from him. Shortly before his death, the Crown Prince Otto von Habsburg made critical comments about the Eurocrats. In an interview given in the Bild daily newspaper, on June 27, 2007, he said: “Take for instance our bureaucratic language. This is a unique language that no one understands. No sane person can decipher a letter from an (EU) authority. From the Empress Maria Theresa comes the beautiful sentence: ‘A law is valid only when the last swineherd from Galicia understands it.’ ”
 
Instead of Galicia, one can substitute the word “Croatia”. It is no coincidence that at present time half-hearted Croatian diplomats speak not a single word of the German language, speaking instead with their Austrian or Hungarian countermarts in broken English. This is a long way from the Diplomatic Academy founded by Maria Theresa, not to mention the multilingual emperors and generals such as Charles V, Prince Eugene, and Otto von Habsburg. These people were genuine Europeans, in contrast to present day Brussels and Zagreb bureaucrats.
 
What does the idea of the Reich mean for the Croatian people today? Nothing. Many of them have no idea whatsoever about its meaning. In order to receive a good certificate for their politically correct behavior from the Euro-commissars, present day Croatian politicians must bend over backwards in order to keep their public discourse in line. They use empty words and phrases, such as ‘globalism’, ‘multiculturalism’, ‘European-Atlantic integration’, ‘transparency’, or “free market democracy” — without knowing what these words stand for. In any case most Croatian politicians are contaminated by communism. Shortly before the collapse of Yugoslavia they had raved about the eternity of Titoism. Now they pontificate about the eternity of the EU and liberal democracy. A new form of mimicry, a new form of mental terror has arisen, very similar to the mimicry in the former Yugoslavia, only this time couched in different words.

The EU: the replica of Yugoslavia
The EU Commissars have found good company among the Croatian post-communists. But they were already good friends during the Tito era when Tito was hailed by many Western opinion makers and politicians as the great patron saint of the Yugoslav peoples. Both sides today, be it in the East or in the West, harp on the preservation of the EU because this supranational apparatus greatly resembles ex-Yugoslavia and is apparently slated to cover best the common “un-politics”, especially in the realm of the “transfer union.” Yes, indeed the Germans and the proverbial “Michels” (self-derisory name for the German people. N.B) must pay and pay forever!
 
The break-up of Yugoslavia and the ensuing war in the Balkans, as well as the rise of extreme nationalism, were a logical consequence of the absence of the idea of the Reich. A state miscarriage, dubbed Yugoslavia, was for 50 years financially kept afloat by the liberal West and also upheld and secured by the communist terror at home. Similar to their predecessors, the current Croatian elites have inherited a solid pedigree from the communist period. Despite their ultra-liberal phraseology they can barely hide their communist convictions. Their rootless morphology, although wrapped this time in diverse modalities, can daily be observed in Croatia.
 
The Reich of those times, i.e. from the 15th until the 19th century, and its peripheral peoples like Croatians, was not a fun place where one went skinny dipping on some Croatian beach and drank oneself to death 24 hours a day. The entire space stretching from Carinthia to Macedonia was a horror place where one had to exercise military talent in order to survive. Reich citizens in Carinthia described the Turkish hordes which had almost made it to the Alps and nearly reached Venice with the words “runners and fire-setters“ (Renner und Brenner). Incidentally, it would be a wise idea for actual German diplomats based in Zagreb to engage as patron saints in the excavations of the German-Austrian Wehrmacht soldiers. Thy were murdered by the Communists in Yugoslavia in the summer 1945 with their bones still lying behind the hotel “Imperijal” in the town of Rab, on the Croatian island of Rab.
 
But the idea of the Reich in Central Europe cannot be revived as long as the whole of Europe continues to feed itself spiritually and psychologically on the communist and liberal heritage. Despite the collapse of communism across Eastern and Central  Europe, it is still impossible to bring a single former Yugoslav Commissar to justice. Not a single old Communist in today’s Croatia has been brought to justice for his participation in the crimes against the Croatian people.

*    *    *

In conclusion, one can say that the idea of the Reich offers the best solution for the mutually hostile European nations. Moreover, it is also the best way to preserve their identity. Throughout its history the imperial idea of the St. George knights was never fueled by chauvinism or multiculturalism, or for that matter self- hating motives, which are now common among the political class in Europe.

From the point of view of international law, Croatia has achieved little with its independence. The country is mentally ill and semi-sovereign, so that 20 years after its declaration of independence, as well as 16 years after the war, one must raise the question what did the Croats actually achieve with their independence.Croatia’s sovereignty is exercised no longer in Belgrade, but in Brussels and in Washington.
 
There are many parallels among Germany, Austria and Croatia. Geographically Croatia— all the way eastwards to Transylvania — is part and parcel of the Danube basin, which has been fully permeated by the Central European spirit. It is above all the idea of the Reich that has kept the Croats alive until today. In the eyes of Croats,Austria and Germany are not only the most important European countries, but the embodiment of Europe altogether. Granted, small in-between-European nations, like Croats or Slovaks will never play a decisive role in high politics. Whatever happens in Berlin or Vienna will have its effects only on the following day in Croatia. And this has always been the case in Croatia’s history.
 
For Croats, Serbs, Germans, Hungarians, Romanians, Slovaks and other Central Europeans, the only path to their sovereignty lies in their rejection of petty nationalism, as well as in their throwing off of abstract globalism. The goal for all Croats and all Central Europeans should be their common assertion of the idea of the Reich.
 
Dr. Tom Sunic (www.tomsunic.com) is former professor of political science and a Board member of the American Freedom Party (formerly the American Third Position Party. He is the author of Homo americanus: Child of the Postmodern Age (2007). 

dimanche, 23 décembre 2012

Presseschau - Dezember 2012

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Presseschau

Dezember 2012

AUßENPOLITISCHES

Die Wende
Der Anfang vom Ende der Europäischen Union
Die EU in Aktion: In Madrid wird von der Polizei auf Demonstranten eingeprügelt, während sich Brüssel einen neuen Streich aus dem Programm "gender equality" einfallen lässt. Merkwürdige Prioritäten! Von Henryk M. Broder
http://www.welt.de/debatte/henryk-m-broder/article111172543/Der-Anfang-vom-Ende-der-Europaeischen-Union.html

EU erwägt Beschäftigungsgarantie
Kommentar: Ausgeburt der Weltfremdheit
http://www.op-online.de/nachrichten/politik/kommentar-beschaeftigungsgarantie-eu-2649595.html

Nigel Farage: Wir werden noch viel mehr Proteste und Gewalt sehen
http://de.ibtimes.com/articles/26172/20121115/nigel-farage-wir-werden-noch-viel-mehr-proteste-und-gewalt-sehen.htm

Großbritannien
Pflegeeltern verlieren Kinder wegen UKIP-Mitgliedschaft
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M57c65c657a2.0.html

(Retourkutsche)
Slowaken werfen britischer Behörde Rassismus vor
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5fc7cc6dcb9.0.html

Brüsseler Diktatoren
Von Duschkopf bis Traktorensitze: In immer mehr Lebensbereiche will Europa hineinregieren. Es tobt ungehemmte Regelwut. Jetzt revoltieren EU-Parlamentarier dagegen
http://www.focus.de/magazin/archiv/politik-bruesseler-diktatoren_aid_852611.html

EU-Beamten winkt Gehaltserhöhung
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5043bbb65ac.0.html

(Jede Krise hat auch ihre gute Seite)
Weniger Verkehrstote durch Krise in Spanien
http://orf.at/stories/2149411/

Die Geldelite verselbständigt sich
Der Soziologe Hans-Jürgen Krysmanski über die Reichen und Mächtigen dieser Welt
http://www.heise.de/tp/artikel/37/37867/1.html

Erwin Pelzig über Goldman Sachs und Angela Merkel
http://www.youtube.com/watch?v=1h1GaoAd8Hs&feature=youtu.be

„Euro-Rettung bindet Deutschland an einen Leichnam“
Wer profitiert eigentlich vom Erhalt des Euro? Die Rettungspolitik hilft deutschen Exporteuren bei Geschäften mit Krisenstaaten - zu Lasten der Steuerzahler. Besser wäre es, den Euro sterben zu lassen. Ein Gastkommentar
http://www.handelsblatt.com/meinung/gastbeitraege/gastbeitrag-euro-rettung-bindet-deutschland-an-einen-leichnam/7431622.html

(Keine 24 Stunden nach der US-Wahl wurde folgendes bekanntgegeben)
Prognose der Kommission EU übt sich in Pessimismus
Die EU-Kommission errechnet neue Tiefpunkte in der Schuldenkrise: Das Wachstum schrumpft weiter, die Arbeitslosigkeit steigt, der Schuldenberg wird immer größer. Der Bericht zeigt auch: Vorherige Prognosen waren zu optimistisch.
http://www.sueddeutsche.de/wirtschaft/prognose-der-kommission-eu-uebt-sich-in-pessimismus-1.1516877

(Ebenfalls keine 24 Stunden nach der US-Wahl. Man rückt an den Iran heran)
Gegen Angriff Syriens
Die Nato stationiert Abwehrraketen in der Türkei
http://www.focus.de/politik/ausland/gegen-angriff-syriens-die-nato-stationiert-abwehrraketen-in-der-tuerkei_aid_855687.html

(Bewilligung der Kriegskredite…)
SPD spricht sich für Patriot-Lieferung an die Türkei aus
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M550c3e0c6df.0.html

Wirtschaft
Frank Meyer befragt Stefan Risse: "Was passiert nach der US-Wahl?"
http://www.n-tv.de/mediathek/videos/wirtschaft/Was-passiert-nach-der-US-Wahl-article7677366.html

Cornel West
"Obama hat sich als Neoliberaler erwiesen"
http://www.zeit.de/politik/ausland/2012-11/usa-philosoph-cornel-west/seite-3
(S.3)

Obamarama
http://www.heise.de/tp/artikel/37/37933/1.html

Deutlicher Sieg für Obama
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5d64d2602a6.0.html

Wählen nach Farben
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5eb8f01bc22.0.html

(EU-Wirtschaftsdrohung)
Unabhängiges Katalonien kann nicht bei EU bleiben
http://www.kleinezeitung.at/nachrichten/politik/3154083/unabhaengiges-katalonien-kann-nicht-bei-eu-bleiben.story

Katalonien: Ein neuer Staat in Europa
http://diepresse.com/home/wirtschaft/international/1308410/Katalonien_Ein-neuer-Staat-in-Europa?_vl_backlink=/home/index.do

(Linksintellektuelle – stets globalistisch für Erhalt von Großstrukturen…)
Spanische Intellektuelle gegen Unabhängigkeit Kataloniens
http://www.nachrichten.at/nachrichten/weltspiegel/art17,1001286

Selbsttötungen in Spanien
Banken setzen Räumungen aus
http://www.n-tv.de/wirtschaft/Banken-setzen-Raeumungen-aus-article7731151.html

Schweden
Haftstrafe für rassistischen Malmö-Sniper Mangs
http://www.welt.de/vermischtes/article111428974/Haftstrafe-fuer-rassistischen-Malmoe-Sniper-Mangs.html

(Weihnachtsbaum in Brüssel abgeschafft)
Das hat uns noch gefehlt!
http://helmutmueller.wordpress.com/

Am 4 . November begeht Russland den Tag der Volkseinheit. Es ist ein recht junges Fest
http://german.ruvr.ru/2012_11_04/93440902/

Wie Russlands patriotische Kosaken Moskau erobern
http://www.welt.de/politik/ausland/article111565049/Wie-Russlands-patriotische-Kosaken-Moskau-erobern.html

Tschetschenische Hauptstadt Grosny wieder aufgebaut
http://rt.com/news/chechen-republic-grozny-city-181/

Mali
Islamisten verhaften unverschleierte Frauen
Der Druck von al-Qaida auf die Bevölkerung Malis wird immer größer. Die radikalen Islamisten haben in Timbuktu Dutzende Frauen inhaftiert, die in ihren eigenen Häusern unverschleiert waren.
http://www.welt.de/politik/ausland/article111222971/Islamisten-verhaften-unverschleierte-Frauen.html

Die "Simpsons" sind Gotteslästerer
Türkei verteidigt Geldstrafe
http://www.n-tv.de/panorama/Tuerkei-verteidigt-Geldstrafe-article9707626.html

Nordkoreas Gulag
In der Hölle geboren, aus der Hölle geflohen
http://www.welt.de/kultur/literarischewelt/article109335573/In-der-Hoelle-geboren-aus-der-Hoelle-geflohen.html

Tote Generäle in Nordkorea
Wer nicht trauert, wird hingerichtet
http://www.spiegel.de/politik/ausland/nordkorea-top-militaers-wegen-mangelhafter-trauer-hingerichtet-a-863323.html

Reaktion auf Uno-Bericht
Nordkorea sieht sich als Verteidiger der Menschenrechte
http://www.spiegel.de/politik/ausland/nordkorea-lobt-sich-fuer-menschenrechte-a-865075.html

Flugblatt-Streit mit Südkorea
Nordkorea droht mit Angriff ohne Vorwarnung
http://www.spiegel.de/politik/ausland/streit-um-flugblaetter-nordkorea-droht-mit-angriff-ohne-vorwarnung-a-862175.html

Nach Todesschüssen
Nordkoreanischer Soldat flieht in den Süden
http://www.spiegel.de/politik/ausland/nordkoreanischer-soldat-flieht-in-den-sueden-a-859837.html

Kritik gegen „Lakaien“ des chinesischen Systems
Literatur-Nobelpreisträger Mo Yan „sollte sich schämen“
http://www.focus.de/politik/ausland/kritik-gegen-lakaien-des-chinesischen-systems-literatur-nobelpreistraeger-mo-yan-sollte-sich-schaemen_aid_876700.html

Literaturnobelpreisträger Mo Yan wischt "Schmutzwasser" gelassen ab
Nun macht er seinem Ärger Luft: Bei der Nobelvorlesung in Stockholm beschimpfte der chinesische Literaturnobelpreisträger Mo Yan seine Kritiker. "Dreckwasser" und "Steinewerfen" beeindrucke ihn nicht
http://www.stern.de/politik/ausland/literaturnobelpreistraeger-mo-yan-wischt-schmutzwasser-gelassen-ab-1938942.html

INNENPOLITISCHES / GESELLSCHAFT / VERGANGENHEITSPOLITIK

Wie Apple & Co. den Fiskus austricksen Steuertrickser.com
Sie beherrschen das Internet. Sie sammeln weltweit Daten. Sie verdienen Milliarden - und zahlen kaum Steuern. Apple, Google und andere Technologiekonzerne nutzen legale Schlupflöcher, um sich dem Zugriff des Fiskus zu entziehen. Auch Deutschland ist betroffen.
http://www.sueddeutsche.de/wirtschaft/einsparungen-in-der-technologiebranche-wie-apple-co-den-fiskus-austricksen-1.1514685

Deutsche shoppen sich in den Schuldenabgrund
Die Zahl der überschuldeten Deutschen ist auf 6,6 Millionen gestiegen
http://www.welt.de/wirtschaft/article110786542/Deutsche-shoppen-sich-in-den-Schuldenabgrund.html

Griechenland-Hilfe
Deutschland rettet in der Euro-Krise die Hedgefonds
Die Regierung will ihren Bürgern nicht eingestehen, dass die Rettung Athens Steuergeld kostet. Deshalb wählt man komplizierte Konstruktionen – über die sich vor allem Spekulanten freuen.
http://www.welt.de/wirtschaft/article111760826/Deutschland-rettet-in-der-Euro-Krise-die-Hedgefonds.html

Die Vermögenskrise in einer Demokratie - Volker Pispers 10.11.2012 - die Bananenrepublik
http://www.youtube.com/watch?v=cRSDSPczjEE

Piraten für Offenlegung von Politiker-Nebeneinkünften
Wir machen das! Warum macht ihr das nicht auch?
http://www.youtube.com/watch?v=QQsmOGOHkmA&feature=youtu.be

(Kein Spaß für Gläubiger)
Bundesjustizministerin will private Insolvenz vereinfachen
http://www.badische-zeitung.de/wirtschaft-3/bundesjustizministerin-will-private-insolvenz-vereinfachen--63084640.html

Vorwürfe gegen Hypo-Vereinsbank
Gustl und das Schwarzgeld
http://www.sueddeutsche.de/wirtschaft/vorwuerfe-gegen-hypovereinsbank-gustl-und-das-schwarzgeld-1.1522324

Fall Mollath und Hypo-Vereinsbank
Der Mann, der zu viel wusste
http://www.sueddeutsche.de/wirtschaft/fall-mollath-und-hypo-vereinsbank-der-mann-der-zu-viel-wusste-1.1521550

Fall Mollath
Justizministerin Merk in Erklärungsnot
http://www.sueddeutsche.de/bayern/fall-mollath-justizministerin-merk-in-erklaerungsnot-1.1521652

Fall Gustl Mollath
Gefangen in weiß-blauem Filz
http://www.spiegel.de/panorama/justiz/fall-mollath-gefangen-in-weiss-blauem-filz-a-870264.html

Kurstadt erhebt Pferdesteuer
Kommentar: Einfach nur lächerlich
http://www.op-online.de/nachrichten/hessen/kommentar-erhebung-pferdersteuer-2635411.html

Identitäre Bewegung Deutschland
http://www.identitaere-bewegung.info/

Die Identitären
http://dieidentitaeren.tumblr.com/
(Antifa-Autor Bernard Schmid zum ersten…)
Convention identitaire in Südfrankreich: Französische und europäische Neofaschisten versammelten sich in Orange
http://www.labournet.de/internationales/fr/orange.html

(Antifa-Autor Bernard Schmid zum zweiten…)
Nationalistische „Identitäten“
http://www.bnr.de/artikel/hintergrund/nationalistische-identitaeten

(Antifa-Autor Bernard Schmid zum dritten…)
Auf Identitätssuche
http://jungle-world.com/artikel/2012/45/46543.html

Beim Bloc Identitaire in Orange: Strukturen
http://www.sezession.de/34605/beim-bloc-identitaire-in-orange-strukturen.html#more-34605

Beim Bloc Identitaire in Orange: Hintergründe
http://www.sezession.de/34610/beim-bloc-identitaire-in-orange-hintergrunde.html#more-34610

Beim Bloc Identitaire in Orange: Maßnahmen
http://www.sezession.de/34651/beim-bloc-identitaire-in-orange-masnahmen.html

Beim Bloc Identitaire in Orange: Ideen
http://www.sezession.de/34657/beim-bloc-identitaire-in-orange-ideen.html#more-34657

Identitäre Basisarbeit (3): Beschreibung eines aufziehenden Sturms
http://www.sezession.de/34816/identitare-basisarbeit-3-beschreibung-eines-aufziehenden-sturms.html#more-34816

(Anti-Islam-Demonstration in Paris)
Reportage Us sur la marche des français patriotes contre le fascisme islamique
http://www.youtube.com/watch?v=hJ_goXHZlPE

Der Union fehlt der Anstand
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5acd056d535.0.html

CDU will bunter werden
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M59782b94615.0.html

Die scheinheilige CDU
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M52f95a88a3b.0.html

(Telefonanruf-Affäre)
Realsatire vom feinsten
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5eb06e15caf.0.html

Kein Scherz!
Piratenpartei will Zeitreisen erkunden
http://www.op-online.de/nachrichten/politik/piratenpartei-will-zeitreisen-erkunden-2636612.html

Rainer Langhans: "Die Piraten haben von Liebe keine Ahnung"
Auch Alt-Kommunarde Rainer Langhans war beim Piratenparteitag. Im Interview lobt er die Partei als Erben der Hippies – und sagt, was sie anders machen sollte.
http://www.zeit.de/politik/deutschland/2012-11/piraten-parteitag-interview-langhans

„Ich versuche, diese Leute loszuwerden“
Exklusiv: Hubert Aiwanger attackiert die Frankfurter Freien Wähler
http://www.blu-news.org/2012/11/22/ich-versuche-diese-leute-loszuwerden/

Freie Wähler: Keine bürgerliche Alternative
http://www.blu-news.org/2012/11/22/keine-burgerliche-alternative/

Freie Wähler
Wolfgang Hübner droht der Parteiausschluss
http://www.welt.de/regionales/frankfurt/article111868562/Wolfgang-Huebner-droht-der-Parteiausschluss.html

Zum Konflikt bei den FREIEN WÄHLERN
Eine notwendige persönliche Vorbemerkung
http://freie-waehler-frankfurt.de/artikel/index.php?id=437

Wolfgang Hübner: Warum ich nicht widerrufe und nicht einknicke
Eine notwendige Klarstellung aus aktuellem Anlass
http://freie-waehler-frankfurt.de/artikel/index.php?id=440

(Drohender Überwachungsstaat)
Hände hoch, Paßwort her!
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5b8e52d5151.0.html

Polizeigeschichten: Falsche Statistik
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5226d038ff9.0.html

Grüne Spitzenkandidatin Göring-Eckardt: Atlantikbrücke ist so harmlos wie ein Fußballverein!
http://rundertischdgf.wordpress.com/2012/11/27/grune-spitzenkandidatin-goring-eckardt-atlantikbrucke-ist-so-harmlos-wie-ein-fusballverein/

(Neuer Polittalk)
Stefan Raabs kleiner Coup
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M539b924ecc4.0.html

Nichts als Probleme
Warum wir Belgrad bombardieren müssen, wie man »rechte Tendenzen« entlarvt, und warum man bei seinen Legenden bleiben sollte / Der Wochenrückblick mit Hans Heckel
http://www.preussische-allgemeine.de/nachrichten/artikel/nichts-als-probleme.html

Von Subjektivität und Objektivität
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M509764772c9.0.html

Merkel kritisiert großes Maß an Antisemitismus
Als erste Kanzlerin tritt sie bei einer Ratsversammlung des Zentralrats der Juden auf
http://www.welt.de/print/welt_kompakt/print_politik/article111490200/Merkel-kritisiert-grosses-Mass-an-Antisemitismus.html

(Die Kasse klingelt)
"Stolperstein"-Initiator Demnig mit Kästner-Preis ausgezeichnet
Auszeichnung mit 10.000 Euro dotiert
http://www.welt.de/newsticker/news3/article111485212/Stolperstein-Initiator-Demnig-mit-Kaestner-Preis-ausgezeichnet.html

Berlin: Anwohner stimmen über Treitschke-Straße ab
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5e66a8ca61a.0.html

(Toller „Experte“ von der „Geschichtswerkstatt“ ;-) )
Umbenennung der Treitschkestraße
Experte kritisiert Anwohner-Entscheid
http://www.tagesspiegel.de/berlin/umbenennung-der-treitschkestrasse-experte-kritisiert-anwohner-entscheid/7348552.html

Freiburg
Stadt prüft 1300 Straßennamen und diskutiert Umbenennungen
http://www.badische-zeitung.de/freiburg/stadt-prueft-1300-strassennamen-und-diskutiert-umbenennungen--65380319.html

Grüne empört über Rommel-Kasernen
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5f144d2c598.0.html

Frankfurt
Gedenkstätte für NS-Opfer unter der EZB
http://www.welt.de/regionales/frankfurt/article110606893/Gedenkstaette-fuer-NS-Opfer-unter-der-EZB.html

Zerbst 1945: So schön war Weizsäckers "Befreiung"
http://www.youtube.com/watch?v=Ejs4ocXdBHY

Aufruf zur Gedenkfeier am 18.November um 11.00 Uhr vor dem Deutschen Reichstag
http://diefreiheit.org/home/2012/11/aufruf-zur-gedenkfeier-am-18-november-um-11-00-uhr-vor-dem-deutschen-reichstag/

Öttershausen/Stammheim
Das verschwundene Soldatenkreuz
http://mobil.mainpost.de/regional/art769,7093597

(Vorwürfe gegen Vertriebene)
Spruchkammer 2012
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5fe98fc91e3.0.html

Volker Beck wirft Vertriebenen Relativierung vor
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M53e74edcd3d.0.html

(Volker Beck haut gegen die „antisemitische Kackscheiße“ eines „Piraten“ mächtig auf den Putz. Ein weiterer Sturm im Wasserglas)
Twitter-Debatte
Antisemitismus-Eklat: Pirat entschuldigt sich - ein bisschen
http://www.tagesspiegel.de/politik/twitter-debatte-antisemitismus-eklat-pirat-entschuldigt-sich-ein-bisschen/7407422.html

(Zum Hintergrund. Volker Becks „Nebentätigkeiten“)
- Informations- und Dokumentationszentrum für Antirassismusarbeit e.V. (IDA), Düsseldorf, Mitglied des Beirates, ehrenamtlich
- Leo Baeck Foundation, Potsdam, Mitglied des Stiftungsrates, ehrenamtlich
- Stiftung "Erinnerung, Verantwortung und Zukunft", Berlin, Mitglied des Kuratoriums, ehrenamtlich
- Stiftung Denkmal für die ermordeten Juden Europas, Berlin, Mitglied des Kuratoriums, ehrenamtlich
- Stiftung Deutsches Holocaust-Museum, Berlin, Mitglied des Kuratoriums, ehrenamtlich
- The American Jewish Committee, Berlin, Mitglied des Beirates, ehrenamtlich
http://www.abgeordnetenwatch.de/volker_beck-575-37470.html

Manfred Kleine-Hartlage: Rede zum Volkstrauertag 2012
http://korrektheiten.com/2012/11/18/manfred-kleine-hartlage-zum-volkstrauertag-2012/#more-11018

Mit dem Volk verschwindet die Trauer
Nachgedanken zur Volkstrauertag-Feier 2012
http://www.freie-waehler-frankfurt.de/artikel/index.php?id=421

Die politisch korrekte Unfähigkeit zu trauern
Ein Brief, der ohne Antwort blieb
http://www.freie-waehler-frankfurt.de/artikel/index.php?id=426

(Deutsche Schuld vs. Französische Verwöhnungsbereitschaft…)
SPD kritisiert Bundestagspräsident Lammert
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M57ab11f5d2c.0.html

Erinnerungswille statt Erinnerungszwang
Zur Kritik des totalitären Moralismus
http://www.freie-waehler-frankfurt.de/artikel/index.php?id=428

(Zitat: „In den Kontroversen um den deutschen Anteil der Schuld am Ersten Weltkrieg habe Wilhelm deshalb lange keine Rolle gespielt.“ …Da muss jemand etwas entgangen sein.)
Historiker John C.G. Röhl
erhält den Einhard-Preis 2013
Auszeichnung für Biographie Kaiser Wilhelms II.
http://www.einhard-stiftung.de/de/

Röhl
Kein Wunder, dass ein Historiker heutzutage mit derartigen Thesen Preise gewinnt:
http://www.perlentaucher.de/buch/john-c-g-roehl/wilhelm-ii-der-weg-in-den-abgrund-1900-1941.html

Ikea-Zwangsarbeiter: Opferverbände für Entschädigungsfonds
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5259f9b695b.0.html

Hotel entfernt nach Protesten Stasi-Gedenkstein
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M508ab57e97c.0.html

LINKE / KAMPF GEGEN RECHTS / ANTIFASCHISMUS

(Interessant. Ungereimtheiten zur NSU-Affäre)
Ermittlungsakten NSU-Ermittlung begann mit Panne
http://www.schwarzwaelder-bote.de/inhalt.ermittlungsakten-nsu-ermittlung-begann-mit-panne.1e136813-0ddd-436b-9e2c-ebb7dbaa963d.html

Die „NSU“-Morde werden politisch instrumentalisiert!
Ein Zwischenruf aus aktuellem Anlass
http://www.freie-waehler-frankfurt.de/artikel/index.php?id=408

(hier der Beweis für die Instrumentalisierung)
Grüne: Mangelhafte NSU-Aufklärung hält Fachkräfte fern
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5a770c7dc2c.0.html

(Die WELT spricht in einem Artikel über den NSU von "(...) völkisch-rassistischen Wahnvorstellungen vom 'Erhalt der deutschen Nation' (...)")
Heimliche Drahtzieherin
Die Anklageschrift der Bundesanwaltschaft zeichnet ein neues Bild von Beate Zschäpe. Ihr Einfluss in der Neonazi-Zelle NSU war offenbar größer als bislang angenommen
http://www.welt.de/print/die_welt/politik/article111223155/Heimliche-Drahtzieherin.html

Grüne wollen Verfassungsschutz auflösen
Weiter Vorwürfe nach NSU-Pannen
http://www.op-online.de/nachrichten/politik/weiter-vorwuerfe-gegen-sicherheitsbehoerden-nach-nsu-pannen-2593826.html

(NSU-Affäre)
Claudia Schmid
Berlins Verfassungsschutzchefin tritt zurück
http://www.fr-online.de/neonazi-terror/claudia-schmid-berlins-verfassungsschutzchefin-tritt-zurueck,1477338,20866222.html

(auch zu NSU)
Mundlos in der Bundeswehr
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M55b979ea34d.0.html

(Hysterie nächster Akt...)
Nürnberg will "N-SU"-Kennzeichen abschaffen
http://www.welt.de/regionales/muenchen/article110935818/Nuernberg-will-N-SU-Kennzeichen-abschaffen.html

Tausch der NSU-Nummernschilder gestaltet sich aufwendig
http://www.nordbayern.de/region/nuernberg/tausch-der-nsu-nummernschilder-gestaltet-sich-aufwendig-1.2500818

NSU-Ermittler Sebastian Edathy
Anschlag auf SPD-Wahlkreisbüro
http://www.sueddeutsche.de/politik/nsu-ermittler-sebastian-edathy-anschlag-auf-spd-wahlkreisbuero-1.1543716

Extremismus
Kampf gegen Rechts: Friedrich will mehr Kooperation der Behörden
http://www.focus.de/politik/deutschland/extremismus-kampf-gegen-rechts-friedrich-will-mehr-kooperation-der-behoerden_aid_859199.html

(Da müsste er bei sich selbst anfangen…)
Uwe-Karsten Heye: Nur Bildung trocknet "braunen Sumpf" aus
Einstiger Redenschreiber Willy Brandts spricht sich beim Forum "Vorwärts" für aktive Aufklärung aus und nimmt Schulen in die Pflicht
http://www.mt-online.de/lokales/minden/7242103_Uwe-Karsten_Heye_Nur_Bildung_trocknet_braunen_Sumpf_aus.html

(Friedrich-Ebert-Stiftung)
Angst vor Abstieg macht anfällig für Nazi-Parolen
Eine Studie zum Anstieg rechtsextremistischer Tendenzen in Ostdeutschland schockte Politik und Gesellschaft. BKA-Chef Ziercke warnt vor NSU-Nachahmungstätern.
http://www.welt.de/politik/deutschland/article110988538/Angst-vor-Abstieg-macht-anfaellig-fuer-Nazi-Parolen.html

(Zur Studie der Friedrich-Ebert-Stiftung)
Die Nazistudie – Problem für die SPD
http://www.zukunftskinder.org/?p=31747

Deutschland Wir Rechtsradikalen
Eine Studie sieht Rechtsextremismus weit verbreitet. Aber wo soll der sein?
http://www.zeit.de/2012/47/Rechtsradikalismus-Deutschland-Studie-Friedrich-Ebert-Stiftung

(Satire zu Antifa-Denunzianten)
Aufregung um die Hymne
Die Wacht am Main
Das Nordend in Frankfurt ist eine optimal gepolsterte Parzelle des bundesrepublikanischen Gemeinwesens. Einer jedoch vermutet selbst hier Barbarei. Es geht um die drei Strophen des Deutschlandlieds.
http://www.faz.net/aktuell/politik/aufregung-um-die-hymne-die-wacht-am-main-11949042.html

(Tagesspiegel-Antifaschist Frank Jansen in Aktion…)
Live-Chat mit Frank Jansen zum Nachlesen
"Die Neuen Rechten gehören genauso geächtet wie NPD und Neonazis"
http://www.tagesspiegel.de/politik/live-chat-mit-frank-jansen-zum-nachlesen-die-neuen-rechten-gehoeren-genauso-geaechtet-wie-npd-und-neonazis/7344982.html

(Zu Thomas Kuban)
Dort, wo die Bestmenschen wimmern
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5d537f9756f.0.html

(Grüne als Hauptfeind)
„Katrin, Licht meines Lebens, Feuer meiner Lenden“
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5bc35509513.0.html

Streit um Berliner Asylbewerber-Camp spitzt sich zu
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5b86cabc594.0.html

(Berliner Asylbewerber-Camp)
Nichts als Forderungen
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5605fb1c2ed.0.html

(Der jüngste Antifaschist… „Die Öffentlichkeit hat Verständnis dafür“…)
USA
Zehnjähriger erschießt Nazi-Vater
http://www.tagesspiegel.de/weltspiegel/usa-zehnjaehriger-erschiesst-nazi-vater/7339366.html

ZDF Heute Journal diffamiert Islamkritiker
http://www.pi-news.net/2012/11/zdf-heute-journal-diffamiert-islamkritiker/

Pulverfass Deutschland?
Islamisten gegen Rechtsextreme
http://info.zdf.de/ZDF/zdfportal/programdata/08f09dee-c131-3898-beea-3efa0cea90b0/20097342

München
Demonstration für islamisches Zentrum
Breites Bündnis gegen "Pro Deutschland"
http://www.sueddeutsche.de/muenchen/demonstration-fuer-islamisches-zentrum-breites-buendnis-gegen-pro-deutschland-1.1517381

Gewissen von Köln ist im Arsch
http://www.pi-news.net/2012/11/gewissen-von-koln-ist-im-arsch/#more-290417

(Vorgehen gegen Pro Köln)
Stellungnahme der Familie Uckermann
http://www.pi-news.net/2012/11/stellungnahme-der-familie-uckermann/#more-290496

(Zitat: Kabarettist Robert Griess vergreift sich völlig in der Wortwahl: „Nazis zum Abhängen an Windräder hängen. Das ist die Energiewende, die ich mir vorstellen würde. Neben die Nazis hängen wir die Leute vom Verfassungsschutz.(...) Und die Politiker sollten wir gleich daneben hängen, die rechten Terror als Folklore verharmlosen.“)
Trotz Ätz-Kritik
70 000 beim Konzert
Hier kriegt Köln den Arsch huh
http://www.bild.de/regional/koeln/demonstrationen/hier-kriegt-koeln-den-arsch-huh-27127186.bild.html

Extremismusprobleme bei der Bundeszentrale
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M55e0e0b0f62.0.html

(Zur Bundeszentrale für politische Bildung)
Ein Hort der Leere
Von Karlheinz Weißmann
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5f33909e0ef.0.html

„Skandal“ und Skandal bei der Bundeszentrale
http://www.sezession.de/34979/skandal-und-skandal-bei-der-der-bundeszentrale.html#more-34979

(Luther-Preis für „Antifa“-Initiative, die verhindern will, dass „Nazis“ Bier serviert bekommen…)
Kein Lutherpreis für „Pussy Riot“
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5c38a750afd.0.html

(Zum Luther-Preis)
Zivilcourage
Der "German Mut" feiert sich am liebsten selbst
Von Henryk M. Broder
http://www.welt.de/debatte/article111120330/Der-German-Mut-feiert-sich-am-liebsten-selbst.html

Ude und die Scheindemokraten
Münchner Freiheit: Das Münchner Bündnis für Toleranz, Demokratie und Rechtsstaat hat nicht nur fragwürdige Mitstreiter, sondern dürfte auch illegal agieren
http://www.blu-news.org/2012/11/07/ude-und-die-scheindemokraten/

Deutsche Burschenschaft
Ehre, Freiheit, Vaterland
http://www.kontextwochenzeitung.de/newsartikel/2012/11/ehre-freiheit-vaterland/

Eisenach will jährliche Treffen der Deutschen Burschenschaft verhindern
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5844f12bf12.0.html

Mitgliedschaft in Burschenschaft: CDU-Politiker weist Kritik zurück
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M579c4b9a3ba.0.html

(„Kulturzeit“-Hetze gegen Burschenschaften)
Suggestion allüberall
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5baeb1275cf.0.html

Dreieich
Schau im Dreieich-Museum zeigt Weihnachten im Licht der politischen Propaganda
http://www.op-online.de/nachrichten/dreieich/schau-dreieich-museum-weihnachten-politische-propaganda-2609615.html

Ausstellung im Dreieich-Museum dokumentiert den Missbrauch von Weihnachten
Hakenkreuze als Kerzenhalter
http://www.op-online.de/nachrichten/dreieich/hakenkreuze-kerzenhalter-2625188.html

Aufregung um StadtMarketing-Büchlein in Seligenstadt: Grüne entsetzt über „Synagocheplatz“-Gedicht und Zeichnung
http://www.op-online.de/nachrichten/seligenstadt/aufregung-stadtbuechlein-unserer-stadt-nicht-wuerdig-2622080.html

Seligenstadt
Manfred Kreis und Lothar Reinhart verwahren sich gegen Kritik an Synagogenplatz-Kapitel in ihrem Buch
http://www.op-online.de/nachrichten/seligenstadt/serioeses-bild-2627746.html

Grüner Bio-Rassismus
Eine notwendige Aufklärung aus aktuellem Anlass
http://www.freie-waehler-frankfurt.de/artikel/index.php?id=420

Grünen-Spitzenkandidat
Trittins Vater war bei Waffen-SS
http://www.stern.de/politik/deutschland/gruenen-spitzenkandidat-trittins-vater-war-bei-waffen-ss-1926382.html

Abschreckendes Beispiel
So lernte Trittin vom Vater, Nazis zu hassen
http://www.mopo.de/politik---wirtschaft/abschreckendes-beispiel-so-lernte-trittin-vom-vater--nazis-zu-hassen,5066858,20884454.html

Jürgen Trittins Vater war in der Waffen-SS
http://www.pi-news.net/2012/11/jurgen-trittins-vater-war-in-der-waffen-ss/#more-292038

Kampfgruppe Trittin
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5193bbd06b3.0.html

Achilles' Verse: Nur noch 17 Minuten bis Joschka
http://www.spiegel.de/gesundheit/ernaehrung/achilles-verse-joschka-fischers-und-achim-achilles-beim-marathon-a-865515.html

(Vom Ex-K-Gruppen-Anhänger zum Politiker mit Spaß am Luxus...)
Mühlheim: Ex-Bürgermeister Karl-Christian Schelzke im Porträt
Krawatte auf Halbmast
Ein Sozialdemokrat, das natürlich. Als Genosse ein Gewerkschaftsfreund, das auch. Aber Mühlheims ehemaliger Bürgermeister, ein Ex-Kommunist mit Erfahrung an der ideologischen Revoluzzer-Front, der abgeschworen hat?
http://www.op-online.de/nachrichten/muehlheim/ehemaliger-buergermeister-portraet-schelzke-muehlheim-2594709.html

"Frankfurter Rundschau" stellt Insolvenzantrag
http://www.welt.de/wirtschaft/article110986852/Frankfurter-Rundschau-stellt-Insolvenzantrag.html

Frank-Furter Schnauze: Die FR ist selber schuld! Aber Vorsicht: Totgesagte leben länger...
http://www.blu-news.org/2012/11/13/ein-nachruf-und-tschuss/

Die „Frankfurter Rundschau“ stirbt nicht grundlos
Kein Grund zum Jubeln, kein Grund zur Trauer
http://www.freie-waehler-frankfurt.de/artikel/index.php?id=417

Linkspartei fordert Steuerfinanzierung für „Qualitätsjournalismus“
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5dfbd35439d.0.html

Dieter Nuhr über die Linkspartei – JBK
http://www.youtube.com/watch?v=0rtiYxGTB8M

Bezeichnung „rechtsradikal” von Meinungsfreiheit gedeckt
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5a1c805c3c1.0.html

Antirechtes Ordnungsrecht
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5859cece67a.0.html

(Gesinnungsjustiz)
NRW-Innenminister sagt rechtsextremen Straftätern den Kampf an
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M59dfdef9dd3.0.html

Nazi-Jägers Maßnahmen tragen erste Früchte
http://www.pi-news.net/2012/11/nazi-jagers-masnahmen-tragen-erste-fruchte/#more-292756

Baden-Württemberg verstärkt Druck auf „rechte Szene“
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M563115e32c6.0.html

Keine Zivilcourage gegen „rechts“ (II)
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5641b9fe0e4.0.html

(Über Antifa-Autor Danijel Majic)
Identitäre Basisarbeit (1): Berliner Ausspähung, Frankfurter Insolvenz
http://www.sezession.de/34710/identitare-basisarbeit-1-berliner-ausspahung-frankfurter-insolvenz.html

Identitäre Basisarbeit (2): Identitärer Lektüre-Kanon
http://www.sezession.de/34730/identitare-basisarbeit-2-identitarer-lekture-kanon.html

Wikipedia streut weiter linksextreme Hetze
http://www.preussische-allgemeine.de/nachrichten/artikel/wikipedia-streut-weiter-linksextreme-hetze.html

Gezielte Diffamierung?!
Die PAZ bei wikipedia – eine Dokumentation
http://www.preussische-allgemeine.de/nachrichten/artikel/gezielte-diffamierung.html

Österreichische Behörden ermitteln ebenfalls gegen Kreuz.net
http://www.gulli.com/news/20290-oesterreichische-behoerden-ermitteln-ebenfalls-gegen-kreuznet-2012-11-22

Kreuz.net
Hinweise auf Macher des Hassportals
http://www.fr-online.de/politik/kreuz-net-hinweise-auf-macher-des-hassportals,1472596,20948596.html

„kath.net“ wehrt sich gegen „Frankfurter Rundschau“
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M56c0c5faa35.0.html

ZDF-Aspekte über die Süd-Tiroler Band "Frei.Wild"
http://www.zdf.de/ZDFmediathek/#/beitrag/video/1786166/aspekte-vom-30-November-2012

Ehemaliger Erfurter NPD-Chef war V-Mann
http://www.mdr.de/thueringen/npd_thueringen100_page-0_zc-6615e895.html

Verfassungskonform? NPD zieht vor das Bundesverfassungsgericht
http://www.handelsblatt.com/politik/deutschland/verfassungskonform-npd-zieht-vor-das-bundesverfassungsgericht/7384466.html

NPD-Verbot
Trittin warnt vor "besserwisserischem Krähen"
Grünen-Fraktionschef Jürgen Trittin weist die Kritiker des NPD-Verbotsantrags in seiner eigenen Partei zurecht. Er selbst ist "dezidiert" für ein Verbot der rechtsextremistischen Partei.
http://www.welt.de/politik/deutschland/article111886245/Trittin-warnt-vor-besserwisserischem-Kraehen.html

(Eine Pressestimme zum NPD-Verbotsverfahren)
Kommentar: Die Zeit ist reif
http://www.op-online.de/nachrichten/politik/kommentar-npd-verbotsverfahren-2654578.html

Gericht verhängt Berufsverbot gegen NPD-nahen Schornsteinfeger
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M598bc97b81a.0.html

(dazu…)
Kehraus gegen Rechts
von Thorsten Hinz
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5665896eeb5.0.html

(harte Strafe)
Echzell/Gießen Partyraum wie ein KZ: Neonazi zu Haftstrafe verurteilt
http://www.faz.net/aktuell/rhein-main/echzell-giessen-partyraum-wie-ein-kz-neonazi-zu-haftstrafe-verurteilt-11980597.html

Verdächtiger rechtsradikaler Polizist gestoppt
Der Chef der Bundespolizei geht mit aller Härte gegen Rechtradikale in den eigenen Reihen vor. Gegen einen verdächtiger Polizeihauptmeister wurde die GSG9 eingesetzt. Er ergab sich ohne Gegenwehr.
http://www.welt.de/aktuell/article110886804/Verdaechtiger-rechtsradikaler-Polizist-gestoppt.html
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(Vorgehen gegen Polizist, der Mitglied in der „Artgemeinschaft“ ist)
Härte und Haß gegen Bürger
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M50c602db868.0.html

Unmut in Berliner Polizei Eine Kameradschaft zu viel
"SEK Berlin – Kameradschaft", unter diesem Namen haben Berliner Elitepolizisten Anfang Oktober einen Verein gegründet. Allerdings ist der Begriff "Kameradschaft" äußerst belastet, wird er doch gerade in der rechtsextremen Szene häufig gebraucht. Nun gibt es erste Kritik auch aus der Polizei.
http://www.tagesspiegel.de/berlin/unmut-in-berliner-polizei-eine-kameradschaft-zu-viel/7406508.html

Links-enttarnt
http://www.links-enttarnt.net/

(Hausbesetzung in Frankfurt)
In Frankfurter boomt weiter der Linksextremismus
Linker Extremismus am Main
http://freie-waehler-frankfurt.de/artikel/index.php?id=435

(Selbst entlarvend)
Hamburger Asta verhöhnt RAF-Opfer
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5af33fb5815.0.html

NRW: CDU wirft Grünen Ignoranz gegenüber linksextremer Gewalt vor
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M57794c0d2de.0.html

Berliner Linksextremisten beschädigen Rettungsauto
http://www.unzensuriert.at/content/0010724-Berliner-Linksextremisten-besch-digen-Rettungsauto

EINWANDERUNG / MULTIKULTURELLE GESELLSCHAFT

(Posener jubiliert)
Gentrifizierung
Der letzte Deutsche in der Berliner Prinzenallee
http://www.welt.de/politik/deutschland/article111773547/Der-letzte-Deutsche-in-der-Berliner-Prinzenallee.html

(Angriff gegen Sarrazin)
Broder: „taz ist und bleibt der kleine Stürmer“
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M58dd72437e3.0.html

(FDP-Politiker will mehr ausländische Beamte)
Die Behörden müssen sich nach Ansicht von Hessens Integrationsminister Jörg-Uwe Hahn stärker für Zuwanderer öffnen. ...
http://www.fr-online.de/rhein-main/hahn--verwaltung-muss-sich-staerker-fuer-zuwanderer-oeffnen,1472796,21047790.html

Vom Wohngebiet zum Ghetto: Untergangsstimmung in Duisburg-Hochfeld
http://www.spiegel.de/video/duisburger-wohngebiet-hochfeld-verelendet-video-1232514.html

Zigeuner werden besonders geschützte Minderheit
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5d24b5c2ab4.0.html

Zuwanderung aus Euro-Krisenländern schnellt nach oben
http://de.reuters.com/article/domesticNews/idDEBEE8AE01Y20121115

(Zigeunerdebatte)
Grünen-Chefin Roth entschuldigt sich bei „Junger Welt“
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5a5e587c491.0.html

Schweizer „Weltwoche“ wirft Roth Heuchelei vor
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M56d27f71e09.0.html

(Abschaffung der Residenzpflicht)
SPD und Linkspartei loben Hessens Innenminister
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M570aecb0fc8.0.html

(Links-alternative Stadtteilbewohner wollen keinen Zuzug von Asylbewerbern)
Asylbewerber in Bremen
Flüchtlinge sollen draußen bleiben
Ein geplantes Asylheim sorgt in Bremens Stadtteil Ostertor für Diskussionen. Flüchtlinge seien willkommen, sagen Anwohner. Woanders sei es aber besser für sie.
http://taz.de/Asylbewerber-in-Bremen/!105908/

Frankfurts Grüne und Linke diffamieren Polizei
Ein ungeklärter Vorfall soll „Rassismus“ belegen
http://www.freie-waehler-frankfurt.de/artikel/index.php?id=413

Exklusiv: Frankfurter Rundschau startet Feldzug gegen „rassistische“ Polizei
http://www.blu-news.org/2012/11/09/das-fr-komplott/

(Antifa demonstriert – Video)
Demonstration gegen Rassismus bei der Polizei in Frankfurt
http://www.op-online.de/nachrichten/frankfurt-rhein-main/video-demo-gegen-rassismus-polizei-frankfurt-2604572.html

EU-Kommission plädiert für Lockerung der Visapflicht
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5579276cf93.0.html

(Die Lüge der SPD)
Schon jetzt fehlen mehrere tausend Ingenieure in deutscher Automobilindustrie
http://bundespresseportal.de/bayern/item/6492-csu-und-fdp-sparen-an-ingenieuren-f%C3%BCr-elektromobilit%C3%A4t-strobl-bayern-verspielt-vorreiterrolle-schon-jetzt-fehlen-mehrere-tausend-ingenieure-in-deutscher-automobilindustrie.html

(Und ihre Enttarnung)
SPD: Automobilindustrie fehlen mehrere tausend Ingenieure (DIE DAUERLÜGE)
http://rundertischdgf.wordpress.com/2012/11/20/spd-automobilindustrie-fehlen-mehrere-tausend-ingenieure-die-dauerluge/

Fachkräftemangel? Eine Lüge wird langsam auch öffentlich enttarnt!
http://rundertischdgf.wordpress.com/2012/11/07/fachkraftemangel-eine-luge-wird-langsam-auch-offentlich-enttarnt/

(Tja, offenbar ist der Fachkräftemangel wirklich eine Lüge. Denn nach dieser Studie seien 44 Prozent der Einwanderer Akademiker. Bloß nimmt man diese Massen an Studierten irgendwie nicht recht im Stadtbild wahr…)
Studie Zahl der einwandernden Akademiker nimmt zu
http://www.zeit.de/wirtschaft/2012-11/zuwanderer-akademiker-studie

Wie der Islam den Westen programmiert (3 Teile)
http://www.freie-waehler-frankfurt.de/artikel/index.php?id=407
http://www.freie-waehler-frankfurt.de/artikel/index.php?id=409
http://www.freie-waehler-frankfurt.de/artikel/index.php?id=412

Die Salafisten sind wieder da
Islamische Hardliner missionieren erneut in Frankfurt und verteilen den Koran – Polizei schreitet ein
http://www.fnp.de/fnp/region/lokales/frankfurt/die-salafisten-sind-wieder-da_rmn01.c.10292825.de.html

Bildbericht: Erfolg in München
Pro Deutschland hat am 10. November in München trotz zahlloser Widerstände erfolgreich gegen radikale Islamisten und die Finanzierung des islamischen Zentrums ZIE-M aus dem Emirat Katar demonstriert.
http://www.pro-deutschland.de/index.php?option=com_content&view=article&id=603:bildserie-erfolg-in-muenchen&catid=20:top-themen

Kein Schweinefleisch
Kieler Kitas verbannen die Currywurst
Kein Schnitzel, keine Currywurst und keine Rippchen: In vielen städtischen Kindertagesstätten in Kiel kommt kein Schweinefleisch mehr auf den Teller.
http://www.shz.de/nachrichten/top-thema/artikel/keine-currywurst-mehr-in-kieler-kitas.html

(Integration mit Kopftuch)
Seligenstadt
Nadja Abdelhalim möchte einen internationalen Frauenverein gründen: Passender Raum gesucht
„Ideen und Fähigkeiten“
http://www.op-online.de/nachrichten/seligenstadt/internationaler-frauenverein-seligenstadt-raum-gesucht-2632975.html

(Kunst mit Burka)
Ausstellung „Burquoi"
Kunstverein Wiesbaden lässt Besucher Burka tragen
http://www.haz.de/Nachrichten/Kultur/Ausstellungen/Kunstverein-Wiesbaden-laesst-Besucher-Burka-tragen

(Zitat: Ihm liege eine Liste mit aktuell 49 überbelegten Häusern im Stadtgebiet vor, die zusammen mit Polizei und Bauaufsicht „abgearbeitet“ werde. „Pro Monat nehmen wir uns eine Liegenschaft vor, mehr ist personell nicht machbar“, sagt Weigand…. Das kann also lange dauern, und bis dahin sind 49 neue Häuser überbelegt)
Überbelegung von Wohnungen
Müllberge sind erstes Indiz
http://www.op-online.de/nachrichten/offenbach/muellberge-sind-erstes-indiz-2633241.html

Türkischer Botschafter für kultursensible Sprache
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5bd0e06aa36.0.html

Mahnmal gegen Gewalt am Alexanderplatz geplant
http://www.tagesspiegel.de/berlin/reaktion-auf-kriminalitaet-mahnmal-gegen-gewalt-am-alexanderplatz-geplant/7365560.html

(....”Deutsche türkischer Herkunft mit griechischer Staatsangehörigkeit”...)
Fall Jonny K
Verdächtige möglicherweise in Griechenland
http://www.tagesspiegel.de/berlin/fall-jonny-k-verdaechtige-moeglicherweise-in-griechenland/7374132.html

Arabische Familienclans bedrohen Berlin
http://www.youtube.com/watch?v=BgqOtTJvtqY&feature=g-all-f

(Auf den Straßen Berlins)
Messerattacke
Streit zwischen Autofahrern endet blutig
http://www.tagesspiegel.de/berlin/polizei-justiz/messerattacke-streit-zwischen-autofahrern-endet-blutig/7365316.html

Frau verstümmelt: Polizei jagt Omid R.
http://www.bz-berlin.de/tatorte/frau-verstuemmelt-polizei-jagt-omid-r-article1579619.html

Katenser Kreisklasse-Krawalle
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M57a78c1d2ac.0.html

Niederlande: Linienrichter stirbt nach Prügelattacke
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5b63f9a691c.0.html

Niederlande: Marokkaner als kriminogene Minderheit
http://www.sezession.de/35165/niederlande-marokkaner-als-kriminogene-minderheit.html

„Bedroht – Beschimpft – Geschlagen! Das Spiel fällt aus!“
http://www.sezession.de/35224/bedroht-beschimpft-geschlagen-das-spiel-fallt-aus.html#more-35224

„20-Cent-Mörder“ erneut vor Gericht
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M50cf164b12d.0.html

Vierfache Bereicherung in Detmold
(mit einem aufschlußreichen Video zu einem Fall in Frankreich)
http://www.pi-news.net/2012/12/vierfache-bereicherung-in-detmold/

Familienstreit: Ehefrau erstochen, Sohn schwer verletzt
http://www.e110.de/index.cfm?event=page.detail&cid=2&fkcid=2&id=61476

Offenbach
86-jährige mit „Zetteltrick“ hereingelegt
http://www.familien-blickpunkt.de/aktuelles/der-zetteltrick.html

KULTUR / UMWELT / ZEITGEIST / SONSTIGES

(Steht aber unter Denkmalschutz)
Braunau: Zur Hölle mit dem Hitler-Haus
http://www.ftd.de/panorama/leute/:braunau-zur-hoelle-mit-dem-hitler-haus/70115615.html

Die neue „Wohnungsnot“ entstammt Politikversagen
Statt Nachverdichtung Stadtreparatur an vielen Stellen
http://www.freie-waehler-frankfurt.de/artikel/index.php?id=427

Hessen-Forst verkauft oder vermietet ungenutzte Gebäude
Forsthäuser ohne Förster
http://www.op-online.de/nachrichten/hessen/forsthaeuser-ohne-foerster-2648111.html

Schachmatt für Deutsch?
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M54b0a2e4956.0.html

(Denglisch bei Opel)
Äddäm made in Germany
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5faaf722063.0.html

Bildungs-Investment und sozialdemokratische Aufklärung (Der Untergang des Abendlandes in Anekdoten, Folge 4)
http://www.sezession.de/34650/bildungs-investment-und-sozialdemokratische-aufklarung-der-untergang-des-abendlandes-in-anekdoten-folge-4.html#more-34650

Richard von Coudenhove-Kalergi
http://de.metapedia.org/wiki/Von_Coudenhove-Kalergi,_Richard

2016 soll das Aus kommen
EU-Pläne: Halogenlampe soll verboten werden
http://www.wochenblatt.de/nachrichten/traunstein/ueberregionales/EU-Verbot-12-Volt-Halogenlampe-Halogenlampe;art5568,104433

Urban Mining
Die Stadt als ewige Rohstoffquelle
http://www.3sat.de/page/?source=/dokumentationen/165406/index.html

Tegtmeier- über Energie- Sparen
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=uo2QEOlJE7Y

(Auch eine Meinung)
“Internetsucht” ist die Heilung, nicht die Krankheit
http://carta.info/41791/internetsucht-ist-die-heilung-nicht-die-krankheit/?utm_source=feedburner

(Gender-Ideologie)
EU geht gegen traditionelle Kinderbücher vor
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M52967872f80.0.html

Frauen in der „New York Times“
Stinktier auf der Gartenparty
Jill Abramson ist seit gut einem Jahr Chefredakteurin der „New York Times“. Die bekennende Demokratin verwandelt ihre Redaktion nun in eine Feministinnenoase.
http://www.taz.de/Frauen-in-der-New-York-Times/!105801/

Aus Pink wird Rosa
Namensstreit führt zur Umbenennung des „Gaynachtsmarkts“ – Gespaltene Reaktionen auf Konzept
http://www.fnp.de/fnp/region/lokales/frankfurt/aus-pink-wird-rosa_rmn01.c.10339845.de.html

Frankfurts Weihnachtsmarkt wird schwul!
Alles für die Steigerung des Bruttosozialprodukts
http://www.freie-waehler-frankfurt.de/artikel/index.php?id=425

Homo-Szene hetzt gegen konservative Publizisten
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M5744802f1a5.0.html

"Zoophilie" wird Thema im Bundestag
Berlin plant Gesetz gegen Sex mit Tieren
Berlin (RPO). Die Bundesregierung will Sex mit Tieren einem Medienbericht zufolge bald wieder verbieten. der Handlungsbedarf ist offenbar akut: Experten berichten, in Deutschland würden Tiere in erheblichem Maße missbraucht.
http://www.rp-online.de/politik/deutschland/berlin-plant-gesetz-gegen-sex-mit-tieren-1.3082332

Schule im Wandel der Zeiten (1973 und 2006) - dargestellt an acht typischen Szenarien:
http://www.urwurz.de/1420.0.html

(Kapitalismus-Kritik)
„So retten wir unseren Planeten"
Interview mit Peter Sutter, Autor des Buches „Zeit für eine andere Welt – Warum der Kapitalismus keine Zukunft hat“
http://theintelligence.de/index.php/gesellschaft/soziales/5045-so-retten-wir-unseren-planeten.html

Reemtsma
Unser klügster Kopf wird 60
http://www.mopo.de/nachrichten/reemtsma-unser-kluegster-kopf-wird-60,5067140,20963966.html
http://www.ndr.de/geschichte/koepfe/reemtsma105.html

Machismo einer Maus mit Launen
Pete Townshend hat seine Erinnerungen geschrieben. Ohne seine Texte hätten The Who nie ihre Arenen gefüllt
http://www.welt.de/print/die_welt/kultur/article110615904/Machismo-einer-Maus-mit-Launen.html

Massenmedien und Prominente:
Die nächste Gatekeeper-Funktion geht verloren
http://netzwertig.com/2012/11/12/massenmedien-und-prominente-die-naechste-gatekeeper-funktion-geht-verloren/

"Im Netz so arbeiten, wie das Netz eben funktioniert"
Michal: Print lässt sich nicht einfach auf das Internet übertragen
Wolfgang Michal im Gespräch mit Britta Bürger
http://www.dradio.de/dkultur/sendungen/thema/1922023/

Leben im Rausch
http://www.classless.org/kontakt/leben-im-rausch/

Netzhass ist gratis
Eine Kolumne von Sascha Lobo
Digitaler Hass ist anders. Der Hassende muss dem Gehassten nicht von Angesicht zu Angesicht begegnen. Das führt zu entfesselten Kommentaren und Tränen vor dem Monitor. Wir brauchen eine digitale Herzensbildung.
http://www.spiegel.de/netzwelt/web/kolumne-von-sascha-lobo-ueber-hass-in-der-digitalen-gesellschaft-a-870799.html

Arbeitszwang in der DDR: Selbst in der Freiheit nicht frei
Menschen sollten diszipliniert werden - Kerstin Barutha schildert ihre Erlebnisse
http://www.freiepresse.de/NACHRICHTEN/SACHSEN/Arbeitszwang-in-der-DDR-Selbst-in-der-Freiheit-nicht-frei-artikel7986864.php

Himmlers Leibarzt
Masseur des Massenmörders
http://einestages.spiegel.de/s/tb/25946/himmlers-leibarzt-felix-kersten.html

1934 - Erich Ludendorff besuchte die Witwe von Gregor Strasser
Die Röhm-Morde aus der Sicht Erich Ludendorffs
http://studiengruppe.blogspot.de/2012/12/1934-ludendorff-besucht-die-witwe.html

Kinodrama "Lore"
Deutsches Mädel, deutsches Monster
http://www.spiegel.de/kultur/kino/lore-cate-shortlands-starkes-nachkriegsdrama-kommt-in-die-kinos-a-862880.html
http://www.lore-derfilm.de/film.php
http://www.mz-web.de/servlet/ContentServer?pagename=ksta/page&atype=ksArtikel&aid=1349164479661

(Zitat: „Die holzschnittartige Zeichnung der Nazi-Piloten indes erinnert an Hollywood-Streifen der 50er Jahre, wenn nicht an billige B-Movies. Die stakkato-artige, gleichsam comichafte Diktion der Hitler-Flieger ist mehr dazu angetan, Klischees zu bedienen, als die Gräuel des Zweiten Weltkriegs tatsächlich abzubilden.“)
Film„Red Tails“: Kriegsfilm über schwarze Flieger
http://www.focus.de/kultur/kino_tv/film-red-tails-kriegsfilm-ueber-schwarze-flieger_aid_860564.html

Rückkehr der Götter
http://www.jungefreiheit.de/Single-News-Display-mit-Komm.154+M53c07b3be03.0.html

Monti crise de la gouvernance et de la démocratie

Monti crise de la gouvernance et de la démocratie

par Jean-Gilles MALLIARAKIS

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Pas facile de mesurer, même pour un pays aussi proche que l'Italie, les conditions politiques locales. Ainsi la menace de démission de Mario Monti, formulée le 9 décembre, si elle devait se confirmer est ressentie comme une formidable menace pour la gouvernance européenne. Le motif de cette crise réside dans l'annonce d'un retour de son prédécesseur sur la scène électorale.

Or les choses qui paraissent simples au départ, se compliquent souvent à l'usage. Les organes de la désinformation parisienne nous apprenaient ainsi, le 12 décembre, que Silvio Berlusconi change son fusil d'épaule. Il se dit prêt à se retirer en cas de candidature du chef du gouvernement, aux élections législatives anticipées (1)⇓ "J'ai proposé à Monti d'être candidat en tant que chef de file du centre modéré et il a dit qu'il ne le voulait pas. Si sa position change, je n'aurai aucun problème à m'écarter (...) Je n'ai pas d'ambition personnelle", déclare maintenant l'ancien président du Conseil.

Observons aussi que tout ceci pose en fait la question de la démocratie dans chacun de nos pays que nous croyons encore des États souverains.

Ce n'est pas en effet dans le cadre des débats internes, que fut décidée la chute de deux gouvernements, celui de Silvio Berlusconi à Rome et celui de Georges Papandréou à Athènes. Ils furent éliminés en fait lors de la réunion de Cannes du 3 novembre 2011 en marge du G20.

Les deux personnages n'incarnaient à vrai dire, dans leurs pays respectifs, ni les mêmes idées, ni les mêmes pratiques, ni les mêmes configurations psychologiques

Mais l'un comme l'autre se trouvaient confrontés à la même situation financière inextricable. Celles-ci résultent de pratiques budgétaires désormais incompatibles avec l'Union monétaire.

Il se trouve cependant que l'un comme l'autre disposait de majorités parlementaires. Assurant leur légitimité au regard des règles démocratiques celles-ci les avaient soutenus jusque-là.

On jugeait alors inadmissible le cas du chef de gouvernement grec, président de l'Internationale socialiste. Mais on ne lui reprochait pas la suite d'erreurs d'orientations économiques, pourtant impardonnables, et démagogiques, infligées à son pays à partir de sa victoire électorale de l'automne 2009.

On n'acceptait simplement pas l'idée qu'il pût soumettre à référendum l'accord financier de sauvetage conclu avec ses partenaires européens et avec les bailleurs de fonds. Cette procédure aurait pu sembler pourtant la moindre manifestation de politesse à l'égard du peuple souverain.

Quant à son homologue de Rome on avait laissé passer toutes ses frasques et incongruités : on n'acceptait pas son esquisse, tant soit peu bâclée, en quelques jours, de rétablissement des comptes publics. Or, rappelons-le, les finances de l'État italien dégagent ce qu'on appelle des "excédents primaires", c'est-à-dire des amorces de remboursement de la dette. En revanche, depuis plusieurs années les nouveaux emprunts contractés par le Trésor Public hexagonal servent à financer les échéances des prêts antérieurs. (2)⇓

La manière dont les deux hommes furent alors débarqués a fait l'objet d'un témoignage, pour une fois recevable, venant d'un témoin direct, le petit ministre parisien des finances Baroin. Il n'hésite pas d'ailleurs à contredire aujourd'hui, dans son livre (3)⇓ les déclarations qu'il diffusait à l'époque pour convaincre le monde de la solidité de la Zone Euro.

Et donc, sous la pression du Directoire de fait au sein de l'Union européenne, et Berlusconi et Papandréou ont dû laisser la place. Celui-ci s'est retiré au profit d'un gouvernement provisoire constitué, pour quelques mois, autour du respectable banquier central Loukas Papadimos. Celui-là s'est démis au profit d'un ministère technique dirigé par Mario Monti, honnête transfuge de la Commission.

Certains ont cru pouvoir monter en épingle les liens réels ou supposés avec la finance internationale et plus précisément avec la firme Goldman Sachs. Ils auraient sans doute gagné en crédibilité en pointant d'autres ramifications : le malaise est le même, on l'exorcise comme on veut, ou comme on peut.

Ainsi tout le monde cite cette fameuse banque, presque comme on pourrait parler des clients de la SNCF, mais on omet soigneusement de rappeler le rôle néfaste de Strauss-Kahn aux côtés de Papandréou, ou la réunion du groupe de Bilderberg à Vouliagmeni en 2009, à laquelle participait le gentil fonctionnaire de l'OCDE Papakostantinou qui allait devenir ministre [socialiste] des Finances du calamiteux gouvernement.

La réalité cependant n'est pas aussi "journalistique" ; elle ne correspond pas nécessairement à un "complot" : elle résulte en effet d'une contradiction mécanique.

Ainsi lorsque Mario Monti annonce sa décision à la fois "irrévocable", mais "à terme", et quoique soumise à condition suspensive... lorsqu'il dit qu'il déclare qu'il se retirera "après le vote sur la loi d'orientation budgétaire" ... supposée répondre en décembre 2012 à des objectifs posés en novembre 2011... il paraît logique de se poser certaines questions subsidiaires.

L'Italie va de toute manière vers des élections. Anticipées ou non, la différence ne semble pas considérable. Le parti "démocrate" ex-démocrate sinistre, et ex-communiste, est présenté comme bénéficiant d'un fort vent en poupe. Que se passera-t-il dès lors si le nouveau gouvernement remet en cause, comme le suffrage universel pourrait bien l'y inviter, les conséquences monétaires des accords européens ?

Conservant pour ma part une certaine sympathie pour Gianfranco Fini, considéré comme un traître par les inconditionnels berlusconiens, et actuellement président de la chambre des députés italiens, je consulte toujours ses commentaires et je lis celui du 9 : à propos de la démission [annoncée] du chef du gouvernement, il trouve qu'elle "fait honneur à son sens des responsabilités". Certes : mais comment compte-t-on s'y prendre pour faire face aux pressions qui vont, immanquablement s'exercer sur l'État italien et sur sa Trésorerie du fait de cette hypothétique décision.

Nous disposons, avec la Grèce, hélas pour ce pays, d'un laboratoire expérimental particulièrement riche en enseignements depuis 2009.

On doit mettre en cause la lucidité de tous ceux qui, depuis, ont répété successivement "l'Espagne c'est pas pareil", "l'Italie c'est pas pareil". Ils diront bientôt que "la France c'est pas pareil", comme les chips et les chipsters, alors qu'en réalité ce sera pareil, les mêmes causes [le surendettement] provoquant les mêmes effets [la ruine].

Qu'avons-nous pu observer en Grèce :

1° Ne perdons pas de vue le malheur d'une partie du pays. À ce jour le chômage atteint officiellement un taux de 24,8 % et les jeunes prennent comme aux pires heures de l'Histoire, chemin de l'exil. Tous les journaux de l'Hexagone en parlent. On peut regretter cependant qu'ils en profitent pour distiller un sous-entendu permanent... celui dont nous ont toujours intoxiqués les républiques successives "tout va mieux en France"... comme s'il fallait remercier notre classe politique de lambeaux de prospérité que l'État central parisien n'a pas encore gâchés.

2° Les manifestations de masse contre l'austérité se sont soldées par des échecs. Elles ne servent à rien sinon à renforcer la méfiance des investisseurs, et même à encourager la sortie, légale ou non, des capitaux : pourquoi détenir un compte bancaire local susceptible de changer de devise de référence du jour ou lendemain ?

3° la sympathie des Étrangers ne produit pas grand-chose. Elle s'émousse très rapidement, dans le meilleur des cas, quand elle ne se transforme pas en suspicion et hostilité.

4° l'incompréhension des médiats, des observateurs et même des décideurs les amène à confondre la classe politique et le pays en général, à assimiler les discours des imprécateurs et de l'opposition aux actes réels du gouvernement, etc.

Au total les réponses technocratiques à la crise, opérées par d'irresponsables et molles synarchies n'ont fait dans un premier temps que renforcer les courants d’opinions protestataires. Fort heureusement, les baudruches apparues depuis plusieurs mois commencent à se dégonfler.

Car, quelle que soit l'aide extérieure, un pays ne peut s'en sortir que par lui-même.

La simple "gouvernance", ce mot horrible réduisant les choses à leur dimension administrative, cela ne suffit jamais. Les mesures les plus arithmétiquement évidentes requièrent l'adhésion des hommes.

Plus tard l'opinion prend conscience de l'obligation de ne pas dépenser l'argent dont on ne dispose pas, plus le rétablissement se révèle douloureux.

Il était bien tard à Athènes en juin 2012 lorsque fut enfin constitué le gouvernement d'Antonis Samaras.

Et, en France l'heure tourne, au point que le soir tombe, quand chaque semaine le gouvernement Ayrault annonce de nouvelles dépenses non financées.

JG Malliarakis
        

Apostilles

  1. cf. AFP du 12/12/2012 à 18:42
  2. cf. "Pour une libération fiscale" chapitre "L'Etau budgétaire de 2012"
  3. cf "Journal de crise" JC Lattès, 2012, 220 pages.

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samedi, 22 décembre 2012

La grande Albanie : un projet américain contre le monde orthodoxe ?

La grande Albanie : un projet américain contre le monde orthodoxe ?

par Alexandre LATSA

Ex: http://french.ruvr.ru/

La grande Albanie : un projet américain contre le monde orthodoxe ? 

   

Le Premier ministre albanais Sali Berisha a prôné l’octroi de la nationalité albanaise à tous les Albanais, où qu’ils résident. Cette déclaration a été faite lors d’une visite de la ville de Vlora où l’indépendance de l’Etat Albanais a été prononcée, il y a juste 100 ans. A l’époque l’Albanie venait tout juste de se libérer du joug ottoman.

Cette déclaration fait suite a une autre déclaration, commune cette fois, que Sali Berisha avait fait avec son homologue Kosovar Hashim Thaçi il y a quelques semaines, promettant l'union de tous les Albanais. L’endroit était, il faut le dire bien choisi, puisque l’immense majorité des habitants du Kosovo y est aujourd’hui d’origine albanaise, ce qui n’a pas toujours été le cas.

Lors de la guerre des Balkans en 1913, les serbes constituent encore la majorité de la population. En 1941, le Kosovo est rattaché à la Grande Albanie (déjà) sous protectorat fasciste italien. Après la guerre, le maréchal Tito interdira l’immigration albanaise car la Yougoslavie ne pouvait selon lui être forte qu’avec une Serbie la plus faible possible. En 1974, c’est du reste lui qui attribue au Kosovo le statut de province autonome, statut qui sera supprimé par Slobodan Milosevic en 1989, alors que les Serbes ne représentent déjà plus que 15 % de la population.

Lorsqu’en 2008 le Kosovo se déclare indépendant, prés d’une décennie après l’intervention militaire occidentale, peu de commentateurs mettent le doigt sur l’Albanité dominante de ce nouveau petit état. L’heure est au contraire à la fête pour ce peuple soi disant oppressé et qui accède enfin à la liberté. Au sein de la plupart des pays Occidentaux et de l’Union Européenne, la reconnaissance est instantanée, sans que ne se pose la question du traitement de la minorité serbe et de l’avenir qui lui était réservé, malgré le terrible précédent de 2004, lorsque les chrétiens avaient été victimes de pogroms, les églises brulées, et les droits humains les plus élémentaires bafoués. Il est vrai que l’Europe, pardon l’UE, avait à cette époque d’autres priorités : l’organisation essentielle d’une gaypride a Belgrade.

Il aura donc fallu seulement quatre ans pour que la farce de l’indépendance du Kosovo apparaisse enfin publiquement. Seulement quatre ans pour que le Premier ministre albanais donne raison aux nationalistes serbes qui ont eux toujours affirmé affronter non pas les Kosovars (les habitants de la région du Kosovo étant des serbes) mais bel et bien des Shqiptars, dans un nouvel épisode du conflit ancestral qui oppose depuis prés de 6 siècles dans les Balkans les Slaves orthodoxes aux fils de convertis de l’empire Ottoman. Le soutien occidental à la création du Kosovo et l’acharnement contre la Serbie peuvent sembler complètements inexplicables. Pourtant de 1991 à 2008, une seule et même logique a animé les stratèges américains: la destruction de la Serbie, afin que celle-ci soit la plus faible possible a l’avenir, au moment historique inévitable ou elle allait de nouveau se tourner vers la Russie. Bien sûr, il fallait dans le même temps une Russie également affaiblie au maximum. Si de 1991 à 2000 une guerre militaire et médiatique a été menée contre la Serbie de Milosevic en vue de son anéantissement, dans le même temps, c’est une guerre économique et morale qui était menée contre la Russie d’Eltsine. La croisade contre le monde communiste s’est transformée en croisade contre le monde orthodoxe, et contre son centre névralgique et politique le plus souverain : la Russie. Le théoricien du containment russe en Eurasie, Zbigniew Brezinski, affirmait lui-même en 2007 que: « Le principal ennemi de l’Amérique était désormais l’église orthodoxe russe». La création de la grande Albanie peut sans doute être vue dans ce sens historique et géostratégique. Elle est une nouvelle allumette jetée, une allumette qui pourrait créer une étincelle et déclencher un nouvel incendie dans le brasier balkanique. Cet incendie aurait pour conséquence d’affaiblir un peu plus l’Europe, mais aussi de déstabiliser un peu plus le monde orthodoxe (Macédoine, Grèce, Monténégro, Serbie…) et de freiner son rapprochement avec la Russie. Par ricochet, c’est donc l’influence russe en Europe de l’Est qui serait remise en cause, et donc son rapprochement avec l’Europe de l’Ouest. Ce faisant, l’Amérique aurait atteint une nouvelle fois son objectif essentiel : éviter un rapprochement continental et européen entre les mondes catholiques et orthodoxes.

Meyssan: „Die syrischen Terroristen wurden von der UCK im Kosovo ausgebildet“

Meyssan: „Die syrischen Terroristen wurden von der UCK im Kosovo ausgebildet“

Interview mit dem serbischen Magazin Geopolitika

 

http://www.voltairenet.org/article176872.html

Thierry Meyssan beantwortet Fragen der serbischen Zeitschrift Geopolitika. Er kommt zurück auf seine Interpretation der Ereignisse vom 11. September, auf die Ereignisse von Syrien und die aktuelle Lage in Serbien.

Voltaire Netzwerk | Belgrad (Serbien) | 7. Dezember 2012

Geopolitika : Herr Meyssan, Sie haben Weltruhm erworben, als Sie das Buch L’Effroyable imposture veröffentlichten, das die offizielle Version von den amerikanischen Behörden über den Terroranschlag vom 11. September 2001 in Frage stellte. Ihr Buch ermutigte andere Intellektuelle ihre Zweifel über dieses tragische Ereignis zum Ausdruck zu bringen. Könnten Sie unseren Lesern kurz sagen, was tatsächlich an diesem 11. September passiert ist, was im Gebäude des Pentagons einschlug oder explodierte: war es ein Flugzeug oder etwas anderes? Was passierte mit den Flugzeugen, die in den Zwillingstürmen einschlugen, vor allem was mit dem dritten Gebäude neben diesen Türmen geschah? Was ist der tiefere Zusammenhang dieses Angriffs, der globale Auswirkungen hatte, und die Welt verändert hat?

Thierry Meyssan:Es ist erstaunlich, dass die Weltpresse die offizielle Version weitergeleitet hat, einerseits weil sie absurd ist, andererseits weil sie nicht in der Lage ist, manche der Ereignisse zu erklären.

Die Idee, dass ein in einer Höhle in Afghanistan hausender Fanatiker und etwa zwanzig mit Teppichmessern ausgestatteten Personen das World Trade Center zerstören und in das Pentagon einschlagen hätten können, bevor die weltweit mächtigste Armee Zeit hätte zu reagieren, ist nicht einmal eines Trickfilms würdig. Aber je grotesker die Geschichte, desto weniger stellen die westlichen Journalisten Fragen.

Andererseits spiegelt die offizielle Version weder die Börsenspekulation auf die betroffenen Unternehmen wieder, die Opfer dieser Angriffe wurden, noch das Feuer des Anhangs des Weißen Hauses, noch den Zusammenbruch des dritten Turms des World Trade Center am Nachmittag. So viele Ereignisse, die im Abschlussbericht der Präsidenten Kommission nicht einmal erwähnt werden.

Grundsätzlich spricht man nie von dem einzig Wichtigen dieses Tages: nach dem Anschlag auf das World Trade Center wurde der Regierungsplan der Kontinuität (COG) gesetzeswidrig aktiviert. Es gibt ein Verfahren im Falle eines nuklearen Krieges. Falls man die Vernichtung der zivilen Behörden konstatiert, übernimmt eine alternative Militärregierung das Ruder. Um 10h30 wurde dieser Plan aktiviert, obwohl die zivilen Behörden noch immer in Kapazität waren, ihre Verantwortung auszuüben. Die Macht kam in die Hände des Militärs, das sie erst um 16 h30 den Zivilisten zurückgab. Während dieser Zeit gingen Kommandos fast alle Mitglieder des Kongresses und Mitglieder der Regierung einholen, um sie zur Gewährleistung der Sicherheit in Antiatom-Notunterkünften unterzubringen. Es gab daher einen Militärputsch von ein paar Stunden, nur für eine Zeitspanne, die die Putschisten benötigten, um ihre politische Linie aufzuerlegen: Notfalls Zustand im Inland und globalen Imperialismus im Ausland.

Am 13. September wurde der Patriot Act im Senat vorgelegt. Dies ist kein Gesetz, sondern ein dicker Anti-Terror-Code, dessen Verfassung in den vergangenen zwei bis drei Jahren im geheimen durchgeführt wurde. Am 15. September billigte Präsident Bush den Plan der Welt-”Matrix” zur Schaffung eines umfassenden Systems von Entführung, geheimen Gefängnissen, Folter und Mord. In dieser selben Sitzung billigte er einen Plan für die aufeinanderfolgenden Angriffe auf Afghanistan, Irak, Libanon, Libyen, Syrien, Somalia, Sudan und auf den Iran. Sie können sehen, dass die Hälfte des Programms bereits erledigt ist.

 

Diese Attentate, dieser Staatsstreich und die folgenden Verbrechen, wurden durch den tiefen Staat (in dem Sinne, in dem dieser Begriff verwendet wird, um die geheime militärische Macht in der Türkei und Algerien zu beschreiben) organisiert. Diese Ereignisse wurden von einer sehr geschlossenen Gruppe entworfen: die Straussianer, d. h. die Anhänger des Philosophen Leo Strauss.

Dies sind die gleichen Personen, die den US-Kongress 1995 ermutigt hatten, aufzurüsten und die die Zerstückelung Jugoslawiens organisiert haben. Wir müssen zum Beispiel daran erinnern, dass Alija Izetbegovic Richard Perle zum politischen Berater hatte, Osama Bin Laden zum Militärberater und Bernard-Henri Lévy zum Berater der Medien hatte.

Geopolitika: Ihr Buch und Ihre anti-amerikanische Haltung, die Sie in Ihrem unabhängigen Netzwerk Voltaire frei geäußert haben, wurden Quelle von Problemen, die Sie persönlich mit der Verwaltung des ehemaligen französischen Präsidenten Nicolas Sarkozy hatten. Könnten Sie uns darüber ein bisschen mehr sagen? In der Tat hatten Sie in dem Artikel über Herrn Sarkozy, mit dem Titel: „Die Operation Sarkozy: Wie die CIA einen ihrer Agenten zum Präsidenten der Republik Frankreichs machte“, vertrauliche Informationen geschrieben, die an einen politisch-kriminellen Thriller erinnern.

Thierry Meyssan:Ich bin nicht antiamerikanisch. Ich bin Anti-imperialist und denke, dass die Menschen in den Vereinigten Staaten auch Opfer der Politik ihrer Führer sind.

Was Nicolas Sarkozy betrifft zeigte ich, dass er während seiner Jugend in New York von Botschafter Frank Wisner Jr. erzogen wurde. Diese Person ist einer der wichtigsten Offiziere der CIA, die von seinem Vater Frank Wisner Sr. gegründet wurde. Die Karriere von Nicolas Sarkozy war daher völlig von der CIA geprägt. Es war daher nicht verwunderlich, dass er als Präsident der französischen Republik Washingtons Interessen und nicht die von den Franzosen verteidigt hatte.

Die Serben kennen Frank Wisner Jr. gut: Er war es, der die einseitige Unabhängigkeit des Kosovo als Sonder-Vertreter des Präsidenten der Vereinigten Staaten organisiert hat.

Ich erklärte all dies im Detail während einer Intervention im Eurasian Media Forum (Kasachstan) und man bat mich, es in einem Artikel für Odnako (Russland) zu entwickeln. Durch einen zeitlichen Zufall wurde er während des Georgien-Krieges veröffentlicht, genau in dem Moment, als Sarkozy nach Moskau kam. Ministerpräsident Vladimir Putin hat das Magazin auf den Tisch gelegt, bevor er begann, mit ihm zu diskutieren. Dies hat natürlich mein Verhältnis mit Sarkozy nicht verbessert.

Geopolitika: Herr Meyssan, wie ist die aktuelle Situation in Syrien, die Situation an der Front und die Situation in der syrischen Gesellschaft? Sind Katar und Saudi-Arabien, sowie die westlichen Länder, die das politische System des Präsidenten Bachar El Assad stürzen wollen, sind sie nah an der Vollendung ihres Ziels?

Thierry Meyssan:Von 23 Millionen Syrern unterstützen etwa 2 bis 2,5 Millionen die bewaffneten Gruppen, die versuchen, das Land zu destabilisieren und seine Armee zu schwächen. Sie haben die Kontrolle über ein paar Städte und große ländliche Gebiete übernommen. In keinem Fall sind diese bewaffneten Gruppen in der Lage, das Regime zu stürzen.

Der westliche ursprüngliche Plan hat vorgesehen, dass terroristische Aktionen einen Zyklus von Provokation und Strafverfolgung schaffen würden, was internationale Intervention rechtfertigen sollte, nach dem Vorbild des UCK-Terrorismus und der Unterdrückung von Slobodan Milosevic, gefolgt von der NATO-Intervention. Beachten Sie im Vorbeigehen, dass es bescheinigt ist, dass militante Gruppen in Syrien von Mitgliedern der UCK auf dem Territorium des Kosovo für Terrorismus geschult wurden.

Dieser Plan scheiterte, weil Wladimir Putins Russland nicht das von Boris Jeltsin ist. Moskau und Peking haben der NATO das Eingreifen verboten und seitdem verfault die Situation.

Geopolitika: Was wollen die Vereinigten Staaten, Frankreich, Großbritannien, Saudi-Arabien und der Katar durch den Sturz des Präsidenten Al-Assad erreichen?

Thierry Meyssan:Jedes Mitglied der Koalition hat sein eigenes Interesse an diesem Krieg und glaubt, es erreichen zu können, obwohl diese Interessen manchmal mit einander in Konflikt stehen.

Auf politischer Ebene besteht der Wille, die “Achse des Widerstandes gegen den Zionismus” (Iran-Irak-Syrien-Hisbollah-Palästina) zu brechen. Es gibt auch weiterhin den Willen zum „Umbau des Nahen und mittleren Osten“.

Aber das wichtigste ist das wirtschaftliche Interesse: riesige Reserven von Erdgas wurden im Osten des Mittelmeeres entdeckt. Das Zentrum der Lagerstätte ist in der Nähe von Homs in Syrien (genauer gesagt in Qârâ).

Geopolitika: Könnten Sie uns etwas mehr über den Al-Kaida Aufstand in Syrien sagen, deren Beziehungen zu den Vereinigten Staaten nicht wenig widersprüchlich sind, wenn man sich ihre Aktionen auf dem Boden anschaut? Sie sagten in einem Interview, dass die Beziehungen zwischen der NATO und Abdelhakim Belhadj fast institutionalisiert seien. Für wen führt Al-Kaida eigentlich Krieg?

Thierry Meyssan:Al-Kaida war ursprünglich nur der Name der Datenbank, der Computerdatei, der nach Afghanistan entsandten arabischen Mujaheddin, um gegen die Sowjets zu kämpfen. Durch eine Erweiterung hieß man Al-Qaida die Dschihad-Welt, in der Söldner angeworben wurden. Dann nannte man Al-Qaida die Veteranen von Bin Laden und durch noch eine Erweiterung, alle Gruppen in der Welt, die der Bin Laden-Ideologie angehören.

Je nach den Anforderungen und der Perioden war diese Bewegung mehr oder weniger bedeutend. Während des ersten Krieges in Afghanistan, des Krieges in Bosnien und Tschetschenien, waren diese Söldner “Freiheitskämpfer”, weil sie gegen die Slawen kämpften. Dann, während des zweiten Afghanistan Krieges und der Irak-Invasion, waren sie “Terroristen”, weil sie gegen die GI’s kämpften. Nach dem offiziellen Tod von Bin Laden sind sie wieder “Freiheitskämpfer” geworden, während der Kriege von Libyen und Syrien, weil sie neben der NATO kämpfen.

In Wirklichkeit wurden diese Söldner immer von dem Clan der Sudeiris kontrolliert, einer pro-amerikanischen und ur-reaktionären Fraktion der saudischen Königsfamilie und speziell von Prinz Bandar Bin Sultan. Dieser, den George Bush Vater immer als ” seinen Adoptivsohn” (d.h. der intelligente Junge, den der Vater sich gewünscht hatte) präsentierte, hat niemals aufgehört, im Auftrag der CIA zu handeln. Auch als Al-Kaida die GI’s in Afghanistan und im Irak bekämpfte, geschah es immer noch im besten Interesse der Vereinigten Staaten, weil dies ihre militärische Präsenz rechtfertigte.

Es kam erst in den letzten Jahren, dass die Libyer innerhalb der Al-Kaida die Mehrheit bildeten. Die NATO benutzte sie daher natürlich zum Sturz des Regimes von Muammar el-Gaddafi. Sobald dies erledigt war, ernannte man die Nummer 2 der Organisation, Abdelhakim Belhaj, zum militärischen Gouverneur von Tripolis, obwohl er für seine Rolle in den Bombenanschlägen in Madrid von der spanischen Justiz gesucht wird. Anschließend haben sie ihn mit seinen Männern nach Syrien verlegt um dort zu kämpfen. Für ihren Transport verwendete die CIA die Ressourcen des Hohen Kommissars für Flüchtlinge dank Ian Martin, dem Sonderbeauftragten von Ban Ki-Moon in Libyen. Die angeblichen Flüchtlinge wurden in der Türkei in Lagern untergebracht, die ihnen als hintere Basis dienten, um Syrien anzugreifen und deren Zugang den türkischen Parlamentariern und der Presse verboten wurde.

Ian Martin ist auch Ihren Lesern bekannt: Er war Generalsekretär von Amnesty International, dann Vertreter des Hohen Kommissars für Menschenrechte von Bosnien und Herzegowina.

Geopolitika: Syrien ist nicht nur Ort eines Bürgerkrieges, sondern auch eines Medienkrieges und von Manipulationen. Wir bitten Sie als Zeuge, jemanden, der an Ort und Stelle weilt, uns zu sagen, was sich wirklich in Homs und Hula abgespielt hat.

Thierry Meyssan:Ich bin kein direkter Zeuge von dem, was in Hula geschah. Aber ich war eine Vertrauensperson in den Verhandlungen zwischen den syrischen und französischen Behörden während der Belagerung von dem islamischen Emirat Baba Amr. Die Dschihadisten hatten sich in diesem Stadtviertel von Homs verschanzt, von dem sie die Ungläubigen (Christen) und Ketzer (Schiiten) verjagt hatten. In der Tat blieben nur etwa 40 sunnitische Familien vor Ort, in der Mitte von 3000 Kämpfern. Diese Leute hatten die Scharia verhängt und ein “Revolutionstribunal” verurteilte mehr als 150 Personen zum Tode, indem sie ihnen die Kehle öffentlich durchschnitten.

Dieses selbsternannte Emirat wurde von französischen Offizieren heimlich geleitet. Die syrischen Behörden wollten den Sturm vermeiden und haben mit den französischen Behörden ausgehandelt, damit die Aufständischen sich ergaben. Schließlich konnten die Franzosen die Stadt bei Nacht verlassen und in den Libanon fliehen, während die loyalen Kräfte in das Emirat eindringen und die Kämpfer sich ergeben. Das Blutvergießen wurde so vermieden und es gab letztlich weniger als 50 Tote während der Operation.

Geopolitika: Neben den Alawiten sind auch die Christen Ziel in Syrien. Könnten Sie uns ein wenig mehr über die Verfolgung von Christen in diesem Land sagen und warum die so genannte westliche Zivilisation, deren Wurzeln christlich sind, keine Solidarität mit ihren Glaubensgenossen zeigt?

Thierry Meyssan:Die Dschihadisten vergehen sich vorrangig an jenen, die ihnen am nächsten stehen: zuerst an den progressiven Sunniten, dann an den Schiiten (einschließlich der Alawiten) und erst dann an den Christen. In der Regel foltern und töten sie kaum Christen. Jedoch vertreiben sie sie systematisch und stehlen ihr ganzes Eigentum. In der Nähe der nördlichen Grenze des Libanon gab die syrische freie Armee den Christen eine Woche, um zu fliehen. Es gab einen plötzlichen Exodus von 80000 Menschen. Wer nicht rechtzeitig geflohen war, wurde massakriert.

Das Christentum wurde vom Heiligen Paulus in Damaskus gegründet. Die syrischen Gemeinden sind älter als die des Westens. Sie haben die alten Rituale und einen sehr starken Glauben bewahrt. Die meisten sind orthodox. Diejenigen, die sich Rom angeschlossen haben, behielten ihre angestammten Riten bei. Während der Kreuzzüge kämpften die Christen des Orients mit den anderen Arabern gegen die vom Papst geschickten alten Haudegen. Heute kämpfen sie mit ihren Mitbürgern gegen die durch die NATO geschickten Dschihadisten.

Geopolitika: Kann man nächstes Jahr einen Angriff auf den Iran erwarten, und im Falle einer militärischen Intervention, was wäre die Rolle Israels? Ist der Angriff auf kerntechnische Anlagen das wahre Ziel von Tel-Aviv oder besteht er darin, dass Israel durch globale Strukturen, im Interesse einer breiten Destabilisierung der internationalen Beziehungen zu diesem Abenteuer hin gedrängt wird?

Thierry Meyssan:Es trifft sich, dass der Iran Träger einer Revolution ist. Heute ist er das einzige größere Land, das dem American Way of Life ein alternatives Modell der sozialen Organisation bietet. Die Iraner sind mystisch und ausdauernd. Sie lehrten die Araber die Kunst des Widerstands und widerstehen den Zionismus Projekten, nicht nur in der Region, sondern in der ganzen Welt.

Abgesehen davon, trotz seiner Aufschneiderei, kann Israel den Iran wirklich nicht angreifen. Und die Vereinigten Staaten selbst haben verzichtet ihn anzugreifen. Iran ist ein Land von 75 Millionen Einwohnern, wo jeder bereit ist, für sein Land zu sterben. Während die israelische Armee aus Jugendlichen besteht, deren militärische Erfahrung sich auf rassistische Ausschreitungen gegen die Palästinenser begrenzt und die US-Armee sich aus Arbeitslosen zusammensetzt, die nicht gewillt sind, für einen miserablen Söldnerlohn zu krepieren.

Geopolitika: Wie sehen Sie die Rolle Russlands im syrischen Konflikt und wie sehen Sie die Rolle des Präsidenten der Russischen Föderation, Wladimir Putin, der von der westlichen Presse stark verteufelt wird?

Thierry Meyssan:Die Verteufelung des Präsidenten Poutine durch die westliche Presse ist des Lasters Anerkennung der Tugend. Nachdem er sein Land wieder in Ordnung gebracht hatte, will Wladimir Putin ihm seinen gebührenden Platz in den internationalen Beziehungen zurückgeben. Er basierte seine Strategie auf die Kontrolle des, was die Hauptquelle der Energie im 21. Jahrhundert sein wird: das Gas. Gazprom wurde bereits das erste Gasunternehmen der Welt und Rosneft das erste Ölunternehmen. Er hat offensichtlich nicht die Absicht, die USA das syrische Gas an sich reißen zu lassen, noch auch den Iran sein eigenes Gas ohne Kontrolle ausbeuten zu lassen. Infolgedessen musste er in Syrien eingreifen und mit Iran ein Bündnis schließen.

Darüber hinaus wird Russland der wichtigste Garant für Völkerrecht, während die Westler im Namen einer Müll-Moral die Souveränität der Nationen verletzen. Man sollte die russische Macht nicht fürchten, weil sie dem Gesetz und dem Frieden dient.

Im Juni hat Sergej Lawrow in Genf einen Friedensplan ausgehandelt. Er wurde einseitig von den Vereinigten Staaten vertagt, aber sollte letztlich von Barack Obama während seiner zweiten Amtszeit umgesetzt werden. Er sieht die Bereitstellung von einer Kraft von UN-Friedenstruppen vor, hauptsächlich aus Truppen des KSVO bestehend. Darüber hinaus gesteht er die Beibehaltung von Baschar Al-Assad an der Macht zu, wenn das syrische Volk durch die Wahlurne so entscheidet.

Geopolitika: Was denken Sie über die Situation in Serbien und den schwierigen, von Serbien in den letzten zwei Jahrzehnten durchlaufenen Weg?

Thierry Meyssan:Serbien wurde durch die Reihe von Kriegen erschöpft, mit denen es konfrontiert war, vor allem dem der Eroberung des Kosovo durch die NATO. Es handelt sich tatsächlich um einen Eroberungskrieg, weil er mit der Amputation des Landes und der einseitigen Anerkennung durch die NATO-länder der Unabhängigkeit des Camp Bondsteel, d. h. des NATO-Stützpunkts endet.

Eine Mehrheit von Serben glaubte, sich der Europäischen Union nähern zu müssen. Dies verkennt die Tatsache, dass die Europäische Union die zivile Seite eines einzigartigen Stückes ist, dessen militärische Kehrseite die NATO ist. Historisch wurde die Europäische Union gemäß den geheimen Klauseln des Marshall-Plans geschaffen, sie war daher der NATO vorangegangenen, aber sie ist nicht weniger ein Teil desselben Projekts angelsächsischer Herrschaft.

Es kann sein, dass die Krise des Euro zu einem Zerfall der Europäischen Union führt. Staaten wie Griechenland und Serbien werden sich in diesem Fall spontan an Russland wenden, mit dem sie viele kulturelle Elemente und die gleiche Basis der Gerechtigkeit teilen. Geopolitika: Es wird Serbien mehr oder weniger direkt vorgeschlagen, den Kosovo aufzugeben, um in die Europäische Union gelangen zu können. Sie verfügen über umfangreiche Erfahrung auf internationalen Beziehungen und wir bitten Sie daher aufrichtig, ob Sie uns Ratschläge geben können, was Serben hinsichtlich der In- und ausländischen Politik machen sollte.

Thierry Meyssan:Es steht mir nicht zu, jemandem Rat zu geben. Ich persönlich bedauere nur, dass manche Staaten die Eroberung des Kosovo durch die NATO anerkannt haben. Seitdem wurde der Kosovo vor allem die Drehscheibe für Drogenhandel in Europa, Drogen, die unter dem wachsamen Schutz der US-Truppen in Afghanistan angebaut wurden. Kein Volk hat an dieser Unabhängigkeit im Geringsten profitiert, und schon gar nicht die Kosovaren, die jetzt von einer Mafia versklavt werden.

Geopolitika: Es gab zwischen Frankreich und Serbien eine starke Allianz, die ihre Bedeutung verlor, als Frankreich sich an der Bombardierung von Serbien im Rahmen der NATO 1999 beteiligte. Jedoch gibt es in Frankreich und Serbien immer noch Leute, die die “Freundschaft durch die Waffen” des ersten Weltkriegs nicht vergessen, und die meinen, dass man diesen kulturellen gebrochenen Beziehungen wieder neues Leben einhauchen sollte. Teilen Sie diese Ansicht?

Thierry Meyssan:Sie wissen, dass einer meiner Freunde, mit dem ich Le Pentagate schrieb, – über den Anschlag auf das Pentagon am 11. September mit einer Rakete und nicht mit einem virtuellen Flugzeug -, Oberst Pierre-Henri Bunel ist. Er wurde während des Krieges, wegen Spionage zu Gunsten von Serbien, durch die NATO verhaftet. Später wurde er an Frankreich zurückgegeben, das ihn vor Gericht stellte und zu zwei Jahren strengem Gefängnis statt lebenslanger Haft verurteilte. Dieses Urteil zeigt, dass er in Wirklichkeit auf Befehl seiner Vorgesetzten gehandelt hatte.

Frankreich, Mitglied der NATO, wurde zur Teilnahme an dem serbischen Angriff gezwungen. Aber Frankreich tat es unwillig, indem es Serbien eher heimlich half, statt es zu bombardieren.

Heute ist Frankreich in einer noch schlimmeren Situation. Es unterliegt einer Elite, die zum Schutz ihrer wirtschaftlichen Errungenschaften sich in den Dienst von Washington und Tel Aviv gestellt hat. Ich hoffe, dass meine Landsleute, die eine lange revolutionäre Geschichte teilen, schließlich diese korrupten Eliten vom Ruder vertreiben werden. Und dass Serbien gleichzeitig seine tatsächliche Unabhängigkeit wiedererlangt haben wird. Dann werden unsere beiden Völker sich spontan wiederfinden.

Geopolitika: Vielen Dank für Ihre Zeit.

Übersetzung
Horst Frohlich

mardi, 04 décembre 2012

Rassegna Stampa (Nov. 2012/2)

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Rassegna Stampa: articoli in primo piano (Nov. 2012/2)
  • Trans-Iran
    di Antonello Sacchetti - Giovanna Canzano [29/11/2012]
    Fonte: giovannacanzano.it



   Clicca qui per visitare il nostro Archivio articoli.

lundi, 03 décembre 2012

Conférence de Franck Abed

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Conférence de Frank Abed

à La Charité sur Loire

Dimanche, 9 décembre 2012 - 15 h

vendredi, 30 novembre 2012

Cyrille et Méthode censurés par la Commission Européenne!

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Aux fous! Cyrille et Méthode censurés par la Commission Européenne!


source : Robert Ménard, journaliste. Site : boulevard Voltaire

Une anecdote. Une histoire de rien du tout. Quelques lignes dans la presse. Je vous raconte : à l’occasion des 1 150 ans de l’arrivée des saints Cyrille et Méthode dans ce qui deviendra leur patrie, les autorités slovaques ont décidé de lancer une pièce commémorative de deux euros. Représentant, bien sûr, les deux apôtres des Slaves. Que nenni. La Commission européenne n’en a pas voulu et exigé le retrait de « certains détails ». Lesquels ? Vous ne devinez pas ? Pas la moindre idée ? Mais, bien sûr, les auréoles des deux saints et les croix sur leurs vêtements !

Et nos bureaucrates bruxellois – que nous allons finir par détester si ce n’est pas déjà fait – d’expliquer qu’il s’agit de « respecter le principe de neutralité religieuse ». Et d’invoquer un fumeux règlement européen qui les autorise à procéder ainsi quand un « projet de dessin est susceptible d’engendrer des réactions défavorables parmi ses citoyens ». La Banque centrale slovaque a dû s’incliner. Les pièces mises en vente sont privées de ces «  détails » qui révulsent Bruxelles et les abrutis – je pèse mes mots – qui, dans les différents États, dont le nôtre, ont voté un pareil règlement.

Allez, me direz-vous, il y a pire. On ne va pas en faire toute une affaire. Vous avez peut-être raison, mais je ne décolère pas. Je me souviens qu’avant la chute du Mur, avant l’effondrement du communisme, des fidèles slovaques ont risqué leur vie pour avoir diffusé l’enseignement de ces deux saints. Il faudrait rafraîchir la mémoire de nos ronds-de-cuir, de nos scribouillards, de nos gratte-papier qui, à Bruxelles comme à Paris, l’ont oublié ou n’en ont jamais rien su. Mais, c’est vrai qu’il ont une telle honte de ce qu’ils sont, de l’histoire qui est la nôtre, des valeurs qui ont nourri ce vieux continent ! Qu’ils s’en aillent tous, comme dirait Mélenchon.

Au fait, nos deux saints, Cyrille et Méthode, n’ont pas seulement apporté la parole de Jésus aux Slaves. Ils composèrent aussi un alphabet qui deviendra l’alphabet cyrillique. Un détail…

Robert Ménard, le 26 novembre 2012

 

Prußen - die ersten Preußen

 
Sehr geehrte Damen und Herren,
liebe Kollegen,
 
wir möchten Ihnen eine Neuerscheinung unseres Verlages vorstellen:
 
Beate Szillis-Kappelhoff
Prußen - die ersten Preußen
Geschichte und Kultur eines untergegangenen Volkes
 
395 Seiten, 123 Abbildungen, gebunden, fester Einband
ISBN 978-3-937820-00-2
 
Erscheinungstermin: soeben druckfrisch eingetroffen und ab sofort lieferbar!
 
Preis: 19,80 Euro
 
Beate Szillis-Kappelhoff widmet sich in dieser ersten umfassenden Darstellung der Geschichte und Kultur der Prußen, jenem geheimnisvollen Volk, das dem späteren Staat Preußen seinen Namen gab.

Über viele Jahrhunderte verteidigten die Prußen, die zur baltischen Sprachfamilie gehörten, tapfer und zäh ihr Siedlungsgebiet zwischen der Weichsel und der Minge, also dem späteren West- und Ostpreußen. Schon zu Beginn des 11. Jahrhunderts hatten sich die Prußen stetig zunehmender Übergiffe der Polen zu erwehren, die eine Verbindung zur Ostsee suchten. Als sie zu Beginn des 13. Jahrhunderts aus der reinen Verteidigung zu Vergeltungsschlägen gegen das nordpolnische, masowische Gebiet übergingen, rief der polnische Herzog Konrad von Masowien den Deutschen Orden um Hilfe. Im Laufe des 13. Jahrhunderts gelang es den Rittern des Deutschen Ordens in einem besonders brutal geführten Eroberungskrieg, die Prußen zu besiegen und schließlich zu christianisieren. Aber es dauerte noch Jahrhunderte, bis die Sprache und Kultur der Prußen durch Unterdrückung, Missionierung und Assimilation verloren gingen.

Dieses Buch begibt sich auf die Spurensuche nach der versunkenen Kultur des einst so kämpferischen und stolzen Volkes der Prußen.

Wir möchten Sie bitten, dieses wichtige Werk über eine bedeutende und identitätsprägende Epoche der deutschen Geschichte in Ihr Verkaufssortiment aufzunehmen.

Vielen Dank!

Mit freundlichen Grüßen

Heiderose Weigel

Bublies Verlag - Bergstr. 11 - D-56290 Schnellbach

Tel. 06746 / 730046, Fax: 06746 / 730048

Internet: www.bublies-verlag.de

E-Brief: bublies-verlag@t-online.de

Inhaltsverzeichnis


 

Vorwort /

Geografische Lage /

Die Prußen /

Eigenname, Fehlschreibungen und Aussprache /

Besetzungen durch den Deutschen Orden /

Sonderrolle Memelgebiet /

Unterwerfung /

Freiheitskämpfe /

Lage der ländlichen Bevölkerung /

Fischerei /

Wildnis /

Waldbienenzucht /

Häusliches Leben /

Angebliche Ausrottung /

Schrift der Prußen /

Sprache, Sprachdenkmäler, Namen /

Musik /

Die zwölf Prußenstämme /

Die Sage von Bruteno und  Widewuto und  Brutenos Nachfolger  /            

Barta (Barten) /

Chelmo (Kulmerland) mit Lubawa (Michelauer Land) /

Lubawa (Löbau, Michelauer Land) /

Galindo (Galindien) /

Nadruwa (Nadrauen) /

Notanga (Natangen) /

Pagude (Pogesanien) /

Pamede (Pomesanien) /

Same (Samland) /

Sasna (Sassen) /

Skalwa (Schalauen) /

Suduwa (Sudauen/ Jatwingen) /

Warme (Ermland) /

Religion der Prußen /

Die Naturreligion /

Göttinnen, Schlangen und Kröten /

Götter, Pferde und Ziegenbock /

Romowe /

Geburt und Taufe /

Verlobung /

Hochzeit /

Totenfeier /

Christenzeit /

Die Prußen und ihr nachbarliches Umfeld /

Die Kuren /

Sprachdenkmäler /

Die Karschauer /

Die Žemaiten und die Litauer /

Die Kaschuben, Masovier, Kujavier und Polen /

Prußen heute /

Einige Orts- und Gewässernamen /

Königsberger Stadtteile /

Liste baltischer Götter, Göttinnen und Gottheiten /

Zeittafel /

Literatur /

Weblinks /

jeudi, 29 novembre 2012

Contre l'ouverture d'un "Starbucks" à Montmartre

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Contre l'ouverture d'un "Starbucks" à Montmartre, la mobilisation s'amplifie!

La nouvelle est tombée il y a quelques jours : Montmartre accueillera au début de l’année 2013 un Starbucks. La chaîne de cafés américaine, qui n’en finit plus d’inaugurer ses enseignes parisiennes, a jeté son dévolu juste en face du carré des artistes, dans les locaux occupés depuis des générations par le restaurant-brasserie "Au pichet du Tertre".

Préservé jusqu’à présent des appétits des multinationales, Montmartre a su sauvegarder son authenticité, ses monuments, son architecture et ses petits commerces.

Sauvegardons l’identité du quartier !

Si des touristes du monde entier viennent à Paris pour découvrir le quartier de Montmartre, c’est pour son ambiance unique. Accepter l’implantation de Starbucks dans notre quartier, c’est donner victoire aux mondialistes destructeurs d’identités.

Résistez avec nous !

Vous voulez préservez l’esprit de Montmartre ?

Vous refusez que le monde du fric puisse faire sa loi où bon lui semble ?

Vous voulez un monde des identités et non de l’uniformité ?

Il est encore temps de faire capoter l’implantation de Starbucks !

Commerçants, habitants du quartier, amoureux de Paris du monde entier, tous ensemble contre l’implantation de Starbucks !

Tous ensemble pour un Montmartre populaire !

Signez la pétition de "Paris fierté" cliquez là

La sécession en Catalogne ou les maux du nationalisme chauvin

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La sécession en Catalogne ou les maux du nationalisme chauvin

par Javier R. PORTELLA

Ex: http://www.polemia.com/

La Catalogne, la Flandre, l’Italie du Nord, l’Ecosse sont tentées par le séparatisme. Correspondant de Polémia à Madrid, Javier R. Portella s’interroge à propos de la Catalogne : au moment où les peuples européens sont victimes d’une substitution de population, l’animadversion à l’égard du voisin le plus proche est-elle la priorité ?

J’écris ces lignes le soir même du dimanche 25 novembre, jour des élections en Catalogne qui étaient censées produire un raz-de-marée sécessionniste en faveur de l’indépendance vis-à-vis de l’Espagne. Le raz-de-marée ne s’est pourtant pas produit, les électeurs s’étant bornés à préférer « l’original », Esquerra Republicana, le parti le plus radicalement sécessionniste, qui est passé de 10 à 21 sièges, à « la copie », le CiU, parti qui avait convoqué les élections, qui est tombé de 62 à 50 sièges. Bref, un simple transfert de voix au sein des sécessionnistes qui, ensemble, représentent toujours 64% des électeurs, face à 36% pour les forces non séparatistes.

Le désastre du nationalisme chauvin

Mais oublions la petite cuisine électorale. Essayons de cerner les questions qui vraiment importent. Que se passe-t-il, que se joue-t-il en Catalogne (et il faudrait ajouter : et dans le Pays basque) ? La question est d’autant plus importante que la mouvance identitaire (du moins en France), portée sans doute par le rejet on ne peut plus légitime du jacobinisme, fait preuve souvent d’une grande incompréhension du phénomène national en Espagne, en même temps qu’elle manifeste des sympathies à l’égard de forces dont la victoire nous mènerait tout simplement à la catastrophe : au désastre du nationalisme chauvin que l’Europe a déjà suffisamment souffert jadis dans ses chairs.

Ne nous trompons pas. L’enjeu, aujourd’hui en Catalogne (il faudrait préciser : en Catalogne espagnole, car il y a aussi une Catalogne française), ce n’est nullement la défense d’un petit peuple à la langue, à la culture, à l’identité et aux droits politiques brimés par l’oppression d’un autre peuple ou d’un quelconque pouvoir central. Si brimades il y a eu, elles ont plus que disparu depuis plus de trente ans, l’Espagne s’étant constituée en fait dans une sorte d’Etat fédéral dont les parties constitutives, appelées « Communautés autonomes », jouissent même de plus de droits que bien des Etats fédéraux.

Le catalan, l’anglais et l’espagnol

Soyons clairs. Si une langue, une culture, une histoire est aujourd’hui brimée et vilipendée en Catalogne, cette langue, cette culture, cette histoire n’est nullement celle de la Catalogne : c’est celle de l’Espagne, dont la langue – un exemple parmi mille – tient dans l’enseignement une place plus réduite que celle accordée à l’anglais. La fin du discours que pour clôturer la campagne électorale Artur Mas, président de la Catalogne, a prononcé en… anglais en constitue d’ailleurs la preuve éclatante et symbolique. Puisque le catalan est une langue minoritaire, était-il signifié, et puisqu’il nous faut bien une langue universelle dans ce monde heureusement globalisé que nous aimons tellement… alors, que cette langue soit donc l’anglais plutôt que l’espagnol que nous exécrons mais dont nous ne savons pas quoi faire pour nous en passer !

La négation d’un passé millénaire

C’est là toute la question. Lorsque la haine nationale, ou, si l’on préfère un mot moins fort, lorsque l’animadversion chauvine déverse son fiel dans le cœur d’un peuple (comme elle le déversa jadis dans le cœur, par exemple, des Français et des Allemands), toutes les autres questions deviennent parfaitement secondaires. Posons celle qui est sans doute la plus importante : Faut-il en finir avec « l’Etat-nation » pour créer, au sein de l’Europe, un autre modèle d’organisation politique de nos peuples ? Sans doute. C’est même tout à fait légitime de le revendiquer ou, tout au moins, de poser la question. Or, toute revendication devient illégitime, toute question devient là-dessus nulle et non avenue dès lors que le mouvement premier qui porte un tel élan consiste dans la négation de l’Autre : dans la négation, en l’occurrence, d’un passé millénaire où la langue, les institutions, la culture, l’être même de la Catalogne ont été indissociables – avec autant de particularités que l’on voudra – de la langue, des institutions, de la culture, de l’être même de l’Espagne.

La vraie question de l’identité collective de nos peuples

Il faut, certes, poser et défendre, face à l’individualisme qui nous accable, la question de l’identité collective de nos peuples. C’est là, il faut bien le reconnaître (*), le grand (et seul) mérite des mouvements nationalistes catalan et basque (tout le problème est qu’ils prétendent que leur identité est une, alors qu’elle est double !). Le phénomène est d’autant plus paradoxal que, face à ce grand élan identitaire, il s’étale, dans le reste de l’Espagne, une sorte de néant d’identité où l’individualisme le plus forcené, ayant écarté toute mémoire, tout enracinement, toute tradition, a gagné la partie.

Il faut poser, disais-je, la question de l’identité collective de nos peuples. Mais il est absurde (outre ce qui vient d’être dit) de poser une telle question dans les termes de ces nationalistes catalans (et basques) qui, tout en ayant constamment le mot « identité » à la bouche, s’empressent d’accueillir, les bras grands ouverts, les masses extra-européennes dont l’immigration de peuplement met en danger notre identité à nous tous, à commencer par la leur.

Javier R. Portella
25/11/2012

(*) Je l’ai explicitement reconnu et développé, par exemple, dans mon livre España no es una cáscara [L’Espagne n’est pas une coquille], Áltera, Barcelone, 2000.

Correspondance Polémia – 26/11/2012

Image : La Catalogne et ses quatre provinces

 

Javier R. Portella

mercredi, 28 novembre 2012

Goldman Sachs continue de manipuler l’économie européenne

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Goldman Sachs continue de manipuler l’économie européenne

L’annonce “surprise” que le Canadien Mark Carney va être nommé gouverneur de la Banque d’Angleterre veut dire que celui qui participa à la réunion du groupe Bilderberg cette année, complète la domination virtuelle de Goldman Sachs sur toutes les économies principales d’Europe.

La nomination de Carney est venue comme un choc pour beaucoup qui s’attendaient à ce que le gouverneur adjoint actuel Paul Tucker soit approuvé, mais ceci n’est pas du tout une surprise pour nous alors que nous avions prédit dès Avril que Carney serait désigné pour le poste.

Carney a eu eu carrière de 13 années chez Goldman Sachs et fut impliqué dans la crise financière russe de 1998 qui fut exarcerbée par Goldman Sachs conseillant la Russie tout en pariant derrière le rideau sur l’incapacité du pays à payer sa dette.

La nomination de Carney survient juste 6 mois après qu’il se rendit à la conférence du Bilderberg 2012 à Chantilly, Virginie, USA, une réunion annuelle de plus de cent personnes les plus puissantes de la planète, qui a régulièrement démontré sa capacité à “créer les rois”.

Le Guardian de Londres rapporte que Carley est “largement inconnu en dehors des cercles des régulateurs financiers et des banquiers centraux”, ce qui explique pourquoi sa nomination est venue comme une surprise pour beaucoup, incluant Malcom Barr de la JP Morgan qui lui, considérait Paul Tucker dans un fauteuil pour prendre la succession.

Le fait que Carney soit étranger est cité comme une des raisons du pourquoi sa sélection est arrivée comme un choc, mais étant canadien, il est un sujet de la reine d’Angleterre, qui a confirmée sa nomination après qu’il fut recommandé à la reine par le premier ministre David Cameron.

La présence de Carney à la réunion Bilderberg cette année l’a certainement aidé à rassembler les faveurs à son encontre parmi les élites mondialistes et aidé à sécuriser ce poste de gouverneur de la Banque d’Angleterre, de la même façon que cela a aidé d’autres personnalités à les faire monter à de plus hauts postes, comme Herman Van Rompuy qui fut nommé président de l’UE quelques jours après avoir participé à une réunion dîner du Bilderberg.

L’ascenscion de Carney au poste de gouverneur de la BA représente également la dernière pièce du puzzle de la quête de Goldman Sachs pour le contrôle virtuel de l’économie à travers le continent européen.

L’an dernier, l’ancien commissaire européen Mario Monti a été choisi pour remplacer Silvio Berlusconi, le premier ministre élu d’Italie. Monti est un conseiller international pour Goldman Sachs, le président européen de la commission trilatérale de David Rockefeller et un leader du groupe Bilderberg.

“Ceci constitue la bande de criminels qui nous a amenée ce désastre financier. Cela revient à appeler au secours des pompiers pyromanes” a commenté Alessandro Sallusti, éditeur du quotidien Il Giornale.

De la même manière, lorsque le premier ministre grec George Papandreou a osé suggérer que le peuple grec devrait avoir son mot à dire dans un referendum, il fut viré en quelques jours et remplacé par Lukas Papademos, l’ancien vice-président de la BCE, un professeur non résident d’Harvard et ancien économiste expérimenté de la réserve fédérale de Boston, Papademos géra la banque centrale grecque tandis qu’il supervisait des accords sur des dérivatifs avec Goldman Sachs, permettant à la Grèce de masquer la véritable importance de sa dette massive, menant ainsi la charge de la crise de la dette européenne.

Papademos et Monti furent installés en tant que leaders non élus pour la raison précise qu’il n’ont aucun compte à rendre au public a noté Stephen Faris du Time Magazine, une fois de plus illustrant la fondation fondamentalement dictatoriale et anti-démocratique de l’Union Européenne.

Peu de temps après, Mario Draghi, ancien vice-chairman de Goldman Sachs international, fut installé à la présidence de la Banque Centrale Européenne (BCE)

Le ministre américain des finances et du trésor était Hank Paulson au début de la crise financière en 2008, ancien CEO de Goldman Sachs. Lorsque Paulson fut remplacé par Tim Geither, le lobbyist de Goldman Sachs Mark Patterson fut placé comme chef-conseiller. Le CEO actuel de Goldman Sachs Lloyd Blankfein a visité la maison blanche 10 fois. C’est Goldman Sachs qui a dépensé le plus d’argent pour la campagne électorale d’Obama en 2008.

Zero Hedge, qui avait aussi prédit que Carney défierait les chances et sécuriserait le poste de gouverneur de la BA, note aujourd’hui que “tout ce que nous devons comprendre et nous rappeler pour savoir comment les évènements mondiaux se déroulent est cette chose très simple: GOLDMAN SACHS EST EN CHARGE. Tout le reste est complètement secondaire.”

Comme le graphique ci-dessous le montre (voir l’article original), les économies de la France, de l’Irlande, de l’Allemagne et de la Belgique sont aussi contrôlées par des individus qui ont une relation directe avec Goldman Sachs. Le banquier international géant, notoire pour sa tradition de corruption et de délits d’inititiés, possède maintenant une influence énorme sur virtuellement toute économie majeure occidentale sur la planète.

Note du traducteur: le graphique donne ces informations:

Les maîtres de la Zone Euro:

  • Allemagne: Otmar Iseling, ancien membre de la Bundes Bank, ancien conseiller de Goldman Sachs
  • Belgique: Karel Van Miert, ancien commissaire européen, ancien conseiller international de Goldman Sachs (AUJOURD'HUI DECEDE!)
  • BCE: Mario Draghi, ancien Managing Director de Goldman Sachs International
  • Irlande: Peter Sutherland, ancien ministre de la justice irlandais, directeur non-exécutif de Goldman Sachs International
  • France: Antonio Borgès, ancien chef du département Europe du FMI, ancien vice-président de Goldman Sachs International
  • Italie: Mario Monti, ex-conseiller international pour Goldman Sachs
  • Grèce: Lukas Papademos, ancien directeur de la Banque Centrale Grecque et Petros Christodoulou, chef de l’agence de gestion de la dette grecque, commença sa carrière à Goldman Sachs.

url de l’article original:

http://www.infowars.com/goldman-sachs-completes-economic-takeover-of-europe/print/

~ Traduit de l’anglais par Résistance 71 ~

Goldman Sachs festigt seine wirtschaftliche Übernahme Europas

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Goldman Sachs festigt seine wirtschaftliche Übernahme Europas

Paul Joseph Watson

Mit seiner »überraschenden« Ernennung zum neuen Gouverneur der Bank of England festigt der Kanadier Mark Carney, der 2012 am Treffen der Bilderberger teilnahm, den beherrschenden Einfluss der Investmentbank Goldman Sachs auf alle größeren europäischen Volkswirtschaften.

Diese Ernennung war für viele, die davon ausgegangen waren, der derzeitige stellvertretende Gouverneur der britischen Zentralbank, Paul Tucker, würde den Chefposten übernehmen, ein Schock. Aber bereits im April dieses Jahres wurde berichtet, dass man hinter den Kulissen dabei sei, Carney , der noch im November 2011 für weitere drei Jahre zum kanadischen Zentralbankchef ernannt worden war und zugleich Vorsitzender des so genannten Financial Stability Board der G20 ist, für diese Funktion in Position zu bringen.

Carney gehörte früher 13 Jahre zur Führungsriege bei Goldman Sachs und spielte 1998 in der russischen Finanzkrise eine wichtige Rolle. Diese Krise wurde von Goldman Sachs noch dadurch verschärft, dass das Unternehmen Russland einerseits beriet, andererseits aber an Finanzwetten beteiligt war, die darauf setzten, Russland werde seine Schulden nicht bezahlen können.

Mehr: http://info.kopp-verlag.de/hintergruende/deutschland/paul-joseph-watson/goldman-sachs-festigt-seine-wirtschaftliche-uebernahme-europas.html

samedi, 24 novembre 2012

L'Europe ne sera sauvée que par une remise en cause du dogme libre-échangiste!

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L'Europe ne sera sauvée que par une remise en cause du dogme libre-échangiste!

Ex: http://infonatio.unblog.fr/

Jean-Luc Gréau n’est pas vraiment un agité altermondialiste. Cadre au CNPF, puis au MEDEF pendant trente-cinq ans, c’est un économiste iconoclaste qui nourrit sa réflexion aux meilleures sources : Smith, Schumpeter et Keynes. À la différence de bon nombre de ses pairs, il a vu venir la crise, comme il la voit aujourd’hui se poursuivre. Un économiste avisé. L’espèce est rare.

Le Choc du mois : Quelles sont selon vous les nouveautés radicales qui caractérisent la globalisation économique mise en place dans les années 1980-1990, et dont vous dites qu’elles ont changé la nature même du libéralisme économique ? 
Jean-Luc   Gréau : Nous percevons maintenant avec netteté les deux orientations cruciales qui ont ouvert la voie à la transformation économique et financière de ces trente dernières années. Une première orientation est donnée par la subordination de l’entreprise aux volontés expresses de ces actionnaires puissants que sont les fonds de placement. La personne morale « entreprise » a été instrumentalisée et abaissée au rang de machine à faire du profit (money maker). Le phénomène est manifeste pour les sociétés cotées qui ne sont pas protégées par un capital familial ou par des actionnaires de référence, mais il affecte aussi beaucoup de sociétés non cotées, contrôlées par des fonds dits de « private equity » qui ont les mêmes exigences que les actionnaires boursiers.
Une deuxième orientation est représentée par le libre-échange mondial qui concerne surtout l’Europe, espace le plus ouvert au monde, et à un moindre degré, les États-Unis. Cette ouverture des marchés des pays riches revêt une importance cruciale du fait que, contrairement au double postulat de suprématie technique et managériale des Occidentaux d’une part, et de spécialisation internationale du travail d’autre part, les pays émergents ont démontré leur capacité à rattraper nos économies et à s’emparer de parts de marché croissantes, y compris dans les secteurs à fort contenu technologique. Sait-on que les États-Unis subissent, depuis 2003, un déficit croissant de leurs échanges dans ces secteurs ?
La grande transformation s’est produite quand ces deux orientations ont conjugué leurs effets pour entraîner les économies développées dans une spirale de déflation rampante des salaires qui a été longtemps masquée par l’endettement des particuliers. C’est cela que signifie au premier chef la crise des marchés du crédit déclenchée en 2007 : l’incapacité pour de nombreux ménages occidentaux de rembourser une dette disproportionnée.

Estimez-vous que nous allons vers une sortie de crise comme le prétendent les chefs d’État du G20 ?
Non, la crise du crédit privé n’est pas résorbée, en dépit de ce qu’affirme la communication tendancieuse de la corporation bancaire: elle couve discrètement dans les comptes de nombreux organismes. Aujourd’hui, nous devons faire face de surcroît à une montée des périls sur la dette publique de la plupart des pays occidentaux, pour ne pas dire tous. L’affaissement des recettes fiscales, le subventionne-ment des banques en faillite et les mesures de relance ont sapé les fondements de l’équilibre des comptes publics. Pour conjurer les nouveaux périls, il faudrait que se manifeste une providentielle reprise économique forte et durable redonnant aux Etats les moyens de faire face à leurs obligations financières. Mais les orientations qui ont conduit au séisme sont toujours à l’œuvre et l’on peut craindre au contraire leur renforcement.

Comment interprétez-vous la crise suscitée par l’explosion de la dette publique grecque ?
La faillite virtuelle de la Grèce, qui devrait précéder de peu celle d’autres pays européens, nous enseigne deux choses. La première est que le choix d’une monnaie unique impliquait le choix corrélatif d’une union douanière. Or, nous avons fait, immédiatement après Maastricht, le choix inverse de l’expérience, en forme d’aventure, du libre-échange mondial et de la localisation opportuniste d’activités et d’emplois dans les sites les moins chers. Ce choix a fragilisé par étapes les économies les moins compétitives, de la périphérie européenne, mais aussi des économies dignes de considération comme la française et l’italienne. Il a en outre conduit l’Allemagne, puissance centrale, à réduire ses coûts du travail, pour se maintenir à flot grâce à un courant d’exportation croissant, mais au prix d’une consommation chronique-ment en berne, qui pèse sur les exportations des partenaires européens vers le marché allemand. L’Europe, s’il n’est pas trop tard, ne sera sauvée que par une remise en cause du dogme libre-échangiste.
La deuxième est probablement que la monnaie unique a joué, à l’inverse de ce qu’imaginaient ses concepteurs, un rôle d’inhibiteur des faiblesses et des déséquilibres. Avant la crise, tous les pays de la zone euro bénéficiaient de conditions d’emprunt favorables. Les écarts de taux entre l’Allemagne et les pays aujourd’hui directement menacés étaient tout à fait négligeables. C’était là la grande réussite apparente de l’euro. Mais ce faisant, et avec l’apport complémentaire des fonds dits de cohésion structurels, les pays membres de la zone euro n’ont, en dehors de l’Allemagne et des Pays-Bas, pas pensé leur modèle économique. Des déficits extérieurs structurels sont apparus partout où l’on n’avait pas les moyens de relever le double défi du libre-échange et de la monnaie forte. Ces déficits structurels n’ont aucune chance de se résorber, sauf dans deux hypothèses : la sortie de l’euro par les pays concernés ou l’entrée en violente dépression de la demande interne. On conviendra que chacune de ces hypothèses renferme la probabilité de la fin de l’Europe, telle que nous l’avons vu vivre depuis les commencements du projet.

Le dollar pourra-t-il rester selon vous l’étalon monétaire universel dans les années qui viennent ?
Il existe un malentendu ancien et majeur au sujet du rôle international du dollar. La devise américaine a cessé de constituer, une fois pour toutes, un étalon pour les autres monnaies, à partir de son flottement décidé au printemps 1973. Depuis lors, il fluctue, comme la plupart des autres monnaies importantes, en suivant de fortes variations dans le temps. Or, une monnaie étalon joue par définition le rôle d’un môle d’amarrage pour les autres monnaies. Au surplus, le rôle du dollar en tant que monnaie étalon ne figure plus dans aucun texte en vigueur. Il demeure prédominant en tant que moyen international de facturation et de règlement des transactions commerciales et financières. Cette prédominance découle de la puissance intrinsèque de l’économie américaine, mais aussi de la facilité d’acheter des biens internationaux comme les matières premières avec une seule monnaie. De surcroît, les partenaires asiatiques des États-Unis s’en sont toujours accommodés dans la mesure où ils étaient d’un côté importateurs de matières premières, et, d’un autre côté, exportateurs vers les États-Unis. L’entrée en scène de l’euro n’a pas modifié cet état de choses, sinon à la marge. Les Airbus sont toujours facturés en dollars, comme les Boeing.
On peut penser cependant que la situation pourrait évoluer du fait du déclin relatif de l’emprise économique et financière des États-Unis. La puissance américaine a trouvé un interlocuteur en la personne de la nouvelle puissance chinoise. C’est entre ces deux pays qu’a commencé, semble-t-il, le régime de partage de la domination, ce qui crée une situation dangereuse pour les autres parties du commerce mondial, mais aussi à terme, pour les États-Unis eux-mêmes, qui ne peuvent escompter autre chose qu’une poursuite de leur déclin relatif. La Chine deviendra maîtresse du jeu, sauf si les Occidentaux font obstacle à son impérialisme économique ou si ce pays devait connaître à son tour une crise due à la surchauffe qui se manifeste depuis quelques mois.

D’après vous, la crise économique que doit affronter le monde depuis trois ans a-t-elle ébranlé la solidité des dogmes libre-échangistes ?
Hélas, à l’instant présent, les dogmes, les tabous et les interdits qui définissent l’expérience néo-libérale restent en place. On se réjouit officiellement de ce que le libre-échange ait survécu malgré la gravité de la crise dont il constitue pourtant une cause majeure. On exhorte maintenant les pays sinistrés ou en difficulté à de nouveaux sacrifices sans prendre en considération le risque de retour en force de la crise de la demande et de rechute consécutive de l’ensemble des marchés financiers. L’aveuglement persiste et s’aggrave, en dehors de petits cercles de personnes placées en prise directe avec les entreprises ou les territoires sinistrés. Une chape de plomb s’est à nouveau refermée sur les consciences sincèrement ouvertes au débat. Mais le déni de réalité ne pourra se prolonger longtemps. Patience !

Propos recueillis par Pierre-Paul Bartoli

LECHOCDUMOIS mai 2010

À lire : Jean-Luc Gréau, La Trahison des économistes, « Le Débat », Gallimard, 250 p., 15,50 €

vendredi, 23 novembre 2012

Helmut Schmidt craint une révolution en Europe

Helmut Schmidt craint une révolution en Europe

La maximalisation des bénéfices des banques est «économiquement insensée»

helmut_DV_20101207124206.jpgLe mercredi 7 novembre, lors du forum économique de l’hebdomadaire de Hambourg Die Zeit, l’ancien chancelier Helmut Schmidt a déclaré, devant 600 invités de l’économie et de la politique, qu’avec la crise de surendettement en arrière-plan, il n’est pas impensable qu’il y aura de profonds changements politiques et économiques. «Nous nous trouvons à la veille d’une possible révolution en Europe», prévient Schmidt. Il pressent que dans toute l’Europe la confiance dans les institutions européennes a diminué. La situation en Chine et aux Etats-Unis est également caractérisée par des incertitudes.
Une journée entière des managers, des politiciens et des scientifiques ont discuté sur l’avenir de l’Europe et de l’euro.
Le vice-directeur de la Deutsche Bank, Jürgen Fitschen, s’est montré autocritique et a qualifié la maximalisation à court terme des bénéfices des instituts bancaires d’«économiquement insensé».
Elle ne devrait plus avoir lieu, «elle nous nuit à long-terme». De plus, on attend des cadres dirigeants du plus important institut bancaire allemand, qu’ils ne touchent leurs gratifications qu’après cinq ans de carence.
Le ministre des Finances Wolfgang Schäuble a déclaré au sujet de la lutte contre la crise de l’endettement: «Nous pouvons y arriver, mais en Grèce nous n’avons pas encore passé le cap.»

Source: «Hamburger Abendblatt» du 9/11/12

Les élites nord-atlantiques jouent leur survie en Syrie

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Richard MELISCH:

Les élites nord-atlantiques jouent leur survie en Syrie

 

Pourquoi la politique extérieure américaine est-elle si agressive: parce que le destin des élites nord-atlantiques se décide au Proche-Orient!

 

Le gouvernement américain et les médias inféodés au système ont falsifié les statistiques du chômage en les évaluant à la baisse, ont minimisé le nombre d’immigrants illégaux et l’ampleur des dettes fédérales américaines; en revanche, ils ont gonflé le chiffre des emplois créés et celui de la production de l’économie américaine. Des manipulations à faire rougir de confusion et de honte toute l’encre noire des imprimeries!

 

Tandis que Paul Craig Roberts, qui fut jadis le porte-paroles du ministre américain des finances, a déploré la chute de l’Amérique dans la pauvreté dans un article paru sur le site “Global Research” et daté du 26 août 2012. Il évoquait les six millions d’Américains obligés de vivre dans les rues ou sous les ponts et de survivre grâce à des bons alimentaires ou des tickets d’essence. Une Amérique où les 40% de pauvres, de gagne-petit, ne possèdent que 0,3% de la richesse nationale, tandis que les gagne-gros, qui sont 20%, en gagnent 84%... L’éditorialiste Pete Papaherakles, pour sa part, rappelle dans “American Free Press” que les géants de Wall Street sont intangibles et qu’ils sont les véritables maîtres de l’Amérique: “Le ministère de la justice a fait savoir, au bout de deux années d’enquête, qu’il ne déposerait pas plainte contre le consortium Goldman Sachs, surnommé le “vampire squid”... Et cela en dépit de l’expertise et des recommandations d’une commission sénatoriale, d’un acte d’accusation de plus de 640 pages et de 56 millions d’autres pages de preuves attestant de l’attitude criminelle de la Banque Goldman Sachs qui a vendu des hypothèques non couvertes pour une valeur totale de 1,3 billions de dollars (soit 1,3 million de millions!!), portant de la sorte préjudice à ses clients. De même, la plainte pour parjure contre le directeur de la Goldman Sachs, Lloyd Blankfein (l’homme qui avait déclaré devant le Sénat qu’il se bornait simplement à parachever l’oeuvre de Dieu...), et contre d’autres responsables de la banque, a été abandonnée... Autre raison expliquant cet “acquittement” avant la lettre: Reid Weingarten, avocat-vedette de la Goldman Sachs, est un ami de longue date de Holden, le ministre de la justice... Quelles conclusions doit-on tirer de tout cela? Que les géants du monde bancaire de la “Federal Reserve”, comme la Goldman Sachs, ne sont pas simplement au-dessus des lois: ils sont la loi!”.

 

La Syrie et l’Iran, dont les forces militaires reposent sur la détention de missiles défensifs russes et sur une armée fidèle au régime en place, se fient à l’alliance russo-chinoise, souvent évoquée. Quand on a demandé à l’historien russe Andreï I. Fourzov, chef du centre de recherches sur la Russie à l’Université de Moscou, ce qu’il pensait de l’hypothèse qui pose comme plausible le déclenchement prochain d’une troisième guerre mondiale, il a répondu, aux questions du site “KP.ru”: “Le régime syrien est de facto le seul régime séculier fort dans tout le monde arabe. Il gène les atlantistes dans leur volonté de créer le “Plus Grand Moyen Orient” (Greater Middle East). Si le régime d’Al-Assad s’effondre, le roquet américain qu’est le Qatar obtiendra un accès aux gisements de gaz qui se trouvent en Syrie et au large des côtes syriennes, ce qui s’avèrera défavorable aux exportations de gaz iranien et affaiblira les Russes de Gazprom... Après la chute de toutes ces pièces de domino qu’ont été la Tunisie, la Libye et l’Egypte, les atlantistes espèrent que viendra très bientôt le tour de la pièce Syrie. C’est justement sur le territoire syrien que se télescopent la “poussée vers l’Est” des atlantistes et la “poussée vers l’ouest” de la Chine, ce qui nous mène à une sorte de croisade pour les matières premières. En Syrie, la Russie entretient une base navale... Malgré l’énorme arsenal matériel et logistique dont dispose la machine de guerre américaine, orchestrée par des constructeurs et des ingénieurs venus de partout et bénéficiant d’une solide expérience, les Américains connaissent aujourd’hui une hypertrophie de leurs forces. Ils ont besoin d’une pause pour reprendre leur souffle. C’est pour cette raison qu’en janvier 2012, le président Obama a annoncé l’avènement d’une nouvelle doctrine militaire: les Etats-Unis ne doivent dorénavant plus s’armer pour mener deux guerres simultanément; s’équiper pour une seule guerre à la fois suffit. Pour s’y préparer, les autorités militaires américaines ont déménagé 60% de leur potentiel militaire dans la zone extrême-orientale du Pacifique, afin de faire éventuellement face à la Chine... Lors du sommet de l’OTAN en mai 2012, les puissances de l’alliance atlantique se sont mises d’accord pour que ni les Etats-Unis ni leurs satellites européens ne se retirent “vraiment” du Proche Orient. Le danger serait trop grand de voir les concurrents chinois et russes s’installer à leur suite en Irak et en Afghanistan...”.

 

Quand on lui demande quels sont ses pronostics, le Prof. Fourzov répond: “Ce qui est en jeu, c’est le sort même des élites nord-atlantistes; il ne s’agit plus pour elles de contrôler le pétrole ou de dominer le Proche Orient, mais, plus simplement, de survivre. Elles n’ont dès lors pas d’autres options que d’aller encore et toujours de l’avant... Après la Syrie et l’Iran, ce sera le tour de la Russie... L’ancien chef du KGB Leonid Jebarchine a très bien su exprimer la situation: ‘L’Occident ne veut qu’une seule chose de la Russie, c’est qu’elle cesse d’exister”. Les préparatifs vont bon train en tous domaines... Nous avons envoyé des unités de notre marine et testé des missiles intercontinentaux. La Russie demeure encore et toujours une puissance atomique et c’est elle, plutôt que la Chine, qui reste l’ennemi principal pour les Américains. Nous vivons pour l’instant une guerre unique qui a commencé par l’attaque de l’OTAN contre la Yougoslavie et, ensuite, cela a été encore l’OTAN qui s’est attaqué récemment à la Syrie. Ensuite, il nous faut forger une alliance politique et militaire capable de dompter l’agresseur et de procurer à la Russie un répit, de façon à ce qu’elle puisse se péparer à la grande guerre du 21ème siècle, au grand hallali que le capitalisme s’apprête à sonner. Vu la mauvaise situation économique dans laquelle se débattent les Etats-Unis, vu l’imminence des élections présidentielles, une attaque de l’OTAN ne pourra avoir lieu qu’entre décembre 2012 et février 2013”.

 

Et, nous, les Européens de l’UE, que pouvons-nous attendre des nabots politiques issus des rangs de nos “élites démocratiques”, qui prêchent ouvertement l’assassinat d’adversaires politiques sur trois continents? Naguère, l’on mettait encore en scène des procès-bidon contre Milosevic ou Saddam Hussein; quant à Kadhafi, quelques années plus tard, il a été purement et simplement occis, avec l’aide de l’OTAN. C’est une preuve irréfutable de bassesse morale et d’hypocrisie incommensurable qu’a donnée la clique dirigeante du “God’s Own Country” quand elle a visionné en “life”, un jour de mai 2012, l’exécution d’un Ben Laden sans défense par un commando spécial américain! Dans quelle bassesse l’Europe eurocratique a-t-elle, elle aussi, chaviré, dès qu’elle a laissé des satrapes la gouverner, des satrapes qui rampent devant la coprocratie américaine...?

 

Richard MELISCH.

(article paru dans “zur Zeit”, Vienne, n°45/2012; http://www.zurzeit.at/ ).

Polderislam: illusie of realiteit?

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Ex: http://www.apache.be/

Polderislam: illusie of realiteit?     

De Nederlandse liberale VVD-politicus Frits Bolkestein pleitte al in 1997 in zijn boek ‘Moslims in de polder’ voor de integratie van moslims in de samenleving door hen westerse waarden en normen te laten overnemen. Een van zijn belangrijkste stellingen was de oprichting van een Nederlandse opleiding voor imams. Hij vond dat imams, die dikwijls voor vier jaar vanuit Turkije of Marokko als godsdienstleraar naar Nederland komen, niet bijdragen tot de integratie van islamieten in de Nederlandse samenleving. Ook van een ander initiatief werd veel verwacht: in de Amsterdamse zogenaamde ‘Poldermoskee’ was Nederlands de voertaal, maar de moskee sloot in 2010 al na twee jaar de deuren.

Bolkestein streefde in zijn boek naar een imam die in het Nederlands preekt, zodat Turkse, Marokkaanse en Surinaamse moslims naar dezelfde moskee kunnen. Hij hoopte ook dat de preek zou eindigen met een gebed voor het Nederlandse staatshoofd eerder dan de wereldlijke leider in het land van herkomst.

 

Hoge verwachtingen

Op het eerste gezicht lijkt de wens van Bolkestein in vervulling te zijn gegaan. De Nederlandse taal rukt op in de moskee, zo schreef het Nederlandse dagblad Trouw in december 2011: “In een aantal islamitische gebedshuizen preekt de imam tegenwoordig in het Nederlands. In andere moskeeën is de preek in het Arabisch, maar wordt die na afloop in het Nederlands samengevat.”

Het Nederlands zou vooral in Marokkaanse moskeeën in opkomst zijn. Volgens de Amsterdamse jongerenimam Yassin Elforkani komt dit voornamelijk door de jongeren. Die spreken vaak nauwelijks Arabisch. Bovendien hebben zij ”behoefte om religiositeit te linken aan de Nederlandse context”. Volgens Elforkani begint het preken in het Nederlands ”een structurele aanpak te worden”.

    “De Poldermoskee werd snel het symbool van succesvolle integratie vanuit de overtuiging dat integratie via taal te realiseren is. Maar ze moest snel de deuren sluiten”

Het Nederlands is dus vaker te horen in moskeeën. Maar de vraag of er daarmee ook een Nederlandse islam ontstaat, zoals Bolkestein dat graag had gezien, is volgens Nico Landman, hoofddocent islamitische studies aan de Universiteit Utrecht, niet zo gemakkelijk te beantwoorden. Op een bijeenkomst over ‘De maatschappelijke rol van de moskee’ in Purmerend (25 november 2011) stelde hij: ”Dat de moskeegangers geleidelijk aan meer Nederlands worden, in ieder geval in hun taalgebruik, is onmiskenbaar. Maar dat hoeft in feite niets te zeggen over de interpretatie van de islam.”

 

Westermoskee

Toch werd de opening van de eerste Nederlandse Poldermoskee in 2008 met gejuich en hoge verwachtingen ontvangen. De Poldermoskee was speciaal bedoeld voor een generatie die zich moslim én Nederlands voelt. Preken zijn in het Nederlands, etnische afkomst doet er niet toe en vrouwen en mannen bidden in dezelfde ruimte. Het moest volgens de initiatiefnemers een plek worden voor debat en dialoog, waar andersdenkenden en niet-moslims welkom zijn.

De Poldermoskee werd al snel het symbool van succesvolle integratie vanuit de overtuiging dat integratie via taal te realiseren is. Net zoals de joden in de 19de eeuw van hogerhand het gebruik van Nederlands in de synagoge kregen opgelegd. Van meet af aan verwelkomden politici en waarnemers dan ook de komst van de Poldermoskee, hoewel ze een initiatief was van Mohammed Cheppih, die bekend stond om zijn radicale opvattingen als voormalig kandidaat-voorzitter van de Arabisch-Europese Liga.

Want ook andere gebedshuizen wisten onder het mom van het gebruik van de Nederlandse taal overheidssubsidie los te peuteren, zoals de Westermoskee, een initiatief van de fundamentalistische Turkse organisatie Milli Görüs. Doorgaans bleken deze moskeeën echter helemaal niet zo liberaal.

 

Orthodoxe islam

    “Jonge islamitische mannen kiezen voor de orthodoxe islam uit de veilige, overzichtelijke thuishaven die de moskee voor hen betekent”

De Nederlandse oud-journalist en islamkenner Carel Brendel omschrijft in zijn weblog (17 augustus 2012) de activiteiten in deze moskeeën als: “bezield, hartstochtelijk, vroom, orthodox en fundamentalistisch. Maar liberaal en vooruitstrevend zijn ze beslist niet”. Ook de Leidse islamoloog Maurits Berger ziet het zo. Hij heeft het in het Nederlands Dagblad (18 februari 2012) over “een groeiende orthodoxe islam, ook onder jonge moslims in Nederland. Hun ouders zouden zo niet praten. Jongere moslims zijn beter geïntegreerd dan hun ouders, maar ook veel orthodoxer, tegen alle voorspellingen in.”

Volgens Üzeyir Kabaktepe, de relatief liberale voormalige directeur van Manderen B.V. – de officiële opdrachtgever van de (overigens nooit gebouwde) Westermoskee -, komt de keuze van steeds meer jonge islamitische mannen voor de orthodoxe islam voort uit de veilige, overzichtelijke thuishaven die de moskee vormt. Kabaktepe zegt dat het leven buiten de moskee onoverzichtelijk kan zijn. De rol van de vader in het gezin is uitgespeeld en de tweede generatie is op zichzelf aangewezen. “Pa verdient weinig of is afgekeurd. Pa kan de druk binnenshuis niet aan, want het huis is het domein van zijn vrouw. Pa is een loser”, is de conclusie van Üzeyir Kabaktepe.

 

Haat

Als maatschappelijk succes uitblijft, resteert slechts cynisme. Kabaktepe (geciteerd in NRC, 23 mei 1997): “Het is een explosieve en potentieel gevaarlijke generatie die is opgegroeid in haat.” Haat, omdat ze zich kansloos en niet gewaardeerd voelen. En als lokale en mondiale spanningen samenkomen, dan wordt de beheersing van deze haat steeds moeilijker. Karaktepe, die enkele jaren geleden uit zijn directeursfunctie werd ontheven op verzoek van Milli Görüs – dat hem te gematigd vond – geeft aan dat de moskee kan helpen om spanningen te beheersen. “Mits ze onder een goede leiding staat”, zo zegt hij.

Volgens Brendel is het dan ook een misverstand dat het fundamentalisme vooral bloeit onder een uitstervende groep oudere migranten: “Salafisten, Moslimbroeders en aanverwante groeperingen hebben niet stilgezeten. Ze hebben de afgelopen jaren veel energie gestoken in websites, videokanalen, islamscholen en conferenties, waar Nederlands de voertaal is en die zich richten op hier geboren allochtone jongeren en autochtone bekeerlingen.”

 

Integratie

De verwachtingen van ‘de Nederlandse moskee’ met een gematigde islam lijkt daarmee niet uit te komen. Islamologe en antropologe Welmoet Boender waarschuwde in een interview met kennislink.nl (10 september 2008) bij de opening van de Poldermoskee al voor te hoge verwachtingen: “De Poldermoskee wordt gezien als dé plaats waar een Nederlandse islam zal ontstaan, terwijl daar eerst nooit ruimte voor was. De ontwikkeling van een ‘Nederlandse islam’ heeft echter tijd en ruimte nodig, en gemeenschapsgevoel laat zich niet dwingen.” Ze heeft inmiddels wel gelijk gekregen. Op 12 november 2010 sloot de moskee, na fiscale problemen, definitief de deuren.

Toch ziet zij ook een lichtpuntje in het integratiedebat: “Jonge Nederlandse moslims zijn al jarenlang bezig met het ontwikkelen van hun eigen interpretaties van de islam. Zij discussiëren al lang over wat het betekent om een moslim in Europa te zijn, over man/vrouwverhoudingen en over de relaties tussen moslims en niet-moslims.” Volgens Boender worden al die debatten dus wel degelijk gevoerd, maar niet zo zeer in de moskee dan wel daarbuiten: op internet, bij studentendebatten en tijdens andere lezingen.

Integratie via de moskee met behulp van de Nederlandse taal is dus helemaal niet nodig. Ook Brendel ziet dit zo en terecht wijst hij op het feit dat de joodse integratie in de 19e eeuw verkeerd wordt geïnterpreteerd. Brendel: “De joodse emancipatie verliep namelijk niet via de synagoge, maar juist buiten de synagoge, dankzij vooruitstrevende joden die zich tegen de wil van de rabbijnen aan de orthodoxie ontworstelden. Niet de Nederlandse taal, maar het zelf-kritisch-denken gaf uiteindelijk de doorslag.”

jeudi, 22 novembre 2012

La Russie, l’Occident et l’Allemagne

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La Russie, l’Occident et l’Allemagne

 

Extrait d’un entretien accordé par Alexandre Douguine au magazine allemand “Zuerst”

 

Q.: Monsieur Douguine, l’Occident ne se trouve-t-il pas dans une mauvaise situation?

 

AD: Absolument. Mais la situation dans laquelle se débat l’Occident est différente de celle en laquelle se débat la Russie. Regardez l’Europe: l’UE se trouve dans un état de crise profonde; la rue en Grèce se rebelle ouvertement, l’Europe centrale et septentrionale croupit sous les charges sociales, politiques et économiques apportée par l’immigration de masse depuis ces dernières décennies. Même les Etats-Unis sont plongés dans une crise profonde. Mais, pourtant, c’est cette crise qui va faire se corser la situation. Car dans de telles situations d’instabilité et de précarité, ce sont toujours les partisans de lignes dures qui finissent par avoir le dessus. Aux Etats-Unis, actuellement, on évoque ouvertement une guerre contre l’Iran, même si à New York un bon paquet de citoyens américains manifestent contre Wall Street. On ne discute plus que du moment idéal pour commencer la prochaine guerre. Lénine disait en son temps: hier, c’était trop tôt, demain ce sera trop tard.

 

Q.: Vous defendez l’idée d’une alliance eurasiatique. Cette idée n’implique-t-elle pas que les Etats européens se détachent progressivement de l’UE bruxelloise, un processus à prévoir pour le moyen voire le long terme, et se donnent de nouvelles orientations. Est-ce là une hypothèse réaliste?

 

AD: La Russie est l’allié naturel d’une Europe libre et indépendante. Il n’y a donc pas d’autres options. Bien sûr, l’Europe actuelle n’envisage pas cette option, car elle est systématiquement refoulée par le fan-club transatlantique des égéries des “Pussy riots”. Mais cela pourrait bien vite changer. Qui imaginait, au début de l’été 1989, que le Mur de Berlin allait tomber en automne? Une poignée d’esprits lucides que l’établissement considérait comme fous ou dangereux.

 

Q.: Comment voyez-vous l’avenir des relations germano-russes, tout en sachant que celles-ci ont été jadis bien meilleures?

 

AD: Il y a beaucoup de liens entre l’Allemagne et la Russie. Nous avons une longue histoire commune. On aime à l’oublier aujourd’hui, surtout dans le vaste Occident. Lors de la signature de la convention de Tauroggen en 1812, le Lieutenant-Général prussien Johann David von Yorck a négocié de son propre chef un armistice entre le corps prussien, contraint par Napoléon de participer à la campagne de Russie, et l’armée du Tsar Alexandre. La Russie a soutenu la révolte prussienne contre les Français, ce qui a permis de lancer la guerre de libération des peuples contre Napoléon. La diplomatie russe a permis aussi en 1871 que le Reich allemand de Bismarck puisse devenir réalité  sur l’échiquier européen. La Russie a toujours soutenu le principe d’une Allemagne forte sur le continent européen. Otto von Bismarck recevait souvent l’appui de Saint-Pétersbourg. Ce ne sont là que deux exemples: la liste des coopérations germano-russes est longue et, à chaque fois, les deux protagonistes en ont bénéficié. Sur le plan culturel, les relations sont tout aussi étroites: philosophes russes et allemands s’appréciaient, se sentaient sur la même longueur d’onde. Mais nous nous sommes également opposés dans des guerres sanglantes mais, Dieu merci, cette époque est désormais révolue.

 

Q.: Et aujourd’hui?

 

L’Allemagne est le pilier porteur de l’économie européenne. L’économie européenne, c’est en réalité l’économie allemande. L’idée sous-jacente de l’économie allemande diffère considérablement de l’idée qui sous-tend la praxis économique du capitalisme occidental et britannique. En Allemagne, on mise sur l’industrie, de même que sur une création de valeurs réelles par le biais de la production de biens et non pas sur le capitalisme financier et bancaire qui, lui, ne repose sur rien de matériel. Aujourd’hui l’Allemagne est contrôlée par une élite exclusivement imprégnée d’idéologie “transatlantique”, qui empêche tout rapprochement avec la Russie. En Russie, on a aujourd’hui des sentiments pro-allemands. Poutine, on le sait, passe pour un grand ami de l’Allemagne. Mais malgré cela, le gouvernement de Berlin, et aussi l’opposition à ce gouvernement, essaie d’intégrer encore davantage l’Allemagne dans une UE en mauvaise posture, tout en renonçant à de larges pans de la souveraineté allemande. Pour l’Allemagne, une telle situation est dramatique!

 

Q.: Dans quelle mesure?

 

AD: L’Allemagne est aujourd’hui un pays occupé, déterminé par l’étranger. Les Américains contrôlent tout. L’élite politique allemande n’est pas libre. Conséquence? Berlin ne peut pas agir pour le bien du pays comme il le faudrait, vu la situation. Pour le moment, l’Allemagne est gouvernée par une élite qui travaille contre ses propres intérêts. Nous, les Russes, pouvons aider l’Allemagne parce que nous comprenons mieux la situation de votre pays, en état de servilité, et parce que nous travaillons à créer des réseaux germano-russes en divers domaines. Nous pourrions travailler avec divers groupes au sein de la République Fédérale, nous pourrions améliorer nos relations culturelles. Je crois fermement qu’un jour se recomposera une Allemagne libre, forte et autonome en Europe, qui lui permettra de jouer un rôle d’intermédiaire entre l’Est et l’Ouest du sous-continent. Le rôle que jouent actuellement les vassaux de l’eurocratie bruxelloise et de Washington ne permet pas de forger un vrai destin pour l’Allemagne.

 

Q.: Monsieur Douguine, nous vous remercions de nous avoir accordé cet entretien.

 

Entretien paru dans le magazine “Zuerst!”, Oktober 2012, http://www.zuerst.de/ ).

Moscow Police shall revive the great Cossack tradition

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Moscow Police shall revive the great Cossack tradition

 
 

by Olivia Kroth

Ex: http://english.pravda.ru/  

According to the Russian media Izvestia, Cossacks shall patrol Moscow's main streets soon, to look out for illegal vendors and illegal parkers. The Cossack detachment will be about 600 men strong. Unauthorized trade by all kinds of peddlers shall be curbed, as well as the clogging of pathways by wrongly parked cars.

The Cossacks have already been assisting the Interior Ministry and the Federal Penitentiary Service, also helping rescue workers and first aid units. 

President Vladimir Putin said in his pre-election program in February 2012 that the Russian Cossacks shall be re-integrated into the military and police forces. He thinks highly of them and wants to give them the opportunity of using their full potential in the service of the Russian Federation. 

According to the Committee for Cossack Affairs, as quoted by Izvestia, the Cossacks doing police service in Moscow will wear armbands and carry identity cards like other squad members, patroling the streets in their traditional uniforms with red stripes.

This might turn out to be an extra touristic bonus, as many foreigners love the Cossack lore with their colorful uniforms, beautiful songs, legends and special customs, a unique memory of old Russia. 

Cossack souvenirs, such as cavalry equipment and Cossack clothes - the traditional sheepskin hat, the riding boots - are a big hit among people worldwide. Cossack nostalgia, expressed by such beautiful music as produced by the Kuban Cossack Choir, is very popular as well. 

According to Izvestia, the Cossacks will be assisting Moscow police officers, but will not be able to detain suspects or apply sanctions on their own. The Cossack units shall patrol main streets and parks, and watch out for potential trouble-makers around churches, childrens' playgrounds and public gathering places.

The new Cossack units must meet the same physical requirements as the regular police.  They must be physically fit and free of any criminal record. The final approval will be given by the Interior Ministry.

The Moscow Cossack Society has about 9.000 members. On the 17th of October 2012, they gathered at the second International Cossack Village Festival in Moscow. A highlight of this festival was the construction of a chapel devoted to Don Icon of the Mother God. Kirill, the Metropolitan of Stavropol and Nevinnomysk, blessed the chapel.

Cossacks protected the Russian Orthodox Church and the Motherland during difficult times. Today, Cossacks continue doing so, educating children and young people according to their high ethical standards.

Cossacks are strong people, problem solvers, with traditional family values. They go on protecting the Orthodox religion, because it is their foundation, the secure ground they stand on. 

A lot of families with their children were gathered at the cheerful Cossack Festival in Moscow, sharing their traditional food, mead and songs with guests, especially the "Lyubo!" - song. It shows that Cossacks have a future.

At the festival, Cossack Colonel, Igor Kulichev, told the press that the Cossack Society of Moscow has special programs for patriotic education of the young generations, providing security and order, training them in civil defense and crime protection. The main tradition of Cossacks is serving the state and society. 

They originally stem from democratic, semi-military societies in Southern Russia. Cossacks played an important role as pioneers in the Russian Far East. By the 18th century, Cossack hosts in the Russian Empire served as buffer zones on the borders as border guards, enjoying vast autonomy. Cossack militia protected forts, settlements, trading posts and performed police functions on the frontiers. 

Later, they became an integral part of the Russian Army. The Cossack Light Cavalry, agile riders of the steppe, played an important role driving Napoleon's army out of Russia. During the French retreat, Cossack brigades of light cavalry attacked constantly from the back and harrassed their flanks, in order to weaken the retreating French army. 

Traditionally, Cossack cavalry men are among the best riders worldwide, performing astounding stunts. It seems that they are like an incarnation of the ancient Greek centaurs, half horse, half man. 

Napoleon himself stated with a mixture of admiration and envy, "Cossacks are the best light cavalry troops that exist. If I had them in my army, I would go through all the world with them." 

Fortunately, he did not have them in his army, which arrived back home, in France, battered and broken, decimated to a sheer minimum. The Cossacks played no small part in their ultimate defeat.  

Cossacks have always served the Motherland well. They keep doing so until this very day. 

 

Prepared for publication by:

Lisa Karpova
Pravda.Ru

Geopolitiek aspect van de Griekse crisis

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Geopolitiek aspect van de Griekse crisis

Het is interessant om te zien hoe de Europese Unie, duidelijk tegen de zin van haar leden, er alles aan doet om Griekenland in de EU te houden. Drastisch besparen, de bevolking in armoede, miljarden er in pompen, alles moet maar kunnen. Behalve een Griekse exit. Één van de redenen hiervoor is een geopolitieke.

Eén van de vele besparingsmaatregelen in Griekenland hield het verkopen van staatsbedrijven in. Het gasbedrijf DEPA speelt een belangrijke rol hierin. De verkoop hiervan zou tussen de € 500 miljoen en € 1 miljard moeten opbrengen. De Griekse staat heeft 65% van de aandelen nu in handen, Hellenic Petroleum 35%. In totaal zouden beide aandelenpaketten verkochten moeten zijn bij het begin van 2013. Gazprom en Negusneft, beide Russische bedrijven (Gazprom zelfs een staatsbedrijf), hebben hier reeds grote interesse voor getoond.

In het verleden hebben Rusland en Oekraïne grote ruzie gehad over de prijs van aardgas. Oekraïne wou de Russische prijzen niet betalen en Rusland weigerde nog aan Oekraïne te leveren. Oekraïne ligt echter op de route van de aardgasleidingen tussen Rusland en Europa en tapte dus gewoon af. Het bezitten van een Griekse route zou voor Rusland dit soort problemen moeten vermijden. Tevens bezorgt het Rusland opnieuw een meer voelbare aanwezigheid in het gebied van de zuidelijke Balkan. De laatste jaren zijn ook de banden tussen Griekenland en Rusland sterk aangehaald en ook op Cyprus is Rusland meer aanwezig. Daar hebben ze ook interesse getoond in het helpen verlichten van de Cypriotische schuld, tevens met meer Russische invloed als gevolg.

De Griekse gebieden zijn lange tijd in de Britse invloedssfeer geweest. Ze hebben er dan ook meerdere vlootbasissen. Zeker met het uitzicht op het Suez-kanaal belangrijke feiten. Maar met de huidige opstanden in de Arabische wereld zijn deze basissen nog belangrijker geworden aangezien vandaar interventies kunnen worden gelanceerd (gaande van de huidige inzet van special forces tot eventueel later meer reguliere militaire zetten). Rusland heeft slechts één zeebasis in de Middellandse Zee en dat is in het Syrische Tartus.

Het binnenbrengen van Griekenland en Cyprus in de Russische invloedssfeer zou dan ook een belangrijk alternatief kunnen vormen voor het geval Assad toch zou bezwijken onder de islamistische opstandelingen. Voor de machtige elites in Washington en Brussel zou een toename van Russische invloed echter ten zeerste ongewenst zijn.

Selon le chef de l’Armée, la crise de la dette de l’UE constitue la menace principale pour la Suisse

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Selon le chef de l’Armée, la crise de la dette de l’UE constitue la menace principale pour la Suisse

Avec nervosité, la Commission européenne renvoie au prix Nobel de la paix

Ex: http://www.horizons-et-debats.ch/

Lors d’une conférence à la Chambre de commerce belgo-suisse à Bruxelles, le commandant de corps suisse André Blattmann, chef de l’Armée, a déclaré que la crise de la dette en Europe et le chômage élevé qui l’accompagne constituaient, pour la Suisse, la plus grande menace en matière de politique de sécurité.
Ce jugement n’a pas particulièrement attiré l’attention, jusqu’à ce que l’hebdomadaire belge, La Libre Belgique, reprenne les déclarations du chef de l’Armée suisse, ce qui a mis la puce à l’oreille de la Commission européenne. Agacée, la porte-parole de la Commission, Pia Ahrenkilde, a déclaré vendredi passé que Bruxelles ne comprenait pas les peurs de la Suisse. Que la Commission européenne n’avait aucune intention de commenter (lisez: écouter) de pareils «scénario-catastrophe». Selon elle, l’Union européenne est et demeure un projet de paix. «C’est en tant que telle qu’elle a récemment aussi été honorée du prix Nobel de la paix».
Hors caméra, le ton employé était encore plus strident: on verserait de l’huile sur le feu, on attiserait la peur de l’UE et de toute manière, de pareilles fantaisies étaient risibles. Ah bon: ces gens de Bruxelles n’ont vraiment pas beaucoup de raisons de rigoler.
Le chef de l’Armée regrette la «colère de Bruxelles», mais il affirme qu’il maintient son point de vue. Il dit que le but de n’importe quelle organisation de sécurité était de se préparer à des cas difficiles. Qu’il avait parlé des risques pour la sécurité en relation avec la crise de la dette. Si des cohortes de réfugiés débordaient sur la Suisse, l’armée devait protéger l’infrastructure nationale sensible, même s’il ne désirait pas voir ce scénario.
L’armée a exercé ce cas en septembre. Au cours de l’exercice «Stabilo Due», une pareille situation a été envisagée.

* * *
C’est ce qu’on peut dire de l’énervement provoqué par André Blattmann à Bruxelles. Il n’y a pas eu d’énervement semblable causé par la déclaration de Helmut Schmidt qui a parlé de la «veille de la révolution en Europe» et qui a formulé ainsi les choses de façon beaucoup plus nette.
Mais il faut analyser plus en détail les raisonnements de Bruxelles. La circonstance curieuse que «l’UE a reçu un prix Nobel de la paix» (lequel a été remis au cours des dernières années à plusieurs criminels de guerre), est interprétée par la porte-parole de la Commission européenne comme s’il était impossible qu’il y ait des troubles. Nous nous souvenons encore parfaitement du politicien grec qui a déclaré, il y a quelques semaines, que la Grèce se trouvait dans une situation comparable à celle de la République de Weimar à son époque.
Celui qui met la tête dans le sable n’a qu’à supprimer le drapeau bleu avec les étoiles jaunes et adopter «l’autruche» comme animal héraldique, si possible sur un innocent fond blanc.
Mais soyons un peu plus provocants: qu’est-ce que le projet pacifique entreprend pour combattre le chômage? Par exemple en Grèce, en Espagne et de plus en plus dans tous les pays de la ceinture méridionale et occidentale de l’UE? L’ancien chancelier Schmidt mentionne des révolutions qui dé­stabilisent. Dans ce domaine, André Blattmann et d’autres attendent une réponse. Au lieu d’instaurer une formation professionnelle pour la jeune génération, l’UE choisit de toutes autres solutions: il y a bien longtemps qu’on instaure de vastes appareils policiers pour combattre les révoltes. Horizons et débats a plusieurs fois traité ce sujet. C’est pourquoi la déclaration de vendredi de la porte-parole de la Commission européenne est pleine d’hypocrisie. Vous avez le bonjour de la force de gendarmerie européenne Eurogendfor et du terrain d’exercice de l’OTAN Altmark en Allemagne.
Nous demandons que Bruxelles explique ce qui est prévu concernant la crise du chômage. Des forces de police en masse sont évidemment une réponse, mais ce n’est pas une voie à suivre! Même aux Etats-Unis, où règne un concept bouffi appelé «Homeland Security», ça ne marcherait pas.
Ces derniers temps, la Grèce meurtrie a encore dû acheter des centaines de chars blindés Abrams d’occasion et des masses d’autres armements. Ça rime à quoi?
Non, il faut des réponses sérieuses et sincères. Il faut réfléchir au rapport entre les économies, le bien commun et l’économie nationale. L’invocation dogmatique de locutions globalisantes toutes faites fait partie de «l’arrière-garde du progrès d’hier» selon la formule du divisionnaire Bachofner récemment décédé. Il se serait réjoui des réflexions du commandant de corps Blattmann et lui aurait immédiatement donné un coup de main. Il faut réfléchir sur cette mélopée de la mondialisation, même si ce n’est pas facile pour toutes les rédactions.
Heiner Flassbeck (62), l’économiste en chef et spécialiste monétaire de l’Organisation des Nations Unies sur le commerce et le développement (CNUCED) à Genève a fait un essai. Il y a quelques jours, dans une interview avec le «Tages-Anzeiger», il a dit en parlant de la crise monétaire qu’il fallait réfléchir au projet de l’«ouverture» de tous les domaines économiques. Il n'a pas plaidé le contraire, mais pour une économie nationale raisonnable. «Il faut abandonner ce régime, même si à courte échéance cela sera dur. Les importations doivent autant que possible être remplacées par des produits indigènes. Ça fonctionne toujours, nous avons vu ça dans beaucoup de pays, même au Brésil où tout le monde a dit que ça ne fonctionnerait pas.»
Si on conserve le travail dans son propre pays, si des fers à repasser sont de nouveau fabriqués en Allemagne, les chemises cousues en Italie et pas par des Coréens du Nord, le chômage sera moindre. La chemise coûtera peut-être un peu plus cher, mais qu’est-ce que ça fait? Peut-être sera-t-elle produite pour une durée de vie un peu plus longue. Les révolutions nous feront de toute façon totalement passer l’envie de porter des chemises.
Mais revenons au sujet: si Bruxelles distribue nerveusement des muselières et qualifie les scénarios du chef de l’Armée suisse ou de l’ancien chancelier Schmidt de «fantaisies du désastre», le point névralgique a probablement été touché. Donc: poursuivons!
Le chef de l’Armée a raison et mérite la reconnaissance et le respect de la population. Il montre quelque chose qui nous manque: de la force d’âme et de l’envergure. En appelant un chat un chat et en prononçant des vérités désagréables, il démontre qu’il prend sa tâche au sérieux. On peut prendre modèle sur lui.
Mais en Suisse aussi, il y a quelques retouches à faire. Pas seulement au budget de l’armée.
Il y a un an et demi, au printemps 2010, le même chef de l’Armée avait montré la même «carte des risques» comme celle qu’il vient de présenter à Bruxelles, et il avait désigné cinq pays comme étant «en danger»: la Grèce, l’Espagne, l’Italie, la France et le Portugal. Bien des collaborateurs des médias et d’autres personnes un peu entravées dans leur pensée par le ton dominant, des «experts en sécurité» et des parlementaires ont alors fait la moue. Avant tout en Suisse alémanique. André Blattmann a même dû entendre au Parlement: «Mais tu n’as pas le droit de dire ça». Ces gens n’ont pas voulu reconnaître qu’une armée qui ne peut plus appeler une menace par son nom, a un assez gros problème. Comment pourra-t-elle s’exercer alors?
Ceux qui naguère l’ont accablé d’injures ont encore du pain sur la planche. On peut apprendre et devenir plus intelligent. On peut même réviser ses opinions. Si les mêmes personnes devaient retomber à présent dans le même piège de raisonnement en empêchant la pensée libre qui est d’intérêt national, nous reprendrions la totalité des articles du mois de mars 2010 et nous désignerions par leur nom ces dames et messieurs qui ont à réfléchir.
Comme dit l’adage: «La réalité n’est jamais polémique, elle est tout au plus désagréable.»•

 

«Je ne vois plus d’avenir pour l’union monétaire européenne. Les difficultés économiques conduisent de plus en plus vers une désintégration politique. Les injures mutuelles sont à l’ordre du jour. Les pays apparemment bons font des prescriptions aux pays apparemment méchants – cela menace de détruire l’ensemble de l’intégration politique du demi-siècle écoulé. Pour moi, l’union monétaire ne vaut pas cela.»

Source: Heiner Flassbeck dans une interview avec le «Tages-Anzeiger» du 13/10/12

 

«[La sortie de l’union monétaire et une dévaluation] seraient en tout cas préférables à la présente dévalorisation par les baisses de salaire, par lesquelles on détruit l’économie nationale de nos pays. L’économie nationale sera ruinée avant qu’on ne parvienne à rétablir la capacité de concurrence. Aucun gouvernement élu n’y survivra. C’est pour cette raison que nous avons aujourd’hui cette folle instabilité politique. Mon plus grand souci est que dans ces pays, on détruit ainsi la démocratie».

Source: Heiner Flassbeck dans une interview avec le «Tages-Anzeiger» du 13/10/12

 

«Il y a aujourd’hui, sans qu’il y ait eu une pression préalable sur les salaires, un chômage élevé, lequel exerce par ricochet une pression sur les salaires. Cela détériore chez les gens l’espoir d’un meilleur revenu, et c’est précisément ce qui empêche l’essor économique et la réduction du chômage. C’est un cas classique de système instable – l’Etat devrait intervenir directement. Il n’y a plus d’autres moyens: la politique monétaire n’a plus aucun charme et l’augmentation des dépenses de l’Etat est tabou. Comme on refuse également les interventions dans le marché du travail, la politique économique est totalement bloquée.»

Source: Heiner Flassbeck dans une interview avec le «Tages-Anzeiger» du 13/10/12

 

«Se précipiter dans plus d’intégration, en partant de la plus grande désintégration politique des dernières 50 années – c’est tout à fait illusoire.»

Source: Heiner Flassbeck dans une interview avec le «Tages-Anzeiger» du 13/10/12

mercredi, 21 novembre 2012

La France d’en-bas contre l’Europe d’en-haut

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La France d’en-bas contre l’Europe d’en-haut

par Georges FELTIN-TRACOL

Le 29 mai dernier, à une forte majorité, le corps électoral français a rejeté la ratification du Traité constitutionnel européen (T.C.E.). Trois jours plus tard, le 1er juin, les électeurs néerlandais ont fait de même, plus massivement encore. Cette double victoire du non a plongé l’eurocratie dans la consternation, l’hébétude et la rage. Malgré la nette victoire du oui survenue au Luxembourg le 10 juillet suivant, l’état comateux du T.C.E. demeure.

La vigueur du non français a surpris les observateurs. Il signifie le cinglant désaveu du peuple envers une certaine manière de faire campagne. Matraqué par une intense propagande « oui-ouiste » orchestrée par la quasi-totalité du personnel politique, reprise et démultipliée par la grande presse et les grands médias, l’électeur, d’instinct, s’est opposé à ce nouveau « bourrage de crâne ». « Ce non est bien évidemment une réaction automatique, immédiate, à l’ultimatum qu’a été dès le début ce référendum, commente Jean Baudrillard. Réaction à cette coalition de la bonne conscience, de l’Europe divine, celle qui prétend à l’universel et à l’évidence infaillible, réaction à cet impératif catégorique du oui, dont les promoteurs n’ont même pas supposé un seul instant qu’il pouvait constituer un défi – et donc un défi à relever. Ce n’est donc pas un non à l’Europe, c’est un non au oui, comme évidence indépassable » (Libération, 17 mai 2005).

Déçus, amers et vindicatifs (comme le prouve l’hallucinant et édifiant éditorial de July dans Libération du 30 mai), les tenants du oui ont beau jeu de souligner l’hétérogénéité du non. Pour la circonstance, la distinction gauche-droite a su s’éclipser au profit d’une convergence circonstancielle et momentanée de périphéries radicales, contestataires et oppositionnelles contre un centre modéré, gouvernemental et installé. D’après les enquêtes d’opinion, la majorité des électeurs « nonistes » provient de la gauche. Pour le démographe Hervé Le Bras, il ne fait aucun doute que « la carte des résultats du référendum donne un verdict clair : le non de 2005 épouse la géographie de la gauche, pas celle de l’extrême droite » (Libération, 1er juin 2005). « L’importance de la victoire du non, insistent Bruno Cautres et Bernard Denni, doit donc assez peu aux souverainistes qui, à la différence de 1992, ne se retrouvent en nombre qu’au F.N. et au  M.P.F. » (Libération, 7 juin 2005). Annie Laurent confirme cette analyse en précisant qu’« à l’aune des élections régionales de 2004, la gauche parlementaire représente 44 % du vote non, la droite parlementaire 18 % et le F.N. 28 % » (Le Figaro, 14 juillet 2005). « Pour le philosophe Philippe Reynaud, signale Nicolas Weill, “ ce qui l’a emporté, c’est avant tout une problématique sociale, antilibérale et anticapitaliste ” » (Le Monde, 4 juin 2005).

Un non pluraliste

La part de la gauche dans le succès du non est indéniable. Il faut toutefois appréhender ce non de gauche comme passéiste et rétrograde. Tout au long de la campagne, les dissidents des Verts et du P.S. (Fabius, Mélenchon, Emmanuelli, Montebourg), José Bové, le P.C.F., la L.C.R., Lutte ouvrière, l’extrême gauche et la C.G.T. ont défendu l’« exception française », les « acquis sociaux » et le droit illimité et incompressible à la « gréviculture ». Critiquant surtout la troisième partie économiciste du texte, ils ont encouragé une certaine conception de la France, sœur jumelle survivante de l’Albanie maoïste d’Enver Hodja, dernière réserve à dinosaures bourdivins, ultime « Sovietic Park » au monde. La gauche revendicative a favorisé un non de résignation, car elle est incapable de comprendre les défis du XXIe siècle, aveuglée par une grille de lecture antédiluvienne remontant à la Ire Révolution industrielle ! Ne soyons pas surpris d’y retrouver d’indécrottables utopistes, d’ineffables pacifistes et de pitoyables tiers-mondistes. Ainsi, Libération (31 mai 2005) rapporte le témoignage d’un étudiant appelé Jérôme qui a voté « non » parce qu’il n’a « pas envie de créer une seconde superpuissance qui, comme les États-Unis, pillerait les pays d’Afrique » (sic). La sottise idéologique reste d’actualité !

La deuxième composante du non rassemble la nébuleuse souverainiste, national-républicaine et nationiste, c’est-à-dire le F.N. et le M.P.F., bien évidemment, mais aussi le M.N.R., les gaullistes de Charles Pasqua et de Nicolas Dupont-Aignan, les chevènementistes, les royalistes, le Parti des travailleurs de Daniel Gluckstein (catalogué « national-trotskyste »), les chasseurs de C.P.N.T., etc. D’une argumentation plus fondée, leur non n’est pas moins présentiste et paradoxal. Ils condamnent, à juste titre, ce qu’entreprend l’Europe technocratique, c’est-à-dire l’éradication et le remplacement des identités populaires par un grand marché planétaire, tout en reproduisant cette démarche ethnocidaire dans l’Hexagone. Plus exactement, la bureaucratie bruxelloise reprend la méthode jacobine républicaine hexagonale afin d’édifier un super-État centralisé européen. Ne s’exemptant pas de contradictions, ils défendent avec acharnement la langue française, mais méprisent les langues régionales et vernaculaires ! Au nom d’une francophonie mythique, ils acceptent les migrants du Maghreb et d’Afrique noire, mais accusent le « plombier polonais » et la « coiffeuse hongroise » de « manger le pain des Français ». Dans Le Figaro du 31 juin 2005, un certain Nordine, chauffeur de taxi de son état, explique son vote négatif par un raisonnement xénophobe : « L’Europe va s’épuiser en voulant renflouer l’Est. Les Roumains et les Polonais que je vois ici ne respectent rien. » Tiens donc ! Les « jeunes » des banlieues qui brûlent les voitures viendraient-ils d’Europe de l’Est ? L’information sensationnelle vaut son pesant de cacahuètes. Le discours souverainiste atteint ici ses limites. Son fixisme autour d’une France idéalisée par les « quarante rois qui… » (on connaît la chanson) et les « hussards noirs de la République », l’empêche de comprendre les grandes mutations de notre temps. Il est intéressant de remarquer que les territoires dont les élus sont des ténors de l’État-nation (la Vendée pour Philippe de Villiers, les Yvelines pour Christine Boutin, Maison-Laffitte pour Jacques Myard, les Hauts-de-Seine pour Charles Pasqua) ont porté le oui en tête.

 

La dernière catégorie du non ressort de la marginalité. Elle n’en est pas moins fondamentale, car porteuse d’une ambition européiste s’appuyant sur l’identité, la souveraineté et la puissance. C’est un non d’avenir qui entend bouleverser l’actuel paysage politique et politiser l’enjeu européen. C’est déjà en bonne voie puisque « les référendums sur l’Europe réussissent là où échouent les élections au Parlement européen : créer un espace démocratique pour organiser le débat autour de la construction européenne » (B. Cautres et B. Denni, art. cit.). Ce non d’avenir dépasse de loin le non droitier et le non gauchiste. En effet, « si l’on retient qu’il s’agissait d’abord d’un non identitaire s’opposant à un élargissement sans limites, à une fédéralisation d’éléments clés des politiques nationales, et à une réduction des protections sociales nationales sans contreparties apparentes pour les salariés exposés, la réponse ne peut résider dans un replâtrage de l’Union. C’est une refondation de la construction européenne qui s’impose » (Christian Saint-Étienne, Le Figaro, 18 et 19 juin 2005). Et l’auteur d’ajouter, avec pertinence, que « le non social est un non identitaire au sens où les salariés ont l’impression qu’on veut casser les protections nationales pour mieux les laminer dans une Union qui, du fait d’un élargissement sans limites, a changé de nature ». « Est-ce à dire que la question sociale primerait désormais sur la question nationale ? “ L’une et l’autre sont liées ”, fait observer l’historien de l’Europe Robert Frank, de l’université Paris-I. Le chômage que la France connaît depuis des décennies représente un ferment “ destructeur de l’identité nationale ”. Aujourd’hui, pense M. Frank, “ l’identité nationale est multiple et superpose plusieurs attachements, régionaux, nationaux mais également européens ”. Plutôt que de malaise, il préfère parler d’une “ crise de l’identité européenne des Français ” » (Nicolas Weill, art. cit.).

Préparer la Grande Europe identitaire et populiste

Dépassant la stupide et stérile querelle gauche-droite, le non d’avenir identitaire et populiste, car populaire, sait, comme semble le convenir Emmanuel Todd, que « les milieux populaires, ouvriers et employés, représentent 50 % du corps électoral, et que cette proportion explique les instabilités du système politique français. Les ravages du libre-échange, dont souffrent les milieux ouvriers, ont encore radicalisé leur révolte. […] La vraie nouveauté est l’entrée en fureur d’une parties des classes moyennes » (Emmanuel Todd, Le Nouvel Observateur, 9 – 15 juin 2005). Attirons toutefois l’attention sur le discret mépris à l’égard des couches populaires. E. Todd semble leur reprocher l’instabilité politique comme s’il croyait que la politique ne fût que la version sophistiquée de La Petite Maison dans la prairie et non l’acceptation du conflit. C’est indéniable : « le non, de “ gauche ” ou d’extrême droite, confirme le géographe Jacques Lévy, contient une incontestable composante nationaliste, à la fois sous la forme d’un protectionnisme commercial, relancé à propos des services par la directive Bolkenstein, et d’un refus de la libre circulation » (Libération, 1er juin 2005). Il en résulte « une recomposition du champ politique. Au clivage gauche-droite s’est substituée une ligne de partage qui oppose schématiquement le “ peuple ” aux “ élites ”, les radicaux aux modérés, les électeurs anti-système à ceux qui se reconnaissent dans les partis de gouvernement. En ce sens, le 29 mai n’est pas un nouveau 10 mai, mais bien plutôt un super-21 avril. Or cette recomposition s’est opérée autour du rapport à l’État et à la nation. Plus précisément, la question sociale a rejoint la question nationale » (Claude Weill, Le Nouvel Observateur, 9 – 15 juin 2005).

Plus généralement, la victoire du non démontre la faillite des oligarchies. Le 29 mai restera comme une magnifique claque donné à un Établissement plus attiré par les lubies mondialistes libérales-libertaires de la « Nouvelle Classe » que par les inquiétudes légitimes du peuple. Il est cependant navrant d’employer le beau mot d’« élite » pour désigner les couches dirigeantes maffieuses qui monopolisent la politique, l’économie, les syndicats, la culture, les médias, et qui asservissent la France. Si elles forment une élite, c’est très sûrement dans la gabegie des ressources, le détournement des finances et le conformisme politique ! Elles sont les élites de la nullité; une parodie d’élite. Le seul terme adéquat qui leur convient est celui d’« oligarchie ». Dans Sinistrose. Pour une renaissance du politique (Flammarion, 2002), Vincent Cespedes observe que la France vit en non-démocratie : en-dehors de l’exercice d’un droit de vote formel et illusoire car sans grand effet, le citoyen est réduit à la figuration politique. Le fort taux de participation sur un sujet a-priori jugé compliqué par les oligarques prouve a contrario l’intérêt du peuple pour la Res Publica.

Emmanuel Todd croit que « les gens du oui ont choisi leur défaite. Les gens du oui, compétents, les élites, se sont refusé, ou ont été incapables, de définir une Europe effectivement protectrice » (art. cit.). La dénonciation reste bien modeste. Traduirait-elle en fait sa lassitude et son agacement de Todd de faire partie des perdants, une fois encore après Maastricht en 1992 ? « La classe politique française toute entière porte dans cet échec une énorme responsabilité, écrit pour sa part Alain Caillé. Vis-à-vis de l’Europe, elle n’a su que cumuler arrogance, ignorance et incompétence. Arrogance aussi longtemps qu’elle a cru pouvoir donner le la en Europe. Ignorance de la réalité des autres pays qui rejoignaient l’Europe. De la réalité tout court. Incompétence dans le rapport aux nouvelles institutions européennes. Les députés français y brillent plus souvent par leur absence que par leur force de proposition. Force est de constater qu’aucun des grands partis français n’a su développer un discours sur l’Europe, totalement absente de la dernière présidentielle ou des dernières législatives » (Libération, 24 mai 2005). « Cela signifie, poursuit Jean Baudrillard, la faillite du principe même de la représentation, dans la mesure où les institutions représentatives ne fonctionnent plus du tout dans le sens “ démocratique ”, c’est-à-dire du peuple et des citoyens vers le pouvoir, mais exactement à l’inverse, du pouvoir vers le bas, par le piège d’une consultation et d’un jeu de question / réponse circulaire, où la question ne fait que se répondre oui à elle-même » (art. cit.). Le scrutin du 29 mai 2005 indique l’état de sécession du peuple. Son exaspération peut, à plus ou moins long terme, virer en révolution, avec le risque d’une reprise en main possible par les gauchistes et leurs alliés islamistes.

Néanmoins, « le non identitaire ouest-européen pourrait servir de socle à un renouveau de la construction européenne [car] s’interdire d’analyser les non français et hollandais pour ce qu’ils sont, c’est s’interdire de penser la refondation de l’Europe. L’avenir de l’Europe ne peut se construire que sur la vérité et la lucidité » (Christian Saint-Étienne, art. cit.). La construction européenne voulue par ses fondateurs dans une direction intégratrice fonctionnaliste paie maintenant au prix fort son absence de politisation. « Car, insiste Alain Caillé, le défaut majeur auquel a succombé la construction européenne est connu : avoir préféré l’élargissement économique à sa consolidation politique » (art. cit.).

L’urgente et souhaitable politisation ne doit pas toucher que les instances européennes, elle doit aussi concerner la France et ses terroirs. L’alternative est désormais simple : ou les oligarchies sourdes, autistes et aveugles poursuivent leur travail de dissolution des identités ethniques, culturelles et populaires dans le grand chaudron de la mondialisation avec les inévitables réactions de résistance et de rejet, ou les peuples retrouvent leur citoyenneté,  recouvrent, enfin, le pouvoir de décider de leur destin.

Georges Feltin-Tracol http://www.europemaxima.com

mardi, 20 novembre 2012

Le maire de Salonique accusé de “turcophilie”

Boutaris-Drasi.jpgLe maire de Salonique accusé de “turcophilie”

 

Boutaris (photo), maire de Salonique en Grèce, imaginait naguère avoir élaboré un bon plan pour faire entrer de l’argent dans l’escarcelle de sa ville: il a organisé une vaste campagne publicitaire pour faire venir des touristes turcs à Salonique (ou Thessaloniki). Comme beaucoup d’autres villes grecques, Salonique contient encore bon nombre de traces de l’occupation ottomane pluriséculaire que le pays tout entier a subie depuis les 14ème et 15ème siècles. Boutaris a pensé, sans doute à juste titre, que beaucoup de Turcs aimeraient visiter les restes de leur “glorieux passé” en cette Grèce, où ils furent jadis conquérants et oppresseurs. De surcroît, Salonique est la ville où Atatürk est né. Sa maison natale pourrait bien attirer des autocars complets de touristes turcs. Bref, Boutaris se voyait déjà palper à pleines mains l’oseille des touristes.

 

Mais les Grecs sont un peuple qui a le sens de l’honneur: ils ne sont pas prêts à tout pour encaisser de l’argent, même en cette période de crise, de restriction, d’austérité et de disette. Le “bon plan” de Boutaris a suscité le scandale. Les Grecs sont furieux. Ils accusent le maire de Salonique d’être un traitre à l’hellénité et d’être un “turcophile”. Lors d’une cérémonie religieuse en souvenir de l’évacuation définitive de Salonique par les Turcs (en 1912), Boutaris a essuyé des tombereaux d’injures, notamment proférés par les moines descendus, pour l’occasion, du célèbre monastère du Mont Athos.

 

Sans doute Boutaris aurait-il pu éviter ces déboires s’il avait rédigé la présentation de son plan en des termes plus mesurés et plus banals. Mais ce bougre de “turcophile” de Boutaris a absolument tenu à faire du zéle, du “politiquement correct”, en écrivant notamment cette phrase malheureuse: “Avec l’UE, je me sens partenaire (de la Turquie). Avec les Turcs, je me sens comme un frère”. Voilà ce qu’il ne fallait pas dire!

 

(source: “ ’t Pallieterke”, Anvers, 14 novembre 2012).