mardi, 01 octobre 2013
Patria o Muerte
00:05 Publié dans Evénement | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : che guevara, gabriele adinolfi, événement, italie | | del.icio.us | | Digg | Facebook
lundi, 23 septembre 2013
L'impresa fiumana
19:09 Publié dans Evénement, Littérature | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : italie, d'annunzio, événement, lettres, littérature, lettres italiennes, littérature italienne | | del.icio.us | | Digg | Facebook
samedi, 21 septembre 2013
Siria, cosa sta succedendo?
00:05 Publié dans Actualité, Evénement | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : perugia, italie, actualité, syrie | | del.icio.us | | Digg | Facebook
vendredi, 13 septembre 2013
Rassegna Stampa (sett. 2013)
- Barcellona, intellettuale-militante alla ricerca di un nuovo umanesimo
di Felice Giuffrè [09/09/2013]
Fonte: Barbadillo
- Alcune novità mediatiche sulla "crisi siriana"
di Enrico Galoppini [09/09/2013]
Fonte: eurasia [scheda fonte]
- La scomparsa di Pietro Barcellona e la lezione non compresa dai politici italiani
di Umberto Croppi [09/09/2013]
Fonte: huffingtonpost
- Siria, cosa farà la Russia?
di Aleksandr Dugin [09/09/2013]
Fonte: weltanschauung
- Ahmad Shah Massoud. In ricordo di un simbolo della libertà
di Franco Nerozzi [09/09/2013]
Fonte: comunitapopoli
- La morbida transizione criminale da Bush/Cheney a Obama
di Larry Chin [09/09/2013]
Fonte: globalresearch
- Video dalla Siria. La bufala della CNN
di Francesco Santoianni [09/09/2013]
Fonte: francescosantoianni.it
- Decadenza di Berlusconi, tanto rumore per nulla: ci penseranno i giudici
di Massimo Fini [09/09/2013]
Fonte: Massimo Fini [scheda fonte]
- L’art. 66 Cost.: autodichia e divisione dei poteri nel caso Berlusconi
di Marco Della Luna [09/09/2013]
Fonte: marcodellaluna
- Grazie Siria
di Fernando Rossi [09/09/2013]
Fonte: testelibere
- Obama, il pagliaccio criminale vestito da premio nobel per la pace
di Fernando Rossi [09/09/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- Un'altra crisi finanziaria se i Paesi ricchi non alleggeriranno la dipendenza dalla liquidità
di Ha-Joon Chang [09/09/2013]
Fonte: polemos-war
- Genitore 1 e 2. La degenerazione in nome dell'evoluzione
di Flaminia Camilletti [09/09/2013]
Fonte: lintellettualedissidente
- Il mondialismo e il ”Club Bilderberg”
di Davide Caluppi [09/09/2013]
Fonte: Rinascita [scheda fonte]
- Sul concetto di tradizione
di Luciano Fuschini [09/09/2013]
Fonte: giornaledelribelle [scheda fonte]
- 8 settembre. Impariamo (ancora) a fare i conti con la storia
di Mario Bozzi Sentieri [09/09/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- 8 Settembre. Una disfatta che dura ancora…
di Piero Sansonetti [09/09/2013]
Fonte: Gli Altri online
- Il padre, libertà e dono
di David Taglieri [09/09/2013]
Fonte: Claudio Risè [scheda fonte]
- Petrolio, economie emergenti più assetate dei paesi industrializzati
di Andrea Bertaglio [09/09/2013]
Fonte: La Stampa [scheda fonte]
- Un sistema per salvare il mondo come piace ai banchieri. Ora tocca alla Siria!
di Ellen Brown [09/09/2013]
Fonte: Come Don Chisciotte [scheda fonte]
00:05 Publié dans Actualité, Affaires européennes | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : politique internationale, euyrope, affaires européennes, italie, presse, médias, journaux, actualité | | del.icio.us | | Digg | Facebook
vendredi, 06 septembre 2013
Festa dei Cinghiali - Torino
18:20 Publié dans Evénement | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : événement, turin, torino, italie | | del.icio.us | | Digg | Facebook
mercredi, 04 septembre 2013
Verso l’Eurasia da Dostoevskij a Limonov passando per i Cccp
di Luca Negri - Alfonso Piscitelli
Fonte: Barbadillo
Nell’ambito del progetto Eu-Rus vogliamo incontrare intellettuali italiani che si pongono il problema di un nuovo modello di civiltà europea, al di là del vecchio steccato tra Est ed Ovest. Il primo dialogo è con Luca Negri, firma della pagina culturale de Il Giornale, che nel suo ultimo libro (“Il ritorno del Guerin Meschino. Appunti per comprendere il nuovo Medio Evo”, Lindau) si impegna nella ricerca di quel modello. Come se fosse una post-moderna e cosciente “ricerca del Graal”.
Luca, in passato hai scritto un libro sulla curiosa vicenda di un gruppo musicale filo-sovietico. Cosa ti ha portato a interessarti alla band CCCP?
Ho scritto un libro su Giovanni Lindo Ferretti, cantante, scrittore, leader del gruppo punk chiamato CCCP – Fedeli alla linea.
Anche comico “comunista” della banda di Arbore …
No quello era Ferrini.
Ah!
Sono cresciuto con le canzoni di Ferretti ed ho affrontato un percorso simile al suo: dall’estrema sinistra al cristianesimo. La sua parabola ben illustra le interazioni tra le due grandi chiese italiane: quella cattolica e quella comunista.
In effetti anche i Brigatisti Rossi nascevano come chierichetti.
I CCCP erano interessanti perché nei primi anni ’80, quando tutti si ispiravano agli anglosassoni, preferirono guardare ad Est: un gruppo di “punk filosovietico” anche al di là del riferimento alla ideologia. Sentivano molto il fascino dell’Islam, della Cina, della Mongolia.
Cioè erano eurasiatisti ante litteram?
Sì. Il retro copertina del loro secondo album mostrava una carta geografica con al centro la Russia, a destra l’Asia e a sinistra l’appendice europea. Aggiungerei che erano affascinati dal mondo sovietico perché vedevano nella monumentalità del realismo socialista una residua traccia del Sacro ormai perso in Occidente.
Di lì a poco il sistema sovietico sarebbe crollato e sarebbe rinata la Russia delle sacre icone ortodosse.
Quella Russia non era mai morta, perché i semi gettati dai grandi pensatori russi come Dostoevskij continuavano a mettere radici sotto la terra e a influenzare la grande cultura europea.
Tu approfondisci questi autori nel tuo libro “Il ritorno del Guerin Meschino. Appunti per comprendere il nuovo medio evo”. Proprio Dostoevsky è un pensatore che affronta il problema tipicamente europeo del nichilismo. Quali le analogie e le differenze con Nietzsche?
Della questione si occupò ampiamente Julius Evola.
Certo, in Cavalcare la Tigre.
In effetti, alcuni eroi “negativi” del romanziere russo sembrano anticipare il nichilismo di Nietzsche. I “demoni” o gli “ossessi” di Dostoevskij sono, in fondo, individualità con una grossa tensione spirituale, che però si muovono in un mondo in cui Dio è morto, in un’epoca in cui l’antica concezione del Dio posto al di fuori degli uomini e non nell’interiorità, sta tramontando. Ecco perché cercano disperatamente risposte che non arrivano né dalla storia, né dalla politica. Sono martiri inconsapevoli di un nuovo cristianesimo a venire. Finiscono tragicamente, come lo stesso pensatore tedesco, perché la loro carica spirituale non riesce a risolvere le contraddizioni. Uniche soluzioni sembrano il suicidio, l’idiozia,il terrorismo, la follia.
Le tendenze più tragiche della modernità sarebbero dunque episodi di un “interregno” tra la vecchia concezione religiosa e una nuova manifestazione del Sacro?
Il nichilismo è appunto come una notte oscura dell’anima, o come un’opera al nero alchemica. Bisogna guardarlo in faccia. Non può essere eluso, come pretendono le anime belle con appelli sentimentali. Ma appunto, deve essere una, un passaggio, una verifica.
L’altro grande russo Tolstoj sembra più appartenere al mondo delle ideologie sociali ed è stato considerato per certi aspetti un precursore del comunismo.
Tolstoj ha delle responsabilità nella riduzione del cristianesimo a mera etica umanitaria. Tolstoj comprese che il Vangelo di Cristo non può essere ingabbiato dentro l’istituzione ecclesiastica (nel suo caso ortodossa) e deve diventare qualcosa di ancor più universale. Però non riuscì ad immaginare altro che una declinazione umanitaria, una vocazione sociale a stare dalla parte degli ultimi. Cosa giusta di per sé, ma c’è tutto l’aspetto mistico, oserei dire magico, che rischia di perdersi in questo discorso . Quello che servirebbe è un punto d’equilibrio fra la tensione metafisica di Dostoevskij e quella terrestre, di Tolstoj.
Un equilibrio tra vocazione celeste e terrestre. Mi viene in mente Florensky, che fu un grande mistico russo e uno dei principali scienziati del Novecento.
Pavel Florensky … anche detto il “Leonardo da Vinci” russo! La sua opera fu una sintesi di teologia, filosofia, critica d’arte, matematica, scienza applicata. È come se fosse riuscito a vedere tutto da una prospettiva superiore e unitaria. Fu sacerdote ortodosso e martire del comunismo. Avrebbe potuto scappare in Francia, come molti altri, ma preferì sopportare le stesse sofferenze del suo popolo. I comunisti si servirono di lui e gli concessero un poco di libertà proprio perché non potevano fare a meno delle sue conoscenze ed abilità tecniche. Ma alla fine lo spedirono in un Gulag e lo fucilarono.
Un pensatore europeo che intravede un grande compito per lo Spirito Russo è Rudolf Steiner, il fondatore dell’antroposofia.
Steiner vedeva ad Est, in Russia il futuro della civiltà europea e del cristianesimo. Dopo il cristianesimo romano nato con Pietro, quello luterano ispirato da Paolo, secondo Steiner arriverà il turno di quello slavo: il Cristianesimo di Giovanni …
… di Giovanni che vede in Cristo il Logos che illumina il Cosmo.
Un cristianesimo non troppo legato alle chiese, neppure a quelle ortodosse, ma vivo nelle individualità. Ecco che i nomi fatti precedentemente, Dostoevskij, Tolstoj, Florenskij ed altri come Soloviev Berdjaev, Merezkovski ci appaiono veramente come precursori di questo cristianesimo futuro.
Nel tuo libro parli anche di Drieu La Rochelle, che alla fine della seconda guerra mondiale guardava alla Russia come il polo di aggregazione di tutta l’Europa.
Drieu La Rochelle, come Berdjaev e Florenskij, auspicava un nuovo Medioevo in alternativa all’individualismo dell’Occidente illuminista. Affidò prima le sue speranze all’ideologia fascista, poi assistendo alla disfatta militare, guardò, nei suoi ultimi giorni di vita, alla Russia di Stalin.
Vi è però una grande differenza con i pensatori russi, che peraltro avevano sperimentato sulla loro pelle il bolscevismo: per loro la rinascita spirituale si sarebbe realizzata con il risveglio delle facoltà mistiche nell’umanità, a partire dai popoli slavi; Drieu invece era affascinato da un potere autoritario che imponesse dall’alto una nuova società. In questo senso, Berdjaev e Florenskij appaiono molto più moderni, maggiormente proiettati verso il futuro rispetto a Drieu che rimane legate alle soluzioni di tipo giacobino. E fa riflettere il fatto che il francese abbia alla fine scelto la strada del suicidio, come un disperato personaggio di Dostoevskij …
Per finire, mi dai un parere su Limonov?
Personaggio interessante con un trascorso a suo modo “punk” (e qui chiudiamo il cerchio aperto con Ferretti) e con una tensione metafisica che si sviluppa col passare degli anni. Può sembrare l’altra faccia di Putin: opposto e complementare. Se Putin incarna l’orgoglio nazionale, la realpolitik e il sentimento di rispetto per la tradizione religiosa, Limonov mi sembra un uomo nuovo. O quantomeno un buon punto di partenza!
Tante altre notizie su www.ariannaeditrice.it
00:05 Publié dans Entretiens, Eurasisme | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : entretien, eurasisme, italie | | del.icio.us | | Digg | Facebook
vendredi, 30 août 2013
Rassegna Stampa: articoli in primo piano (agosto 2013)
- Gli USA minacciano la Siria: la politica estera dal grilletto facile
di Andrej Akulov [29/08/2013]
Fonte: aurorasito
- Il Vajont poligono di guerra dei parà Usa
di Antonio Mazzeo [29/08/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- Siria: il bluff dell'occidente rischia di trascinare il mondo nel baratro
di Stefano Vernole [29/08/2013]
Fonte: eurasia [scheda fonte]
- La montagna tagliata
di Giuliano Serioli [29/08/2013]
Fonte: ilcambiamento
- Syrialeaks: come dare la colpa ad Assad
di Pino Cabras [29/08/2013]
Fonte: megachip [scheda fonte]
- Non ci sono prove sulle accuse degli USA contro la Siria
di Tony Cartalucci [29/08/2013]
Fonte: aurorasito
- Tutti al "grande gioco" della Siria
di Gianandrea Gaiani [29/08/2013]
Fonte: lanuovabq
- Siria, l’auspicata sporca guerra
di Enrico Campofreda [29/08/2013]
Fonte: contropiano
- IMU: il gioco delle tre carte
di Valerio Lo Monaco [29/08/2013]
Fonte: il ribelle
- Convegno su Priebke e dintorni, cari compagni i fascisti siete voi
di Alessio Mannino [29/08/2013]
Fonte: nuovavicenza
- E sul web la bandiera della Siria ha scalzato l’arcobaleno al grido di “sovranità!”
di Mauro La Mantia [29/08/2013]
Fonte: Barbadillo
- Il mondo a guida anglo-americana è il regno della violenza e dell'ipocrisia
di Francesco Mario Agnoli [29/08/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- Chi dice umanità cerca di ingannarti
di Eduardo Zarelli [29/08/2013]
Fonte: il ribelle
- USA, la nuova guerra di Obama
di Michele Paris [29/08/2013]
Fonte: Altrenotizie [scheda fonte]
- Alla politica serve l'anima. O fallirà
di Marcello Veneziani [27/08/2013]
Fonte: il giornale [scheda fonte]
- Chi vuole la guerra non vuole il bene della Siria
di Giorgio Paolucci [27/08/2013]
Fonte: Avvenire [scheda fonte]
- Il Cavaliere ed i Poteri Forti
di Aldo Giannuli [27/08/2013]
Fonte: aldogiannuli
- Il libro-testamento del samurai Venner nel solstizio d’inverno europeo
di Adriano Scianca [27/08/2013]
Fonte: Il Foglio [scheda fonte]
- Progressisti in divisa: quanti troll!
di Patrick Boylan [27/08/2013]
Fonte: megachip [scheda fonte]
- Tutto è perduto tranne le aziende? La scelta di Silvio
di Marco Della Luna [27/08/2013]
Fonte: Marco della Luna blog
00:05 Publié dans Actualité, Affaires européennes | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : italie, journaux, presse, médias, actualité, europe, affaires européennes | | del.icio.us | | Digg | Facebook
jeudi, 29 août 2013
Emilio Gentile: Pour ou contre César?
Emilio Gentile: Pour ou contre César?
Pierre Le Vigan
Ex: http://metamag.fr
00:05 Publié dans Histoire, Livre, Livre | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : totalitarisme, religion, catholicisme, protestantisme, histoire, années 30, années 20, emilio gentile, allemagne, italie | | del.icio.us | | Digg | Facebook
mercredi, 03 juillet 2013
LIBYE : L’Italie revient sur la « quatrième rive »
LIBYE : L’Italie revient sur la « quatrième rive »
L’art de la guerre
Dans sa rencontre avec le premier ministre Letta pendant le G8, le président Obama « a demandé un coup de main à l’Italie pour résoudre les tensions en Libye ». Et Letta, en élève modèle, a sorti de son cartable le devoir déjà fait : « un plan pour la Libye ». La ministre Bonino, fière de tant d’honneur, jure : « nous ferons le maximum, la Libye est un pays que nous connaissons bien historiquement ».Aucun doute à ce sujet. L’Italie occupa la Libye en 1911, en étouffant dans sang la révolte populaire, en utilisant dans les années 30 des armes chimiques contre les populations qui résistaient, en internant 100mille personnes dans des camps de concentration. Et, quand trente années plus tard elle perdit sa colonie, elle soutint le roi Idriss pour conserver les privilèges coloniaux. Idriss tombé, elle passa un accord avec Kadhafi pour avoir accès aux réserves énergétiques de la République libyenne mais, quand la machine de guerre USA/Otan s’est mise en marche en 2011 pour démolir l’Etat libyen, le gouvernement a déchiré, avec un consensus bipartisan du parlement, le Traité d’amitié signé trois années plus tôt avec Tripoli, en fournissant des bases et des forces militaires pour la guerre. Une histoire dont on peut être fiers. Qui continue avec le plan italien pour la « transition démocratique » de la Libye, où – comme même le Conseil de sécurité de l’Onu a été obligé de le reconnaître- se produisent « de continuelles détentions arbitraires, tortures et exécutions extra-judiciaires ». Se trouvent en jeu, explique Bonino, « non seulement l’intérêt des Libyens mais notre intérêt national » : d’où « le ferme engagement du gouvernement italien pour la stabilité du pays nord-africain ». Stabilité nécessaire à l’Eni et aux autres compagnies occidentales pour exploiter, à des conditions beaucoup plus avantageuses qu’avant, les réserves pétrolifères libyennes (les plus grandes d’Afrique) et celles de gaz naturel (au quatrième rang en Afrique). Mais ce sont justement les champs pétrolifères qui sont au centre des affrontements armés entre factions et groupes, dont la rivalité a explosé une fois l’Etat libyen démoli.
Le chef d’état-major libyen, Salem al-Gnaidy, a invité les groupes armés à se mettre sous le commandement de l’armée, disposée à accueillir « n’importe quelle force ». Mais ceci risque de faire exploser les affrontements à l’intérieur de l’armée, en grande partie encore à construire. L’Otan a convoqué à Bruxelles le premier ministre libyen Ali Zeidan pour établir les modalités d’entraînement de l’armée libyenne, qui -a précisé le secrétaire général Rasmussen- sera effectué « hors de la Libye ». En Libye, ceux qui tireront les marrons du feu, seront des envoyés militaires et des fonctionnaires italiens, accompagnés d’ « opérateurs humanitaires » militarisés. Personne ne sait combien coûtera cette opération, qui provoquera une nouvelle saignée d’argent public. Peu importe si augmente ainsi la dépense publique de l’Italie, qui se monte déjà à 70 millions d’euros par jour. L’essentiel est de « faire le maximum » pour que la coalition USA/Otan puisse contrôler la Libye, dont l’importance ne réside pas que dans sa richesse énergétique, mais dans sa position géostratégique dans l’aire nord-africaine et moyen-orientale. Confirmé par le fait –d’après une enquête du New York Times- que des armes des anciens arsenaux gouvernementaux sont transportées par des avions cargos qatari de la Libye à la base d’Al Udeid au Qatar, où sont déployées les forces aériennes du Commandement central étasunien, et de là envoyées en Turquie pour être fournies aux « rebelles » en Syrie. Une photo prise dans un dépôt des « rebelles » montre des caisses de munitions de 106mm pour canons sans recul M-40 et M-40 A1, avec une marque attestant la provenance libyenne. Avec son plan pour la Libye, l’Italie contribue ainsi à la « transition démocratique » de la Syrie.
Manlio Dinucci
Edition de mardi 25 juin 2013 de il manifesto
Traduit de l’italien par Marie-Ange Patrizio
« Quatrième rive » était une expression de la période fasciste pour désigner la colonie italienne de l’époque, la Libye, qui venait s’ajouter aux trois autres rives -adriatique, tyrrhénienne et ionique- du territoire italien.
Manlio Dinucci est géographe et journaliste
00:09 Publié dans Actualité, Affaires européennes, Géopolitique | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : polirtique internationale, libye, italie, méditerranée, monde arabe, monde arabo-musulman, afrique, afrique du nord, affaires africaines, europe, affaires européennes, géopolitique, pétrole, hydrocarbures | | del.icio.us | | Digg | Facebook
mercredi, 19 juin 2013
Rassegna Stampa (06/2013-1)
- Il «leone impaziente» di sbranare
di Manlio Dinucci [18/06/2013]
Fonte: Il Manifesto [scheda fonte]
- Crisi? Nuove regole e meno global
di Helena Norberg-Hodge - Sabrina Tinelli [18/06/2013]
Fonte: il fatto quotidiano
- Il presidente iraniano Rouhani e la "linea rossa" israeliana
di Gaetano Colonna [18/06/2013]
Fonte: clarissa
- Quattro passi fuori del tempo
di Francesco Lamendola [18/06/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- Transmoderno: un nuovo paradigma*
di Rosa María Rodríguez Magda [18/06/2013]
Fonte: kasparhauser
- Il G8 di Lough Erne. Il girotondo più grande del mondo
di Francesco Marotta [18/06/2013]
Fonte: destra
- L'inganno dell'Euroamerica, che non porterà affatto più libero scambio
di Gianni Petrosillo [18/06/2013]
Fonte: Conflitti e strategie [scheda fonte]
- Hassan Rohani ha vinto le elezioni in Iran
di Pietrangelo Buttafuoco [18/06/2013]
Fonte: Il Foglio [scheda fonte]
- L'economia della felicità
di Helena Norberg-Hodge [18/06/2013]
Fonte: Beppegrillo
- Il caso Grillo fra speranze ed incognite
di Marco Tarchi [18/06/2013]
Fonte: Diorama Letterario [scheda fonte]
- Il sarin: volatile come le promesse di Washington
di Thierry Meyssan [17/06/2013]
Fonte: megachip [scheda fonte]
- Diritti verso lo shock delle risorse
di Michael T. Klare [17/06/2013]
Fonte: Come Don Chisciotte [scheda fonte]
- Una società dei consumi a “obsolescenza programmata”
di Daniele Pernigotti [17/06/2013]
Fonte: Movimento per la Decrescita Felice [scheda fonte]
- L’Italia non è una nazione meticcia. Ecco perché lo ius soli non funziona
di Giovanni Sartori [17/06/2013]
Fonte: Corriere della Sera [scheda fonte]
- Le banche centrali in crisi
di Mario Lettieri e Paolo Raimondi [17/06/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- Il Dio Progresso causa il disincanto del mondo e sostituisce gli scopi ai valori
di Francesco Lamendola [17/06/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- PD+PDL: il Grillo è servito
di Paolo De Gregorio [17/06/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- Il liberalismo di Napolitano
di Diego Fusaro [17/06/2013]
Fonte: lospiffero
- Il problema? Non è il non-voto ma che è tutto finito
di Marco Tarchi - Dario Ronzoni [17/06/2013]
Fonte: linkiesta
- I tre equivoci dei cinque stelle
di Alessio Mannino [15/06/2013]
Fonte: alessiomannino.blogspot.it
00:05 Publié dans Actualité, Affaires européennes | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : presse, médias, journaux, italie, europe, affaires européennes, politique internationale, actualité | | del.icio.us | | Digg | Facebook
mardi, 18 juin 2013
La spiritualità di Marinetti
La spiritualità di Marinetti: fra anticlericalismo, spiritismo e cristianesimo
È noto come il Programma sansepolcrista del 1919 fosse fortemente anticlericale e presentasse addirittura un piano di “svaticanizzazione” dell’Italia mediante il sequestro di beni e l’abolizione dei privilegi ecclesiastici. All’adunata di piazza San Sepolcro del 23 marzo 1919 a Milano partecipa anche Filippo Tommaso Marinetti in qualità di leader del Partito Politico Futurista.
L’anticlericalismo di Marinetti ben si sposa con quello del movimento fascista, anzi è ancor più radicale di quest’ultimo, come si evince dal manifesto “Contro il Papato e la mentalità cattolica, serbatoi di ogni passatismo”, sempre del 1919, in cui il poeta propone di: «Sostituire all’attuale anticlericalismo retorico e quietista un anticlericalismo d’azione, violento e reciso, per sgomberare l’Italia e Roma dal suo medioevo teocratico che potrà scegliere una terra adatta ove morire lentamente».
Tali dichiarazioni non fanno altro che confermare quanto già espresso da Marinetti ne L’aeroplano del Papa, pubblicato nel 1912, in cui il padre del Futurismo predicava la necessità di «svaticanare l’Italia» e – in tempi non sospetti – di muovere guerra alla bigotta Austria.
Ma il violento anticlericalismo marinettiano è ben visibile in nuce già nel celebre Manifesto futurista del 1909, così pregno di quel dinamismo anarchico ed antitradizionale che sarà la cifra essenziale del movimento futurista, dal quale prenderà il via una nuova e rivoluzionaria stagione culturale, e che rappresentò, ça va sans dire, l’antecedente storico non solo di tutta l’arte a venire, ma anche di un nuovo modo di intendere la vita veloce e disinvolto.
Coevo al Manifesto del Futurismo è il “Manifesto politico per le elezioni del 1909” in cui Marinetti faceva professione di nazionalismo, anti-pacifismo, anti-socialismo ed anti-clericalismo. Dello stesso anno è anche l’incendiario romanzo Mafarka, il futurista, che gli valse un processo per oltraggio al pudore. Pervaso da suggestioni nietzscheane ed anti-romantiche, il romanzo culmina con la generazione da parte del protagonista di un essere dalle fattezze di uccello meccanico, stante a simboleggiare la volontà di potenza ed il genio creativo dell’artista, temi cari al filosofo della “morte di Dio”.
A proposito delle concezioni antimetafisiche di Marinetti, Julius Evola – che di metafisica, invece, campava – ricorderà nella sua autobiografia di quando il poeta, dopo aver letto un suo scritto, gli disse chiaro e tondo che le proprie idee erano lontane dalle sue più di quelle di un esquimese. Ma si sa, quando non si crede più nella trascendenza, si finisce spesso col credere a tutto: così fu anche per Marinetti, che come molti altri positivisti della sua epoca – pensiamo a Cesare Lombroso, e alla sua passione per i tavolini traballanti – prese a frequentare medium e spiritisti, stringendo amicizia, tra l’altro, con la sensitiva e poetessa triestina Nella Doria Cambon, confidente, per altro, anche di Svevo e di D’Annunzio.
Ma il vitalismo di cui è pervasa l’intera opera marinettiana non è esente da influenze misticheggianti: quella di Marinetti è però una “mistica della materia”, infatti, il movimento, l’azione, il dinamismo, per Marinetti, non sono che espressioni di quell’energia bergsonianamente intesa come frutto di uno slancio vitale che spinge la materia ad evolversi. Egli stesso affermava che ogni sera era solito inginocchiarsi e pregare di fronte alla lampadina del proprio comodino, perché in essa circolava la “divina velocità”.
Con l’avanzar degli anni, nondimeno, farà ritorno alla fede cattolica. Negli anni ’30 promuove addirittura il movimento dell’“arte sacra futurista”, sostenendo che: «Solo gli artisti futuristi, che da vent’anni impongono nell’arte l’arduo problema della simultaneità, possono esprimere simultaneamente i dogmi simultanei del culto cattolico, come la Santa Trinità, l’Immacolata Concezione e il Calvario di Dio».
I suoi ultimi scritti, del 1944, sono “L’aeropoema di Gesù”, dove canta con enfasi palinodica «l’illusione di essere di metallo, mentre si è solo povera carne piangente», ed il “Quarto d’ora di poesia per la X Mas” – scritto poche ore prima di morire – in cui pare destreggiarsi tra il ritrovato amore per Dio e la passione per l’azione che l’accompagnò per tutta la vita: «Non vi grido arrivederci in Paradiso – dirà ai combattenti della X – ché lassù vi toccherebbe ubbidire all’infinito amore purissimo di Dio mentre voi ora smaniate dal desiderio di comandare un esercito di ragionamenti dunque autocarri avanti».
Giovanni Balducci
00:05 Publié dans art | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : art, avant-gardes, marinetti, futurisme, italie | | del.icio.us | | Digg | Facebook
mardi, 11 juin 2013
Centro Studi La Runa
Centro Studi La Runa
Ultimi articoli pubblicati
http://www.centrostudilaruna.it/
16:12 Publié dans Blog, Traditions | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : italie, traditions, tradition, traditionalisme | | del.icio.us | | Digg | Facebook
L'architettura razionalista
00:05 Publié dans Architecture/Urbanisme, Evénement | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : architecture, architecture rationaliste, événement, rome, italie | | del.icio.us | | Digg | Facebook
dimanche, 02 juin 2013
Calabria Fest 2013
00:05 Publié dans Affiches, Evénement | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : italie, fête, événement | | del.icio.us | | Digg | Facebook
vendredi, 10 mai 2013
Italia sotto attacco
Italia sotto attacco
Marco della Luna: quinte colonne della finanza internazionale presenti nel governo
Federico Dal Cortivo
Federico Dal Cortivo ha intervistato Marco Della Luna, autore del libro “Traditori al governo? Artefici, complici e strategie della nostra rovina”. L’Italia è oramai da anni sotto attacco, non militare, non ve ne è bisogno essendo la penisola dalla fine della Seconda Guerra Mondiale occupata militarmente dagli Stati Uniti, ma economicamente.Gli obiettivi fin troppo chiari: distruggere completamente il sistema Italia che era fatto anche d’imprese anche a partecipazione statale, lo Stato sociale, le regole del mondo del lavoro, la previdenza pubblica e la sanità, la scuola e l’università dello Stato e infine mettere le mani sul nostro patrimonio economico, colonizzando definitivamente la penisola.
Avv. Della Luna lei ha recentemente pubblicato un saggio da titolo eloquente, “Traditori al governo”, nel quale analizza in modo esauriente le dinamiche e i personaggi che hanno portato la nostra nazione al punto in cui si trova oggi dopo l’ultimo governo tecnico di Mario Monti . Quali sono stati a suo avviso i passaggi fondamentali che ci hanno portato alla situazione attuale di grave crisi economica?
Le principali tappe della rovina voluta, e finalizzata a dissolvere il tessuto produttivo del Paese, desertificandolo industrialmente e assoggettandolo alla gestione via centrali bancarie fuori dai suoi confini, onde farne territorio di conquista per capitali stranieri, sono i seguenti:
- la progressiva e totale privatizzazione-divorzio dal Ministero del Tesoro della proprietà e della gestione della Banca d’Italia, con l’affidamento ai mercati speculativi del nostro debito pubblico e del finanziamento dello Stato (operazione avviata con Ciampi e Andreatta negli anni Ottanta);
- l’immediato, conseguente raddoppio del debito pubblico (da 60 a 120% del pil) a causa della moltiplicazione dei tassi, e la creazione di una ricattabilità politica strutturale del Paese da parte della finanza privata;
- la svendita agli amici/complici e ai più ricchi e potenti, stranieri e italiani, delle industrie che facevano capo allo Stato e che erano le più temibili concorrenti per le grandi industrie straniere;
- la privatizzazione, con modalità molto “riservate”, ma col favore di quasi tutto l’arco politico, della Banca d’Italia per mezzo della privatizzazione delle banche di credito pubblico (Banca Commerciale Italiana, Banco di Roma, Banca Nazionale del Lavoro, Credito Italiano, con le loro quote di proprietà della Banca d’Italia);
- la riforma Draghi-Prodi che nel 1999 ha autorizzato le banche di credito e risparmio alle scommesse speculative in derivati usando i soldi dei risparmiatori e alle cartolarizzazioni di mutui anche fasulli, come i subprime loans americani;
- l’apertura delle frontiere alla concorrenza sleale dei Paesi che producono schiavizzando i lavoratori e bruciando l’ambiente;
- l’adesione a tre successivi sistemi monetari – negli anni Settanta, Ottanta e Novanta – che impedivano gli aggiustamenti fisiologici dei cambi tra le valute dei paesi partecipanti – anche l’Euro non è una moneta, ma il cambio fisso tra le preesistenti monete – con l’effetto di far perdere competitività, industrie e capitali ai paesi meno competitivi in favore di quelli più competitivi, che quindi accumulano crediti verso i primi, fino a dominarli e commissariarli.
Da ultimo, le misure fiscali del governo Monti-Napolitano-ABC, che, tra le altre cose, hanno depresso i consumi,hanno messo in fuga verso l’estero centinaia di miliardi, svuotando il Paese di liquidità; hanno distrutto il 25% del valore del patrimonio immobiliare italiano, paralizzato il mercato immobiliare così che imprese e famiglie non possono più usare gli immobili per ottenere credito, e l’economia è rimasta senza liquidità, con insolvenze che schizzano al 30% e oltre..
Nel suo libro lei parla senza mezzi termini di “tradimento”, di quinte colonne che, neppure camuffate, operano all’interno dei governi per agevolare l’opera di conquista economica, che si traduce anche in politica, dell’Italia. Personaggi che devono avere dei requisiti ben precisi a suo avviso, ce ne può parlare?
Ma io nego che siano definibili “traditori”. Sono piuttosto definibili “nemici”, perché fanno gli interessi stranieri contro quelli nazionali, in modo scoperto. Definisco traditori, invece, i dirigenti dell’ex PCI che sono passati al servizio del capitalismo finanziario sregolato e collaborano con esso alla costruzione di una società e di un nuovo ordinamento nazionale e mondiale al servizio di esso, tradendo il loro elettorato. A dirla tutta, però, non ci sono nemici né traditori: l’Italia è un Paese tanto radicalmente mal assortito e tanto irrimediabilmente entropizzato, che l’unica cosa che razionalmente se ne può fare è ciò che quei signori ne stanno facendo, lasciando ai giovani, ai ricercatori, agli imprenditori la possibilità di emigrare verso paesi più funzionanti. Quindi sono assolti, anche moralmente.
Ci dica di Mario Monti e dell’altro Mario, quel Draghi che regge la BCE. Ambedue hanno prestato i loro servizi… alla stessa banca d’affari, la Goldman Sachs. A quali poteri, economici e non, rispondono realmente questi figuri? Per il primo si può ipotizzare oggi il reato di Alto Tradimento?
Per quali interessi lavorino è nella loro storia obiettiva… non è un mistero. Ciò vale anche per Romano Prodi, altra carriera con Goldman Sachs: quando non era suo advisor, era al governo e la nominava advisor del governo per le privatizzazioni… pensiamo specialmente a quella della Banca d’Italia… sono tutte storie di vita e lavoro convergenti… dirlo ieri poteva suonare ardito e fantasioso, dirlo oggi suona per contro ovvio. Il reato di alto tradimento, previsto dall’art. 77 del Codice Penale Militare di Pace, presuppone che l’autore del fatto sia un militare; altra ipotesi di questo reato è quella enunciata dall’art. 90 della costituzione, in relazione al solo capo dello Stato. Quindi un civile in generale, e in particolare un premier, può commettere il reato di alto tradimento solo in concorso o con un militare o col capo dello Stato. Altrimenti, a un civile diverso dal capo dello Stato si possono ipotizzare altri reati, di attentato alla Costituzione e all’indipendenza della Repubblica, commessi con la violenza consistita nel sottoporre il Paese e il popolo a gravi sofferenze e minacce economiche per indurlo a modificare il suo ordinamento costituzionale e a cedere la sua sovranità sancita dall’art. 1 della Costituzione.
E veniamo al Presidente Giorgio Napolitano, ha favorito la caduta dell’ultimo governo Berlusconi, posto sotto ricatto dalla famosa lettera della BCE ,con la quali si ordinava all’Italia di prendere tutta una serie di misure antisociali per favorire i “mercati”. Che ruolo ha avuto e ha tutt’ora colui che fin dai tempi del PCI aveva ottimi rapporti con gli Stati Uniti e quali sono i suoi legami con i poteri finanziari e massonici?
Dico che non so se e che legami abbia coi poteri finanziari forti e con le massonerie. E direi così anche se li conoscessi. Quando si parla di un presidente della Repubblica, bisogna stare attenti. A meno che si parli da un Paese estero, sotto la protezione di un’altra bandiera. Da dove sono, posso dire che egli si intende di macroeconomia, quindi capiva e capisce ciò che stava e sta avvenendo, e che effetti hanno certe manovre.
Per un attimo un passo indietro, certe cose non sono solo di oggi come lei ben saprà. Come giudica i precedenti governi, sia di centrosinistra sia di centrodestra, che nulla hanno fatto per tutelare gli interessi nazionali negli ultimi decenni? Si potrebbe, a suo avviso, far partire la loro “negligenza” (ma meglio starebbe il termine “tradimento” degli interessi nazionali) da quella famosa riunione a bordo del panfilo reale Britannia al largo di Civitavecchia nel giugno 1992?
Facendo seguito alla mia prima risposta direi che la partitocrazia italiana, complessivamente, dalla fine degli anni ‘70, lavora per rendere il Paese territorio di conquista per i capitali stranieri, come ho già detto. Ciò ha fatto e sta facendo soprattutto la sinistra sotto la copertura di due concetti, quelli del riformismo e dell’europeismo.
E veniamo alla cura proposta dalle teste d’uovo di Bruxelles, del FMI e dalla BCE: pareggio di bilancio, privatizzazioni, tagli alla sanità, alla scuola, alle pensioni, riforma del lavoro ecc. Queste cose dove sono state messe in pratica non hanno certo portato prosperità per i popoli, bensì solo per i cosiddetti mercati, che non sono di certo un entità aliena. Ce ne può parlare?
La parola “riformismo”, di cui tutti si riempiono oggi la bocca, ha avuto, dopo la metà degli anni ‘70, un’inversione di significato: dapprima, dalla seconda rivoluzione industriale, e anche nella Carta Costituzionale del 1948, e ancora nello Statuto dei Lavoratori, “riformismo” significava riforma della proprietà agraria per porre fine allo sfruttamento dei contadini da parte dei latifondisti; significava diritti sindacali, previdenziali e di sciopero per por fine allo sfruttamento degli operai da parte dei grandi imprenditori; significava contrastare le sperequazioni di reddito, diritti e opportunità tra lavoratori e capitale finanziario; significava consapevolezza del crescente strapotere delle corporations e del capitalismo rispetto ai cittadini, ai lavoratori, agli elettori, ai risparmiatori, ai piccoli proprietari, degli invalidi (uno strapotere che oggi è moltiplicato dalla globalizzazione e dal carattere apolide della grande finanza). Era un riformismo per la solidarietà, l’equa distribuzione delle opportunità e del reddito, l’accessibilità al lavoro e alla proprietà privata. Da tutto ciò l’art. 1 con la Repubblica fondata sul lavoro; l’art. 3 con la parità dei cittadini e l’obbligo di rimuovere gli ostacoli anche economici che, di fatto, limitano questa parità; gli artt. 35-40 con la tutela del lavoro; l’art. 41, che vieta l’iniziativa economica che sia contro l’interesse sociale o la sicurezza e dignità umane, stabilendo che la legge possa indirizzarla ai fini collettivi; l’art. 42 che assicura le funzioni sociali della proprietà; l’art. 43 che prevede l’esproprio nel pubblico interesse; etc.; fino all’art. 47, che tutela il risparmio, e non le maxifrodi ai danni dei risparmiatori, e i bonus e le cariche pubbliche in favore di chi le ordisce.
Dalla fine degli anni ‘70, “riformismo” ha preso a significare esattamente l’inverso, ossia la demolizione di tutto quanto sopra al fine, dichiarato, di togliere ogni limitazione alla possibilità di azione e profitto del capitale finanziario, della proprietà privata, della privatizzazione di beni e compiti pubblici, sul presupposto che ciò genererà più ricchezza, più equità, più produzione, più occupazione, più libertà, più stabilità, più razionale allocazione delle risorse. Con i risultati che vediamo: crescente estrazione della ricchezza prodotta dalla società da parte di cartelli e oligopoli multinazionali, anzi soprannazionali. È la linea, come dicevo, della scuola economica di Chicago, del Washington Consensus, della CIA, di Thatcher, Reagan, etc. E dell’europeismo. Ma nonostante questi risultati, i vari Monti, Draghi, Rehn, Merkel e compagnia bella non fanno che ripetere che bisogna continuare sulla via delle riforme, altrimenti non c’è speranza, e se qualcosa non funziona, è appunto perché le riforme non sono state abbastanza risolute e complete. In realtà personaggi come la Merkel non sono tanto ottusi da non capire che il modello è radicalmente sbagliato e devastatore, ma alcuni paesi, Germania in testa, traggono vantaggio da esso in quanto la sua applicazione colpisce in modi diversi quei medesimi Paesi e altri, come l’Italia; e l’effetto di tale diversità è che esso, come già detto, spinge capitali, imprese e lavoratori qualificati a trasferirsi nei Paesi più forti, depauperando i più deboli ed eliminandoli come concorrenti. Se vi prendete qualche minuto e leggete attentamente i suddetti articoli della Costituzione, che regolano la sovranità e i rapporti e valori socio-economici, noterete, forse con stupore, che tutto il percorso di riforme in materia di moneta, finanza, lavoro, Banca d’Italia, sistema monetario europeo (Maastricht), globalizzazioni, privatizzazioni, liberalizzazioni, cartolarizzazioni, finanziarizzazione dell’economia – tutto, dico, è costituzionalmente illegittimo perché va esattamente, intenzionalmente e organicamente contro quelle norme costituzionali e contro lo stesso impianto sociale e valoriale e teleologico della Costituzione, che è appunto teso all’esclusione dell’attività imprenditoriale contraria all’interesse della società e alla realizzazione di una parità anche sostanziale dei cittadini in un quadro di solidarietà e di sicurezza in fatto di lavoro, reddito, servizi, pensioni. E non di “casinò” speculativo che comanda il Paese da piattaforme finanziarie estere attraverso il potere del rating e della manipolazione dei mercati, decidendo irresponsabilmente e insindacabilmente come si debba vivere e morire e governare.
È un disegno eversivo della Costituzione. Illecito. A esso hanno collaborato attivamente quasi tutti i “rappresentanti” del popolo, soprattutto la sinistra parlamentare. Senza farlo capire al popolo, ovviamente. Qui sta il conflitto di interessi vero. L’incompatibilità assoluta con le cariche pubbliche. Quindi i veri e primi incandidabili, ineleggibili, portatori di conflitto di interessi sono proprio i leaders della sinistra, assieme a Monti e Draghi: tra i vivi, Prodi, Bersani, Amato…
Lei parla di “ sacrifici senza prospettive e di “ sogno che la crisi finisca”, ma non vede la luce in fondo al tunnel? Eppure Monti e i suoi sodali ci hanno ripetuto fino alla nausea che siamo in ripresa… e che bisogna avere fiducia nei “mercati”. Lei contesta le linee economiche e fiscali imposte all’Italia dai paladini del “libero mercato”. Ci spieghi perché.
L’Italia è vicina alla fine, lo ha detto anche Squinzi il 24 marzo parlando al premier incaricato Bersani. Gli indici sono tutti al peggio, e vengono frequentemente corretti al peggioramento. Non vi è outlook di ripresa. Le migliori risorse del Paese – capitali, imprenditori, cervelli – se ne sono andate o se ne stanno andando. Chi dice che l’Italia stia riprendendosi, o è pazzo o mente. Secondo la tesi adottata dalle istituzioni monetarie, dalla Ue, da quasi tutta la politica che vuole governare, il libero mercato spontaneamente realizzerebbe l’ottimale impiego delle risorse e l’ottimale distribuzione dei redditi, inoltre automaticamente preverrebbe o riassorbirebbe le crisi. I fatti hanno clamorosamente smentito questa tesi. Del resto quella tesi valeva per i mercati dell’economia reale, non per i mercati della speculazione e dell’azzardo della finanza, che sono un’altra cosa.
O meglio, il libero mercato non esiste, perché per essere libero un mercato dovrebbe essere trasparente (cioè con operatori visibili, eleggibili dentro), non dominato da cartelli, non influenzato da asimmetrie informative, etc. etc. I mercati reali sono dominati, cioè manipolati, da cartelli di soggetti che approfittano di enormi asimmetrie informative (anche in fatto di tecnologie), che si mantengono opachi (anche FMI, BCE, Ue, Tesoro Usa, hedge funds, grandi banche…).
E che influenzano, pagandole o ricattandole, le funzioni politiche
Nel suo libro non disdegna di toccare la vicenda MPS,l a famosa banca senese da sempre nell’orbita della sinistra, fatti che al momento sembrano essere stati messi a tacere, con una Magistratura tutta impegnata nell’attacco a tutto campo contro Berlusconi. Chi sono i protagonisti principali e perché si è arrivati a questo, e il ruolo del duo Draghi-Monti e del PD di Bersani? Un Bersani che oramai interpreta da tempo, così come tutta la sinistra italiana, il ruolo di “mosca cocchiera dei poteri finanziari antinazionali”.
Volete i protagonisti principali? È una cerchia di nomi che potete individuare ricercando gli amministratori e i beneficiari effettivi di società derivate, di controllo, di gestione, cessionarie di rami di aziende, sicav, siv, stichtingen,… società che ricevono strani e grandi prestiti da banche in condizioni sospette… andate a consultare il Cerved, farete molte interessanti scoperte. E, per i bilanci, guardate in Cebi…Draghi ha prestato in segreto 2 miliardi a MPS già in crisi di liquidità a seguito non solo dell’acquisto di Antonveneta per un multiplo del suo dubbio valore, ma anche per una storia precedente di molti mutui concessi a soggetti che si sapeva non avrebbero pagato, e per le storie Myway e 4you, e per l’acquisizione della Banca del Salento (121)… e Monti presta 4 miliardi pubblici a MPS che in banca ne capitalizza 2,7.
Bisogna salvare MPS, l’ho detto dal mio primo articolo su di esso, del 29.06.11, ma salviamola per farne una banca nazionale di finanziamento all’economia produttiva, non solo per proteggere interessi privati o di uomini politici.
Avv. Della Luna i rimedi esistono per uscire da questa situazione, il mercato non è il destino dell’uomo, come non lo sono le banche, le vie alternative al capitalismo esistono, mancano oggi probabilmente gli uomini in grado d’applicarle in Italia e in Europa. Altrove i popoli hanno intrapreso una marcia diversa, e buona parte dell’America Latina ne è un esempio, questo a pochi giorni dalla morte del Presidente della repubblica Bolivariana del Venezuela Chávez, che certamente ha tracciato una via chiara di socialismo del XXI Secolo. Lei che misure adotterebbe per uscire da questo giro infernale usuraio in cui siamo precipitati?
Dalle situazioni non si esce per applicazione razionale e intenzionale di rimedi condivisi, ma perché una situazione si rompe e si cade in un’altra situazione. Non è questione di uomini. Anche il capitalismo finanziario assoluto si romperà, e io mi aspetto che ciò avvenga sia perché il tipo di mondo che esso costruisce per massimizzare la propria efficienza è incompatibile con la vita umana (troppa incertezza, violenza, mutevolezza), sia per effetto della incontrollabile accelerazione e autonomizzazione dei processi informatizzati attraverso cui si realizza lo high frequency computerized algotrading – una rete cibernetica capace di imparare e, in prospettiva, di sfuggire di mano.
www.europeanphoenix.com
30 Marzo 2013 12:00:00 - http://rinascita.eu/index.php?action=news&id=20032
00:05 Publié dans Actualité, Affaires européennes, Entretiens | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : politique internationale, entretiens, italie, europe, affaires européennes, méditerranée | | del.icio.us | | Digg | Facebook
jeudi, 09 mai 2013
Rassegna Stampa - Maggio 2013/2
- Respingiamo la "monocoltura" della mente
di Vandana Shiva [05/05/2013]
Fonte: Come Don Chisciotte [scheda fonte]
- Riprendiamoci la qualità della vita
di Valerio Gennaro [05/05/2013]
Fonte: Il Blog di Beppe Grillo [scheda fonte]
- Lo scontro Iran – Arabia Saudita in Libano e Siria
di Jean Aziz [05/05/2013]
Fonte: aurorasito
- L'Occidente ha bisogno di un nemico metafisico
di Franco Cardini - Fiorenza Licitra [05/05/2013]
Fonte: il ribelle
- Quante cose può dire alla mente e al cuore un semplice fiocco di neve
di Francesco Lamendola [05/05/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- Vigliacchi ed egoisti
di Eugenio Orso [05/05/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- Veto sulle armi chimiche se non sono americane
di Massimo Fini [05/05/2013]
Fonte: Massimo Fini [scheda fonte]
- Emma il ministro una "fanatica" dei diritti umani
di Massimo Fini [05/05/2013]
Fonte: Massimo Fini [scheda fonte]
- Quanto è ingenuo Becchi (e quanto è infida Repubblica)
di Marcello Foa [03/05/2013]
Fonte: blog.ilgiornale.it
- Ecuador, foresta amazzonica in vendita. È per il debito con la Cina?
di Andrea Degl'Innocenti [03/05/2013]
Fonte: il cambiamento
- Cosa leggere, come leggere, quando leggere?
di Francesco Lamendola [03/05/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- Chi ci difende dalle atrocità...
di Manlio Dinucci [03/05/2013]
Fonte: Il Manifesto [scheda fonte]
- Il Corriere della Sera condannato: aveva diffamato la presidente argentina Cristina Kirchner
di Gennaro Carotenuto [03/05/2013]
Fonte: gennarocarotenuto
00:05 Publié dans Actualité, Affaires européennes | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : politique internationale, italie, europe, affaires européennes, presse, médias, journaux, actualité | | del.icio.us | | Digg | Facebook
mardi, 07 mai 2013
Machiavelli & the Conservative Revolution
Machiavelli & the Conservative Revolution
By Dominique Venner
Ex: http://www.counter-currents.com/
Translated by Greg Johnson
Borne along by the French Spring, the Conservative Revolution is in fashion. One of its most brilliant theorists deserves to be remembered, even if his name has long been maligned. Indeed it is scarcely flattering to be described as “Machiavellesque” if not “Machiavellian.” It can be seen as an aspersion of cynicism and deceit.
And yet what led Niccolò Machiavelli to write the most famous and the most outrageous of his works, The Prince, was love and concern for his fatherland, Italy. It was published in 1513, exactly 500 years ago, just like Albrecht Dürer’s “The Knight, Death, and the Devil [2].” A fertile time! In the early years of the 16th century, Machiavelli was nevertheless the only one to worry about Italy, the “geographical entity,” as Metternich later said. Then, one cared about Naples, Genoa, Rome, Florence, Milan, and Venice, but nobody cared about Italy. This had to wait a good three centuries. This proves that we should never despair. The prophets always preach in the wilderness before their dreams reach the unpredictable waiting crowds. We and some others believe in a Europe that exists only in our creative memory.
Born in Florence in 1469, died in 1527, Niccolò Machiavelli was a high official and diplomat. His missions introduced him to the grand politics of his time. What he learned, and what he suffered for his patriotism, prompted him to reflect on the art of conducting public affairs. Life had enrolled him in the school of great upheavals. He was 23 years old when Lorenzo the Magnificent died in 1492. The same year, the ambitious and voluptuous Alexander VI Borgia became Pope. He swiftly made one of his sons, Cesare (at that time, the popes cared little for chastity), a very young cardinal and then the Duke of Valentinois thanks to the king of France. This Cesare, gripped by a terrible ambition, cared nothing about means. Despite his failures, his ardor fascinated Machiavelli.
But I anticipate. In 1494 came a huge event that would change Italy for a long time. Charles VIII, the ambitious young king of France, made his famous “descent,” i.e., an attempt at conquest that upset the balance of the peninsula. After being well-received in Florence, Rome, and Naples, Charles VIII then met with resistance and was forced to retreat, leaving a terrible chaos. It was not finished. His cousin and successor, Charles XII, came back in 1500, this time for longer, until Francis I became king. Meanwhile, Florence was plunged into civil war, and Italy was devastated by condottieri greedy for loot.
Appalled, Machiavelli observed the damage. He was indignant at the impotence of the Italians. From his reflections arose The Prince in 1513, the famous political treatise written thanks to its author’s disgrace. The argument, with a compelling logic, seeks to convert the reader. The method is historical. It is based on the confrontation between the past and the present. Machiavelli stated his belief that men and things do not change. This is why the Florentine councilor continues to speak to us Europeans.
Following the Ancients–his models–he believes Fortune (chance), represented by a woman balancing on an unstable wheel, rules half of human actions. But she leaves, he says, the other half ruled by the virtues (qualities of manly boldness and energy). Machiavelli calls for men of action and teaches them how to govern well. Symbolized by the lion, force is the primary means to conquer or maintain a state. But one must also have the cunning of the fox. In reality, one must be both lion and fox. “We must be a fox to avoid traps and a lion to frighten wolves” (The Prince, ch. 18). Hence his praise, devoid of any moral prejudice, of Alexander VI Borgia, who “never did anything, and never thought of doing anything, other than deceiving people and always found a way to do so” (The Prince, ch. 18). However, it is in the son of this curious pope, Cesare Borgia, that Machiavelli saw the incarnation of the Prince according to his wishes, able “to win by force or fraud” (The Prince. ch. 7).
Placed on the Index by the Church, accused of impiety and atheism, Machiavelli actually had a complex attitude vis-à-vis religion. Certainly not devout, he nevertheless went along with its practices but without abdicating he critical freedom. In his Discourses on the First Ten Books of Titus Livy, drawing lessons from ancient history, he questioned which religion best suits the health of the state: “Our religion has placed the highest good in humility and contempt for human affairs. The other [Roman religion] placed it in the greatness of soul, bodily strength, and all other things that make men strong. If our religion requires that we have strength, it is only to be more capable of suffering heavy things. This way of life seems to have weakened the world, making it easy prey for evil men” (Discourses, Book II, ch. 2). Machiavelli does not risk religious reflection, but only a political reflection on religion, concluding: “I prefer my fatherland to my soul.”
Source: http://www.dominiquevenner.fr/2013/04/machiavel-et-la-revolution-conservatrice/ [3]
Article printed from Counter-Currents Publishing: http://www.counter-currents.com
URL to article: http://www.counter-currents.com/2013/05/machiavelli-and-the-conservative-revolution/
URLs in this post:
[1] Image: http://www.counter-currents.com/wp-content/uploads/2013/05/machiavellistatue.jpg
[2] The Knight, Death, and the Devil: http://en.wikipedia.org/wiki/The_Knight,_Death_and_the_Devil
[3] http://www.dominiquevenner.fr/2013/04/machiavel-et-la-revolution-conservatrice/: http://www.dominiquevenner.fr/2013/04/machiavel-et-la-revolution-conservatrice/
00:05 Publié dans Nouvelle Droite, Philosophie, Théorie politique | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : machiavel, machiavelli, 16ème siècle, italie, philosophie, nouvelle droite, dominique venner, théorie politique, politologie, sciences politiques | | del.icio.us | | Digg | Facebook
samedi, 04 mai 2013
Rassegna Stampa - Maggio 2013/1
- Decerebrati d’Italia, Uniti
di Ernesto Ferrante [01/05/2013]
Fonte: Rinascita [scheda fonte]
- Tutta colpa degli italiani
di Alessio Mannino [01/05/2013]
Fonte: il ribelle
- L’allucinazione della Modernità
di Alessandro Pertosa [01/05/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- L’invidioso reagisce a una provocazione: ma reale o immaginaria?
di Francesco Lamendola [01/05/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- L’ispettore Derrick? Era un “nazista”: non guardatelo!
di Enrico Galoppini [01/05/2013]
Fonte: Europeanphoenix
- La fiducia arriva dagli Usa
di Manlio Dinucci [01/05/2013]
Fonte: Il Manifesto [scheda fonte]
- Maschera e volto della politica italiana
di Fabio Falchi [01/05/2013]
Fonte: eurasia [scheda fonte]
- La folla è "brutta"? Ma i benpensanti a volte sono anche peggio...
di Annalisa Terranova [01/05/2013]
Fonte: segnavi.blogspot
- Un Paese a sovranità limitata
di Eduardo Zarelli - Fiorenza Licitra [01/05/2013]
Fonte: il ribelle
- Larghe intese dei responsabili del disastro sotto il patrocinio di nonno Napolitano
di Massimo Fini - Domenico Naso [01/05/2013]
Fonte: intelligonews
- Ed ecco gli androidi di Mr. Letta
di Ugo Gaudenzi [29/04/2013]
Fonte: Rinascita [scheda fonte]
- Fuori i secondi e calpestiamo gli ultimi
di Gianni Petrosillo [29/04/2013]
Fonte: Conflitti e strategie [scheda fonte]
- Letta, la tela atlantica
di Pino Cabras [29/04/2013]
Fonte: megachip [scheda fonte]
- Matrimoni gay
di Gianluca Donati [29/04/2013]
Fonte: giornaledelribelle [scheda fonte]
- Verso il collasso
di Manuel Castelletti [29/04/2013]
Fonte: Movimento per la Decrescita Felice [scheda fonte]
- Lavoro per tutti
di Guido Dalla Casa [29/04/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- Siria, la farsa delle armi chimiche
di Michele Paris [29/04/2013]
Fonte: Altrenotizie [scheda fonte]
- Dalle carte segrete dell’OSS ecco come rieducare i tedeschi vinti
di Dino Messina [29/04/2013]
Fonte: storiainrete
- E Bottai fece infuriare Goebbels
di Luciano Canfora [29/04/2013]
Fonte: Corriere della Sera [scheda fonte]
00:06 Publié dans Actualité, Affaires européennes | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : politique internationale, actualité, affaires européennes, europe, italie, presse, journaux, médias | | del.icio.us | | Digg | Facebook
jeudi, 02 mai 2013
Dresda
09:35 Publié dans Evénement, Histoire | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : dresde, histoire, seconde guerre mondiale, deuxième guerre mondiale, événement, florence, firenze, italie | | del.icio.us | | Digg | Facebook
vendredi, 26 avril 2013
Rassegna Stampa (26-04-2013)
- Comunque vada sarà uno yankee
di Gianni Petrosillo [19/04/2013]
Fonte: Conflitti e strategie [scheda fonte]
- Cos'è il populismo
di Marco Tarchi [17/04/2013]
Fonte: Diorama Letterario [scheda fonte]
- Il grande equivoco della «nuova evangelizzazione»
di Francesco Lamendola [17/04/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- Minima Ruralia. Semi, piante e mondo contadino
di Massimo Angelini [17/04/2013]
Fonte: pentagora
- Le vittime del “terrorismo” sono tutte “uguali”?
di Enrico Galoppini [17/04/2013]
Fonte: europeanphoenix
- Tutto si vende, anche l'onore
di Michael Sandel - Massimo Gaggi [17/04/2013]
Fonte: corriere
- No all’economia delle banche: in Francia arriva la moneta locale
di Eleonora Cosmelli [17/04/2013]
Fonte: dailystorm
- La decrescita non è chiedere l’elemosina
di Fabio Balocco [16/04/2013]
Fonte: Movimento per la Decrescita Felice [scheda fonte]
- Die Schule (come funziona la scuola pubblica qui in Germania)
di Uriel Fanelli [16/04/2013]
Fonte: keinpfusch
- Tanti rischi, poche regole al casinò della finanza
di Andrea Baranes [16/04/2013]
Fonte: sbilanciamoci
- Guantanamo, il modello americano
di Michele Paris [16/04/2013]
Fonte: Altrenotizie [scheda fonte]
- Spectaculum sive Natura. Si può dire di non aver visto una cosa finché non la si è fotografata?
di Alessandro Volpe [16/04/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- Dalla “Repubblica delle banane” alla Repubblica “Gay-friendly”?
di Enrico Galoppini [16/04/2013]
Fonte: europeanphoenix
- La vergogna del Buddha-tour
di Manuel Zanarini [16/04/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- La Cina ha comprato l'Amazzonia
di Fabio Polese [16/04/2013]
Fonte: piazzolanotizia
- Cambiare i trattati?
di Marino Badiale [16/04/2013]
Fonte: il-main-stream
- Il limite invalicabile del paradigma scientista nei confronti del supernormale
di Francesco Lamendola [16/04/2013]
Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte]
- Re Giorgio NATOlitano e la regina Elisabetta
di Federico Roberti [16/04/2013]
Fonte: Bye Bye Uncle Sam [scheda fonte]
00:05 Publié dans Actualité, Affaires européennes | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : politique internationale, italie, europe, affaires européennes, presse, médias, journaux | | del.icio.us | | Digg | Facebook
mardi, 23 avril 2013
Nessuno tocchi la Siria
00:07 Publié dans Evénement, Géopolitique | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : levant, événement, géopolitique, syrie, politique internationale, italie, monde arabe, monde arabo-musulman | | del.icio.us | | Digg | Facebook
lundi, 22 avril 2013
Antonio Pennacchi und der Canale Mussolini
Antonio Pennacchi und der Canale Mussolini
Götz Kubitschek
Ex: http://www.sezession.de/
Canale Mussolini ist ein Epochen- und Familienroman, der – autobiographisch angereichert – davon erzählt, wie aus den Männern und Frauen einer norditalienischen, mittellosen Bauernsippe handfeste Faschisten werden: un-ideologische zwar, aber ist das nicht immer so, wenn es um die Masse unterhalb der weltanschaulich gefestigten Revolutionäre geht?
Grandios schildert Pennacchi den Kippunkt in diesem hervorragend erzählten Buch: wie die Männer und Frauen der Sippe Peruzzi auf ihren Felder schuften und trotzdem auf keinen grünen Zweig kommen; wie sie schon mit einem Fuß bei den Sozialisten stehen, aber auch bei den Faschisten auf einer Versammlung vorbeischauen; wie sie dann unter dem gewaltsamen Druck der Linken (die das nicht dulden mögen) halb im Zorn, halb aus Rache zu den Schwarzhemden überlaufen und erst einmal alles niederbrennen, was an sozialistischen Parteilokalen in ihrer Reichweite ist.
Hier findet schlicht die persönliche Lage das geeignete politische Gefährt, und die Widerborstigkeit der Sippe paßt einfach nicht zur Bräsigkeit der linken Gewerkschaftsbonzen. Der Dank der Bewegung bleibt nicht aus: Mitte der dreißiger Jahre bekommen die Peruzzis Land in den trockengelegten Pontinischen Sümpfen und bauen mit an diesem faschistischen Großprojekt, das 30000 umgesiedelten Neubauern Land und Brot gibt.
Ein Rezensent, der Canale Mussolini im Original las, berichtete von hinreißenden Dialogen in Mundart. Zum Glück versucht die Übersetzung erst gar nicht, irgendein Kauderwelsch an die Stelle der italienischen Dialekte zu setzen, der Ton des Romans ist auch so »mündlich« genug. Es wird richtig erzählt, episch, abschweifend.
Die ganze faschistische Epoche Italiens wird plastisch, immer aus Sicht der kleinen Leute, der unterschiedlichen Charaktere der Peruzzis. Da tauchen die faschistischen Suppenküchen auf, die Solidaritätsvereine, die Versammlungshäuser, die Paraden, Uniformen und modernen Errungenschaften. Der Duce hämmert – noch nicht an der Macht – den Pflug der Peruzzis wieder gerade und starrt dabei dem Sippen-Zentrum, der stolzen »Mama« Armida, auf den Hintern, was ihr nicht schlecht gefällt. Immer wieder schildert der Erzähler die völlig harmlose Szene, und vielleicht erinnert sich Mussolini nur deshalb nach Jahren noch an diese Familie.
Wenn überhaupt von ideologischem Überbau die Rede ist, dann treuherzig, ein bißchen wie auswendig gelernt (»diese fixe Idee vom Römischen Reich und von der imperialen Größe, die uns Italienern von Natur aus und von Rechts wegen zustanden, aber auch diese etwas heidnische Vorstellung, daß die Menschen nicht irgendwie alle gleich sind«). Die Weltgeschichte ist mit eingewoben, denn irgendein Peruzzi ist immer dabei: ob im Abessinienkrieg und seinen elenden Gemetzeln, ob in Nordafrika oder beim griechischen Intermezzo (das nur mit deutscher Waffenhilfe nicht in einem Desaster endete), aber auch dort, wo – erzählt wie vom Hörensagen – Mussolini sich mit Italo Balbo oder einem anderen faschistischen Granden anlegt oder auf Hitler trifft.
Es gibt dieses seltsame Wort von der »befreienden Lektüre«: Ein Text rauscht durch die Köpfe wie das Wasser durch den Augiasstall – der ganze Mist, der sich angesammelt hat, wird fortgespült. Canale Mussolini könnte für Italien eine solche Wirkung haben, die Voraussetzungen für einen hysteriefreien Blick auf die eigene Geschichte sind dort besser als bei uns.
Für deutsche Leser könnte die Wirkung nur dann befreiend sein, wenn sie verstünden, daß man die Massen im faschistischen Italien durchaus mit jenen im Dritten Reich vergleichen kann. Aber dieses Vorverständnis einzufordern, ist für sie etwa so, als vergliche man eine Mausefalle mit einer Tretmine.
Antonio Pennacchi: Canale Mussolini. Roman, München: Hanser 2012. 446 S., 24.90 €
00:05 Publié dans Littérature, Livre | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : italie, lettres, lettres italiennes, littérature, littérature italienne, götz kubitschek, antonio pennacchi, livre | | del.icio.us | | Digg | Facebook
mercredi, 17 avril 2013
A. Lombardi: Viaggio al termine dell'Apocalisse
00:05 Publié dans Evénement, Littérature | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : céline, littérature, lettres, lettres françaises, littérature française, italie, événement | | del.icio.us | | Digg | Facebook
vendredi, 12 avril 2013
Fiume
16:54 Publié dans Evénement, Histoire | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : événement, italie, fiume, gabriele d'annunzio, d'annunzio | | del.icio.us | | Digg | Facebook
mercredi, 10 avril 2013
Esiste un altro Sudafrica...
00:02 Publié dans Actualité, Evénement | Lien permanent | Commentaires (0) | Tags : afrique du sud, événement, rome, italie, afrique, affaires africaines | | del.icio.us | | Digg | Facebook